Maggio
Mi chiamo Alisha. Alisha Black.
Il mio nome significa letteralmente “la protetta di Dio”, nella cultura degli indiani d’America, ed è stata mia madre a sceglierlo come augurio di una vita lunga e senza problemi.
Come se questo potesse bastare.
Avevo da poco compiuto sedici anni quando la mia famiglia decise di trasferirsi a Peabody, una città della contea di Essex, nello stato del Massachusetts, vicina di contea della famosissima Salem.
Sono una ragazza nella media, come ce ne sono tante in giro: occhiali, capelli lunghi neri, gracilina, con la pelle color ceramica e una cicatrice sull’avambraccio sinistro. Non ho nessun neo provocante o occhi da cerbiatta che possano attirare vagamente l’attenzione degli altri, sono la classica adolescente in perenne sviluppo.
Era il 1997 quando mi iscrissi alla scuola pubblica che vantava la bellezza di seicentosessantacinque iscritti più uno, dopo il mio arrivo. Tutti gli studenti erano cresciuti insieme, persino i loro nonni si conoscevano fin dalla tenera età, pertanto io sarei sempre stata “quella nuova” che arrivava da non si sa dove, la novità, un mostro.
Tutto ciò sarebbe stato un vantaggio se avessi avuto l’aspetto di una ragazza tosta ma purtroppo non rientravo in nessuna categoria interessante.
“So che sarà difficile alla tua età farti dei nuovi amici, Ali. Io e tuo padre ti chiediamo solo di portare pazienza: se questo lavoretto non andrà in porto, torneremo immediatamente a La Ronge in autunno, te lo prometto.”
Non risposi. Faceva troppo caldo persino per parlare. Portai i miei due scatoloni in camera e mi sdraiai sul mio nuovo letto. Sapeva di chiuso, come il resto della casa.
Decisi quindi di alzarmi e di mettere a posto almeno la mia libreria. Dopo un paio d’ore aprii le finestre, una di queste dava sul cimitero. Sì, ragazzi, avete letto bene: a sedici anni abitavo a ridosso di un cimitero, a Woodside St. Già mi vedevo, a Settembre, con una targhetta immaginaria sulla fronte che recitava “la ragazza dei morti” o qualcosa del genere. E la cosa mi faceva quasi ridere.
Verso l’ora del tramonto decisi di andare a conoscere i miei nuovi vicini di casa, le lapidi del St Mary’s Cemetery. L’entrata era un inquietantissimo arco di ferro battuto con un enorme croce in cima. Lasciate ogni speranza, o voi che entrate, mi dissi. Appena varcato l’ingresso notai subito i salici che ricoprivano gran parte dell’area: maestosi e di colore dorato, ad ogni soffio di vento sembravano muoversi, bisbigliare, essere vivi e questo mi fece provare un lungo brivido dietro l’orecchio, come se qualcuno mi stesse parlando sottovoce.
Avevo paura ad avvicinarmi a loro, dopo neanche mezz’ora girai i tacchi e mi diressi immediatamente a casa a passo svelto, guardandomi attorno in maniera ossessiva: quel luogo mi sembrò dannatamente ostile, come se improvvisamente mi fossi trovata tra il reale e surreale. Frutto di un’immaginazione sovraeccitata dai libri che leggevo? Forse, ma non rimasi lì un minuto di più per scoprirlo.
“Tesoro, che hai? Sei sudata da far schifo!” – disse mio padre, con fare non troppo elegante mentre si beveva una birra in cucina.
“Niente, papà. Ho fatto una corsa attorno all’isolato giusto perché non sapevo cosa fare!” – risposi offesa e salii di nuovo in camera, in attesa della cena.
Quella notte non riuscii a dormire bene, lo sbuffo continuo della pioggia e del vento non tacque nemmeno per un istante. Mi misi le cuffie e ascoltai La Ballata dell’Amore, una bellissima melodia che Robert scrisse per me come ricordo, prima di partire.
Mi manchi da morire…
Finalmente riuscii a prendere sonno dopo la mezzanotte, quando la tempesta si trasformò in una pioggerella silenziosa. Il mattino dopo Peabody fu assalita da una fitta nebbia, come quelle che arrivano in autunno e la cosa mi sembrò alquanto strana. Scesi giù in cucina per aiutare mia madre con il resto dei bagagli. Mi guardai nello specchio all’entrata: due visibilissime occhiaie apparivano vivacemente sotto il mio sguardo poco sveglio, segni di una nottata per niente tranquilla. Vari incubi erano venuti a trovarmi, quella notte: bambini con volti sfuocati che urlavano a bocca aperta come in preda ad un dolore lancinante, una donna dalle lunghe dita che grattava la parete dietro al mio letto, un lupo che guaiva fuori dalla mia camera. Nemmeno dopo le letture più estreme feci sogni così spaventosi e terribilmente reali. Stress post trasloco? Non ne ero certa.
Sotto ordine di mia madre, quella tarda mattina, fui spedita al market più vicino per commissioni, oltre il ponte di Water St. Malgrado le nuvole dense e opache, la pioggia non tornò e la nebbia era quasi scomparsa. Questo un pò mi tranquillizzò. Presi la bici e mi avviai al negozio.
L’aria frizzante di quel Mercoledì inumidiva i miei capelli, ad ogni angolo della strada vedevo cartelli che segnalavano l’anticipazione della loro festa d’estate al 27 Maggio. Chissà poi perché.
Dopo aver fatto il suo dovere, dove mandiamo la nostra Alisha?
- Al museo delle Streghe di Salem, lì vicino (20%)
- A fare un bagno da sola, al fiume (60%)
- In una libreria spettrale (20%)

07/11/2021 at 11:59
Ciao Mowa,
ho letto adesso tutti e sette i capitoli pubblicati. Li ho letti tutti d’un fiato perché la prosa è scorrevole e l’argomento interessante. Sei brava a tener alta la tensione. Ho votato per la base d’appoggio a una nuova possessione. Ma anche l’ipotesi di una reincarnazione è interessante. Continuerò a seguirti.
Alla prossima.
23/08/2021 at 21:36
Ciao Mowa!
Ben ritrovata con il sesto episodio assai avvincente e con il dubbio finale su identità ed intenzioni di Joseph. Io non mi fiderei, secondo me è posseduto.
Bel ritmo direi, il capitolo si lascia leggere bene, allora continua così e vediamo cosa le capita…
Ciao!
23/08/2021 at 12:17
Ciao Mowa 🙂
appena mi è arrivata la mail di notifica del tuo nuovo capitolo, sono corsa a leggerlo!
Come sempre, dopo un paio di righe, sono riuscita ad entrare nel racconto e ad immaginare tutto quanto.
Adoro il tuo modo di scrivere!
Aspetto il prossimo capitolo! 🙂
23/08/2021 at 12:30
Ti ringrazio tantissimo jeziro 🙂
Questo mi incentiva molto a mettermi già sul prossimo capitolo, a presto!
26/07/2021 at 14:55
Ciao Mowa!
Volevo farti i complimenti per questo racconto!
Mi sono appassionata davvero tanto e non vedo l’ora di leggere gli altri capitoli!
A proposito, quando sarà il prossimo? *-*
Il tuo modo di scrivere mi piace davvero tanto, prende tantissimo e senza accorgersene ti trovi alla fine di ogni capitolo in un lampo!
E’ molto fluido e ricco di dettagli.
Ti prego posta altri capitoli!!!
03/08/2021 at 14:22
Ciao jeziro, grazie mille!
Sto scrivendo proprio in questi giorni il prossimo episodio :] attendo un tuo commento in merito, buona lettura!
15/07/2021 at 18:28
Ciao Mowa!
Voto per il nipote, mi intriga immaginare Abigail magari come tramite di chissà cosa. Le vicende terribili vedono Alisha terrorizzata ma anche curiosa; come sere sentisse di essere parte di qualcosa. Così almeno mi da questa impressione quando gira per il cimitero. Brava!
All’inizio ti segnalo sembravano, sicuramente volevi scrivere sembrava, inoltre po’ si scrive con l’apostrofo, non con l’accento. Perdona il solito professorino palloso…
Ciao stammi bene!
19/07/2021 at 13:51
No hai fatto benissimo, grazie! :]
Anche io sono molto pignola, infatti questa volta che non ho riletto hai trovato due errori. Prossimo giro farò sicuramente più attenzione (esatto, non mi piace vedere degli errori nei testi). 😀
Aspetto con ansia il tuo prossimo commento, buona giornata!
01/07/2021 at 22:44
Ciao Mowa!
Ben ritrovata nel tuo racconto sempre più pauroso; adesso viene nominato Pazuzu, nientemeno! Dico che ritrova la vecchia, e magari capiamo di più sul suo ruolo nella storia. La curiosità c’è, intatta.
Alla prossima ciao!
02/07/2021 at 11:47
Grazie per essere passato Minollo! 😀
Sì, purtroppo con gli esami mi sono persa, ieri ho dato l’ultimo e ora ho l’estate per continuare questa storiella 🙂
Alla prossima!
12/04/2021 at 20:32
Ciao Mowa!
ho votato per nessuno, da sola in un luogo spettrale, dove può fare ricerche e magari anche incontri…
Ho perso il secondo episodio così l’ho recuperato; le allucinazioni (se sono tali) sono mostruose, vediamo se legate al luogo tetro vicino casa o a lei in particolare. Direi ben scritto, brava!
Ciao!
12/04/2021 at 22:08
Ciao Minollo! Grazie mille! Ben arrivato nel mio racconto 😀 giusto in tempo per vedere la mia povera Alisha varcare le soglie dell’inferno… o della follia, chi lo sa? 😀
Attendo con ansia i tuoi prossimi voti! A presto!
12/04/2021 at 19:50
Ciao, ho votato nessuno… perché può aprire qualsiasi scenario. Poverina, che incubo!
12/04/2021 at 22:05
Ciao fenderman, grazie per il tuo voto!
Voglio portarla sempre di più in profondità di questi incubi, spero di riuscirci, dipende anche da voi anche 😀
16/02/2021 at 20:12
Io lo avevo detto che ci portavi la paura in casa! Trovo formidabile l’idea della ragazza di darsela a gambe, io avrei fatto lo stesso. I genitori non mi sembrano granché, povera ragazza. Voto per l’allucinazione, mi sembra presto per scoprire orizzonti nuovi, vediamo che succede. Ciao, brava.
16/02/2021 at 20:36
I genitori, purtroppo, sono i soliti che non credono mai a una sola parola di quello che dice la loro figlia 😀 la nostra Alisha è sola 🙁 grazie mille per il voto!
16/02/2021 at 17:47
Ciao Mowa! Alisha è un bel tipino, eh? Essere i nuovi arrivati è dura…ho votato per la libreria e chissà che non incontri qualcuno. Ci sono tutti gli elementi per un viaggio da brividi! Al prossimo capitolo;)
16/02/2021 at 17:54
Ciao NorahEmme, peccato, per ora per la nostra Alisha è stato scelto di farsi un bagno al fiume 🙂
Ho appena caricato il secondo se vuoi darci un’occhiata, sarò contenta di un tuo secondo voto 😉 che sia quello buono. A presto!
14/02/2021 at 00:43
Ciao Mowa!
Al museo delle streghe, entriamo nel vivo allora!
Il primo episodio ci introduce al personaggio: sembra una ragazza come tante, con il trauma dello spostamento, dell’essere “nuova”. In più, il cimitero…
Ingredienti ce ne sono, vediamo come procede.
Ciao!
16/02/2021 at 17:21
Ciao Minollo, grazie per essere passato e aver votato 🙂
Rimani sintonizzato, aiuta la nostra Alisha a sopravvivere, a presto! 😉
11/02/2021 at 21:52
Benvenuta, ci mancava giusto un po’ di fifa. Hai messo insieme un primo impasto base idoneo al decollo verso orizzonti di paura. Vacci piano però che la gente poi si spaventa davvero.
La ragazza la mandiamo a fare il bagno così chissà chi incontra… auguri.
12/02/2021 at 10:14
Grazie mille fenderman! 🙂
In realtà spero in poche righe di aggiungerne altri di ingredienti paurosi 😉 in questo (essendo il mio primo) mi sono dilungata con i dettagli, al prossimo sarò già più succinta 😀 i brividi non mancheranno! Ti aspetto al secondo episodio!