Dove eravamo rimasti?
Mooned
“Buongiorno!”
“Buongiorno a lei.”
L’uomo in piedi fuori dal nostro cancello di casa era magro e storto, puzzava terribilmente di tabacco e aveva un tic nervoso all’occhio destro. La faccia, ossuta, aveva così tante rughe e grinze alla bocca che metterli insieme ci potevi fare un puzzle. Le labbra sottili erano tirate indietro in un ghigno più che un sorriso cordiale da buon vicino, La camicia bianca, la giacca nera, e le scarpe erano sporche di terra e il suo cappello stretto nella mano sinistra sembrava che avesse visto tempi migliori. Tutto insieme aveva un’aria da poveraccio ma qualcosa mi diceva che non era così. Era tutto una falsa. Mi alzai e istintivamente allontanai Jacob dal cancello. Pat, miagolò forte prima di andarsi a sdraiarsi al sole.
“Febus Fraser, dico bene?”
“Dice bene, Signore.”
La vecchia cornacchia sorrise soddisfatto. Non era un sorriso vero e proprio. Le sue labbra si allargarono di poco quanto bastava.
“Posso scambiare due parole in privato, con lei Fraser?”
“Parlate pure.” dissi mentre portavo indietro le mani e raddrizzavo la schiena.
L’uomo guardò Jacob e poi me. C’era qualcosa in lui che non mi piaceva. E l’avrei scoperto molto presto.
“Preferirei parlare in assenza del ragazzo.” disse pronunciando ogni singola parola come se dovesse condannare qualcuno al patibolo.
“Jacob prendi il cucciolo e falli un bel bagno. Dietro casa c’è una bacinella per i panni, usa quella. Struscialo bene con il sapone e controlla che non abbia pulci o zecche. Prendi i miei guanti.”
Jacob prese il cucciolo in braccio, guardò lo sconosciuto e poi corse via.
“Ora siamo soli” dissi e l’uomo annuì.
“Le dispiace se facciamo due passi. È così una bella giornata…” iniziò a dire.
“Si mi dispiace. Possiamo stare qui e colloquiare tranquillamente.” replicai io con una nota di fastidio nella voce.
“Preferirei fare due passi Fraser.”
Mi voltai e mi chiesi se fosse saggio lasciare Jacob solo. L’uomo intuì la mia preoccupazione e disse: “Suo nipote starà bene.”
Avrei voluto crederli, giuro ma qualcosa mi diceva che le sue parole erano false quanto quello dei politici che ci governavano. Misi una mano in tasca e mi accorsi che non avevo nessun’arma con cui difendermi se nel caso ci fosse stato uno scontro fisico. Strinsi la mano in un pugno e lo seguì.
***
“Mi permetta di farle le condoglianze, Fraser” incominciò a dire “Suo fratello era una cara persona. Tutti noi lì volevamo bene.”
“Così bene da darli fuoco.” dissi io.
“Oh non dica così, tutti lo sanno e anche lei lo sa…è stato un incidente, terribile certo ma un incidente.”
Le persone intorno a noi ci lanciavano occhiate sfuggenti prima di scomparire nelle loro case e comparire subito dopo che noi eravamo passati.
Ci fermammo vicino a una panchina sotto un grande salice piangente. Un ragazzo ci passò davanti sulla sua bicicletta. Quando vide con chi ero seduto per poco non finì con il culo per terra.
“Quindi?” iniziai a dire impaziente.
“Mi permetta di presentarmi. Mi chiamo Albert Mooned e sono qui perché ho bisogno di parlarle di una cosa che le sta molto a cuore”
“Sono tutto orecchi, Signor Mooned”
Mooned si lisciò i pantaloni con le mani, poi disse guardando davanti a sé:
“Non so se Hook le abbia già detto che suo fratello e sua moglie hanno lasciato una piccola eredità a Jacob.”
“Non ne sapevo niente…”
“Come immaginavo. Vede noi crediamo che quell’eredità dovrebbe andare a lei di diritto e no…a suo nipote.”
“Se c’è un eredità, credo che Jacob ne abbia tutto il diritto di riscuoterla.”
“Noi…io penso di noi, Fraser.”
“E come mai? Mi illumini, la prego.”
“Non si è mai sentito un negro prima d’ora che abbia ricevuto un’eredità da parte di un bianco.”
“Jacob è figlio di Abe e Jane Fraser. Ne ha il pieno diritto.”
“Poco importa. L’eredità passerà a lei, il Giudice è d’accordo, non si deve preoccupare di niente.”
Mi alzai dalla panchina e guardai negli occhi Mooned. Se avesse saputo cosa sì celava dietro alla mia persona certamente non mi avrebbe guardato in quella maniera così pacifica.
“La nostra conversazione termina qui, Mooned. Buona giornata.” dissi e mi voltai e presi a camminare. Avevo il fumo che usciva dalle orecchie.
“Fraser!” mi chiamò ma io non mi voltai, continuai testardamente a camminare.
“Se rifiuta di collaborare sì metterà in grossi guai, glielo posso garantire!” gridò.
Che paura, pensai.
Dove va Febus?
- Dallo Sceriffo (100%)
- Da Hook (0%)
- Torna a casa (0%)

07/03/2021 at 13:46
Ciao, questa storia somiglia sempre meno ad un horror e sempre più ad un giallo a sfondo sociale, forse dovevi scegliere appunto il “giallo”. Sei al nono capitolo ed è un peccato perché la vera storia sembra stia appena per cominciare, ti suggerisco di pensare ad un seguito.
Il consiglio di oggi è di non avere fretta nel pubblicare, impari in fretta e puoi correggere gli errori che vedresti meglio rileggendo quello che hai scritto, magari il giorno dopo. Buon lavoro ciao ??
02/03/2021 at 13:37
Rieccomi, Paola.
Una storia interessante e… misteriosa. Dei refusi qua e là ti hanno già scritto gli altri commentatori, quindi mi limito ad aggiungere che questa possibilità che dà TheIncipit di interagire e collaborare tra autori è molto utile e va sfruttata al massimo.
Ciao, ti auguro un’ottima giornata
02/03/2021 at 17:32
(dimenticavo: ho votato per l’esplosione)
06/03/2021 at 11:25
grazie!
02/03/2021 at 11:05
ciao paola, voto minaccia, del resto se ne sente già l’odore visto l’accenno allo strano tipo al canile…
Il capitolo è ben scritto, mi piace, va via leggero, e gradevole. Alla prossima, ti seguo.?
02/03/2021 at 07:55
Ciao, voto per guai in vista… a parte qualche strano avvenimento, è ancora tutto troppo tranquillo… ??
28/02/2021 at 01:31
Ciao Paola!
Stai facendo salire la storia piano piano; le attenzioni della comunità verso il protagonista crescono giorno dopo giorno. Stai gestendo bene, complimenti! Voto per la minaccia, che del resto ha già fatto capolino in un precedente episodio.
Ti segnalo nella frase “una vicenda che mi era successa solo due giorni fa” si dovrebbe usare la parola “prima” invece di “fa”, essendo discorso indiretto.
Ciao!
27/02/2021 at 17:17
Ciao, Paola.
Che succede a Hoville? Stai costruendo un’atmosfera misteriosa che genera curiosità. Bene così.
Occhio alle sviste: “ a Hoville e una nuova era stava”
“Ai miei occhi quell’uomo mi appariva come qualcosa che meritava la mia attenzione” qualche possessivo di troppo…
“ Le giornate passano molto lentamente, qui” una frase al presente in un testo al passato.?
“Quali sono le sue reali intenzioni?” Se hai messo in bocca questa frase a più persone, ci sarà pure un perché. ?
Alla prossima!
27/02/2021 at 18:50
il presente si può usare e dopo ritornare al passato. in molti libri l’ho trovato, pure questo che sto leggendo ora: the good lord bird. lo scrittore in certi tratti (scritto in prima persona) usa il presente come ho fatto io e poi il passato
27/02/2021 at 19:51
Davvero? Dovrò documentarmi allora ?
27/02/2021 at 15:56
Minaccia.
Caio cominciano i problemi per Febus, sicuro.
Atyenzione, nella prima parte i verbi sono da rivedere e poi questa frase “La pelle bruciata dal sole( lì) dava un’aria (al quanto) interessante. Ai miei occhi quell’uomo (mi )appariva come qualcosa che meritava( la mia)attenzione. È da rivedere per bene. ?coao
27/02/2021 at 18:49
““La pelle bruciata dal sole( lì) dava un’aria (al quanto) interessante. Ai miei occhi quell’uomo (mi )appariva come qualcosa che meritava( la mia)attenzione”
Ciao, rileggendo non ci vedo nulla di strano, a mio parere va bene così. domanda le cose che hai messo tra parentesi dici che sono errate o che mancano,perchè leggendo ci sono ._. ( altra cosa la frase è presa da un libro…
27/02/2021 at 22:15
La pelle bruciata dal sole (gli) dava un’aria (alquanto) interessante. Ai miei occhi quell’uomo appariva come qualcosa che meritava attenzione. Così l’avrei scritta io.
Inoltre insisto che la parte iniziale, al di là di corretto o scorretto è di lettura ostica con giro verbali che potevano essere resi più agevoli per chi li deve interpretare.
25/02/2021 at 19:49
Recuperato. Ho votato per macché. Scusa la parità.
26/02/2021 at 10:20
ciao Danica, ti ringrazio:D
23/02/2021 at 11:10
Ciao Paola, oggi la parte doverosa anche se “antipatica” oggi se l’è accollata Keziarica e allora io ti dico solo che la storia promette sviluppi interessanti: sei sulla buona strada. Buon lavoro Ciao?
23/02/2021 at 08:10
Ciao, Paola.
Devo dire che stai dosando bene gli eventi, un’informazione qui e una là, con calma, senza esagerare, bene.
Vorrei segnalarti alcune frasi che, a parer mio, non tornano:
“Se Fraser gli fosse venuto in mente di andarsene tutti i suoi piani sarebbero saltati in aria e allora addio eredità.” Forse intendevi: “se a Fraser fosse venuto in mente di…”
“C’era qualcosa di inquietante in quei occhi di quel ragazzo,” questo è un errore di battitura, sicuro.
“si dal caso che è mio nipote. E…si verrà a vivere…” anche qui, probabilmente, si tratta di un errore di battitura. Sì dà il caso… e sì (con accento).
Ti consiglio di leggere ad alta vice oppure di far leggere il testo all’assistente vocale del tuo pc o del Mac, che è anche meglio.
Ci sono anche delle virgolette alte al contrario, ma anche lì chiedo dipenda dalla formattazione un po’ precipitosa.
Spero che vorrai prendere i miei suggerimenti per quello che sono, suggerimenti appunto. A me ne hanno dati molti qui, in questi anni, e sono serviti molto.
Voto “macché!” Perché a metà storia ci siamo già e “forse” è troppo generico ?
Alla prossima!
22/02/2021 at 16:58
Ciao Paola!
Ho recuperato la storia ora, mi ha incuriosito; evoca proprio il più profondo sud di Mississippi burning. Ho votato per il sì. Ho letto in alcuni commenti delle osservazioni, mi permetto di aggiungere che ho notato un utilizzo errato del pronome alla fine del verbo ad esempio “posarli” invece di “posargli”, più di una volta.
Storia bella ed interessante, vediamo come procede
Ciao!
21/02/2021 at 20:04
Ciao, Paola.
Stai facendo un buon lavoro con la trama, ogni tessera al suo posto, vai così.
Riguardo al link che hai inserito a inizio episodio, c’è un modo per crearne uno associandolo a una parola o a una frase, senza riportarlo tutto. ?
Ho votato la prima opzione, che poi equivale al sì, avresti dovuto proporre una terza scelta…
Alla prossima!
21/02/2021 at 18:50
buona sera Paola,
vedo che ti hanno già segnalato i vari piccoli errori, quindi mi astengo dal rimarcare. il tuo racconto mi è piaciuto a prescindere, è scorrevole nella forma e interessante nella trama. ho votato Sì e aspetto il seguito Ciao.
21/02/2021 at 15:37
Ecco: “abracadabra”. “….. ” come vedi in apertura è (“) 66 e in chiusura (”) 99. Io non ho capito la colonna sonora…? ciao
21/02/2021 at 17:09
ora ho capito, vero alcune le ho sbagliate di virgolette.
21/02/2021 at 14:08
Ciao, Jacob deve restare, devono ancora succedere delle cose in città. Questo capitolo infatti ha introdotto a pieno il personaggio e vorrei vederlo dove vive abitualmente.
Ho notato qualche imprecisione in giro, devi rileggere con più attenzione (Mi raccomando?) e poi attenta che il verso delle virgolette è codificato.( 66 in apertura e 99 in chiusura). Aspetto di capire la cosa della colonna sonora e intanto ti saluto, ciao.?
21/02/2021 at 14:58
ciao! non ho ben capito la cosa delle virgolette
21/02/2021 at 13:49
buongiorno a tutti:), questa volta ho messo anche una “colonna sonora” 😀
19/02/2021 at 10:17
Ciao, Paola.
Un capitolo necessario alla comprensione della storia, dettagli che continuano a rendere credibile la storia. Bene.
Ho notato alcuni refusi:
“Lui lì chiamava i potenti io lì chiamavo la borghesia media” hai messo un accento di troppo sulle “i”
“ era una casa semplice ma graziosa. Avevo un bel giardino e un bell’orto.” Aveva un bel giardino, riferito alla casa.
“il pesco che avevano piantato solo un anno prima”
Come fa il protagonista a sapere quando è stato piantato il pesco?
“lasciava scoperto le caviglie.” Lasciava scoperte le caviglie.
Scusa, ma credo sia utile far notare gli errori per permettere a chi scrive di correggerli e migliorare, anche se potrebbe trattarsi di errori del correttore… scrivi con lo smartphone?
?
Alla prossima!
“Prenditi cura di mio figlio”
18/02/2021 at 10:27
Ciao, Paola.
Un bell’inizio per quello che si preannuncia un bel racconto. In due capitoli sei riuscita a mostrarci il protagonista, parte del suo passato e del presente in due luoghi distinti, senza mancare di rappresentare al meglio anche gli abitanti di Hoville; e non è cosa da poco. L’offerta della cassiera all’emporio mi ha ricordato il drink offerto a Jack Torrance; chissà se, anche in questo caso, è un rimando al male che magari sonnecchia nel profondo sud.
Ti segnalo un refusino nella frase: “…e annullato tutto i miei appuntamenti” e mi fermo.
Aspetto il terzo e voto per il lavoro in banca del signor Hook.
Alla prossima!
18/02/2021 at 11:05
Ciao, grazie per aver commentato:D e per avermi detto del refuso
16/02/2021 at 22:11
Ciao, tutto molto vero, coinvolgente, evocativo dell’ America di certi film. Brava Paola.
A mio parere c’è una frase che anziché esaltare spegne la forza del concetto che si vuole esprimere: ” In poche parole i neri venivano messi sullo stesso piano degli animali.” è, sempre secondo me, una frase che non serve e se non ci fosse sarebbe meglio. Ottimo lavoro comunque, voto per il bancario. Ciaooo.
16/02/2021 at 20:42
Ciao Paola, gran bell’inizio. Essnedo una fan dell’horror sono proprio curiosa di vedere cos’ha in serbo per noi Hoville 🙂
16/02/2021 at 17:30
Febus deve partire subito! Bell’inizio…il racconto in prima persona lascia trasparire molto del carattere del personaggio e del suo vissuto. Attendo il prossimo capitolo con molta curiosità!
Ciao 🙂
15/02/2021 at 22:56
Tu che faresti? Io partirei subito. Bene, ci sono le premesse per un bel viaggio.
Vorrei che rivedessi un momento questo periodo: “Al mio ritorno da Est, nel maggio scorso, volevo che il mondo fosse un posto migliore …” Da Est quindi dall’Europa e questo si intuisce anche se forse era meglio scrivere esplicitamente Europa. E poi che il “mondo fosse…” eccetera sembra presupporre che il “mondo” sia l’America e solo quello. Forse sono mie impressioni errate, non so, vorrei sentire tu che ne dici. Aspetto il seguito perché l’avventura va ad incominciare. ciao