Il consulente

Dove eravamo rimasti?

Chi è al telefono? David e Claudio hanno avuto un incidente: Claudio è all'ospedale (100%)

Calma prima della tempesta

«Sì, chi è?» rispose Marica.
Erano passate le 18.00, fuori era buio.
Marica ascoltò in silenzio, gli occhi strabuzzati; poi esclamò: «Arrivo subito! Mio figlio sta bene?»
«Va bene, arrivo subito!»
La donna mi rivolse uno sguardo distratto mentre si dirigeva all’attaccapanni.
«David e Claudio hanno avuto un incidente, devo andare!»
Domenico, che con solerzia andava accatastando i numerosi libri di fronte a una parete e le assi e i scaffali davanti a un’altra, si fermò e la guardò con un’aria vagamente preoccupata.
«Stanno bene?» domandai io, allarmato.
«Claudio si è slogato un polso ma sembra che stiano bene tutti e due» mi rispose mentre si infilava la giacca. «Io vado, ci sentiamo dopo, tu rimani qui stanotte ok? Domé cucinagli qualcosa per favore e preparagli una stanza.»
Aprì la porta e uscì senza nemmeno aspettare un ”Va bene”.

Rimanemmo quindi io e il silenzioso Domenico.
«Immagino che allora dovrò passare un attimo a casa e prendermi un cambio» gli dissi. «Ci vediamo fra poco.»
«Va bene, io intanto sistemo qui e poi ti preparo la stanza per la notte.»

Così ripartii verso casa con la mia Opel, in un turbinio di svariate emozioni: paura di passare la notte lì dentro, preoccupazione per il figlio di Marica, l’inquietudine che Domenico mi metteva addosso e la consapevolezza che ci sarebbe stata una discussione con Silvia non appena l’avessi informata che avrei dormito nella villa di una donna ricca e notoriamente molto affascinante.

Decisi così di ”togliermi subito il cerotto” telefonando a Silvia mentre guidavo verso casa.
Come previsto non prese la notizia molto serenamente, e quando le raccontai del tè che si era trasformato in inchiostro e della libreria, esclamò: «No io non ti lascio dormire solo lì dentro! Vengo anche io!»
Glielo vietai tassativamente, Silvia doveva rimanere fuori da tutto quello.

Mi recai quindi a casa, buttai la biancheria intima e una felpa dentro uno zaino, mi preparai un caffè e dopo ripartii , tornando a Villa Quadrelli intorno alle 19.45.

Domenico mi aprì e mi fece rientrare.
La cucina e il salone erano pervasi dall’inconfondibile e delizioso profumo della trippa al sugo che bolliva a fuoco basso in una casseruola.
«Senti che odorino, sai anche cucinare?» 
«Certo che so cucinare, cucino per i Quadrelli da prima che tu nascessi.»
«Bene, mi fa piacere.»
«Vieni, ti mostro la tua stanza.»
Salimmo al secondo piano: un lungo e ampio corridoio che come il piano terra era stato ritinteggiato recentemente, e in fondo al quale c’era una massiccia porta semiaperta oltre la quale riuscivo ad intravedere un altro salotto. Seguii Domenico lungo il corridoio. Su entrambi i lati c’erano tre porte così tirate a lucido che quasi potevi specchiartici. Si sentiva un gradevole aroma di impregnante per legni pregiati.
«Ecco, tu dormirai qui» mi disse, una volta giunti davanti all’ultima porta della fila alla nostra destra. 
Poi, appena l’ebbe aperta, una voce fulminea mi attraversò il cervello da orecchio a orecchio, così sottile e penetrante da indurmi il mal di testa.
Non farlo
Rimasi interdetto.
«Hey, ragazzo, mi stai ascoltando?»
La voce di Domenico mi riportò alla realtà. Ero rimasto a bocca aperta e con la mente in standby mentre il vecchio mi spiegava che annesso alla stanza c’era anche un piccolo bagno con asciugamani e accappatoi puliti e che quindi potevo comodamente farmi una doccia prima di scendere a cena.
Non farlo 
Quella voce così tagliente, proprio come me l’aveva descritta Marica. Voce gracchiante, voce da vecchia.
Non riuscivo a capire cosa stesse cercando di dirmi.
Non farlo

«Va bene allora mi faccio una doccia veloce e scendo per la cena. Ehm, caro, per caso hai un Oki? Mi sta scoppiando la testa.»
«Certo, ora te lo vado a prendere.»
Presi quindi l’antidolorifico e mi chiusi nella stanza.
Era tutto molto ordinato e pulito. Mi sdraiai sul letto e per qualche secondo rimasi immobile a fissare il soffitto. Le lenzuola sapevano di fresco, e con mio grande stupore mi sorpresi ad associare quell’odore a Marica, alla sua pelle, al suo corpo.
Chiusi gli occhi.
Non farlo
Di nuovo quella voce, questa volta seguita da rumore di raschi contro il muro, come se nella stanza ci fosse stato un gatto che graffiava la porta.
Sgranai gli occhi e fissai di nuovo il soffitto.
Poi decisi che era ora di farsi la doccia e andare a cena.
L’acqua calda mi corroborò, ma quella voce continuava a risuonarmi nella testa ad intervalli intermittenti.
Non farlo, ti prego
Inoltre Marica non si era fatta ancora sentire e cominciavo a preoccuparmi.

Scesi in cucina e mi sedetti al tavolo, davanti a un piatto fumante di quella che ricorderò come la trippa al sugo più buona che abbia mai mangiato in vita mia.
Vi gettai sopra una generosa manciata di pecorino grattugiato e cominciai a mangiare.
«Quanti anni sono che lavori qui?» domandai a Domenico.
«Quaranta ad Aprile» rispose lui.
«Senti, ma ci sono mai stati fenomeni strani prima di questi? Che tu sappia è accaduto qualcosa di brutto qui in passato?»
«Assolutamente no, quantomeno non da quando ci sono io…»

Come procede la serata

  • Accadranno cose incredibili proprio durante la cena (100%)
    100
  • Dopo cena Francesco si reca nella sua stanza, il giorno dopo accadrà qualcosa di incredibile (0%)
    0
  • Dopo cena Francesco si reca nella sua stanza, dove assisterà a un evento incredibile (0%)
    0
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63 Commenti

  • Sono rimasta senza parole.
    Uno dei racconti più belli che abbia mai letto. Il finale è stato pazzesco. Non mi sarei mai aspettata che il vecchio Domenico fosse in realtà un Quadrelli.
    Storia pazzesca!
    Complimenti L.C. !

  • Più che un horror mi sembra un triller. Solo perché c’è un ectoplasma e solo perché all’inizio ci sono delle comari, tra cui la madre del protagonista che nonostante sono cattoliche credono nella magia delle carte, non credo sia horror. Dal fatto di come viene ucciso il balordo, credo sia triller.

  • ti devo dire che la frase “una coccinella, che cammina e avanza inesorabile.” rende questo capitolo un gioiello .Aldi là del caleidoscopico inseguirsi di fendenti al corpo e tutto il resto l’immagine della coccinella che non sta a guardarsi intorno e va avanti comunque, sempre mi ha ha colpito perché la considero una metafora del ‘onesto vivere, avanti tutta senza guardarsi intorno, come solo un’anima semplice e inattaccabile può. Magari non c’o capito niente ma grazie di averlo scritto. ciao.

    • Ben detto Fenderman, ben detto: vivere onestamente e andare avanti senza guardarsi troppo intorno, come un’anima semplice e inattaccabile può. Bellissima frase, davvero. Sarà che è il mio concetto di vivere e forse anche inconsciamente l’ho trasmesso in questo capitolo, come una sorta di riscatto a quella sofferenza e crudeltà che ho dovuto descrivere. Grazie di cuore per il commento, al prossimo capitolo!

  • Uh, scene dense di roba forte. La palata in testa tipica di certe usanze contadine ci voleva però mi confonde quando arriviamo al finale. Sembrano tutti d’accordo per fare cosa a chi non si sa. E siccome Francesco mi sembra l’unico, a ‘sto punto, elemento estraneo, voto per lui, speriamo che la sfanghi. Ottimo lavoro, ah non dimenticare di recuperare il teschio, non fartelo fregare. ciao, alla prossima, buon lavoro.

    • Ciao Fenderman e buon fine settimana. Questo capitolo è stato duro e mi sono arrovellato su parecchi passaggi che proprio non mi suonavano bene ( e nonostante questo rileggendo ho trovato qualche ripetizione e refuso) ma la trama e gli elementi sono abbastanza ben calcolati. Spero di non deludervi proprio alla fine! ?

  • Ciao L.C.!

    Ho votato Domenico, personaggio misterioso che secondo me ne sa ben di più. Mi piace l’elemento religioso, sin dai tempi dell’esorcista mi sembra un passaggio “naturale” del genere di cui scrivi. Marica che tronca le parole è un elemento che smorza la drammaticità, ma ci sta bene secondo me.
    Ciao!

  • Ciao L.C.!
    Dico che andranno in cantina, luogo fatidico. Ho recuperato il quinto episodio; gli eventi precipitano e sono ben descritti, gli ultimi capitoli sono i migliori, hai più confidenza con la storia; questa almeno è la sensazione che ho e che vivo quando scrivo. Non mi sorprende il turbamento del consulente nei confronti di Marica, forse ricambiato.
    Ciao!

    • Ciao Minollo, e grazie. Se per turbamento intendi quel genere di turbamento…beh: Marica è una gran bella donna, e Francesco ha carisma, quindi chissà, potrebbe scapparci anche qualcosa – anche se ancora non lo so, sarebbe scontato e mi dispiacerebbe per Silvia – per il resto, resta sintonizzato, nei prossimi capitoli ne accadranno di tutti i colori!

  • Ciao, L.C.
    I segni di un buon horror ci sono tutti. Voto per la possessione e vediamo che cosa tiri fuori.
    Nella frase:
    «Che ha detto? Stanno tutti bene?»
    «Ora glielo domando.»
    Scrissi un messaggio di risposta a Marica, dove le chiedevo se fosse tutto a posto, ma non ricevetti nessuna risposta.”
    la parte relativa al messaggio poteva essere risolta in pochi caratteri, tipo: “le mandai un messaggio, non rispose.”
    Non perché la tua sia sbagliata, ma usi troppi caratteri per raccontare la scena, senza mostrarla e qui i caratteri sono preziosi 😉
    Anche “vomitò per terra” bastava vomitò. Ma sono mie idee, che arrivano dai vari libri che leggo sulla scrittura, magari esagero.

    Alla prossima!

  • Ciao, L.C.
    Accadranno cose terribili durante la cena.
    Chissà che vuole comunicare davvero la voce, quel “ti prego” lascia spazio a diverse ipotesi.
    Forse hai raccontato troppi particolari poco utili allo sviluppo della storia: gli abiti preso per il cambio, il caffè, anche la trippa col pecorino… i caratteri sono pochi e, a parer mio, andrebbero sfruttati per rendere vivida la storia. Comunque sono mie fisime, non devi dargli ascolto per forza ?

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica. No no e invece hai ragione. Infatti avevo pensato di tagliare tutte quelle informazioni per dare spazio ai particolari inerenti alla storia, poi ho deciso di usare questo capitolo come una sorta di preludio a tutti gli eventi che vedremo in seguito. Infatti ho intitolato il capitolo: Calma prima della tempesta.
      Grazie come sempre, i vostri feedback mi sono molto utili per migliorarmi. Buon fine settimana. Al prossimo capitolo!

  • Ciao L.C.!
    Si entra nel vivo, piano piano stai portando al dunque la storia. Scrivi anche in maniera curata secondo me; ti segnalo solo “dei strani pacchi” in una delle tre opzioni. Sono d’accordo che la vecchia è un ingrediente spesso inquietante in questo tipo di storie, elemento debole che magari invece nasconde risorse impreviste.
    Ok a presto.
    Ciao!

  • Ciao L. C.!
    Voto per la vecchia, una figura classica delle storie da brivido: l’ho scelta pensando al Pupi Avati de “La casa dalle finestre che ridono”, non so se l’hai visto. Il protagonista mi piace, si muove a suo agio nelle vicende in cui il “dono” gli fa da guida. Bravo, vediamo dove si va.
    Ciao!

  • Voto per la vecchia che lo chiama dalla cantina, molto inquietante.
    Ciao, L. C.
    Mi piace la descrizione degli interni, chissà perché mi ha fatto tornare indietro, ai tempi delle colonie estive e ai pomeriggi passati a fissare le pareti durante pisolini imposti e non desiderati.
    Ho notato che lasci uno spazio prima e, a volte, dopo le caporali, come mai?
    Concordo con quanto scritto da Fenderman e aggiungo la frase: “alta, con lunghi capelli neri e due occhioni neri” capelli e occhi neri si potevano riassumere senza ripetizioni e “occhioni” stona, a mio parere, con il genere del racconto.
    Al di là di questo, il racconto si fa interessante e la paura comincia a fare capolino, vediamo come prosegue.

    Alla prossima!

  • Voto la simpatica vecchietta.
    Qualcosa nel testo, peraltro ben scritto, non mi suona perfetto (ridosso dei boschi limitrofi.)(rinchiuso nella villa come un recluso, ) non sono errori ma mi sanno di ridondante anche se, magari è una mia impressione. Comincia ‘a paura: bene!? ciao

  • Ciao, L.C.
    hai trovato il modo per raccontare come il protagonista ha scoperto, rifiutato e poi accettato il suo “dono” e lo hai fatto in modo scorrevole, forse un po’ troppo raccontato anziché mostrato, ma credo dipenda anche dal limite imposto dai 5000 caratteri.
    Voto per la donna affascinante, ma dolente.

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica, grazie. Purtroppo il numero dei caratteri mi condiziona sempre tanto, soprattutto nell’esposizione di particolari o informazioni inerenti alla storia. Spesso devo rileggere e ” Sacrificare” alcune frasi, scegliendo e rimuovendo quelle un po’ meno utili tra le tante. E donna affascinante ma dolente sia! A presto.

  • Ciao L.C.!
    Ho votato per la novantenne, chissà quanto amorevole…
    Mi piace il tono a tratti documentaristico con cui il protagonista aggiunge particolari agli avvenimenti che descrive. Sembra più che altro fatalista in merito al dono ricevuto. Bene, complimenti, vediamo allora la villa.
    Ciao!

  • Ecco: …l’adolescenza, “scoprii” che negli individui,… quello scoprii dovrebbe a mio parere essere: “avevo scoperto” oppure” scoprii in seguito” a seconda dei tempi in cui il fatto è inquadrato.
    Ho letto zia e mamma in maiuscolo: perché?
    “Quando provavo a svegliarmi non ci riuscivo, mi sentivo paralizzato e più di una volta credetti seriamente di stare per morire.”
    Anche questa frase potresti rivederla, ci sono modi diversi per renderla più giusta. ?

  • Ciao. benvenuto il fantasma vestito di nero, ci voleva. Nel testo qualche forma verbale non centrata in pieno ma nel complesso va tutto bene. Anche a te mi permetto di dare il consiglio che do a tutti e soprattutto a me stesso. Riscrivere. Rileggere e riscrivere per migliorare il testo: al meglio non c’è mai fine. Bravo ti seguo, ciao.
    Voto per la donna affascinante.

  • Ciao L.C.!
    Bell’inizio, la storia promette. Lo stile peraltro sembra quello di un horror semiserio; più di una volta ho sorriso immaginando di sentire la voce narratrice che parla dei propri parenti paranormali.
    Vediamo come va, ho votato per il “consulente”.
    Bravo!
    Ciao!

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