Il consulente

Dove eravamo rimasti?

Come procede la serata Accadranno cose incredibili proprio durante la cena (100%)

Aiuto

«Il signor Vittorio Quadrelli è morto qui nella villa?» domandai a Domenico.
«No, è morto al Gemelli, le ultime due settimane le ha passate lì, quando il cancro era ormai avanzato e i dottori gli avevano dato un mese di vita.»
«E sua moglie?»
Domenico sbuffò. «La moglie pure, è morta in ospedale, sono morti entrambi di cancro, a due mesi di distanza l’uno dall’altra.»
«Quanto tempo prima gli è stato diagnosticato? Ho sentito che negli ultimi anni si erano chiusi tutti e due in casa… tu sei stato a contatto con loro più di tutti, cosa puoi dirmi?»
Domenico posò la forchetta, infastidito. «Cosa vuoi che ti dica? Erano persone molto riservate, tutto qui.»
Cominciavo ad innervosirmi parecchio.
«Domé, per favore cerca di collaborare, ricordati che comunque sono stato chiamato qui da Marica, perciò cerca di avere più pazienza, va bene?»
«Non è che non abbia pazienza, è che ti sto dicendo che i signori Quadrelli erano semplicemente due persone anziane che uscivano poco, poi si sono ammalati ed entrambi hanno trascorso le ultime settimane di vita all’ospedale, cos’altro vuoi che ti dica? Non c’è altro da dire, ho lavorato per loro per una vita intera e ti ripeto che in questa casa non è successo mai nulla di strano, gli eventi paranormali sono incominciati quando è arrivata la signora Marica!»
Proprio in quell’istante mi arrivò un messaggio.
Ciao, io e Claudio torniamo domani mattina.
Marica.
«Marica mi ha scritto che lei e Claudio tornano domani mattina.»
«Che ha detto? Stanno tutti bene?»
«Ora glielo domando.»
Scrissi un messaggio di risposta a Marica, dove le chiedevo se fosse tutto a posto, ma non ricevetti nessuna risposta.
Poi, improvvisamente, i lampioni nel cortile si spensero, facendo calare sull’interno della villa una tenue penombra rischiarata solo dalle due luci accese in salotto e in cucina.
«Che succede?»
Ci avviammo entrambi alla finestra del salotto che si affacciava sul cortile, fuori era buio pesto. Sentimmo un rumore di zoccoli.
Il rumore si fece sempre più vicino, poi, dal buio in fondo al cortile emerse un gigantesco toro nero, che si fermò a guardarci mentre sbuffava dense nuvolette di vapore dalle narici. 
Io e Domenico ci guardammo terrorizzati.
«Come ha fatto ad entrare? Mandiamolo via!» tuonò Domenico.
«Fermati, non ti azzardare ad uscire lì fuori!» gli ordinai.
Domenico obbedì e rimase impietrito a fissare il toro.
Dal piano di sopra giunsero rumori di graffi contro il muro, molto più intensi di quelli che avevo sentito prima nella stanza.
Le luci in cucina e in salotto si spensero di colpo, lasciandoci nel buio più totale per qualche secondo, per poi accendersi lungo le scale e al secondo piano.
I raschi sui muri diventavano sempre più insistenti.
«Andiamo a vedere, stammi vicino» ordinai a Domenico. Il cuore mi martellava nel petto.
Salimmo al secondo piano. Con crescente terrore ci trovammo davanti a una serie di parole scritte qua e là sulle pareti: luce, messe, preghiere, aiuto…
Erano state scritte con il sangue.
«Oh mio Dio…» fu tutto ciò che riuscii a sussurrare.
Il volto di Domenico era cereo, gli occhi sbarrati dalla paura.
Sentimmo altri raschi provenienti dalla mia stanza.
La aprimmo.
Ovunque, sulle pareti, vi era scritto: aiuto.

«Chi sei? Cosa vuoi?» esclamai.
Domenico ebbe un conato, cominciò a contorcersi, poi si piegò in due e vomitò per terra.
«Hey che succede? Ti senti bene?»
L’uomo emise dei versi soffocati dal vomito. Posai lo sguardo sulla pozza ai suoi piedi, notando che in mezzo c’era qualcosa che si muoveva.
Guardai meglio.
Erano vermi, Domenico stava vomitando vermi.
«Dimmi che cosa vuoi! Io sono qui per aiutarti! Non sono un tuo nemico!»
Mi sentii strattonare i capelli dietro la nuca.
Terrorizzato feci qualche passo indietro e continuai: «Cosa vuoi? Parlami!»
All’improvviso, mentre Domenico cominciava a riprendersi, sentii il mio corpo che andava gradualmente rilassandosi: una sensazione che avevo provato solo quando anni prima ad una festa avevo mandato giù due pasticche di morfina.
Mi venne spontaneo spingere Domenico fuori dalla stanza, ma non lo feci per mia volontà, era come se stessi agendo sotto il controllo di una entità. E così era, infatti.
Appena ebbi mandato fuori Domenico, la porta si chiuse a chiave da sola e in preda a una specie di sonnambulismo mi piazzai davanti allo specchio dell’armadio.
Rimasi qualche secondo immobile a guardare la mia immagine riflessa, mentre sentivo i lenti passi di Domenico giù per le scale.
Cominciai a sentirmi male, delle fitte terribili mi lacerarono lo stomaco come una miriade di pugnalate.
Mi veniva da vomitare ma una parte di me, forse quella che ancora riuscivo a controllare, provava a trattenersi.
Ma poi non ce la feci più, e mi lasciai andare e buttai fuori tutto.
Guardai la mia faccia allo specchio mentre dei fiotti densissimi di fumo bianco mi fuoriuscivano dal naso, dalle orecchie e dalla bocca.
Era una nuvola di ectoplasma, in mezzo alla quale c’era il volto angelico e sereno di una giovane donna. 

Cosa farà l'entità?

  • Si impossesserà di Francesco (25%)
    25
  • Parlerà a Francesco (50%)
    50
  • Condurrà Francesco in cantina (25%)
    25
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

63 Commenti

  • Sono rimasta senza parole.
    Uno dei racconti più belli che abbia mai letto. Il finale è stato pazzesco. Non mi sarei mai aspettata che il vecchio Domenico fosse in realtà un Quadrelli.
    Storia pazzesca!
    Complimenti L.C. !

  • Più che un horror mi sembra un triller. Solo perché c’è un ectoplasma e solo perché all’inizio ci sono delle comari, tra cui la madre del protagonista che nonostante sono cattoliche credono nella magia delle carte, non credo sia horror. Dal fatto di come viene ucciso il balordo, credo sia triller.

  • ti devo dire che la frase “una coccinella, che cammina e avanza inesorabile.” rende questo capitolo un gioiello .Aldi là del caleidoscopico inseguirsi di fendenti al corpo e tutto il resto l’immagine della coccinella che non sta a guardarsi intorno e va avanti comunque, sempre mi ha ha colpito perché la considero una metafora del ‘onesto vivere, avanti tutta senza guardarsi intorno, come solo un’anima semplice e inattaccabile può. Magari non c’o capito niente ma grazie di averlo scritto. ciao.

    • Ben detto Fenderman, ben detto: vivere onestamente e andare avanti senza guardarsi troppo intorno, come un’anima semplice e inattaccabile può. Bellissima frase, davvero. Sarà che è il mio concetto di vivere e forse anche inconsciamente l’ho trasmesso in questo capitolo, come una sorta di riscatto a quella sofferenza e crudeltà che ho dovuto descrivere. Grazie di cuore per il commento, al prossimo capitolo!

  • Uh, scene dense di roba forte. La palata in testa tipica di certe usanze contadine ci voleva però mi confonde quando arriviamo al finale. Sembrano tutti d’accordo per fare cosa a chi non si sa. E siccome Francesco mi sembra l’unico, a ‘sto punto, elemento estraneo, voto per lui, speriamo che la sfanghi. Ottimo lavoro, ah non dimenticare di recuperare il teschio, non fartelo fregare. ciao, alla prossima, buon lavoro.

    • Ciao Fenderman e buon fine settimana. Questo capitolo è stato duro e mi sono arrovellato su parecchi passaggi che proprio non mi suonavano bene ( e nonostante questo rileggendo ho trovato qualche ripetizione e refuso) ma la trama e gli elementi sono abbastanza ben calcolati. Spero di non deludervi proprio alla fine! ?

  • Ciao L.C.!

    Ho votato Domenico, personaggio misterioso che secondo me ne sa ben di più. Mi piace l’elemento religioso, sin dai tempi dell’esorcista mi sembra un passaggio “naturale” del genere di cui scrivi. Marica che tronca le parole è un elemento che smorza la drammaticità, ma ci sta bene secondo me.
    Ciao!

  • Ciao L.C.!
    Dico che andranno in cantina, luogo fatidico. Ho recuperato il quinto episodio; gli eventi precipitano e sono ben descritti, gli ultimi capitoli sono i migliori, hai più confidenza con la storia; questa almeno è la sensazione che ho e che vivo quando scrivo. Non mi sorprende il turbamento del consulente nei confronti di Marica, forse ricambiato.
    Ciao!

    • Ciao Minollo, e grazie. Se per turbamento intendi quel genere di turbamento…beh: Marica è una gran bella donna, e Francesco ha carisma, quindi chissà, potrebbe scapparci anche qualcosa – anche se ancora non lo so, sarebbe scontato e mi dispiacerebbe per Silvia – per il resto, resta sintonizzato, nei prossimi capitoli ne accadranno di tutti i colori!

  • Ciao, L.C.
    I segni di un buon horror ci sono tutti. Voto per la possessione e vediamo che cosa tiri fuori.
    Nella frase:
    «Che ha detto? Stanno tutti bene?»
    «Ora glielo domando.»
    Scrissi un messaggio di risposta a Marica, dove le chiedevo se fosse tutto a posto, ma non ricevetti nessuna risposta.”
    la parte relativa al messaggio poteva essere risolta in pochi caratteri, tipo: “le mandai un messaggio, non rispose.”
    Non perché la tua sia sbagliata, ma usi troppi caratteri per raccontare la scena, senza mostrarla e qui i caratteri sono preziosi 😉
    Anche “vomitò per terra” bastava vomitò. Ma sono mie idee, che arrivano dai vari libri che leggo sulla scrittura, magari esagero.

    Alla prossima!

  • Ciao, L.C.
    Accadranno cose terribili durante la cena.
    Chissà che vuole comunicare davvero la voce, quel “ti prego” lascia spazio a diverse ipotesi.
    Forse hai raccontato troppi particolari poco utili allo sviluppo della storia: gli abiti preso per il cambio, il caffè, anche la trippa col pecorino… i caratteri sono pochi e, a parer mio, andrebbero sfruttati per rendere vivida la storia. Comunque sono mie fisime, non devi dargli ascolto per forza ?

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica. No no e invece hai ragione. Infatti avevo pensato di tagliare tutte quelle informazioni per dare spazio ai particolari inerenti alla storia, poi ho deciso di usare questo capitolo come una sorta di preludio a tutti gli eventi che vedremo in seguito. Infatti ho intitolato il capitolo: Calma prima della tempesta.
      Grazie come sempre, i vostri feedback mi sono molto utili per migliorarmi. Buon fine settimana. Al prossimo capitolo!

  • Ciao L.C.!
    Si entra nel vivo, piano piano stai portando al dunque la storia. Scrivi anche in maniera curata secondo me; ti segnalo solo “dei strani pacchi” in una delle tre opzioni. Sono d’accordo che la vecchia è un ingrediente spesso inquietante in questo tipo di storie, elemento debole che magari invece nasconde risorse impreviste.
    Ok a presto.
    Ciao!

  • Ciao L. C.!
    Voto per la vecchia, una figura classica delle storie da brivido: l’ho scelta pensando al Pupi Avati de “La casa dalle finestre che ridono”, non so se l’hai visto. Il protagonista mi piace, si muove a suo agio nelle vicende in cui il “dono” gli fa da guida. Bravo, vediamo dove si va.
    Ciao!

  • Voto per la vecchia che lo chiama dalla cantina, molto inquietante.
    Ciao, L. C.
    Mi piace la descrizione degli interni, chissà perché mi ha fatto tornare indietro, ai tempi delle colonie estive e ai pomeriggi passati a fissare le pareti durante pisolini imposti e non desiderati.
    Ho notato che lasci uno spazio prima e, a volte, dopo le caporali, come mai?
    Concordo con quanto scritto da Fenderman e aggiungo la frase: “alta, con lunghi capelli neri e due occhioni neri” capelli e occhi neri si potevano riassumere senza ripetizioni e “occhioni” stona, a mio parere, con il genere del racconto.
    Al di là di questo, il racconto si fa interessante e la paura comincia a fare capolino, vediamo come prosegue.

    Alla prossima!

  • Voto la simpatica vecchietta.
    Qualcosa nel testo, peraltro ben scritto, non mi suona perfetto (ridosso dei boschi limitrofi.)(rinchiuso nella villa come un recluso, ) non sono errori ma mi sanno di ridondante anche se, magari è una mia impressione. Comincia ‘a paura: bene!? ciao

  • Ciao, L.C.
    hai trovato il modo per raccontare come il protagonista ha scoperto, rifiutato e poi accettato il suo “dono” e lo hai fatto in modo scorrevole, forse un po’ troppo raccontato anziché mostrato, ma credo dipenda anche dal limite imposto dai 5000 caratteri.
    Voto per la donna affascinante, ma dolente.

    Alla prossima!

    • Ciao Keziarica, grazie. Purtroppo il numero dei caratteri mi condiziona sempre tanto, soprattutto nell’esposizione di particolari o informazioni inerenti alla storia. Spesso devo rileggere e ” Sacrificare” alcune frasi, scegliendo e rimuovendo quelle un po’ meno utili tra le tante. E donna affascinante ma dolente sia! A presto.

  • Ciao L.C.!
    Ho votato per la novantenne, chissà quanto amorevole…
    Mi piace il tono a tratti documentaristico con cui il protagonista aggiunge particolari agli avvenimenti che descrive. Sembra più che altro fatalista in merito al dono ricevuto. Bene, complimenti, vediamo allora la villa.
    Ciao!

  • Ecco: …l’adolescenza, “scoprii” che negli individui,… quello scoprii dovrebbe a mio parere essere: “avevo scoperto” oppure” scoprii in seguito” a seconda dei tempi in cui il fatto è inquadrato.
    Ho letto zia e mamma in maiuscolo: perché?
    “Quando provavo a svegliarmi non ci riuscivo, mi sentivo paralizzato e più di una volta credetti seriamente di stare per morire.”
    Anche questa frase potresti rivederla, ci sono modi diversi per renderla più giusta. ?

  • Ciao. benvenuto il fantasma vestito di nero, ci voleva. Nel testo qualche forma verbale non centrata in pieno ma nel complesso va tutto bene. Anche a te mi permetto di dare il consiglio che do a tutti e soprattutto a me stesso. Riscrivere. Rileggere e riscrivere per migliorare il testo: al meglio non c’è mai fine. Bravo ti seguo, ciao.
    Voto per la donna affascinante.

  • Ciao L.C.!
    Bell’inizio, la storia promette. Lo stile peraltro sembra quello di un horror semiserio; più di una volta ho sorriso immaginando di sentire la voce narratrice che parla dei propri parenti paranormali.
    Vediamo come va, ho votato per il “consulente”.
    Bravo!
    Ciao!

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi