Penso, dunque “divaneggio”

Dove eravamo rimasti?

Chiudiamo questa “avventura” come abbiamo iniziato, scrivendo di cose serie con leggerezza: - Liberi di volare (42%)

LIBERI DI VOLARE

“Questa spiaggia è molto pericolosa!” disse il gabbiano.
“Sei sicuro? Io non vedo nessuno, a parte noi due.” replicò la tartaruga, abbracciando con lo sguardo tutto l’arenile con un largo movimento della testa.
“Fidati! So quello che dico.” E poi, “E tu, che ci fai qui? Sei venuta a deporre le uova?”
“No, Dio me ne guardi. Sono ancora troppo giovane. Voglio prima viaggiare e godermi la vita.”
“Comunque ti conviene andartene al più presto. Perché, ripeto: questo non è un posto per tartarughe.”
“Wow! Davvero?” esclamò lei, sorpresa.
E con aria seccata per la predica, aggiunse: “A quanto pare non lo è neanche per gabbiani, visto che ti stai lamentando…”
“Mi spiego” insisté il gabbiano. “Devi sapere che io vengo qui tutti i giorni la mattina presto a fare colazione, approffitando del fatto che la spiaggia è ancora deserta. Ebbene, la settimana scorsa ci sono cascato di nuovo.”
“Cascato in che cosa?”
“Ho fatto uno spuntino veloce e mi sono sentito male.”
“Wow! Cos’è successo?” chiese lei, senza capire.
“In questa spiaggia vengono spesso a bivaccare e c’è la terribile usanza del tappo sospeso… un tappo insidioso e magico.”
“Magico? In che senso?” volle sapere la tartaruga, incuriosita.
“Ho la prova sicura, i tappi hanno proprio poteri magici perché ogni volta che vengono rimossi da qualcuno o mangiati da qualche mio amico bisognoso, ricompaiono di nuovo.” “Inoltre, è come se ci fosse scritto su ognuno di loro mangiami, per noi è irresistibile… sai come vanno queste cose…”
“Come vanno? Io non lo so, non sono di qua.”
“Vedi, tu arrivi qui stanco, dopo aver sorvolato a lungo i dintorni in cerca di cibo… senti un languorino fastidioso… e pensi: che sarà mai se ne mangio solo due o tre, non mi può succedere niente, lo fanno tutti… oltretutto è gratis…”
“E’ roba velenosa? Se sai che ti fanno male perché li mangi?” domandò ancora la tartaruga che faticava a seguire il ragionamento del gabbiano.
Eludendo le domande lui continuò: “… per tre giorni sono rimasto accasciato sulla sabbia, con lo stomaco appesantito e dolente. Al posto del mio verso stridulo, di cui vado fiero, mi uscivano dei ridicoli Coff! Coff! Coff!”
“Wow! Poverino.” lo compatì, in tono sincero, la tartaruga.
Al terzo “Wow” il gabbiano sbottò, indispettito: “Che strano accento hai! Chi sei? Da dove vieni?”
“Okay, okay, calma, calma! Sono americana.” precisò la tartaruga muovendo la testa per mettere in mostra le sue belle striature rosse. “Mi ci ha portato la corrente. Ero finita nel fiume.”
“Come finita?”
“Vivevo in città presso una bella famiglia con tre bambini adorabili, ero coccolata e ben nutrita ma un giorno qualcuno mi ha detto con aria disgustata “Sei troppo grande…” e non mi hanno voluto più. Da allora la mia vita è cambiata.”
“E adesso che farai?”
“Vorrei tornare al mio paese, solo che io soffro il mal di mare, sono abituata all’acqua dolce… Magari potessi volare sopra l’oceano e andare laggiù…”
“Levatelo dalla testa! Non hai le ali.” obiettò il gabbiano.
“E che problema c’è? Me le posso procurare.” ribatté la tartaruga.
Il gabbiano trasalì.
Detto fatto, la tartaruga si allontanò decisa. Percorse tutta la spiaggia in lungo e in largo a raccogliere tutte le penne lasciate in giro.
Poi le ammucchiò sulla sabbia e pensando ad alta voce disse: “Adesso come faccio ad attaccarle tra loro per fare due ali?”
In quell’istante, si sentì chiamare da un grosso gamberone che, nascosto vicino a una roccia, aveva visto tutta la scena: “Avvicinati, ho nel mio nascondiglio una bella scorta di colla di pesce e te ne posso dare un po’.”
Tre ore dopo, sotto lo sguardo incredulo del gabbiano, due splendide ali furono fissate sulle spalle della tartaruga. Il gamberone faceva dei balzi avanti e tanti indietro per la contentezza.
“Siete due matti! Brutto affare.” gridò il gabbiano.
Ancor prima che potesse dissuaderla, lei si librò nell’aria.
Il gabbiano la seguì, affiancandola. “Stai attenta a non volare troppo in alto, perché il calore del sole può sciogliere la colla e farti cadere giù, non volare troppo basso perché l’umidità del mare potrebbe appesantire le ali…”
La tartaruga non gli dava retta, saliva sempre più su, assaporando l’ebbrezza del volo. Ormai era diventata solo un puntino nero nell’azzurro del cielo.
“Fermati, torna indietro!” urlò disperato il gabiano. Non fece in tempo a finire la frase che la vidi perdere le ali e precipitare in acqua a grande velocità. Un tonfo sordo e scomparve dalla vista per sempre.
Qualche tempo dopo, si venne a sapere che un pescatore, tirando su la rete, vi trovò la tartaruga impigliata. Era gonfia e respirava a fatica. Una volta in terraferma, la portò dal dottore. Fu operata d’urgenza perché aveva inghiottito una medusa non urticante, ma molto speciale.
Sul referto medico c’era scritto: indigestione da polietilene.
Fortunatamente si salvò. Non tornò mai più in patria e oggi nuota tranquilla, insieme ad alcune connazionali, in un laghetto dedicato.

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211 Commenti

  • STUPENDO, sono delle storie fantastiche da leggere al volo per risollevarsi il morale
    Sembriamo proprio noi in tutte, rivalità tra fratelli e poi amore, la pancietta e quindi ce ne andiamo però dopo i nostri amici sentono la nostra mancanza… BELLISSIMI

  • Deliziosa storiella velata di malinconia e per fortuna a lieto fine. È comunque la riprova che quando una tartaruga si mette una cosa in testa… Belle storie le tue, tutte, magari da rileggere ai bambini quando capita. Grazie anche a nome loro.??

  • Altri esperimenti su questa linea non hanno riscosso molto successo, ma sono contento che non sia stato il tuo caso. Anche se sono arrivato a metà strada son contento di aver fatto almeno una parte del viaggio, che tra l’altro si è concluso con una storia molto dolce che non può che lasciare un buon ricordo. Brava!

  • Louise,
    mi sono davvero divertita a leggere tutti e 10 i capitoli. Uno più bello e fantasioso dell’altro.
    Hai avuto un’ottima idea a creare delle storie autoconclusive, mi complimento con te.
    Hai una bella penna, la tua è una scrittura “con le ali” perché mi fai volteggiare delicatamente nell’aria. Mi piacerebbe rileggerti in un altro e simile esperimento e poter contribuire con le scelte.
    Leggendoti, mi sono davvero rilassata. Mi sono piaciuti tutti i racconti ma quelli che mi sono rimasti maggiormente impressi sono stati quelli come protagonisti la porta e la finestra, lo specchio e il quadro.
    Molto, molto bene.
    A presto,
    Ilaria

  • Ciao, Louise.
    Devo ammetterlo, quando hai cominciato questa avventura ero un po’ scettica, l’idea di leggere racconti autoconclusivi, su una piattaforma di racconti a bivi, mi pareva un po’ fuori tema e invece mi sono ricreduta: i racconti sono talmente carini e ben scritti che la mia perplessità iniziale ha lasciato il posto alla piacevolezza di leggerti.
    Benissimo, esperimento riuscito. Aspetto nuove idee.

    Alla prossima!

  • Ciao Louise!
    Hai chiuso la parabola con l’ennesima storia arguta per sorridere e immedesimarsi qua e là, da una parte e dall’altra. Concordo con quanto scritto da Red, è stata una lettura costantemente piacevole di una penna che sa scrivere molto bene.
    Dunque alla prossima fatica! Ciao buona domenica!

      • Ciao Louise!
        Può essere una buona idea, nelle “divanazioni” hai dimostrato arguzia, tutte e dieci erano anche divertenti, pur non essendo l’obiettivo principale quello di far ridere. Se ti viene una bella idea prova a dargli qualche sviluppo; se ti accorgi che c’è materiale, perché no? Io se scrivo e non rido, dopo un po’ mi annoio (vabbè, io sono un caso a parte però).
        Grazie a te, io ho letto e apprezzato senza sforzi particolari!
        Ciao!

  • 😀
    Molto carina questa storia.ù

    Ora posso farti il commento generale 😀
    Commento breve: esperimento riuscito.
    Commento lungo: ho trovato tutte le storie affascinanti; qualcuna più bella di altre ma tutte assolutamente godibili. Ora puoi alzarti, sgranchirti le gambe e, quando pronto, tornare sul divano per generare altre storie 😀

    Ciao 🙂

    • Buongiorno Isabella
      Bella domanda a cui non so rispondere. Vado a ruota libera, seguendo l’ispirazione del momento.
      In tutte le fiabe classiche c’è sempre qualche elemento che ci colpisce più degli altri ed è quasi fisiologico che la memoria lo vada a ripescare…
      Grazie delle lettura e del commento.
      Al finale.

  • Ciao, Louise.
    Senza volere ti ho mandato in parità le opzioni, perdonami.
    Carino il mix Esopo-Collodiano, come sempre riesci a mettere insieme insegnamenti e leggerezza. Hai avuto una bella idea e i tuoi racconti sono un piacevole stacco dalla realtà pesante di questi tempi. Bello anche il rimando a “Gli uccelli” di Hitchcock.
    Ho votato “il futuro è ora” un po’ mindfulness e un po’ Baglioni.

    Buona Pasqua e alla prossima!

  • Rieccomi, fenderman. Ho votato “Se dall’errore può nascere un fiore”… sono convinto che pressoché tutto nasca dall’errore, anche se è un po’ difficile spiegare cosa intendo… tanto difficile che non lo capisco del tutto neppure io ?
    Bello questo pot pourri di fiabe, il muso che si allunga per le frottole mi ha divertito. Gatto, volpe e l’altro, quello lì, come si chiamava?, smontati e ricostruiti mixando li, quasi fossero mattoncini di una scatola Lego ?

    Ciao, auguro a te e ai tuoi cari una Pasqua felice e serena ?

  • Volare naturalmente, chi non lo vorrebbe. Mentre leggevo mi è venuta in mente la centesima idea che la tua iniziativa letteraria mi ha suggerito: proporre ai bambini delle elementari di reinventare le tradizionali fiabe sconvolgendo la trama e i ruoli, quello che stai facendo tu insomma. Il risultato sarebbe, credo stimolante per loro ed esilarante per chi avrebbe la fortuna di leggere. Brava: te lo dico veramente. Buona Pasqua.

  • Rieccomi, Louise. Ho votato “Buon DNA non mente”… e ho portato in pareggio due opzioni… scusa 🙁
    Meravigliosa “La bottega delle cose scontate” e molto saggia l’alleanza finale tra l’erudito e qualcuno che vede anche le cose ovvie 😀
    Questo ultimo capitolo è molto carino, scritto bene e divertente, ma non ho capito il finale. O meglio, non ho capito se c’è una morale nel finale 🙁
    Poi, proprio ora, ho letto l’illuminante commento di fenderman e mi sono sentito un po’ ottuso 😀

    Ciao, ti auguro un’ottima giornata

  • Ciao, io in questa storia chissà perché ci vedo la celeberrima Monnalisa coi baffi di Dalì. Dissacrante, e anche tanto, hai rivoltato une delle fiabe più celebrate e hai dipinto un bel quadretto. E brava Louise, riesci sempre a sorprendermi! per la prossima volta gradirei un buon DNA grazie

  • Criptico per certi versi direi anche se devo ammettere che non sono mai stata brava con i significati delle fiabe. Però ho apprezzato molto sia lo “scambio” di genere rispetto a cenerentola (dato che il racconto ricalca quello) sia in fatto che finisce bene ma non troppo. Cioè alla fine non ottiene tutto il ragno e penso sia bello così.

    E comunque si leggono come fossero noccioline a un aperitivo questi episodi.:)

  • Ciao, Louise.
    Sono subito andata a guardarmi il ragno pavone e l’ho trovato bellissimo!
    Molto carino anche questo episodio, molto più vicino alla realtà di quanto si pensi, almeno secondo me. 🙂 Alla fine dei conti, è pieno di “ragni pavone” che circolano a briglia sciolta per le strade della città, soprattutto il sabato sera. Pandemia permettendo, ovviamente.
    Questa perlomeno è la mia interpretazione.

    Scelgo l’arte per il nono e ti auguro una buona domenica.

    Alla prossima!

  • “A ciascuno la sua arte”, sono curiosa di cosa intendi per “arte”. Riguardo all’episodio: mi è piaciuta soprattutto la scelta del protagonista, ragno pavone. Finale un po’ brusco e poco magico secondo me, ma in linea con lo stile finora adottato. Mi è piaciuto più del precedente proprio per questa maggiore coerenza con tutti i racconti. Ciao.

  • Ciao, Louise.
    Una come me non può che votare magia.
    Davvero, trovo molto intelligenti i tuoi racconti. Questo, come dice Tinarica, un po’ diverso dagli altri anche per un eventuale target (più maturi), ma sempre all’altezza delle aspettative.
    Forse un po’ frettoloso il finale, ma è una mia idea e so che i caratteri non lasciano troppa libertà.

    Alla prossima!

    • Buongiorno Kesiarica
      Sono sempre contenta di trovare il tuo commento arguto (sennò mi viene una specie di crisi di astinenza ahah!).
      Mi piace chiudere i raccontini con poche righe “secche”; al contrario di molti autori, non ritengo i 5000 caratteri un fattore limitante. Spesso “less is more”, nella scrittura, nella pittura, nel cinema ecc…
      ciao e buona giornata

  • Non so bene dove sono capitato ma mi piace! Non ho recuperato i capitoli precedenti per il momento, ma il settimo mi ha ricordato un po’ alcuni racconti di Stefano Benni, uno dei miei scrittori preferiti, che racconta sempre la nostra realtà con una fantasia tale da farla sembrare del tutto frutto della sua immaginazione. In questo caso la storia di barone e influencer è tanto assurda quanto, a suo modo, attuale. Molto bello!

    Per il prossimo però non posso che votare per la magia 😀

  • Stupore, mi piace la parola.
    Ciao Louise, anche di questo racconto ho apprezzato l’ironia diffusa e in particolare nella scelta dei nomi dei personaggi. Devo però dire che lo trovo più scollegato come linguaggio e tematica scelta rispetto ai precedenti: lo trovo più adatto a un lettore adulto, mentre gli altri li vedevo bene nella stessa raccolta sia per grandi che per bambini. Impressione mia, probabilmente, e giusto per dare un filo comune ai 10 racconti autoconclusivi. Al prossimo.

    • Buongiorno Tinarica
      Sono d’accordo con te, questo racconto (insieme al terzo già pubblicato, dico), sono un po’ diversi dagli altri quattro. A volte, gli argomenti che mi vengono in mente non riesco ad esprimerli con un linguaggio “friendly” accessibile ai bambini.
      Comunque sono contenta che tu abbia apprezzato la storiella 😀
      grazie e alla prossima

  • Ciao Louise!
    Per me il piu divertente. Ci vedo la superficialità di chi conosce per sentito dire, l’indifferenza del potere, che calcola i propri comportamenti per mantenere la posizione, la fluidità di certi rapporti tra “soci”. I nomi sono spettacolari, così come giochi tipo le cose “scontate”.
    Bene bene… Per la prossima ti dico: stupiscimi!
    Ciao!

  • Un colpo al cerchio, una alla botte e …la nave va. Un modo il tuo per raccontare con tratti da fumetto il daffare dei mille attivissimo cialtroni che popolano la terra. Tutto molto gradevole adesso passiamo alla magia. Buon lavoro.

  • Rieccomi, Louise.
    Ho votato per “due amici al bar”, immaginandomi che non saranno due semplici avventori 😀
    Gli ultimi due capitoli li vedo agli antipodi tra loro: nel quinto, due “nemiche” si alleano per dare una lezione al nemico comune (e si suppone che capiscano finalmente che il ruolo di entrambe è insostituibile). Nel sesto, cominciato come una storia d’amore, alla fine lo struzzo spezza il cuore alla giraffa. Un po’ il vecchio detto “mogli e buoi”, ma ti confesso che ci sono rimasto un po’ male, anche se la mia pur scarsa conoscenza della biologia mi fa dubitare che i girafruzzi avrebbero mai visto la luce 😀
    Ciao, ti auguro un weekend assolato e caldo come le savane d’Africa. Oddio, anche un po’ meno 😀

  • Ho letto tutto d’un fiato e onestamente provo un certo disappunto di fronte alla prospettiva che manchino solo quattro puntate. Sarà che io sono un disastro con le cose brevi, e quindi nel mio commento c’è un sacco di invidia e venerazione oltreché di entusiasmo, ma WOW. Adoro l’idea, la tua versatilità a rendere punti di vista tanto diversi sia fra di loro (che uno potrebbe dire, “vabbè, grazie, per forza”) che diversi da qualsiasi cosa uno abbia letto in precedenza… Bello, bello, bello!

    • Ciao ladyedith e ben arrivata
      Grazie delle belle parole e del tuo entusiasmo.
      Sono contenta che ti sei divertita. Se vuoi che ti arrivi la notifica del prossimo episodio puoi cliccare “segui la storia”’, se, invece, ti va di leggere qualcosa meno breve, vai su fiabe/ racconti completi e sbircia “Il percorso del Re” che ho scritto tempo fa.
      A presto, anzi prestissimo. ?

  • Ciao, Louise.
    La cosa bella delle tue storie è che, fin dalle prime battute, riescono a tirarmi dentro e a farmi vedere quel che racconti. I protagonisti animati, o inanimati che siano, sono sempre all’altezza e ogni volta raccontano una verità strappando anche un sorriso.
    Intelligente e interessante anche questa volta, cos’altro dirti? Brava!
    Voto per i due al bar ?

    Alla prossima!

  • Ciao Louise!
    Meno male che qualcuno con la testa sulle spalle c’è! Lo struzzo non fa per lei, e lui fa tenerezza quando dice “io sono così”. A ciascuno il suo par dire questa storia, arguta come le altre. Molto brava ad umanizzare anche in questo episodio i protagonisti: insomma, dopo Rodari tiriamo in ballo anche Esopo!
    Lui non è meglio di me.
    Ciao!

  • Lo struzzo non sa che si è perso, io ho avuto una fidanzata giraffa una volta a Timbuctu ed era una compagna eccezionale, soprattutto quando c’era da prendere le cose dagli scaffali.
    Se lo incontro cerco di convincerlo a tornare, povera giraffa. ciaooo (due amici al bar)

  • “Una giovane giraffa s’innamorò perdutamente di uno struzzo.” Hai fatto subito centro ? ?. Mi hai divertito molto, sia per gli animali scelti (due colli lunghi tra l’altro) che per l’ironia e originalità di molti passaggi e caratteristiche animali, non te li sto a elencare ma tutti insomma mi sono piaciuti. Mi è dispiaciuto per la giraffa alla fine, ma ci sta che scappi via lo struzzo. Ci ho visto anche il classico comportamento del maschio che fugge le responsabilità quando il rapporto si fa più serio. “Lui non è meglio di me” mi incuriosisce di più. Ciao.

  • Ciao Louise, bella l’idea delle divanazioni.
    E devo dire che è sempre un piacere leggerti. Sei davvero bravissima.
    Ho notato che il tuo Oscar assomiglia al mio ciccio…
    Carino anche l’episodio della stilo e la sua ansia di prestazione. 🙂
    Complimenti per la tua ottima idea.
    Ti seguo e voto per la spiaggia
    A presto

      • Ciao, i tuoi raccontini sono ben costruiti e molto divertenti, dovresti pubblicarli.
        Sarà un piacere leggere i successivi.
        Sono passato dopo mesi di assenza. L’ estate scorsa avevo lanciato un incipit, poi però mi sono accorto che la mia idea era troppo estesa per i 10 capitoli, ed ho preferito continuare da casa… Anzi, ne approfitto per scusarmi con i miei amici di The Inc, che avevano iniziato a seguire il racconto.
        A presto
        Alex

  • Ciao Louise!
    Continua, e bene, la tua rassegna di casi umani. Il signor Felice è rimasto vittima delle due contendenti, non avendo avuto la necessaria sensibilità per capire l’importanza del contendere? sia come sia il tuo stile semplice invita sempre al sorriso ed a specchiarsi nelle vicende.
    Brava!
    Ciao!

    • Ciao Minollo
      Ho uno stile semplice? Dici che è contagioso? Mi devo preoccupare?
      A parte gli scherzi, questi raccontini sono per me degli scacciapensieri e spero divertano i lettori.
      Nascono in un clima generale di irriducibile scetticismo in cui prevalgono i pessimisti, vale a dire (cito) gli ottimisti con esperienza.
      grazie ancora e buona giornata

  • ciao Louise,
    molto carino anche questo racconto. Davvero non so neanche io dire chi sia più importante, se una porta o una finestra. il quesito merita ampia riflessione. Comunque il dilemma è posto con piacevole scorrevolezza. Brava! Evviva la fantasia! Vediamo cosa succede in collina.

  • Ciao Louise,
    sono tornata a leggere ora le altre storie che hai pubblicato. Davvero mi fanno riflettere, oltre che divertirmi. I due fratelli che, sembrano due, sono per me due facce di un’unica persona alla ricerca di un equilibrio tra i diversi aspetti di una personalità complicata. Quella O, poi, a chi non rassomiglia?
    Storie, le tue, originali, lievi e profonde allo stesso tempo e per non farsi mancare niente scritte magistralmente.

  • Ciao Louise!
    Mi accodo ai complimenti per le storie e per lo stile. Sai scrivere, e bene. Qui la storia mi ha ricordato Gianni Rodari, che tanto si leggeva alle elementari, salvo poi scoprire nei suoi scritti messaggi destinati a tutti. Come in fondo nella storia della “O” scontenta di sé.
    Brava! Scelgo il litigio.
    Ciao!

  • Eccomi. Seguo per curiosità verso un genere lontano dalle mie preferenze e dal mio modo di scrivere, nel quale mi sembri molto a tuo agio. Scrivi bene, le storie sono piacevoli da leggere e c’è sempre da imparare da gli altri. Aspetto il prossimo, magari più avanti potresti provare la sfida di scrivere un’unica fiaba in dieci capitoli e avere un po’ meno il controllo di tutto.

  • Rieccomi, Louise. Ho votato “rivalità”.
    La stilo altezzosa, i fratelli coltelli, la O dismorfofobica ?. Piccole storie strapiene di fantasia, ognuna a dimostrarci che, nonostante le difficoltà, per ognuno c’è un posto nel mondo. Eppure, l’ultimo capitolo mi ha messo un dubbio: ma non sarà che l’8 è una O tutta intorcinata in posizione yoga? ?
    Ciao, ti auguro un fantastico weekend!

  • Ciao, Louise.
    In pochi caratteri un messaggio molto importante sull’accettazione di sé. Come ho scritto a Erri, molte volte, potresti pensare di pubblicare questi micro racconti, magari con delle belle illustrazioni e farne libri per l’infanzia. Le tue storie sono portatrici di allegria e insegnamenti, cosa non semplice 🙂
    Brava!

    Voto per il litigio e aspetto con curiosità.

    Alla prossima!

  • Ciao Louise!
    Questo lo vedrei come l’incipit di un racconto, ovviamente con tempi più dilatati; la storia della loro vita potrebbe essere lo spunto per un racconto… impressione mia of course ?.
    il linguaggio garbato è in effetti da fiaba, ma ci trovo arguzie che portano al sorriso, come “Come tutte le vere esperte di sentimenti e complicanze altrui, non sapevano quello che dicevano o dicevano male quello che sapevano”, che ritrovo spesso, (anche in me!).
    Brava, voto per la dieta, che mi sembra si prestimeglio.
    Ciao!

  • Ciao, Louise.
    Bentornata.
    Quindi, hai deciso di scrivere tanti racconti autoconclusivi, non è male poter leggere una storia senza preoccuparsi di ricordare cosa è successo prima o come si chiama chi; tuttavia, questo toglie al lettore la possibilità di interagire con il racconto. Nonostante ciò, ho trovato carino il primo racconto e ho votato per leggere di un oggetto di fantasia nel prossimo.

    Alla prossima!

  • Buogiorno Louise,
    lo specchio come protagonista di una storia è una scelta originale. Non conoscevo il quadro di Magritte e sono andata a cercarlo, inquietante e rassicurante allo stesso tempo. Brava, il tuo racconto mi ha incuriosito, Mi piace anche il tuo stile di scrittura leggero e divertente. Ti seguo … alla prossima

  • Davvero ben scritto anche per me. Ben vengano le fiabe col loro messaggio implicito anche se non più di moda. Bella l’idea che ci si deve abituare all’idea che un giorno si possa essere messi da parte, pensionati, sostituiti: bella lezione! voto oggetto reale ma non troppo tanto per rimanere in tema specchio… brava alla prossima.

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