Siamo di Rodi

Dove eravamo rimasti?

come si svilupperá il suo primo giorno in affari ? tutto come desiderato tranne.... (50%)

Il porto dei ricchi

Mi guardo un attimo allo specchio del bagno; mi sento bene in forma, qualche anno fa’ la giacca bianca del mio ragazzo avrebbe fatto una gran bella figura su di me, ma anche adesso non c’é male via.

Mia moglie si preoccupa un pó da quando le ho raccontato della mia idea di cominciare dal porto dei ricchi. La capisco, con tutte quelle turiste, ed io beh..io ai miei tempi son stato un gran casanova. Santa donna, ancora gelosa dopo tutti questi anni insieme.

Certo che se una di quelle biondone che girano laggiú mi facesse l’occhietto non so se le saprei resistere, perché poi insomma devo ammettere che non son proprio da buttar via, andiamo.

Beh adesso basta, il fornaio apre fra mezz’ora ed io devo essere lí in tempo per poter controllare la merce con calma, deve essere la migliore !

Sono le nove del mattino, eccomi per la prima volta sulla banchina, il mio carretto funziona a meraviglia, la merce é buona e io mi sento 30 anni piú giovane, finalmente libero io, padrone di me stesso io.. NATAAA…NATAAA…

Ecco la mia prima cliente, esce da una di quelle barche di cui parlavo, gli IAKTEN, chissá da dove arrivano con queste barche cosí belle? e dove se ne andranno dopo ? È bionda la mia prima cliente, come piacciono a me, é magra la si puo sollevare da terra con un braccio, ed é alta, piú di me, é quasi nuda, si sa é ancora mattina presto per loro, chissá con chi avrá passato la notte ? Mi guarda dritto negli occhi: NAT…NA..N..

Non sono riuscito a finire il mio grido di batt…Per Dio quanto é bella, le guardo le labbra mentre mi parla e..ma Dio cosa sta dicendo e…

” Quanto costano le frittelle per favore ?”

Posso intravvedere il seno piú bello che abbia mai saputo sognare. Darei qualunque cosa per un momento solo con lei. Le sue mani, se mi toccassero solo un momento.. Dio mi é venuta voglia, l’hai vista scendere la passerella? Hai visto come camminava? No no, quello non é camminare quello é muoversi come ci si muove quando si fa…Oh Dio.. con lei in un letto di quelli grandi, quelli dei film americani sai, e quelle gambe cosí lunghe, cosí abbronzate, e senza un pelo e con quelle labbra..

” Ma allora vecchio, quanto vuoi per le tue frittelle? Oh vecchio, mi capisci ? “

Vecchio io ?!?

” Costano tren…” Vecchio io ? Ma io non sono un vecchio! io son..

” Costano ? Non costano per Dio! non sono in vendita per la Madonna, non vendo mica frittelle io !!!”

Me ne sono andato via quasi di corsa, con la voglia di lei che ancora mi stava addosso, e lei, cosí bella, giovane, bionda, magra, abbronzata, con quelle labbra meravigliose che ho visto schiudersi come un fiore proibito.. ” Vecchio imbecille ” Ha detto.

Via via di corsa via via via…Non ho fatto attenzione, proprio io che che di solito sono attentissimo, e mentre attraversavo il viale del lungo mare, un’automobile ha investito in pieno il mio carretto distruggendolo insieme alle frittelle prese a credito dal mio amico fornaio, l’unico ad aver avuto fiducia in me.

Son rimasto lí a guardare l’automobilista che mi gridava non so cosa addosso, senza poter muovere un dito, senza capire il perché. 

Mi sono girato verso la biondona della barca e l’ho vista ridere senza ritegno, bel sorriso ho pensato, una volta, solo qualche anno fá non avrebbe saputo resistermi, solo qualche anno fá.

Piano piano son tornato verso casa, con niente di quanto avevo solo poche ore prima, mi sono messo a letto senza spiegare niente a mia moglie, che come al solito piangeva. Ho chiuso gli occhi per sognare di lei e lei soltanto, e nel sogno darle l’amore che solo un vero uomo conosce e sa dare, per imprimere il suo bel viso nel mio mondo per sempre, per vivere, sia pure a modo mio il momento.

“Lo avevo detto io! Lo avevo detto che non dovevi andare al porto dei ricchi, me lo sentivo io !! Santa Maria Madonna santa !! E adesso come faremo adesso come far…

Mi sono addormentato perché era l’unico modo per continuare a farle l’amore.

Fine della storia

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16 Commenti

  • Ciao
    Questo capitolo sembra uscito da un quadro del surrealista Magritte.
    Scale che finiscono nel nulla, elementi che ci sono e poi scompaiono, apparentemente sconnessi tra loro… forse un sogno ma anche no…
    il protagonista mi ha fatto venire in mente il quadro. “La riproduzione vietata”…
    Mondo parallelo

  • Ciao Francesco
    Alcune frasi di questo episodio confermano, mia opinione personalissima, il senso di estraneità del narratore/protagonista, lungo i sei capitoli. Ad esempio:
    “Eccoci alberi che vogliono a tutti i costi crescere nel giardino sbagliato”
    “Le strade che giornalmente si percorrono, sono cambiate, la pioggia stessa ha suoni diversi, non é piú uscire ogni tanto per stuzzicare il mondo, é scappare dal mondo e riposare in paradisi concessi.”
    Se permetti, ai tuoi scritti manca organicità. Per usare una metafora culinaria: dovresti mantecare la pasta, prima di servirla ai lettori. Vale a dire, gli ingredienti sono buoni ma, alla fine, non li leghi in modo uniforme, in modo da dare consistenza a quello che scrivi.
    …qualcosa di nuovo ma importante.

  • …Certo come no, però non aspettarti che qualcuno legga. Provocazione va bene ma non è sufficiente buttare dei mattoni a caso in una buca per costruire una casa. Chiediti perché e per chi scrivi. Hai potenzialità inespresse o forse spinte troppo avanti… chissà? Auguri

  • Ciao Francesco
    mi chiedo perché il tuo racconto, che è interessante, non venga letto.
    Se credi, prova a leggere e commentare anche i racconti degli altri, se non altro ti faresti conoscere. Qui funziona così.
    Bella l’immagine: “sulla cresta di un’onda che per far loro piacere si allungava e allargava un po’ in modo da favorire l’atterraggio.”
    Questo treno è davvero molto speciale, l’idea dei diversi vagoni mi è piaciuta.
    Marvin e Victor sono due persone diverse.

  • Ciao, Beh, simpatico il tipo, vediamo che FINE farà.
    Il racconto è piacevole, la storia scorre via bene; c’è solo una cosa che devi controllare con attenzione: l’uso degli accenti e dell’apostrofo: sembra che ce ne siano di giusti solo una sparuta minoranza… A dopo la “fine” ciao.

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