Siamo di Rodi

Dove eravamo rimasti?

cosa sará di lui? si risveglia, é solo un sogno (50%)

Un nuovo mondo

Dicono sei morto, ma io vivo!

Se mi chiedi chi sono te lo dico: sono io!

Forse non so piú quel che faccio, non ricordo il perché, ma son pur sempre io.

Ecco vedi, gli occhi che ho, i miei occhi, prima guardavano, adesso osservano l’invisibile, vivono!

E l’udito, lui sente il silenzio, ma é a me che lo comunica!

Tocco con mano l’inesistente, si, ma con le mie mani.

Qualcuno ha semplicemente tolto lo scenario: cammino su una terrazza che non ha bisogno di una casa per esistere, e io, di porte per uscirne, non ci sono scale per scendere, non si puó salire.

I miei ricordi si dibattono con sempre piú piccole grida.

Potró mai essere puntuale all’appuntamento con Laura?

Sono in un nuovo mondo?

Benvenuto nuovo mondo!

Le foglie mi parlano, e i sassi mi accompagnano a passeggio, raccontandomi di quando erano montagne.

I miei ricordi svaniscono, smettono le loro piccole grida:

ecco il futuro, ecco i sogni!

Prendono il loro posto e cantano invece di gridare.

Ho tutto ciò intorno a me, non sono solo, e si sa, la morte ha un sinonimo: solitudine.

sará davvero cosí quel giorno?

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16 Commenti

  • Ciao
    Questo capitolo sembra uscito da un quadro del surrealista Magritte.
    Scale che finiscono nel nulla, elementi che ci sono e poi scompaiono, apparentemente sconnessi tra loro… forse un sogno ma anche no…
    il protagonista mi ha fatto venire in mente il quadro. “La riproduzione vietata”…
    Mondo parallelo

  • Ciao Francesco
    Alcune frasi di questo episodio confermano, mia opinione personalissima, il senso di estraneità del narratore/protagonista, lungo i sei capitoli. Ad esempio:
    “Eccoci alberi che vogliono a tutti i costi crescere nel giardino sbagliato”
    “Le strade che giornalmente si percorrono, sono cambiate, la pioggia stessa ha suoni diversi, non é piú uscire ogni tanto per stuzzicare il mondo, é scappare dal mondo e riposare in paradisi concessi.”
    Se permetti, ai tuoi scritti manca organicità. Per usare una metafora culinaria: dovresti mantecare la pasta, prima di servirla ai lettori. Vale a dire, gli ingredienti sono buoni ma, alla fine, non li leghi in modo uniforme, in modo da dare consistenza a quello che scrivi.
    …qualcosa di nuovo ma importante.

  • …Certo come no, però non aspettarti che qualcuno legga. Provocazione va bene ma non è sufficiente buttare dei mattoni a caso in una buca per costruire una casa. Chiediti perché e per chi scrivi. Hai potenzialità inespresse o forse spinte troppo avanti… chissà? Auguri

  • Ciao Francesco
    mi chiedo perché il tuo racconto, che è interessante, non venga letto.
    Se credi, prova a leggere e commentare anche i racconti degli altri, se non altro ti faresti conoscere. Qui funziona così.
    Bella l’immagine: “sulla cresta di un’onda che per far loro piacere si allungava e allargava un po’ in modo da favorire l’atterraggio.”
    Questo treno è davvero molto speciale, l’idea dei diversi vagoni mi è piaciuta.
    Marvin e Victor sono due persone diverse.

  • Ciao, Beh, simpatico il tipo, vediamo che FINE farà.
    Il racconto è piacevole, la storia scorre via bene; c’è solo una cosa che devi controllare con attenzione: l’uso degli accenti e dell’apostrofo: sembra che ce ne siano di giusti solo una sparuta minoranza… A dopo la “fine” ciao.

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