Dove eravamo rimasti?
Ancora oggi non conosco nulla di più prezioso al mondo di una solida e sincera amicizia. (Hermann Hesse)
«Dicci allora qual è il terzo desiderio.» mi chiede Alain molto curioso.
«L’amicizia.»
«L’amicizia?» ripete stupito quasi bisbigliando.
«Si, l’amicizia è una delle esperienze umane fondamentali. L’uomo vive di solitudine anche se ricco e famoso ma ogni essere umano ha bisogno di sentirsi sicuro con qualcun altro, una moglie, un amante, un amico. Perciò abbiamo inventato il matrimonio, la famiglia e persino Dio per aver qualcuno che ci conforta. Ma capire e farsi capire dagli amici per mantenerli tali, ti assicuro, non è facile.»
«Dici che gli amici devono essere il terzo desiderio della vita?»
Il nonno accenna con la testa la sua approvazione e con convinzione dice «È vero. Come dice il proverbio, chi trova un amico trova un tesoro.»
«Sono d’accordo, ma a volte ci preoccupiamo tanto per le nostre vite agitate e piene di problemi che non ci rendiamo conto di perdere gli amici. Peggio ancora quando ci accorgiamo dei veri amici solo quando è troppo tardi.» Lo sostengo con convinzione.
«Ma tu non hai amici, visto che sei solo a navigare per il mondo.» mi dice Adrian per criticare la mia sicurezza sull’argomento.
«Condividere il vostro dolore, questo mi fa sentire vostro amico. I veri amici sono quelli che si scambiano reciprocamente gioie e dolori, sogni e pensieri, sentimenti personali ed emozioni come stiamo facendo noi. Per me, voi siete miei amici più di quelli che ho frequentato per decine d’anni con i quali potevo parlare solo di soldi, della cilindrata dell’ultima macchina acquistata o delle vacanze nei paradisi esotici.»
«Senza l’amicizia una persona si perde nei meandri di una vita solitaria.» mi sostiene il laureato.
«Vero, l’amicizia aiuta a scalare la montagna non solo della solitudine ma anche della paura, della tristezza, delle difficoltà e credo che una delle peggiori malattie d’oggi è proprio non avere amici veri.»
Adrian, accentuando lo spirito di critica nei miei confronti interviene «Non desideri più diventare ricco perché non li hai guadagnati tu i soldi, come San Francesco che ha lasciato le ricchezze del padre per farsi mendicante.»
«Devo disilluderti caro Adrian, San Francesco non si è fatto frate per mendicare ma per occuparsi della ricerca dell’infinito e dei problemi supremi dell’esistenza, macerandosi in una vita di penitenze.»
«Comunque, chi è diventato ricco da solo, ama profondamente la ricchezza, anzi non apprezza nient’altro.» esclama lui spazientito.
«Nel mio caso non è vero,» e pur imbarazzato dal rivelargli le motivazioni continuo «ho costruito la mia ricchezza lavorando giorno e notte, sabato e domenica ancor prima di avere diciotto anni. Spesso anche a Natale viaggiavo su un aereo per ritornare in fabbrica da un viaggio d’affari per fare l’inventario di fine anno mentre i miei amici si divertivano a sparare i fuochi artificiali. Certo, ero diventato abbastanza ricco e famoso da farmi additare dalle ragazze quando entravo nelle discoteche ed alcune mostravano persino una viva premura di conoscermi, ma ero anche legato da catene che mi tenevano prigioniero con i numerosi problemi quotidiani da risolvere che ti impediscono ogni libertà. La sveglia suonava prima dell’alba, a pranzo dovevo andare al ristorante con i clienti anche se non avevo fame fingendo il contrario, dormivo spesso sull’aereo con dei sonniferi per avere più tempo per gli affari e per il sesso veloce,» ed aggiungo abbassando involontariamente la voce piena di amarezza «non avevo neppure il tempo per stare un poco con mia figlia.»
Non appena ho pronunciato la parola figlia il nonno dice involontariamente con tono accusatorio «Cosa!» dice conciso e prosegue per giustificarsi «Hai lasciato una figlia?»
«Si, separati da un trascurato amore, l’ho lasciata con la madre ed il suo amante. Una parte di me era infelice dalla sindrome dell’abbandono, ma l’altra, terrorizzata dal rimanere in quel labirinto di ansia e oppressione di quell’odiato lavoro, ha avuto il sopravvento. Così mi sono auto giustificato di aver dato molto alle donne della mia vita, ora toccava a me.»
«Hai fatto come nostro padre.»
«Non voglio giustificare vostro padre ma quando si è disperati è meglio fuggire che morire.»
«Anche sapendo di far del male alla famiglia che ti ama?»
«Non credo che la fuga faccia più male della morte. Comunque io vedo spesso mia figlia.»
«Ogni quanto la vedi?»
«Mi raggiunge durante le vacanze e spesso viene anche la madre con il suo compagno,» ed aggiungo sussurrando tanto che devono sporgersi verso di me per ascoltarmi «volevo restituire tutto quello che avevo inumanamente preso alla comunità nella speranza di lasciare a mia figlia quanto di buono sarei riuscito a realizzare nella mia nuova vita.»
«Da noi si dice che prima di morire si deve piantare un albero e lasciare un figlio.» si intromette la nonna con un sussurro perfettamente udibile ed il marito aggiunge «Così quel che si perde invecchiando ricrescerà nel figlio.»
«Allora io ho già assolto a metà del mio dovere.»
«Se vuoi, puoi piantare un albero nel campo del contadino nostro amico.»
Credi anche tu che prima di morire si debba piantare un albero e avere un figlio?
- meglio 2 (50%)
- no (50%)
- si (0%)

17/04/2021 at 10:35
Salve, questo capitolo mi ha fatto riflettere parecchio, la seguo!
24/04/2021 at 10:38
Buongiorno, sai che la storia inizia con “il futuro è delle donne” 1 e 2 e continuerà a lungo. Così se la leggi dall’inizio potrai aiutarmi a migliorarla per arrivare all’utopia del governo femminile dell’umanità che è l’obiettivo nascosto nella storia.
01/05/2021 at 11:29
No guardi, governo delle donne proprio no. NON SONO MASCHILISTA, assolutamente, SONO PER LA PARITÀ DEI SESSI, e proprio in virtù di questo, penso che un governo incentrato sul potere femminile accentui in maniera esacerbata il potere delle femministe, spostando così l’ago della bilancia completamente sulla donna. E questo, appunto, sarebbe sbagliato al pari di un ago spostato completamente sull’uomo. Il mio motto è: PARITÀ DEI SESSI, e quindi, come ogni cosa dovrebbe essere: EQUILIBRIO.
08/05/2021 at 10:54
Buongiorno Se riuscirai ad arrivare alla fine del manoscritto, il che è difficile, sono certo cambierai idea.
08/05/2021 at 17:16
Il fatto è che secondo me è sbagliata proprio l’idea alla base del tutto, quindi anche se riuscissi ad arrivare alla fine del manoscritto non sarei comunque d’accordo. Per carità è solo una mia opinione, non voglio criticare.