Dove eravamo rimasti?
Partire e restare
La vita solitaria di quelle settimane trascorse nella benedizione della voce della natura. Era solo, sempre tenendosi in disparte da ogni segno di civiltà, conscio di doversi mostrare per richiedere un passaggio verso casa; questo se avesse mai voluto un passaggio fino a casa. Non ignorò nessun rito e nessuna preghiera. I suoi desideri erano sempre rivolti alla sua dolce Muris, ma soprattutto a Neitanis e Callis, le sue splendide piccole pesti; anche suo padre e suo zio erano nei suoi pensieri e ogni notte donò tempo in silenzio al pensiero di chi doveva ancora nascere: Periaden o Teiranis. Pregò gli dei della casa, della famiglia, addirittura Neven, signore di tutti; pregò l’imperatore di attuare giustizia, Cadis di voltare lo sguardo, Senedis di vegliare con premura. Eppure il nome di Iamonis gli stuzzicò i pensieri: la sovrana dei morti gli ricordava che un prezzo era pur sempre da pagare per tali richieste.
«A Crasmiden, Neubadis, Nen e Nis.» concluse ogni volta, lasciando così tutto nelle mani rispettive di “Padre”, “Madre”, “Figlio” e “Figlia”: gli dei della famiglia lo avrebbero ascoltato. Questo si augurò ogni sera, sperando di aver ottenuto la loro salvezza dalla miseria.
Avrebbe dato qualunque cosa per essere accolto dalle sue figlie con un abbraccio e un: «Crame!» verso il suo faccione stanco per la fatica.
E c’era Iamonis ad attenderlo, alla fine di quei sogni. “Farò di tutto.”
Così viaggiò per quella terra selvaggia, osservando solo da lontano i piccoli gruppi di uomini dalla pelle pallida che vivevano nel loro stato quasi animale. Stette sempre sotto gli alberi, tra i cespugli, mai in vista. Ad un certo punto arrivò persino ad una costa, ammirando il mare, conscio che la sua patria si trovava al di là di esso, oltre molte giornate a cavallo attraverso colli, montagne e pianure. “Tornare alla capitale, alle persone care.” Sarebbe tornato come reietto, mettendo a rischio la propria famiglia qualora riconosciuto. Questo gli diceva il mare, questo gli diceva il vento; questo non sarebbe di certo stato il suo destino. Lo sterminio dei selvaggi sarebbe stato imminente e avrebbe potuto assistervi, oppure interagire per una parte o per l’altra, a gloria dell’impero o a vendetta su di esso. E che posto avrebbe riservato per lui, la dea della morte? Non era importante. “La mia famiglia avrà un posto da re nel suo regno.”
Sperava solo che suo zio non si fosse messo in un qualche guaio: nella lettera che aveva letto quella sera prima della festa c’era scritto di un’opportunità e… Gli balenò un’idea. “Dei tutti: fate che non sia così!”
“Il cavaliere Tifun ha delle conoscenze all’interno delle finanze dell’impero e forse potrebbe aiutarmi a indagare. Prima di tornare a casa devo fare delle domande.”
Rapirlo non sarebbe stato facile: era sempre il primo nome che saltava fuori per svolgere incursioni nei villaggi, vista la sua inclinazione a scovare i corpi più pregiati da donare all’impero. Per scovare un razziatore di villaggi c’era un solo modo… A quel punto la campagna militare dell’armata doveva essere al punto di aver consolidato dei confini per stabilire così un avamposto sicuro da cui procedere.
Si diresse ad est, fino a trovarsi nei pressi di un gruppetto di nomadi: li vide gozzovigliare, diretti lontano dai soldati dell’impero. Erano forse una dozzina, guidati da un uomo grosso e silenzioso: tra loro c’erano donne e bambini, nessun anziano; alcuni dei ragazzini durante il giorno lottavano con dei bastoni, mentre i pochi uomini si allontanavano a caccia. Come approcciarli? Sembravano idonei per i suoi scopi, ma di certo non lo avrebbero accolto volentieri. Non esisteva forse una risposta corretta, poiché non era in grado di comunicare con loro: lo avrebbero affrontato di sicuro con le armi, con la diffidenza dovuta. E Drusen non conosceva che una sola parola nella loro lingua: Flagro. Purtroppo il selvaggio con cui era scappato dall’accampamento non gli aveva detto il significato, ma era certo si trattasse di una sorta di dio dal suo modo di pronunciarla con reverenza, anzi, con riconoscenza. Era forse il loro unico dio? Non sapeva nemmeno questo.
Così si mise ad osservarli per qualche giorno, per poi notare una sera che non tutti i cacciatori erano tornati dalla caccia: il loro capo, quello grosso, non era tornato con gli altri. Un capo non abbandona il proprio popolo e gli altri uomini non sembrarono sorpresi o rattristati: aveva voluto lasciarli soli. Drusen decise che quella era una sera buona per tentare: prese un bel respiro e poi afferrò le corde dei cavalli, i cui nitriti lo invitarono a prendere un paio di mele per dargliele in pasto. Accarezzò i loro musi e pensò ancora a Iamonis, al regno che lo avrebbe atteso oltre le porte della vita: “Rivedrò forse lì, un giorno, le mie dolci donne. Mi racconteranno delle loro vite, di ciò che mi sono perso. Mi chiameranno Crame e mi abbracceranno.”
Sorrise. E poi il buio. Riaprì gli occhi stordito, perso, circondato da occhi che lo fissavano.
Gli spiriti parleranno.
- Unnai, velo della realtà: l'ombra, custode del vero aspetto del mondo. Paura, inganno e maestro di premura. (60%)
- Renia, fluire del tempo: l'acqua, placida protettrice dei saggi e dei guaritori. (40%)
- Iarcad, possesso, primordialità: il sangue, il fumo, ribollente impulso delle viscere del mondo, degli istinti, nel bene e nel male. (0%)

06/05/2021 at 21:58
buon finale tti lascia la curiosità di cio che accadra e questo è positivo,
ciao
06/05/2021 at 00:05
Resto in attesa del continuo
05/05/2021 at 00:05
Uhm… che dire? Un finale che incuriosisce 🙂
Alla prossima storia (un’altra parte de La perdita di “Zura”, giusto?).
Ciao 🙂
29/04/2021 at 13:59
Voto Renia sperando che possa aiutarlo. Deve trovare un modo per ricongiungersi alla famiglia…
27/04/2021 at 22:50
Io voto Renia perché mi piace come spirito anche se, forse, a lui avrebbe fatto più comodo Unnai 😉
Ho l’impressione che questo incontro non fosse del tutto fortuito: i “selvaggi” lasciati soli affinché lui si avvicini, quando si avvicina qualcosa o qualcuno lo stordisce…
Ciao 🙂
20/04/2021 at 23:26
Come tutti i soldati in fuga dopo un simile sterminio, si porterà appresso la morte…
Non riesco a patteggiare per questo qui. Nonostante sia triste per quanto possa succedere alla sua famiglia, non mi dà alcuna empatia. Almeno finora.
Ciao 🙂
20/04/2021 at 20:51
Be’…credo che il destino si ricorderà delle due scelte.
14/04/2021 at 23:06
Mi piace ciò che accade, mi dispiace per selvaggio… Voto Gutien.
Vediamo come proseguirà
14/04/2021 at 09:30
È sempre sorprendente
12/04/2021 at 19:02
Mi dispiace per lui, ma ha votato la malasorte? La malasorte si ricorderà di lui!
Ho un groppo in gola…
Ciao 🙂
08/04/2021 at 01:10
Mi incuriosisce sempre di più. . Voto Gutien, dio degli scaldi
06/04/2021 at 23:44
Stavolta voto il dio degli scaldi!
Sono senza parole…
Ciao 🙂
07/04/2021 at 00:16
spero in senso buono. Grazie mille 🙂
06/04/2021 at 18:13
Si riparte dopo la pausa di Pasqua: d’ora in poi le uscite saranno programmate il martedì tra le 18 e le 19 e il venerdì, stessa ora.
02/04/2021 at 19:28
Piccola pausa di Pasqua. Torneremo presto con l’altra metà della terza parte! 🙂
01/04/2021 at 18:48
Ho scelto gutien. Bella scelta…l’uso dell’intelligenza.
30/03/2021 at 11:27
Un dio della malasorte? Proviamo: non so se è la scelta giusta ma mi ha incuriosito.
Un alleanza improbabile tra i “selvaggi” ed il nostro “cavaliere”? Potrebbe uscir fuori qualcosa di interessante 🙂
Ciao 🙂
27/03/2021 at 21:18
Voto Frusgaen signore delle spade credo che abbia bisogno di questo
26/03/2021 at 14:20
dio degli scaldi o signore delle spade? Ho tirato a caso: dio degli scaldi.
Incuriosito dalla vicenda e preoccupato per la sorte della famiglia del nostro prigioniero…
Ciao 🙂
23/03/2021 at 22:28
Voto Macainen, sono curiosa! Mi piace come sta evolvendo!!!
23/03/2021 at 22:04
Resto in attesa del proseguo. Interessante risvolto.
23/03/2021 at 12:48
Voto Macainen.
Non me l’aspettavo la lettera, se devo essere sincero. Comunque Argrotun ha un modo di parlare che non ti fa capire niente. Probabilmente lo fa apposta, vista la lettera 😉
Ciao 🙂
23/03/2021 at 15:51
Ho notato che prima del tuo voto e del tuo commento i punti erano a 16. Di solito non verrebbero contati due punti in più (uno per il voto e uno per il commento)? Ne vedo solo uno in più
24/03/2021 at 00:24
Sì, dovrebbero essere due (anzi quattro, visto che è il terzo capitolo). Ho controllato: il mio voto c’è ed il commento pure. Non so cosa sia successo.
Ciao 🙂
20/03/2021 at 03:26
Voto neven. E vediamo cosa accadrà dopo l’incontro col comandante
19/03/2021 at 13:25
Ciao, voto Neven. Voglio capire che succederà nella tenda dei comandanti.
19/03/2021 at 01:22
Neven padrone degli dei!
Lo immaginavo che sarebbe andata così 🙂
Ciao 🙂
16/03/2021 at 23:47
Bello anche questo inizio del terzo capitolo, spostando l’attenzione ad un sltro popolo. Sono curiosissima di leggere che accadrà. La scelta di nuove divinità aiuta ad immedesimarsi nei nuovi personaggi.
16/03/2021 at 19:40
ciao! ho votato la dea del vizio. Vediamo un po’
16/03/2021 at 15:20
Mi piace questo inizio. Alla prossima
16/03/2021 at 12:04
Voto il dio degli scaldi!
Rieccomi! 😀
Cambio di prospettiva in questa terza parte. Vediamo cosa succede in quello che, finora, erano solo nemici lontani. Patteggeremo per loro od impareremo ad odiarli? Od odieremo alcuni e pattegeremo per altri? Od altre sorprese saranno in arrivo?
Alla via così! 😀
Ciao 🙂
16/03/2021 at 12:13
Conquistare è sempre stata la norma per i popoli e lo è tuttora, così anziché concentrare il racconto sul classico “chi si espande è malvagio”, ho voluto portare la telecamera ad un’altezza diversa. Mi era stato consigliato di continuare ad usare gli spiriti per le decisioni, ma avrebbe portato un messaggio sbagliato, ovvero che esistano divinità più giuste di altre in questo mondo e non era questo che volevo dalla storia; avrebbe sottointeso una forzatura in questi nuovi personaggi, sottolineandone lo stare dalla parte del torto. Drusen invece aveva bisogno di un ambiente realistico, di sentirsi “a casa” e il lettore doveva vivere casa sua. I suoi dei saranno più classici ed inquadrati, ma reali quanto gli spiriti di Tula, perciò non sottovalutateli!