Disattenzioni

Il primo giorno non si dimentica

«Cazzo».
Sussurra Lorenzo dopo aver realizzato il blocco dell’ascensore. Lo guardo un po’ imbarazzata, colpita dalla sua volgarità. Non avevo mai sentito un parolaccia dalla sua bocca.         
Sospiro un poco innervosita e gli chiedo a che piano siamo.  
«Credo tra il terzo e il quarto», mi risponde premendo il bottone rosso con una trombetta disegnata all’interno.
«Ci mettono tanto a sbloccarci?». Gli chiedo.
«Non saprei, è la prima volta che mi capita». Preme di nuovo l’allarme e dopo un paio di secondi una voce metallica rimbomba nell’ascensore.
«Dipendenti o ospiti?». Chiede.
«Dipendenti», risponde Lorenzo senza convinzione e guardando i quattro angoli dell’ascensore. «Io sono Lorenzo e con me c’è la nuova segretaria, Daniela».
«Un poco di pazienza e l’ascensore si muoverà. Se avrò bisogno di una vostra collaborazione ve lo dirò».
«Grazie». Sussurra e mi guarda allargando le braccia. «Mi spiace, non un ottimo esordio per te».
«Capita, non è colpa di nessuno». Gli sorrido.
«Nervosa?», mi chiede.
«Molto. Non voglio illudermi, onestamente. Ma la verità è che da troppo tempo non ero stata così vicina dall’avere di nuovo un lavoro. Mi dispiacerebbe tanto».
Annuisce lentamente e assume un’espressione assorta.
«Cosa c’è?». 
Dice qualcosa a bassa voce che non comprendo e muove la testa nervosamente. «Lorenzo? Vuoi dirmi qualcosa?».
Mi guarda quasi rassegnato. «Non prenderla sul personale. È che Marcello è un po’ strano, ma è un brav’uomo».
Non capisco, ma non ho bisogno di chiedere nulla, perché dai miei occhi capisce che attendo che continui.
«Scherzava, o almeno lo spero. Ma gli piaci e mi ha confidato che» – fa una pausa e mi guarda imbarazzato – «un abbigliamento sai, particolare, potrebbe aiutarti. Sai, abbiamo clienti difficili e visite importanti e per noi la segretaria…».
Il mio gesto inaspettato blocca la sua parlantina e sento i suoi occhi sulla mia scollatura. Con la mano destra ho tirato giù la maglietta, forse un po’ troppo perché mi accorgo del reggiseno nero visibile sul lato destro. Lo copro e guardo Lorenzo, ancora provato dalla situazione.
«Mi sono accorto di che tipo è Marcello. Ma, onestamente, me ne frego. Devo lavorare, sono disperata. Se si tratta di mostrare un po’ del mio corpo… che devo fare?». Allargo le braccia e le lascio ricadere sui fianchi. «Se fa troppo lo scemo andrò via, sia chiaro».
«Sicuramente». Afferma Lorenzo con le guance paonazze.
Sorrido e gli do una pacca sul gomito. «Tranquillo, è normale che hai guardato. Siamo soli e faccio ‘sta cosa all’improvviso» Faccio spallucce. «Poi ti conosco, non hai mai fatto l’idiota con me e sei troppo cotto di Carla per…». Mi fermo un attimo e davanti agli occhi rivedo alcune foto di Carla, del suo OnlyFans.
Poi sento Lorenzo dire il mio nome e scuotermi per una spalla.
Riprendo il controllo e gli dico che va tutto bene. «Pensavo a quella cena, ricordi? Quello spezzatino era delizioso». Mento.    
«Glielo ripeterò a Carla, allora». Mi sorride e l’ascensore riprende a funzionare. «Evvai!». Esulta lui e mi porge un palmo aperto. Batto il cinque e sorrido felice.     
Le porte si aprono e ci ritroviamo davanti Marcello, che ci accoglie con le braccia aperte.
«Siete in ritardo!». Esclama sorridendo.
Ricambio il sorriso camminando verso di lui. Vedo che i suoi occhi si spostano sulla curva del mio seno, cosa che posso dire lo sorprende. Porto gentilmente una mano sul suo braccio, stringendola delicatamente, e gli bacio delicatamente la barba.
«Buongiorno, Marcello». Le porte scorrevoli si aprono ed il mio primo giorno ha inizio.
—
Amo la sincerità di Lorenzo: mi ha sempre detto tutto pur di evitare eventuali fraintendimenti di ogni tipo. Quando a cena mi ha raccontato dell’episodio con Daniela, mi sono eccitata istantaneamente. Ho immaginato gli occhi di Lorenzo perdersi in quel seno prosperoso e ho persino pensato che il suo pene si fosse indurito alla vista dell’intimo di Daniela. Non lo so nemmeno io perché, ma la cosa mi ha fatto uscire di testa. Non gli ho fatto molte domande e lui non mi è parso eccitato da quella situazione. Un po’ mi è quasi dispiaciuto, perché ero curiosa di come sarebbe andata la conversazione.
E adesso gemo sopra di lui. Nuda, con le sue mani che mi stringono le tette. Sento l’orgasmo che va e viene, va e viene. Chiudo gli occhi e muovo i fianchi più velocemente, sentendo il suo pisello che diventa ancora più duro. Riapro gli occhi e vedo che i suoi sono chiusi e mi convinco che sta pensando a Daniela e al suo seno. Lo sento crescere ancora di più. Sta per venire e nei suoi occhi chiusi c’è sicuramente la sua scollatura e un po’ di reggiseno che fuoriusciva dalla maglietta.
Mi abbasso un poco su di lui e porto una mano tra le mie gambe, toccando il mio posto magico. Un orgasmo mi pervade tutto il corpo e dopo qualche secondo penso di essere un’idiota. Perché sono gelosa e quella puttana non deve nemmeno toccarlo.

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