Racconti da New Pretoria: l’operaio e il poeta morto

Dove eravamo rimasti?

Ho cercato di risolvere al meglio la parità, spero di esserci riuscito, e adesso? L’automa che credeva di essere John Keats vuole andarsene e Zoe e Gabe provano a fermarlo. (80%)

Notturno

-Ufficialmente la serie N della Quantum arriva solo fino a sei, ma sui forum circola la voce di un modello segreto: corpi per I.A. di ultima generazione, indistinguibili da un essere umano.

-Vuoi dire che non sono solo farneticazioni?

-Non ci resta molto tempo, se non volete dirmi dov’è il mio corpo lo troverò da solo- li interruppe l’automa e si incamminò verso l’uscita.

-Non te ne puoi andare- urlò Gabe parandosi davanti alla porta dell’appartamento. -Gli sgherri di Ade ci vedrebbero uscire, sono pochi piani sotto di noi, forse controllano anche l’ingresso del palazzo.

L’automa che credeva di essere John Keats si fermò e disse: -Sistemerò io quei farabutti!

-Come? Guardati, sei praticamente uno zoppo ammasso di bozzi- controbatté Gabe. 

-L’ho costruito al meglio con quello che avevo, non c’è bisogno di offendere!

-Ti prego, non ti ci mettere anche tu, Zoe, stiamo cercando di convincere il nostro amico qui a non andarsene e ho finito le idee.

-Senti John, la verità è che solo domani mattina sapremo l’esatta ubicazione del tuo corpo. Devi attendere una sola notte, fidati di noi, dopotutto, non siamo divinità?

Dopo qualche secondo di silenzio immobile, il robot ruotò la testa verso la donna:  -Il vostro accorato appello ad attendere solletica la mia mente e lo scorcio di Roma da quella finestra ispira la mia anima… potrei addirittura scrivere qualche verso.

-Ottima idea, scrivi qualcosa, rilassati mentre noi discutiamo di questioni divine- disse Gabe e prese sottobraccio Zoe. La  trascinò di peso in cucina e una volta nell’altra stanza si appoggiò al bancone. -Abbiamo guadagnato tempo, adesso cosa facciamo? Appena è distratto lo colpiamo finché non si spegne?

-Cosa? No, non voglio distruggere Dot, anche se lo reputi un bidone ci ho messo l’anima e ormai è di famiglia.

-L’ho detto perché ero preso dal panico, dai.

-Ok, ok, perdonato- disse Zoe, sottolineò la frase con un sorriso. Poi tirò fuori dalla tuta un palmare e iniziò ad armeggiare con il dito sullo schermo. -Provo a vedere se riesco a bloccarlo da remoto e oh oh.

-Oh, oh in senso buono vero?- chiese Gabe.

-Mi dispiace, si è scollegato dalla mia rete, però forse… no, ha bloccato anche gli accessi in background.

-Allora non ci rimane che fare a pezzi Dot e il cubo. Hai un martello?

-Frena, frena, non sappiamo cosa può fare quella I.A.

-Sì, ma il corpo è di Dot, non è un robot da combattimento o hai installato qualche arma nascosta.

-Che c’entra, è pur sempre un robot, ha una forza considerevole- chiarì Zoe, che si avvicinò al frigorifero lo aprì e prese una burrapas. -E poi non risolvi un bel niente- sentenziò prima di addentare il panino.

-Cioè?

-Cioè i tizi che ti cercano continueranno a farlo e convincerli che hai distrutto il cubo non sarà indolore. Dobbiamo saperne di più su quella cosa per poter decidere cosa fare.

-Ma come?

-Conosco qualcuno che forse ci può aiutare o almeno darci qualche informazione in più- bofonchiò.

-Lo spero, perché mi sento proprio fottuto- sospirò Gabe con la faccia tra le mani.

Zoe abbandonò la burrapas sul tavolo e lo abbracciò. -Facciamo passare la notte, domani mattina ti prometto che avremo le idee più chiare sul da farsi.

-Grazie- sospirò lui, con gli occhi chiusi assaporava il calore di quel corpo fino ad allora solo immaginato.

***

Di notte, New Pretoria risplendeva.

Anche la parte oscura: Outtown, dove la cupola restituiva le sfavillanti luci del centro sotto forma di tenui bagliori. Gabe li osservava come faceva da bambino ma senza la stessa ingenuità.

Il kiff che aveva appena fumato faceva effetto. Un piacevole tepore si diffondeva attraverso il corpo infreddolito dall’aria umida del balcone. Si concentrò sugli sbuffi di vapore dei sistemi di purificazione dell’aria e il brusio indistinto della vita molti piani sotto.

Scrutò un esagono di cielo sereno dal quale filtravano le stelle: una si muoveva, attraversò il suo campo visivo velocemente. Riconobbe uno degli shuttle che faceva la spola tra le colonie e la Terra, desiderò essere a bordo.

L’equilibrio con fatica costruito negli anni lo aveva portato ad accettare la sua condizione, addirittura aveva imparato a trovare la bellezza: i tramonti violacei sul tetto della fabbrica mentre fumava di nascosto, il suono della voce di Greta al club, le labbra di Zoe. Tutto svanito in poche ore.

 Osservò il pianeta morente fuori dalla cupola, si sentiva così.

-Non riesci a dormire?- chiese Zoe appoggiata allo stipite della finestra.

-Già,- rispose Gabe e si voltò. -Hai scoperto qualcosa? 

-John Keats è esistito veramente.

-Dici davvero?

-Ho controllato, era un poeta britannico, il maggior esponente del romanticismo inglese, morto a Roma nel milleottocentoventuno. 

-Quindi è una I.A. con la personalità di un personaggio storico? E’ una cosa che si può fare? 

-Un’altra chiacchiera da forum della darknet o almeno lo era, ho anche scoperto qualcosa di più interessante.

Cosa ha scoperto Zoe:

  • Una fonte anonima è disposta a rivelare l’ubicazione del prototipo N7, ma solo dietro un lauto compenso (25%)
    25
  • Che un amico conosce un tizio al black market che ha lavorato al progetto N7 (75%)
    75
  • Che il modello N7 esiste e dove si trova (0%)
    0
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64 Commenti

  • Loro stessi! Mi sembra l’opzione più fica!

    Due capitoli alla fine: siamo alla girandola finale (a meno che non vuoi fare un seguito) e qui abbiamo bisogno di qualcosa che smuova le acque! 😀

    Sei sempre brillante; peccato che la lenta pubblicazione mi faccia dimenticare alcuni dettagli.

    Ciao 🙂

  • Dunque scelgo il bistrot, vediamo chi lo popola.
    Ciao Gabriele!
    A proposito del fatto che prediligi ambienti dimessi, Gabe è davvero un antieroe, considerando quello che deve fare nella sinossi; a tratti sembra un Harrison Ford, ma senza espressione sul volto ?.Vediamo dove si va, buona domenica!

  • …il movimento protezione lumache (MPL) non sarà contento di quanto rivelato qui ma a parte questo la prosa è bella e scorrevole, piacevole lettura. Anche io ho problemi a seguire la storia… Però l’episodio seppur staccato dal contesto mi è piaciuto. Voto il bistrot,(naturalmente acattolico! ). Ciao??

  • Ciao, Gabriele.
    Come forse ti ho già scritto, fatico a tenere a mente gli avvenimenti e i personaggi perché passa troppo tempo tra un episodio e l’altro; quindi, valuto per quel che leggo al momento, un po’ fuori dal contesto della storia.
    Il capitolo mi è piaciuto: scrivere, sai scrivere, i personaggi e le atmosfere prendono vita tra le righe, mi è piaciuta la (non) descrizione dell’ambiente circostante e il gancio finale che invoglia a proseguire la storia. Chi è questo Emmet (che se avesse due “t” mi farebbe venire in mente un certo Emmett Brown), tipo strambo, in debito con Zoe?
    Io voto “non gli basta un favore come ricompensa” che, tra l’altro, il favore lo deve lui a lei quindi la ricompensa sarebbe mettersi a pari 🙂

    Spero di rileggerti presto. Ciao e alla prossima!

  • Ciao, Gabriele.
    È passato del tempo e non ricordo esattamente i fatti precedenti a questo capitolo, appena ho un po’ di tempi vado a rileggere i primi due capitoli.
    Le capacità non mancano e la storia è verosimile e ben raccontata.
    Voto il tizio del Black Market, siamo ancora agli inizi, non serve ancora una svolta secca.
    Buona giornata e alla prossima!

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