SEI PERSONAGGI IN CERCA DI… FANTASY

Un po’ di felicità

«Ma dove vai così di fretta?»

Dafne si ritrovò attaccata con la schiena alla parete del corridoio, due braccia tese la tenevano prigioniera. Quello sguardo intenso le diede i brividi e, per un attimo, si perse in quegli occhi cerulei, sentì avvampare le guance e piena di imbarazzo, abbassò gli occhi sul pavimento ai suoi piedi.

Giacomo le sollevò il mento. «Perché non riusciamo a stare un po’ insieme, noi due da soli?»

No-no-no, non può essere! Dafne si morse un labbro, sospirò e sperò con tutta se stessa di non apparire eccessivamente rigida o peggio maleducata o addirittura disinteressata.

Corrugò la fronte. Giacomo le piaceva, la sua presenza le dava la sensazione di non avere più un baricentro. Ogni volta che lo osservava giocare ai tavoli trovava le movenze delle sue mani così sexy!  Ma, pensò, che non avrebbe dovuto cacciarsi in quella situazione senza speranza, era sbagliato, non poteva prendere quel tipo di sbandata, non sarebbe stato giusto nei confronti di tutti e due e poi c’era Francesca, la bella e giovane fotografa dai capelli rosso fuoco…

«Dafne, sei di nuovo lontana da me» la sua voce la distolse da tutte le elucubrazioni e mentre tratteneva il fiato cercando di mettere a posto il disordine che regnava nei suoi pensieri, si decise a respirare di nuovo e a sostenere il suo sguardo. I visi erano talmente vicini che Dafne avvertì il fiato leggero di Giacomo sulle labbra e intanto il cuore scalpitava e le gambe tremavano.

Un pensiero le attraversò la mente, fulmineo, e l’iniziativa prese il sopravvento.

Al diavolo!

Dafne si alzò sulle punte e portò le braccia intorno al collo di Giacomo, avvicinò ancora di più il viso e appoggiò le labbra sulle sue. Fu subito inebriata dal suo profumo e lui, senza esitazioni, la cinse per i fianchi mentre una mano scivolò dolcemente sulla schiena. Quel bacio ricambiato con altrettanta passione la travolse in un turbinio di intensa gioia ed euforia. In quel momento di felicità poco importava se qualcuno li avesse visti avvinghiati nel corridoio e Giacomo, stretto a lei, senza smettere di baciarla aprì la porta della sua cabina e una volta entrati lui la richiuse con un calcio e, con delicatezza, adagiò Dafne sul letto. Giacomo non smise mai di guardarla e lei fece altrettanto mentre affondava le mani nei suoi capelli arruffati.

Il tempo sembrò bloccarsi in un eterno istante. Dafne dimenticò tutti i problemi, le paure e le preoccupazioni. Abbracciata a Giacomo ritrovò quella felicità che temeva di non aver mai conosciuto davvero e forse, constatò, era stato proprio così. Sdraiata su un fianco  con la schiena contro il petto di lui accarezzò il braccio di quell’uomo affascinante che dall’inizio della crociera l’aveva iniziata a guardare con interesse, nonostante tutto.

Ma cosa ci troverà in me? Si chiese tra sé e sé.

E come a darle una risposta Giacomo intervenne con un bacio sulla nuca. «Sei bellissima.»

Lei sorrise e nascose una lacrima tra le ciocche dei capelli corvini.

«Domani mattina arriveremo a New York. Ti va se pranziamo insieme? A Midtown Manhattan c’è un bel ristorantino italiano, il Patsy’s, ho proprio voglia di cannelloni al ragù, che ne dici?»

Dafne si irrigidì ma non volle rovinare l’atmosfera, Giacomo sembrava felice e lo era pure lei. In quel momento non le pareva giusto pensare al futuro, ben che mai dichiarare apertamente i suoi problemi di salute e soprattutto quanto le rimanesse da vivere. Glielo avrebbe detto e si promise di farlo al più presto, Giacomo non si meritava bugie e lei sarebbe stata sincera anche a costo di fargli pena.

Dafne cercò di spostare l’attenzione su un altro discorso «va bene, ma prima c’è una cosa più importante ed è la finale del torneo di poker…»

«Ho già vinto» rispose Giacomo sicuro di sé.

«Davvero?» disse Dafne girandosi sull’altro fianco.

«Sì, anche se, in effetti, i miei avversari sono tosti e poi c’è quella strana donna, quella adornata di gioielli, credo sia una specie di contessa…» Dafne sorrise e intanto ricordò di averla incontrata anche nell’altro universo parallelo. Mentre si soffermava a pensare alla donna, rimbombò nella camera quel rumore, ormai conosciuto, di rami spezzati e la fessura lunga, nera, frastagliata si materializzò proprio di fianco a Giacomo. Dafne strabuzzò gli occhi, balzò giù dal letto e coprì il corpo nudo con il lenzuolo.

La voce tremò. «Sta fermo»

Giacomo scattò pure lui «Cosa succede?» domandò allarmato.

«Non la vedi? Proprio lì a fianco a te»

L’uomo guardò attraverso il varco. «Non vedo niente…»

«Quella cosa è sospesa per aria… mi chiama, mi vuole, devo andare, scusami» Dafne raccolse di fretta i vestiti sparsi sul pavimento, se li infilò alla bene e meglio e senza nemmeno mettersi le scarpe scappò via e, nella fretta, dimenticò la pochette.

«Ehi!» sbigottito Giacomo cercò invano di raggiungerla ma lei aveva già sbattuto la porta. Si guardò intorno incredulo. Riversa sul pavimento, la borsetta era aperta facendo uscire il contenuto, Giacomo si inginocchiò e afferrò le medicine. 

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