In partenza!
Il cielo è d’un azzurro scintillante. Una giornata così serena all’inizio della primavera è rara da queste parti, riflette Giacomo. O piuttosto lo immagina, perché del Regno Unito conosce solo il centro di Londra e lo stadio di Manchester (quando era appassionato di scommesse sportive lo frequentava spesso). Ma il clima inglese fa schifo, lo sanno tutti, quel cielo terso è sicuramente un buon segno.
Intorno a lui sul ponte principale gruppetti di passeggeri si fanno selfie – tutti con lo stesso sorriso, alle spalle la balaustra, il mare, il cielo… – o agitano la mano in saluto verso il molo. Giacomo ne ha abbastanza di quell’atmosfera da partenza del Titanic. Era uscito per prendere una boccata d’aria, dopo la fila per la registrazione al check in e le procedure di dogana, ma ora s’annoia. Meglio che vada in cabina a verificare che il personale vi abbia portato i bagagli.
Ha già percorso due corridoi sbagliati quando uno steward gli si avvicina sorridendo.
— Posso aiutarla, Signore?
— Sì, cerco la cabina 317. Sembra un labirinto degli specchi questa nave: i corridoi sono tutti uguali.
L’impiegato, un giovane alto e longilineo dai lineamenti asiatici, sorride ancora. Parla un inglese fluente, quasi senza accento.
— Ogni corridoio ha una moquette di colore diverso, affreschi a tema alle pareti – il suo è il corridoio “Belle époque”, ad esempio – e una lettera a identificarlo. Guardi sulla chiave magnetica della cabina: accanto al numero vedrà la lettera G.
Giacomo sorride: non solo la sua cabina è contrassegnata da tre numeri primi, notoriamente di buon auspicio, ma il corridoio porta la sua iniziale. I segnali positivi si susseguono.
Arrivati alla porta della cabina, si chiede se la sua guida s’aspetti una mancia, ma non ha apprezzato il modo in cui gli ha fatto la lezione sui corridoi. Li conosce quelli come lui, melliflui e ossequiosi, ma pronti a tradirti appena ci vedono un interesse. Lo congeda con un cenno del capo.
È soddisfatto: la stanza non vale una suite dello Sheraton, ma non può lamentarsi. E poi, gli servirà solo per dormire e lavarsi, il resto del tempo lo passerà al tavolo da poker. Non ha mai partecipato a un torneo così prestigioso. È impaziente di sapere a che ora si apriranno i giochi, conoscere gli avversari. Ha avuto poca fortuna, ultimamente, ma è sicuro che il vento stia per cambiare. Scenderà dalla nave più ricco di quando ci è salito e – cosa ben più importante ai suoi occhi – coperto di gloria. Persino sua madre dovrà dirgli qualcosa di positivo e mostrare ammirazione, invece di ripetere la solita lagna sull’onore del lavoro, l’importanza dell’impegno, il mostrarsi degni della fortuna ereditata… Cazzate buone per chi i soldi li deve sudare, lui è nato per goderne!
Perché diavolo si è messo a pensare a sua madre? Gli ha guastato l’umore: ha bisogno di distrarsi.
Il pub è decisamente frequentato, per le quattro del pomeriggio. Giacomo si chiede se siano tutti inglesi o stranieri impazienti di mettersi alla moda inglese. Appollaiato su uno sgabello troppo alto per le sue gambe, si guarda intorno, sorseggiando un martini dry. Chissà quanti e quali dei presenti si trovano lì per le sue stesse ragioni. Quali saranno i suoi avversari di domani? Quali dovrà temere di più? Nessuno – riflette – sei un asso e la fortuna è dalla tua parte.
Però è curioso e studia con interesse i volti che lo circondano. Da quando gioca a poker seriamente, s’è convinto d’avere un talento per interpretare le espressioni, i piccoli gesti. All’altro capo del bancone nota tre ragazzi, avranno già l’età per bere alcolici? Il barman non sembra porsi il problema. Il biondino con gli occhiali, probabilmente il capo della banda, ogni tre sorsi si asciuga la bocca con il dorso della mano, prima di sfregarla sui pantaloni. I tic non sono certo un vantaggio, al tavolo da poker. Giacomo si chiede se i tre siano a bordo per il torneo: con le loro facce da matricole universitarie e il look alla Sheldon Cooper non pensa possano essere avversari temibili.
Una coppia attira il suo sguardo: a un tavolino quadrato, a pochi passi da lui, illuminati da una delle lampade Tiffany alle pareti, un uomo che ha passato la sessantina, i capelli grigi legati in un codino fuori moda, conversa con una donna troppo bella e giovane per lui. Il fascino dei soldi, sogghigna Giacomo. Il tizio però non sembra un old money. Gli abiti sono eleganti ma non su misura, ha le spalle un po’ curve di chi ha studiato troppo, riflette con una smorfia Giacomo, che i genitori hanno sballottato da una scuola privata all’altra, prima di arrendersi alla sua mancanza di voglia.
È curioso di sapere di cosa parlino quei due, o meglio di cosa il vecchio stia raccontando alla ragazza che lo guarda affascinata. Una crociera nonno-nipote? Sogghigna di nuovo. Lascia lo sgabello per raggiungere il tavolino accanto a quello della coppia, mentre il pavimento è scosso da una vibrazione più forte delle altre.
«Ladies and gentlemen, the cruise started» annunciano gli altoparlanti.
Nel prossimo capitolo vedremo:
- Il flash d'una macchina fotografica (62%)
- I tre ragazzi al bancone (23%)
- L'uomo col codino e la sua compagna (15%)

16/04/2021 at 14:34
Ciao
Azzeccato introdurre l’elemento “superstizione”che può portare a comportamenti talvolta irrazionali.
Capitolo riuscito.
Brave
Urla ecc…
16/04/2021 at 12:03
Bene, mi sembra che il racconto parta col piede giusto e sembra destinato a “orribili” traguardi.
Se un solo dito può impedire il sonno cosa succederà quando cominceremo a trovare interi corpi?
Bene, buon lavoro ciao vada per gemiti e sangue
16/04/2021 at 12:02
Ciao, ragazze
Bella l’idea di mettere in campo i feticci, ottimo il cliffhanger a fine episodio… dov’era Michan mentre la compagna affascinante era al tavolo e Francesca lo aspettava per il corso veloce? State mettendo curiosità. Mi è piaciuto anche il passaggio dagli avvenimenti della sera prima al sogno, di solito di fa il contrario, ma trovo originale e ben pensata la vostra scelta. Non sono convinta del verbo dare per il corso, io avrei usato il fare, ma è una mia opinione.
Io scelgo gemiti e sangue, se dev’essere un horror serve partire con la paura.
Alla prossima!
14/04/2021 at 00:16
Bef e Talia, una delle due credo di conoscerla 🙂 è un piacere rileggerti, anche a quattro mani!
Solo un piccolo dettaglio avrei cambiato di questo bel capitolo: “(quando era appassionato di scommesse sportive lo frequentava spesso)” avrei trovato un modo diverso per dirlo, tipo che frequentava l’equivalente della nostra snai vicino allo stadio, ma è una mera questione di gusti.
Voto un flash che ci porti nel terrore…
14/04/2021 at 09:40
Gab! Ma che meraviglia, il più bel « a volte ritornano » che potessi sperare 🙂
Sulla frase ti do sicuramente ragione, data la nostra grande familiarità con le scommesse sportive XD credo che intendessimo che andava allo stadio a seguire le partite su cui aveva scommesso, ma probabilmente sarebbe stato molto più sensato fare riferimento alla sala scommesse, sì.
Il terrore non posso garantirlo, ma il flash sta per arrivare, venerdì il secondo capitolo.
Ciao, Zeta (l’ultima volta che ho scritto questo saluto, nessuno aveva mai sentito parlare del covid, un’altro mondo! 😉 )
12/04/2021 at 17:06
Vediamo i tre ragazzi!
Ciao Bef and Talia!
Vedo dalla presentazione che siete effettivamente in due, come la congiunzione suggerisce, quindi ben trovate!
Giacomo mi ricorda le deduzioni di Sherlock Holmes che lasciavano di stucco il dottor Watson; molto determinato e sicuro di dimostrare il fatto suo alla mamma. Trovo il tutto davvero ben scritto, complimenti.
Ciao!
13/04/2021 at 19:13
Sì, Giacomo sembra uno molto sicuro di sé, forse troppo?
Grazie della lettura e del commento, speriamo che ti piaccia anche il proseguo 🙂
Ciao.
10/04/2021 at 17:54
Buonasera,
mi piace molto l’idea di cimentarsi in questo gioco.
Bello il vostro incipit, precise e interessanti le descrizioni.
Lo steward è molto credibile, ne ho visti di simili in ogni circostanza.
Ora aspetto d’aver paura. Brave, alla prossima
11/04/2021 at 14:44
Anche noi abbiamo voglia di far paura, ma cerchiamo di far durare la suspense 🙂
Grazie della lettura e benvenuta “a bordo”!
Bef
08/04/2021 at 17:16
Questo primo capitolo mi è piaciuto, il protagonista è presentato bene e caratterizzato molto attraverso i suoi pensieri, mentre l’ambiente della nave e gli altri personaggi sono ben delineati. Sono curioso di scoprire in che modo l’horror entrerà in questo racconto, intanto voto per il flash della macchina fotografica. A presto!
08/04/2021 at 17:30
Ciao Lorenzo,
Grazie per il commento. L’horror arriverà, ma bisogna un po’ preparare l’atmosfera, creare la giusta suspence. Abbiamo deciso di non lanciare il lettore subito in mezzo al terrore. Per quanto riguarda il flash della macchina forografica, credo che sarai accontentato, visto che in molti lo hanno richiesto. Ti aspetto per la seconda puntata.
Talia
07/04/2021 at 18:14
In questo inizio vi siete prese il vostro tempo per introdurre per bene solo un personaggio e l’ambientazione, cosa che ho apprezzato molto. Per adesso non c’è traccia dell’horror, quindi sono molto curioso di vedere come ci si arriverà e in cosa consisterà. Nel frattempo ho votato per i tre ragazzi, ma sono in minoranza!
08/04/2021 at 17:27
Ciao Dapiz,
Questo è più che altro un capitolo introduttivo all’ambientazione che prepara la storia, l’horror arriverà! Credo che vincerà lo scatto fotografico, ma stai sicuro che ritroveremo più avanti i tre ragazzi. Seguici e vedrai che cosa accadrà loro.
Talia
04/04/2021 at 20:46
Ciao Bef e Talia
Atmosfera ben descritta, credibile.
Abbiamo fatto conoscenza di Giacomo…
Conosciamo l’uomo col codino…
06/04/2021 at 11:55
Ciao Louise,
credo che sarà la macchina fotografica a spuntarla, ma ci sarà modo di tornare sull’uomo al codino, nel corso dei capitoli, non ci sono dubbi (è uno dei personaggi obbligatori dell’esperimento di scrittura XD)
Grazie mille della lettura e del commento,
ciao, Bef.
03/04/2021 at 09:08
Ciao, ragazze!
La cosa bella di questo esperimento è scoprire come gli altri autori vedono i personaggi in comune. Trovo stimolante scrivere così e mi aspetto di imparare anche qualcosa, che non guasta mai.
Vi siete calate bene nella personalità di Giacomo, ora mi aspetto che lo facciate tremare al cospetto di un terrore cieco.
Alla prossima!
06/04/2021 at 11:53
O di un terrore che ci vede benissimo! XD
Ciao, K, grazie a te per averci imbarcato 🙂
03/04/2021 at 00:31
Il flash di una macchina fotografica, così lo aggangio agli altri personaggi nelle altre storie 🙂
Ciao! Di solito non seguo gli horror ma questo è un esperimento fatto con altri autori, quindi faccio un’eccezione e vediamo dove mi porta 🙂
Ciao 🙂
PS: BUONA PASQUA!
06/04/2021 at 11:52
Ciao Red,
abbiamo in mente un horror abbastanza classico nel genere, speriamo tu possa apprezzarne la lettura anche se non nelle tue corde.
grazie del commento e del voto 🙂
03/04/2021 at 00:03
Ciao Bef, ciao Talia.
Voi siete l’esperimento di un esperimento. Niente male, direi. E’ sempre bello conoscere qualcuno con le stesse passioni e ritrovarsi ,poi, a scrivere insieme.
Fa bene, è molto creativo.
Scelgo il flash d’una macchina fotografica.
Al prossimo capitolo.
Ilaria
06/04/2021 at 11:51
Ciao Ilaria,
sì, ormai ci siamo cascate già tre o quattro volte a “inventare storie” insieme e ci siamo sempre divertite, cercheremo di farlo anche stavolta, sperando che si divertano anche gli altri 🙂
Grazie, collega di crociera 🙂
02/04/2021 at 21:42
Bef, Talia,
ho letto più volte questo capitolo. Ogni frase è densa di significati e se siete riuscite a rendere così tanto in un unico capito, con i prossimi 9 mi aspetto grandi cose.
Penso che una nave da crociera sia un ottimo crogiolo per un horror, con i suoi corridoi claustrofobici e il senso di agorafobia del mare aperto.
Davvero interessante.
A presto.
06/04/2021 at 11:48
Ciao Christian,
speriamo anche noi che questa nave nell’oceano diventi la cornice di una storia spaventosa d’effetto, faremo del nostro meglio.
Grazie del supporto, collega di esperimento 🙂
02/04/2021 at 18:41
Voto macchina fotografica perché sto seguendo i vari incipit di questo interessante esperimento di scrittura e qui sento la mancanza appunto di una fotografia. Ciao Bef and Talia, complimenti per questa avventura a più autori, l’episodio qui narrato è scorrevole e perciò seguo volentieri e con curiosità il racconto oltre che il progetto nel complesso. Al prossimo.
03/04/2021 at 17:09
Ciao Tinarica,
sì, credo che per ovvie ragioni la fotografa sembri la soluzione più evidente.
Speriamo che il seguito possa piacerti 🙂