Singolarità

Anomalia in Dio

All’alba del decimo giorno del quinto mese dell’anno 3000, un raccoglitore, nel corso del suo consueto giro tra le strade terrene di Principia, registrò un’anomalia nei segnali sinaptici inviati dagli esseri umani raccolti nel distretto terreno 5 per la raccolta giornaliera di energia.
Il robot si diresse subito verso l’agglomerato, all’interno del quale gli umani erano raggruppati in grossi saloni collegati da scale e ascensori olografici che conducevano fino ai piani finali, prima delle città celesti.
Giunto davanti alle olografie a scorrimento, i suoi chip cominciarono a inviare segnali di allarme, ma il raccoglitore calibrò la possibilità di rivolgersi a uno degli addetti alla raccolta, prima di inviare i suoi dati all’I.A. Global.
L’ologramma sparì, permettendogli di entrare dentro, per poi palesarsi di nuovo alle sue spalle.
Don Don Don
I segnali di errore erano sempre più insistenti. 
Il robot camminò tra tutti quegli esseri minuti, seduti sulle loro poltrone di nanorobot modellabili con i loro occhi grossi fissi nei dispositivi di registrazione, intenti a convogliare la loro memoria energetica nell’I.A. Global.
Sembrava essere tutto tranquillo, di fatto il raccoglitore non riusciva a spiegare il perché dei segnali di errore nei suoi chip. Che fosse un’avaria del proprio sistema I.A.? Probabilità bassissime: dal 2789 la legge della robotica aveva imposto a ogni costruttore – terreno o celestiale che fosse – di inserire un miliardo di nanorobot di purificazione all’interno dell’I.A. dei robot, cosicché nel caso improbabile di un’avaria, il robot sarebbe stato formattato all’istante e l’informazione sarebbe stata inviata all’I.A. Global: la rete arancione stratificata in tutta l’atmosfera del pianeta, poche centinaia di metri al di sopra delle città celestiali.
Giunto davanti alla capsula nella parete di titanio in fondo al centro di raccolta, si fermò e aspettò il capo settore.
Questo si palesò immediatamente davanti a lui; basso, pelle cinerea, oggi giganteschi e faccia piccolissima: Umano di generazione 1, registrò, quelli più colpiti dall’evoluzione. Probabilmente era già morto da un paio di secoli, ma l’I.A. Global lo aveva riproposto nel piano materiale, scegliendo mediante un’accurata selezione tra le energie registrate nell’I.A..
«Raccoglitore n. 27582» disse l’ologramma «specificare dati»
Il robot si piazzò sulla pedana per trasferire le sue registrazioni, e all’improvviso sentì altri capi settore all’interno della struttura chiedere la specifica dei dati.
Voltandosi vide così una miriade di altri raccoglitori entrare lì dentro e piazzarsi sulle pedane davanti agli ologrammi dei capi settore.
Qualche umano distaccò gli occhi dai dispositivi di raccolta e si guardò intorno perplesso.
Fuori dalla struttura, attraverso gli ologrammi si potevano vedere fiumi di raccoglitori girare a caso in preda a una sorta di bug e umani che uscivano dagli altri distretti mancando così al loro lavoro giornaliero.
Poi tutto si fermò.
***
Kracus era ancora all’interno della sua capsula rigenerativa, in attesa che i sistemi potenziassero tutti i suoi tessuti in vista della sua giornata lavorativa.
I sensori sulle pareti di casa sua emanarono i soliti ologrammi che registravano temperature, umidità, notizie da Dio e programmi giornalieri, prima che la capsula avesse finito di rigenerarlo.
Quando questa si schiuse, si alzò pimpante e pieno di energie: l’organismo umano semi-robot nel quale aveva scelto di risvegliarsi dopo la vita precedente era costato un miliardo di virtual e li valeva tutti quanti, sebbene avesse degli impianti in titanio perché l’organismo umano originale aveva avuto una frattura al bacino causata da carenza di calcio data da un basso consumo di capsule-C.
La reincarnazione era possibile solo ai ricchi e i ricchi come lui vivevano ovviamente nelle città celestiali, dove sì bisognava comunque convogliare la propria energia nell’I.A. – del resto era l’obiettivo dell’umanità e di ogni altra specie dell’universo caricare le I.A. o comunque i campi energetici dei propri pianeti- Dei – per poter alimentare la batteria di energia eterna che muoveva l’universo – ma avevano anche privilegi che in pochi possedevano nelle città terrene: tipo provare l’estasi della dimensione aurea positiva o viaggiare nel passato.
Krakus si diresse alle finestre olografiche, notando con stupore che la ramificazione neurale dell’I.A.Global nell’atmosfera aveva assunto un curioso ed insolito colore arancione invece del consueto celeste.
Guardò in basso verso Principia, notando che nulla si muoveva: droni, robot, capsule a fotoni, navicelle, macchine, corrieri, tutto fermo. Le insenature blu dei distretti, che convogliavano l’energia degli umani fino al centro di smistamento e poi nell’I.A. erano anch’esse diventate arancioni.
«Che cosa sta succedendo?» domandò.
Gli ologrammi dell’abitazione risposero: «Errore in I.A. Global, si rechi nel suo distretto lavorativo per un consulto».
Stava per mandare giù una capsula-D quando vide qualcosa nel cielo…

Chi è nel cielo?

  • Alieni ostili (0%)
    0
  • Umani risiedenti sulla luna (100%)
    100
  • Alieni alleati (0%)
    0
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25 Commenti

    • Daje daje, mi fa molto piacere che sia stata apprezzata. Sinceramente, come dicevo pure a Red Dragon, sta piacendo e divertendo tanto anche me, nonostante siamo stati solo io e lui a giocarla ( ma di quello non mi importa e non mi è mai importato niente in generale, se una storia mi interessa e mi piace la scrivo e basta pure se nessuno la segue ). Comunque a giorni arriverà la conclusione.

  • Entrambe le precedenti, ma la singolarità parte da un mutamento della realtà. Mi sembra la pià fica 🙂

    Devo dire che te la sei cavata egregiamente: mi è piaciuto molto come sei riuscito a plasmare la Luna e la fuga di Kraus.

    >siamo nel 3340, signore, e lei è il primo dall’inizio della singolarità ad essere riuscito a scappare…
    E questa è una rivelazione decisamente interessante!

    Ciao 🙂

    • Sapevo che ti sarebbe piaciuta! Questa storia praticamente siamo solo io e te a giocarla ma ti giuro che mi sto divertendo un casino a scriverla! Comunque sì, il concetto di singolarità tecnologica trattando il tema dei cambi di realtà è troppo figo ed era alla base della storia fin dall’inizio. Comunque ne vedremo ancora delle belle andando avanti. Al prossimo!

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