Anche stanotte

Dove eravamo rimasti?

Fece scendere le mani ancora più in basso, vero? Inguine (67%)

Mare

Un tuffo in mare aperto.

Affondò in sé stessa e si rese conto che stentava a restare a galla.

Le vennero in mente quelle torride giornate estive passate su spiagge dalla sabbia rovente, l’afa, le gocce di sudore che rigavano tutto il corpo e quella corsa disperata a quella fonte di acqua salata, quella fonte salvifica e fresca dalle profondità inesplorate.

I brividi che percorrevano quel corpo eccitato si equiparavano ai brividi che quell’acqua gelida provocava a contatto con la pelle bollente. E lei scottava come quelle mattine passate impassibile sotto al sole sperando di far cambiare colore alla sua pelle pallida.

Scottava e godeva come allora a sentire il sudore addosso, a sentirsi bagnata prima e dopo, a prendere tutto.

La violenza delle onde che si infrangevano sul suo corpo che avanzava veloce in acqua erano pari alla prepotenza del piacere che si stava procurando, quelle mani che avevano spostato sapienti i volumi d’acqua per farla avanzare in quel materiale cristallino erano le stesse che ora si muovevano nelle sue profondità sporcandosi del suo liquido stesso.

Annegò quando sentì arrivare il suo piacere all’apice, l’orgasmo le si soffocò in gola come se l’acqua che fino ad ora aveva riempito la sua mente fosse traboccata fino a riempirle la bocca e prima ancora il suo sesso, il tutto.

Poi la calma.

Stesa supina fissava il soffitto e immaginava il cielo vasto e azzurro rischiarato ancora dal sole forte, adesso era quieta e con gli occhi socchiusi si godeva la pelle umida appena uscita da quella battaglia, ricordava gli attimi immensi di quando restava a galla lasciandosi trasportare dal movimento lento delle onde e lasciava che fossero loro soltanto ad accarezzare ogni parte del corpo, a stendere i suoi capelli, a far naufragare lontano qualsiasi pensiero.

Più portava alla mente quelle immagini estive più riusciva a sentirsi addosso l’umidità e la salsedine e a mescolare i movimenti profondi di quella massa d’acqua con quelli del corpo suo e di quelli dei suoi amanti. Ora erano mare e poteva percorrere ancora e ancora non solo le linee sinuose del corpo suo che veniva a galla in modo casuale da quella pozza di acqua immaginare, ma poteva anche ripercorrere tutti gli altri corpi: erano alche che si attorcigliavano piano lungo le sue estremità come dita che la cercavano, era la sabbia che si modellava in curve morbide e calde come il corpo di lui che si arrendeva alle sue strette e quella moltitudine di granelli erano tutti i gemiti, le ferite, le lacrime nascoste e le voci eccitate, i pensieri, i tremori e le risate che aveva accumulato negli anni. La sua spiaggia personale.

Rimase a galla nel mare di coperte finché non la sorprese il suono acuto del campanello di casa.

Chi sarà alla porta?

  • Lei non va ad aprire (0%)
    0
  • Lui (33%)
    33
  • Il postino con un pacco (67%)
    67
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23 Commenti

  • Capitolo 9)

    Ehi!

    Il capitolo è un viaggio onirico, si può dire. Mi è piaciuto lo stile che hai voluto adottare per questa parte della storia. Forse, un po’ breve rispetto al resto? Oppure è l’impostazione del capitolo che lo fa sembrare così corto?
    Certi capitoli hanno la propria lunghezza, questo lo capisco. 😉

    Trovi la lettura del capitolo sempre su Youtube:
    https://www.youtube.com/watch?v=HYCH2MFZNi0

    Alla prossima!

  • Arrivo molto tardi a questa serie.
    In Questo genere di racconti è piuttosto facile finire nel banale, quasi nella noia del già visto. Ma tu non cadi mai nel tranello, la tua scrittura è asciutta e pulita e ricorda le pennellate di un pittore capace. Mi è piaciuto molto questo primo episodio dove quasi riuscivo a sentire il suono accattivante dei tacchi alti della protagonista.
    Alla prossima lettura.
    Ciao

  • Ed eccomi qui: raggiunta!

    Cercherò di stare al passo, d’ora in poi 😀

    Voglio vedere sin dove vuoi arrivare con la storia, quindi non mi sbilancio in considerazioni per ora.
    L’unica cosa che posso notare è il rischio della ripetitività in questo genere di storie. Potresti osare con qualche metafora o simbolo per consentire al lettore di viaggiare con le immagini 🙂
    Ovviamente, prendi il mio consiglio per quello che è: il parere di un tizio qualsiasi! 🙂

    Alla prossima!

  • Ciao Fra_S, aspettavo il continuo da un bel po’! Mi piace moltissimo il tuo modo di scrivere, riesci a gestire l’eors in modo incredibile. Mi è piaciuto come hai usato il temporale anche durante l’incontro, un equilibrio perfetto. Ho votato che lei sparisce nella pioggia. Al prossimo capitolo, spero molto presto! 😀

  • Ciao! ho scelto “Il rossetto”, ma sono in minoranza.
    Motivo la mia scelta: tutta la scena mi è sembrata, come hai detto tu, un noir. Mi è quasi parso di sentire la musica jazz in sottofondo mentre vedevo la scena in bianco e nero, con solo le tonalità forti presenti: grigio, bianco, soprattutto il rosso.
    Adoro i capitoli colorati, mi sembra quasi come se vedessi la musica (è una mia idea un po’ difficile da rendere, lo so), e il tuo mi è piaciuto molto soprattutto per queste sensazioni.
    Il rosso del rossetto, quindi, era una scelta obbligata.
    Al prossimo capitolo!

  • Ciao, tu sì, davvero esplicita ma simpatica in un genere difficile da gestire. Io ho scelto una strada leggermente diversa dove l’eroe di fa largo a spallate tra le convenzioni e i sentimenti c He spesso hanno il sopravvento, ti seguo naturalmente ho votato l’eccitazione di lei… Ciao

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