Death game: ne resterà solo uno

Primo turno

“Signore e signori, inizio dandovi il benvenuto e ringraziandovi della vostra presenza…” tuonò una voce metallica. 

“Pff, come se avessi avuto scelta” sbottò in risposta un tipo che fino ad allora era rimasto in disparte, con le spalle al muro. Era minuto e striminzito, ma aveva l’aria di qualcuno che è bene non far spazientire. 

“Anche tu, allora…?” esclamò in risposta una ragazzina seduta dinanzi il grande tavolo rotondo al centro della stanza. “Anche voi…?”

“Silenzio!” la voce metallica aveva ripreso a parlare, e questa volta il suo tono pareva ben meno indulgente. “D’ora in poi potrete riprendere a parlare solo quando vi avrò dato il via libera” indugiò qualche secondo, come volesse accertarsi che gli ordini venissero eseguiti. “Bene, e adesso le presentazioni: Juan, 34 anni, tecnico informatico…”

Un uomo dalla pelle abbronzata e dai lunghi ricci corvini alzò la mano in risposta. 

“…Ann, 40 anni, avvocato divorzista…”

Questa volta fu il turno di una donna in gonna e giacca grigia, dall’apparenza rigida e intransigente. I suoi occhi si mossero appena nel riconoscere il suo nome, la sua mano saettò in alto velocemente mostrando lo smalto rosso, steso impeccabilmente.

“…Alice, 16 anni, studentessa di liceo…”

La ragazza, ancora seduta al tavolo, fece un grosso sorriso. 

“Sedici?” esclamò qualcuno con immensa sorpresa, ma la voce lo interruppe mettendolo a tacere. 

“…Steven, 23 anni, musicista…”

L’uomo annuì impercettibilmente, facendo oscillare la coda di cavallo che raccoglieva i suoi fluenti capelli castani. 

“…Emery, 70 anni, casalinga…”

L’anziana signora non rispose al richiamo: d’altronde pareva l’unica, in quella stanza, ad aver passato la quarantina. Si limitò ad abbassare lo sguardo ai piedi, sentendo, forse, gli sguardi di tutti addosso. 

“…Richard,  32 anni, giornalista…”

L’uomo mugugnò qualcosa in risposta, poi afferrò una borsa che aveva poggiato a terra poco distante e decise, infine, di prendere posto al tavolo, facendo compagnia ad Alice. 

“…Brian, 34 anni, guida turistica…”

Seguendo l’esempio degli altri, anche lui decise di alzare il braccio per identificarsi: il suo corpo era un fascio di muscoli bronzei e i suoi capelli avevano quel biondo scolorito di chi passa molto tempo al sole. 

“…e continuiamo con Roy, 18 anni, disoccupato…”

Il ragazzino non disse niente, neanche una parola.Braccia conserte e sguardo basso, non parve reagire alla nomina.Tutto ciò che risultava visibile erano i suoi capelli rossi e la sua maglia larga. 

“…Shawn, 22 anni, studente universitario…”

Era il ragazzo che aveva parlato per primo: ancora in disparte con le spalle al muro, il viso pallido incorniciato da lunghi capelli scuri, seguì l’esempio del suo quasi-coetaneo e decise di non rispondere, ma alzò gli occhi quanto bastò per capire che gli altri avessero associato il suo nome al giusto volto. 

“… e Ozzie, 38 anni, tassista…”

L’ultimo era un uomo che non portava bene i suoi anni: curvo e corpulento, sembrava quasi fare fatica a stare in piedi. 

“…e con questo abbiamo concluso. Ecco le ultime direttive: le porte della stanza sono state sigillate: d’ora in poi nessuno potrà entrare né uscire fino alla fine dell’esperimento. Inoltre, il tavolo al centro ha un posto per tutti: appena finirò di parlare, un piccolo schermo touch apparirà davanti ogni seduta. I comandi sono molto semplici: appariranno dieci pulsanti, uno per ogni nome. Avete tutto il tempo che volete per decidere un nome alla volta: al termine della votazione corrisponde la fine del turno e si procederà con il successivo, fino a quando non rimarrà uno solo di voi, il vincitore”. 

“Che succede a chi viene scelto?” chiese Brian, alzando la voce. 

“Verrà eliminato”

“E dire che ho fatto tutta questa strada per partecipare alla stupida copia di un reality show” sbuffò Roy, interdetto. 

“Bene: ho detto tutto ciò che avevo da dire. Che il primo turno cominci, e assicuratevi di votare con criterio! Chiacchierate pure quanto volete”

“Con criterio dice” ghignò Shawn, senza rivolgersi a nessuno in particolare. “Ma se non ci conosciamo nemmeno”

“Votiamo il più brutto!” propose Alice tra una risata e l’altra, mostrando almeno la metà dei pochi anni che aveva. Nello stesso momento in cui parlò, i piccoli schermi tutto attorno al tavolo si illuminarono quasi in risposta. “Votiamo per Ozzie!”

“Che lo facciate pure, non importa” scosse le spalle quello, con noncuranza. 

“Ops, credo di aver già votato” ammise Richard, imbarazzato. “Avevo la mano sullo schermo quando si è acceso”

“Chi hai preso?” chiese Shawn avvicinandosi. 

“Brian” 

“Credo che farò lo stesso. E’ meglio se facciamo una scelta univoca: non rischiamo i pareggi e finiamo prima” disse Shawn, mettendosi a sedere. 

“E Brian sia” concordò Roy. 

“N-no, cosa?” provò a difendersi Brian. “Perché io? Perché..?”

Ma non fece in tempo.

Ci fu un bip quando il nono voto fu inserito, seguito da un attimo di attesa.

Poi Brian sbarrò gli occhi, ammutolì e cadde a terra, esanime. 

Nessuno riuscì a spiccicare parola. 

Chi verrà votato al secondo turno?

  • Ann (67%)
    67
  • Emery (33%)
    33
  • Richard (0%)
    0
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