Ocra
Firenze sa di marcio, alla fine dell’inverno.
I lungarni, la gente, l’aria incanalata sotto i ponti… Tutto è impastato di quell’umidità putrescente che, legata al respiro, converte le viscere in sostanza che non s’adagia mai.
E che graffia la gola di Samuel.
Come spente sono le foglie che calpesta sfuggevole, così lo sono anche gli sguardi vaghi e severi che incontra. Pur impegnandosi con la maestria di un danzatore di classica nel passare leggiadro tra i loro fianchi, non riesce a evitarli del tutto. Lo sente in quel quadrato di pelle offesa dalla loro invadenza e che, di colpo, prende fuoco risuonando come un campanello allarmato in una stanza buia della sua coscienza.
«Che bel sole!», gli urla tutta gioiosa la solita vecchietta, incorniciata dalla recinzione del suo giardino di gardenie spoglie. Quando il tempo non le consente di uscire, bussa dall’interno sulla finestra vetusta, agitando la mano allegra. Gli zigomi arricciati sono alleggeriti dalla montatura color panna degli occhiali.
Il suo tachimetro si è congelato nell’attimo in cui ha compiuto cento anni.
Lo squillo gli si riversa nelle orecchie come se il lenzuolo dei pensieri si fosse posato su di un letto di chiodi, e il sussulto gli fa perdere rassegnato il ritmo dei passi. Per un attimo è certo che il frastuono provenga dalle folate fresche e incerte che aderiscono al viso.
«Rispondi», sibila con indolenza all’olophone. La chiamata si apre sulla voce alienata e lontana di Antonella.
«Samuel, sto ancora aspettando che tu mi faccia sapere.»
Domo arigatou!, esclama nella sua testa, ringraziando la regolazione automatica del volume che ha appena evitato conseguenze nefaste all’udito.
Scoprire di essere incinta di nuovo l’ha resa ancor più imprevedibile; non si concede neanche una sosta dalla sua frenetica routine, e lui lì, costretto a subirla a testa bassa, da mesi limitato nell’esprimersi liberamente per non alterarle umori e scelte.
Per precauzione Samuel sfiora il polso e abbassa ancora la voce di Antonella.
«Buongiorno anche a te…»
Ha di nuovo quel nodo alla gola, divenuto una costante, ogniqualvolta affrontano certi argomenti.
Le vibrazioni della metro sub-fluviale gli solleticano le suole delle Mizuno scartate il giorno prima. Con uno scatto taglia la strada che prosegue sul ponte; è preso dalla telefonata, ma mentre attraversa, il traffico gli è clemente.
Continua parallelo al fiume.
«Samuel!»
Quando s’intestardisce, Antonella diventa un’estranea, finendo per impersonare il ruolo da dirigente che ricopre già per l’azienda interinale dove lavorano. «Non farmi ripetere sempre le stesse cose…», è una donna devastata dalla vita. «È il modo migliore per liberarcene», conclude teatralmente, ma controllata.
«Anto, sto correndo, e comunque non ho avuto il tempo di pensarci, oggi. Stasera ne parliamo!»
«Stasera dev’essere morta!», l’urlo taglia l’oceano incidendo per qualche momento l’etere.
Samuel chiude senza replicare, palesando un’inconsueta fermezza. Le dita epilettiche sanno che ha innescato la più banale delle bombe a orologeria; una sfuriata telefonica che gli potrà piombare addosso in ogni istante da ora in avanti. Senza considerare il bonus faccia a faccia al suo rientro da Hong Kong.
Per due interminabili minuti, conta i secondi con gli occhi fissi sul quadrante; nello stesso tempo, il suo avanzare si è quasi convertito in un timido saltellare sul posto.
Non succede nulla. Ancora. Strano.
Resta con un’ansia che, ne è conscio, si porterà appresso per un bel po’. Di quella che s’infila come zavorra tra le fibre muscolari delle cosce.
Passa il braccio sulla fronte, a mo’ di tergicristallo, e si sorprende a riprendere la corsa più forte di prima.
Dopo la chiamata, l’aria sembra più rigida. Il cuore, lui è rinvigorito: ne avverte distintamente i battiti.
Si è lasciato dietro qualche chilometro, eppure soltanto ora, scemata l’adrenalina generata da quel mazzetto di parole scambiate col suo capufficio, si accorge di certe cose. Come se qualcuno avesse d’un tratto puntato un riflettore sull’ambiente circostante.
Nota: altro marciume accumulato ai margini della pista ciclabile; lì accanto, lo sfibrato muretto di mattoncini rossi che gli tiene compagnia quasi dall’inizio dell’allenamento; la rugiada incastrata nella vegetazione paglierina della cunetta.
Vede anche: l’incredulità dei passanti, alcuni dei quali chiaramente infastiditi dopo esser entrati in contatto col suo fiato; il sorriso di una bimba stipata nel suo passeggino, intenta a dialogare con un invisibile interlocutore dall’altro capo del telefono giocattolo, giallo come la cuffietta che indossa fin sotto le orecchie; una bicicletta elettrica che sfreccia sulla corsia pedonale, con grande nonchalance. L’altoparlante del club di canottaggio che era avvezzo frequentare in adolescenza con Alberto, che non sente da tanto.
L’altoparlante…
…il suo frastuono è così nitido e spesso da riempirgli la testa, donandogli un’anticipazione in alta definizione del panorama che si aprirà tra poco, superato il filare di buganvillee.
Samuel deve decidere se sopprimere la sua cagnolina. Cosa accade ora?
- Prosegue la corsa cercando di scacciare i pensieri. (25%)
- Dopo tanto tempo riceve una telefonata da Alberto. (16%)
- La sirena del campus di canottaggio fa riaffiorare un ricordo. (59%)

20/05/2022 at 09:40
Ciao J C, quello che ho capito io è il motivo dominante della fuga e l’improbabile salvezza. Il tuo viaggiare inseguito dagli incubi per un attimo mi ha fatto sorridere quando A. Scivola sugli scogli… Una caduta che potrebbe essere goffa, stupida e invece è un valido esercizio di scrittura per raccontare un dramma pazzo e quasi inconsapevole.
Bello il finale con la fuga che resta fuga anche con la resa. Questo ho capito io.
Certamente una lettura complessa e complicata dalla riduzione forzosa, sicuramente roba per palati fini ( e affezionati). Mi dispiace solo per le tante sfumature che non ho saputo cogliere, perché so quanto ti devono essere costate. Al prossimo viaggio, magari un inedito stavolta! Ciao?
19/05/2022 at 01:44
Capitolo 10)
Alla fine ci sei riuscito: complimenti Jose!
So quanto sia stato difficile ridurre così tanto, e temo l’eccesso di riduzione abbia finito per mutilarti questo finale. Un peccato. Tuttavia il viaggio è giunto al termine, trasformando le immagini in sensazioni. Ho avvertito decisamente rassegnazione, anzi, accettazione del fato.
Spero riuscirai a dare una forma definitiva al romanzo, alla fine 🙂
Tienimi aggiornato!
Trovi la lettura sempre su Youtube:
https://youtu.be/ciIYOI5iL9o
Alla prossima Jose!
15/05/2022 at 21:05
Non so se è perché passato troppo tempo o se è perché non si capisce e basta, ma io non ci ho capito niente nel finale… Sembra siano tutti morti e non si sa il perché…
Ciao 🙂
15/05/2022 at 21:51
Ciao Red,
Grazie di essere passato.
Non so rispondere alla tua domanda.
Posso dirti però, con assoluta certezza, che io non ho mai capito tutti i finali dei romanzi che ho letto, più che altro mi godevo il “viaggio” e le sensazioni che mi trasmetteva.
Magari se hai voglia rileggiti i precedenti 9 capitoli ?
Buona lettura ?
21/01/2022 at 22:47
Ciao!
Mi è piaciuto un sacco questo capitolo in cui si vede il rapporto con Marlene, con il colpo di scena finale con Antonella.
Io voto per Saccente!
Complimenti e aspetto il prossimo capitolo con mooolta curiosità :3
22/01/2022 at 14:48
Ciao Sara,
Grazie del tuo commento e dei complimenti.
Vi chiedo un attimo di pazienza e vi regalerò un finale particolare.
A presto ?
21/01/2022 at 17:16
C’è giustamente interesse e curiosità per il prossimo episodio, qui c’è voglia di sapere come proseguirà. Complimenti.
22/01/2022 at 14:46
Ciao!
Grazie del tuo commento e dei complimenti.
A breve il mio ultimo capitolo.
A presto ?
20/01/2022 at 17:30
Ciao Jose!
Tre opzioni tutte simpatiche, soprattutto quella dello scrittore ??. Ho scelto cmq saccente, vediamo come reagisce Samuel alla determinazione di Antonella; alfine siamo alla resa dei loro conti, dopo un viaggio che tu definisci un’Odissea, ma Penelope è tutt’altro che accondiscendente.
Anche qui bravo a portarci nel mondo delle tue immagini, per poi virare sulla piccola questione domestica.
Ok decidi tu, io son qua; ciao alla prossima!
22/01/2022 at 14:42
Ciao Danilo,
Grazie come sempre della fiducia e dell’accurata analisi.
Non vi farò attendere troppo, ma dovete avere un po’ di pazienza.
E credo non ve ne pentirete.
A prestissimo ☺️
15/01/2022 at 15:48
Daiiii quanto manca al prossimo episodio? Voglio sapere come sarà il finale
15/01/2022 at 16:29
?
Ciao Ale!
Eh, sto un po’ incasinato…
Ma comunque non vi faccio attendere più di due settimane ?
11/01/2022 at 03:17
Ci credi che ho dovuto votare 3 volte? Spero non ti abbia inserito tre volte il voto! 😀
Ci lasci con questa immagine abbastanza divertente in questo nono capitolo, dandoci l’opportunità di dare sfogo a molte frustrazioni sul finale!
Aspetto di vedere come intendi concludere questa storia! 🙂
Trovi la lettura del 9′ capitolo sempre su Youtube:
https://youtu.be/ovDWSdG9VS0
Al prossimo, e ultimo, episodio!
11/01/2022 at 07:40
Ciao Giuseppe!
Grazie come sempre per il tuo tempo e per la tua analisi.
Nonché per la passione nel promuovere le storie pubblicate su questa piattaforma. Davvero lodevole! ☺️
Ahimè, in vista dei miei mille impegni devo dirti (dirvi) fin da ora che starò bello incasinato per le prossime tre settimane…
Io ho già in testa il finale da tempo; ma non posso purtroppo concentrarmi sulla scrittura prima di venti giorni (pensa che per scrivere ste due pagine e mezzo ci devo mettere anima e core per tutto un weekend).
Restami fedele e non te ne pentirai ??