tocco d’artista

tatto, olfatto, contatto!

«Ecco,» disse il professor Biancogiglio «la meraviglia che vedi è il fine ultimo, la vera e propria dissoluzione di un percorso creativo nato chissà quando e come e per volontà di chi. Di quel percorso, che puoi immaginare facile oppure, magari, difficile, impervio, reso tale da ostacoli di ogni natura, in ogni misura… di quel percorso, dicevo, non resterà nulla. Forse una vaga memoria in qualche anfratto del cervello dell’artista? Certo;  e certo nei libri paga dei collaboratori; nei conti dei fornitori… Eppure questo percorso potrebbe rivelarsi sostanza esso stesso, valido e mirabile quanto il fine perseguito. Vedi,» continuò l’illustre accademico «si potrebbe per assurdo considerare che se quest’opera eccelsa domani venisse distrutta che so… da un fulmine, di lei rimarrebbe solo, forse qualche foto. E allora sì che la fase creativa, la sua vita di bozza, modello, -in scala o no è lo stesso-,  le correzioni, i ripensamenti, le rinunce, tornerebbero a brillare e rilucere intorno ad essa perché sono state parte integrante di lei e incidono più di lei perché molto più a lungo sono vissute ed evolute col tempo mai corrose dal fulmine maledetto: quello no, non le riguarda, loro c’erano prima e non furono toccate.»

La giovane studentessa con l’abitino morbido rosso bordò, la testolina in su a rimirare il grande quadro davanti a lei appeso sulla parete bianca, immensa di quel gran salone del grande museo civico della sua grande città, ebbe un brivido.

«Immagina,» riprese lui «immagina: chiudi un attimo gli occhi, i momenti transitori del giorno. L’aurora, il crepuscolo… così fragili e penetranti, capaci di stordire, capaci di restituirci la natura bambina, quella impura e innocente al tempo stesso, che accarezza e non picchia, che promette senza dover necessariamente mantenere giacché non le compete. Sono, quelli, i luoghi della poesia. Quei momenti appartengono alle persone che non si fermano mai, che s’inebriano d’un nulla prima che scompaia e sembrano saper cogliere il profumo delle cose acerbe, incomplete, che non sono destinate a maturare ma piuttosto a cedere il passo e morire.

Vedi, cara… Nadia vero? Vedi Nadia, chi apprezza il vigore come me e te, la forza indomabile del mezzogiorno, delle campane in festa, di un tuffo, di un bicchiere d’acqua ristoratore, non è dei loro.»

La ragazza guardò in su al viso dell’uomo accanto a lei, la sua barba sale e pepe, le labbra carnose. Sorrise debolmente riconoscendosi in quelle parole ma il sorriso, anche quello, come tutto durò poco.

L’uomo guardava avanti, al grande quadro del grande artista e invece la sua mano frugava in basso tra le natiche della fanciulla e alla parola vigore spinse più forte, togliendole ogni dubbio a proposito di quello che stava succedendo.

Lei provò senza voltarsi a sbirciare intorno, si sentì osservata, ma era paralizzata dall’imbarazzo. Allora decise di non fare nulla, del resto tutto dura poco, si disse, e tra poco saremo fuori di qui.

«…Loro sono quelli che in amore ardono di desiderio eppure cedono alla delusione per un sì precoce; sono quelli che nel sesso spostano sempre più in là ogni traguardo perché sarebbe, quello, l’assassinio del desiderio stesso e, soprattutto della ricerca del desiderio. Quello che desideri, dicono, non lo puoi esaudire senza annientarlo e alienarlo per sempre perché desiderio e oggetto del desiderio non possono coesistere.»

“Sì, come no!” pensò lei.

«…Sai, mia nonna ascoltava a volte delle vecchie arie napoletane e, ascoltandole piangeva di commozione. Un attimo dopo la fine della canzone però si dava della stupida. L’emozione era finita e a lei restava solo la consapevolezza di essere solo invecchiata di cinque minuti: diceva proprio così. Mentre ascoltava era in volo e incontrava strani compagni di viaggio, con l’ultima nota precipitava sulla terra, e il suo umore, appassito, la faceva sentire solo più vecchia.»

La mano destra di Biancogiglio oramai era a mèta da un pezzo e non sembrava avere intenzione di cambiare rotta. Il vestitino cominciava a sgualcirsi, la ragazza aveva caldo e ogni tanto guardava alla faccia da cazzo di lui, immobile, fissa sul quadro come se lei non esistesse. Eppure, a un certo punto le parve di cogliere una nota di emozione nella sua voce mentre una piccola gocciolina di sudore gli imperlava il mento.

«…Conosco persone che si occupano di progetti complessi, lunghi e faticosi, li seguono fin dal primo passo in ogni dettaglio, affascinati e compresi nel loro ruolo. Quando giungono al compimento dell’opera alcuni vengono colti da un turbamento, uno scoramento, perché un attimo dopo, la loro creatura finita comincerà a disfarsi… Vedi cara… La grandezza dell’artista sta nel superare certi imbarazzi e puntare la prua verso il largo senza curarsi della riva che lascia. L’isola più bella è quella che si deve ancora raggiungere.»

“Certo –superare certi imbarazzi, puntare la prua- ogni parola una stretta e io stupida che lo prenderei a calci e invece quasi quasi lo lascio fare…”

Come continua la storia?

  • lui ci condurrà a conoscere anche altri personaggi (0%)
    0
  • Le avventure di Nadia continuano con o senza di lui (80%)
    80
  • Finisce lì, si cambia tutto (20%)
    20
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125 Commenti

    • Brava Isabella, acutissima come sempre hai colto bene il senso della chiusura con il professore. Era stato lui a iniziare a scatenare i dubbi e le paure in Nadia, e ritornare a lui con addirittura lei che in fondo gli da ragione significa proprio quello che hai detto: si chiude definitivamente una stagione e si apre al futuro. Grazie per averla letta fino alla fine. Al prossimo racconto. ciao 🙂

  • Ciao, Ottaviano.
    Quando ho letto 11 pensavo di avere le traveggole e invece… in qualche modo dovevano pur farti pubblicare il finale… finale che chiude in bellezza una storia particolare che mi è piaciuta a tratti (non per la tua capacità di esposizione, che resta eccellente, quanto per il tema trattato che a me, spero non me ne vorrai, non piace particolarmente).
    Hai chiuso bene, come c’era da aspettarsi, Nadia è cresciuta e ogni cosa è andata a posto.
    Pensi di tornare con un nuovo racconto?
    Nel caso, io ci sono.

    Buona giornata e alla prossima!

    • Ciao, non te ne voglio, ci mancherebbe!
      Io, per esempio non riesco a seguire le storie fantasy, quelle coi draghi e le fate… Ci provo, ci provo… Ma niente.
      Il prossimo racconto se verrà non so di che genere sarà… Vedremo. Grazie ancora! Buon Agosto e alla prossima! ?

  • Ciao Ottaviano, ricopio qui il commento che per sbaglio ho inviato a un lettore 😀
    “Il futuro è incerto, e io sono sola e imperfetta.” è la frase che sento più vicina a me. Complimenti, evoluzione riuscita per il personaggio di Nadia. Mi ha amareggiato in diversi punti la sua storia, proprio perché realistica. E alla fine tocca sempre alle donne fare passi indietro o a lato perché capiamo meglio le situazioni, e poi appunto rimaniamo sole e incomprese per via di uomini orgogliosi o stupidi. Senza generalizzare, ma per esperienza. Si cresce, come scrivi, ben oltre gli anni della maturità. Ciao.

    • “Il futuro è incerto, e io sono sola e imperfetta.”
      Siamo alla sintesi di tutto il processo. Prenderne coscienza non è da tutti, soprattutto all’età della spavalderia e dei sogni. Nadia è cresciuta in una sola estate, come capita solo nei romanzi, ma se qualcuno si può riconoscere in lei, vuol dire che è possibile. Grazie per la tua presenza e il sostegno. A presto, buona estate. 🙂

  • Ciao Ottaviano!
    Bello e sentito il pistolotto di Biancogiglio. Nadia compie un percorso notevole dal primo episodio all’ultimo; da spettatrice annoiata delle cose che le accadono a donna conscia delle proprie imperfezioni e dell’incertezza del futuro. Una parabola mirabile; sono contento che non sia successo nulla di peggio, da come parlava Dario nel precedente episodio ho pensato ci potesse scappare il morto, o la morta.
    Bravissimo nel disegnare il percorso di Nadia, in una galleria di personaggi tutti con qualcosa da insegnare alla protagonista, e che alla fine si dimostra una spanna sopra gli altri. Sentiti complimenti Ottaviano e alla prossima storia.
    Stammi molto bene!

    • Ciao carissimo, il tuo commento mi conforta: evidentemente ho fatto bene a raccontare questa storia, Nadia è cresciuta, Biancogiglio in parte riabilitato e i cattivi messi all’angolo. A Nadia adesso non resta che vivere: un dettaglio, cosa vuoi che sia!? Grazie tante per il tuo sostegno e appuntamento alla prossima storia. ciao 🙂

  • Ciao Ottaviano,
    avevo cominciato a leggere i primi capitoli del tuo racconto, poi lo avevo perso tra i mille che invadono la piattaforma. Oggi l’ho riletto per intero. È bello il tuo racconto, non lo dico per farti piacere. Sai scrivere, Mi piace il tuo modo un po’ cinico di vedere le cose, che non riesce a nascondere un fondo di malinconica tenerezza. Bravo, seguirò i tuoi prossimi lavori perciò a presto.

    • Ciao Anna Grazie, colgo l’occasione per dirti che proprio oggi ho pubblicato l’ultimo episodio che si intitola “Prologo” ma il titolo è stato spostato dalla piattaforma sull’episodio precedente… insomma c’è un po’ di confusione. Grazie per l’apprezzamento, alla prossima. ciao

  • Ciao Ottaviano!
    Perderanno entrambi anche per me, ed il dialogo è violenza e sopraffazione. La sconfitta che soprattutto Nadia vede chiaramente, a dispetto della giovane età; le sue elucubrazioni amare sono acute, complimenti per come sei capace di renderle con splendida sensibilità. “vittima della sua solitudine ma non certo del rimorso“ è un esempio, non l’unico, di quello che cercavo di dire.
    Ciao a presto!

  • Ciao, Ottaviano.
    Per come si è svolta l’intera vicenda, a miei occhi tragica fin dal principio, direi che perderanno entrambi.
    Quando ho visto che siamo al decimo episodio, ho pensato: ahia, mi sono persa qualcosa, e invece ho capito, leggendo gli altri commenti, che si tratta di un problema del sito. Spero davvero che tu riesca a risolvere il problema per poter dare un degno finale a questo tuo racconto.
    Alla prossima!

  • Ciao GiuliaS, prima di tutto grazie… cupo forse, sicuramente sofferto; ogni transizione si sa, si paga e Nadia sta pagando molto, perché inutile dirlo, un po’ di lei è rimasto attaccato a quel sogno di un amore marcio e impossibile. Sarà il tempo a dire chi aveva ragione, anzi sarete voi ( se il sito lo consentirà) grazie ancora, buona notte.?

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