Il ragazzo maledetto

Dove eravamo rimasti?

Luca è shockato dall'ultima rivelazione di Anna. Cosa decide di fare? Ignora le parole di Anna e decide di andare a cercare Amy in ospedale. (50%)

Una promessa per il bene di tutti

“Non ti credo” pensai.

Non riuscii a dirglielo.

Mi liberai dalla sua presa e mi diressi di corsa verso l’uscita.

Guardai di sfuggita l’orologio appeso nel corridoio; erano le 15:28, tra poco sarebbe arrivato il pullman che passa davanti all’ospedale.

Raggiunsi la fermata nell’esatto momento in cui arrivò e ci salii senza guardarmi indietro.

L’ospedale era ad appena 2 fermate di distanza dalla scuola; 10 minuti dopo ero davanti all’entrata.

Attraversai velocemente il salone principale, dirigendomi alla reception.

“Buon pomeriggio, stavo cercando una persona di nome Amy Parini”

La receptionist mi guardò un po’ stupita.

Mi aspettavo che rispondesse con un “non c’è nessuno con quel nome qui”, invece, dopo aver digitato rapidamente qualcosa su un monitor, mi disse: “Quinto piano, area riabilitazioni, camera 507”

Rimasi congelato sul posto, fino a quando la receptionist mi chiese: “Tutto bene?”

“S-sì, grazie mille” riuscii a risponderle, dirigendomi verso l’ascensore.

Sentivo il cuore pulsarmi dentro le orecchie; possibile che fosse la Amy che conoscevo e non qualcun altro?

Esitante, arrivai davanti alla stanza 507.

Passarono un paio di minuti buoni prima che mi convinsi a bussare.

“Avanti” rispose una voce femminile.

Entrai.

Nella stanza era presente una figura su una sedia a rotelle con una coperta sulle gambe.

Si trattava di una ragazza giovane, con capelli rossi mossi; stava guardando fuori dalla larga finestrata presente nella camera.

“Amy”

La figura si girò lentamente e, una volta che la vidi in faccia, riconobbi subito quel volto.

Era Amy.

Era la mia Amy.

Grosse lacrime iniziarono a rigarmi le guance.

“Ciao Luca, non pensavo di rivederti così presto. Se sei qui, probabilmente è perché Anna non è riuscita a mantenere la nostra promessa”

Fece un largo sorriso, molto più luminoso e caldo di quanto potesse essere il sole in quei giorni.

“Perché… Anna mi ha…”

“Lo so, sono stata io a chiederle di dirti così. Non volevo che mi vedessi in questo stato. Avevo paura che potessi perderti di nuovo”

Abbassai lo sguardo, soffocando le lacrime.

Avevano mentito tutti per il mio bene.

Amy si avvicinò a me e allargò le braccia, invitandomi tra di esse.

Ci abbracciammo e, dopo tanto tempo, sentii come se mi fossi tolto un enorme peso dallo stomaco.

“Non arrabbiarti con Anna quando la rivedi, ok?” mi sussurrò.

Rimanemmo così per quasi 5 minuti, fino a quando la porta della stanza si aprì.

Era Anna che, probabilmente, aveva corso fino a lì, dato che stava ansimando.

Prima che potessi parlare, Amy le disse: “Non dovresti sforzarti troppo date le tue condizioni”

“Che condizioni?” pensai.

“Intanto che siamo qui tutti, dovresti dirglielo”

Anna riprese fiato per circa un minuto, poi mi diede le spalle e si spostò tutti i capelli lungo una spalla.

Solo allora potei vedere una cicatrice alla base del collo a forma di X.

Poco dopo si girò verso di me, senza guardarmi direttamente.

“Ecco…la verità è che…ti prego Amy, diglielo tu, io non ci riesco”

“Va’ bene. Luca, devi sapere che Anna soffre di una rara malattia che le colpisce il sistema nervoso. Le sue capacità vitali stanno rallentando sempre di più. È come se il suo corpo si stesse spegnendo lentamente. I dottori le danno un’aspettativa di vita ancora di 8 anni massimo. Questa malattia le è stata diagnosticata quando eravamo in seconda media. Da allora, ogni circa 3 mesi, viene qui in ospedale per subire un piccolo intervento che le allunga la vita di qualche mese, ma non esiste ancora una cura”

Anna fece un passo verso di me: “Non volevo ancora dirtelo. Stavo aspettando che trovassi una persona affidabile a cui appoggiarti. Avevo paura che potessi bloccarti ancora. Avevo paura che non saresti più riuscito ad andare avanti se fosse successo. Quando ho conosciuto Martina e ho scoperto che le piacevi, mi è sembrata la persona perfetta per evitare che ciò ti accadesse. Le raccontai tutta la storia, tranne il fatto che Amy fosse ancora viva. Non è stato facile nasconderti tutto fino ad ora, ma era parte di una promessa che dovevo mantenere. Mi dispiace. Se deciderai di odiarmi, non ti biasimo”

Mi avvicinai a lei e la abbracciai.

“Scusa se ti ho fatto sopportare tutto questo” le dissi.

Anna scoppiò in lacrime e mi abbracciò a sua volta.

Sorrisi, pensando a quanto avessimo pianto entrambi in un solo giorno.

La porta della camera si aprì nuovamente ed entrò Martina.

“A quanto pare sembra che la verità sia venuta a galla” disse, sorridendomi “come ti senti?”

“Se devo essere sincero, sono un po’ confuso, ma mi sento sicuramente meglio di prima”

“Come ti ho detto, la maledizione non esiste. A tutti possono capitare delle cose del genere, purtroppo. Ma tu non hai nessuna colpa, ok?”

Annuii.

Finalmente avevo capito cosa intendesse dire quella volta.

Martina si voltò, come per uscire dalla stanza, ma si fermò.

Girandosi verso di me, disse: “Dimmi Luca, ora che sei al corrente di tutti i fatti, se dovessi scegliere, con chi ti metteresti insieme, in questo momento? So che non è una domanda appropriata al momento, ma mi piacerebbe saperlo”

Eccoci arrivati all'ultima scelta. Cosa risponderà Luca alla domanda di Martina?

  • Martina (50%)
    50
  • Anna (33%)
    33
  • Amy (17%)
    17
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49 Commenti

  • Ciao Riccardo!
    Complimenti per aver portato a termine il racconto, e per come lo hai terminato. E’ sempre una bella soddisfazione metter la parola fine, e tu lo hai fatto bene, con l’amarezza per il destino di Anna ma con la gioia per i progressi di Amy e per il matrimonio. Il protagonista insicuro ha davvero trovato una serie di amiche premurose ed affezionate, ed è cresciuto come persona.
    Complimenti ancora, ed alla prossima.
    Ciao!

  • Ciao Riccardo! Eccoci alla fine, quindi…una bellissima storia, davvero. Complimenti! Il blocco e l’amnesia di Luca, causati da un trauma come quello che ha subito, è un modo molto interessante per affrontare argomenti difficili come quelli del disturbo post-traumatico o della depressione e devo dire che tu hai fatto un ottimo lavoro. La storia è iniziata come un racconto semplice di un ragazzino alle prese con le solite problematiche di un adolescente, ma sei stato in grado di farla proseguire e farla diventare una storia importante, quindi bravo davvero!
    Spero di poter leggere presto un tuo nuovo racconto, chissà magari sulla vita di Martina 😀
    Mi piacerebbe restare in contatto con te, quindi se ti va seguimi su Twitter (anche se lì pubblico per lo più le mie storie in inglese, ma non importa!): il mio nome è Giulia_S92.
    Spero continuerai a seguire la mia storia, a breve pubblicherò un nuovo capitolo.
    Ancora complimenti e a presto!

    • Ciao Giulia!
      Grazie mille per avermi supportato fino alla fine e per tutti i complimenti!
      Adesso mi prenderò un attimo di pausa dallo scrivere, ma tornerò presto.
      Purtroppo non ho Twitter, ma nel caso creassi un account, ti verrò a seguire.
      Intanto, se vuoi, possiamo restare in contatto via Instagram.
      Il mio account è bacchiriccardo.
      Continuerò a seguire la tua storia con grande interesse.
      Alla prossima!

  • Ciao Riccardo!
    Scelgo Anna, forse più per riconoscenza. La scelta mi sembra di difficile risposta, soprattutto per un ragazzo fragile, così almeno deve apparire a Martina e Anna, assai materne nei suoi confronti.
    Complimenti per essere arrivato sin qui, ora vediamoci l’epilogo.
    Ciao!

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