Il futuro è delle donne 5

L’amicizia non è altro che un’intesa sul divino e sull’umano congiunta a un profondo affetto. Eccetto la saggezza, forse è questo il dono più grande degli dèi all’uomo. (Cicerone)

continua da Il futuro è delle donne 4

Sbalordito, ma molto interessato chiedo «Una vescova lesbica?»

«Si, credo sia l’unica al mondo, per questo è famosa.»

Con aria incredula dico «Non so nulla di questa stuzzicante storia. Scusate la mia ignoranza, ma non leggo più i giornali e non vedo la televisione da tempo. Mi sono isolato dalle notizie del mondo e sono più interessato alla storia delle religioni.»

Dagmar, bella ma anche furba e astuta, coglie il momento opportuno per chiedermi «Abbiamo chiesto un passaggio alle barche a vela nella marina ma nessuna si muove nei prossimi giorni, se ci porti verso Sud ti prepareremo delle cenette buddiste.»

Sorpreso ed incuriosito dalle cenette anche se non avevo la minima conoscenza di quelle buddiste, le osservo attentamente per valutarne i rischi. Pur poco curate nel loro aspetto appaiono in ordine ed anche intelligenti. Non usano profumo e questo mi facilita la decisione dato che considero i profumi come espedienti per nascondere qualcosa d’altro.

«Sarei molto onorato di avervi a bordo, potrete cercare un imbarco per le Canarie più a Sud.»

«Grazie. Andiamo un attimo in paese, possiamo lasciarti gli zaini?» mi chiede Dagmar.

«Vi fidate! Potrei partire con gli zaini.»

«Si, potresti, ma non diventeresti ricco con i nostri due zaini e poi la Guardia costiera ti troverebbe prima o poi.» risponde Elisabeth avviandosi verso la passerella seguita dall’amica ondeggiante le anche in modo seducente.

Continuo con il mio lavoro di preparazione della barca alla navigazione e poi come dopo ogni tramonto inizio a preparami la cena. Decido per la frittata con i pomodori freschi quando sento chiamarmi «Puoi venire ad aiutarci.» Sono le ragazze con due borse di plastica del supermercato e mentre Elisabeth mi passa i sacchetti mi propone «Possiamo invitarti a cena?»

«Io sto già preparando la mia.» dico stupito.

«Dobbiamo festeggiare il nostro incontro.» continua Dagmar mostrandomi le cibarie acquistate e delle candele colorate mentre l’amica mi chiede «Hai una tovaglia?»

«Certo.» e consegno loro tutto l’occorrente per preparare la tavola nel pozzetto che subito dopo è straordinariamente imbandita sulla mia tovaglia blu stampata con gabbiani bianchi ed al centro un mazzo di fiori freschi acquistati da loro in una bancarella.

Nell’oscurità che lentamente avanza le ragazze accendono numerose candele.

Mi raccontano le esperienze del loro viaggio alternandole con la descrizione minuziosa del cibo locale acquistato al supermercato. Io non commento pur avendo capito che quel cibo non aveva nulla di locale mancando, sia nel salame che nel formaggio, di quel trionfo di profumi che ho apprezzato assaggiando quello del contadino. Del resto i supermercati spesso spacciano ai turisti speziati cibi industriali per genuini prodotti locali. In fondo come possono i turisti capirne la differenza, ma io sì, specie osservando il colore del salume che non deve essere rosso, essendo carne morta, altrimenti è pieno di coloranti.

Ma non voglio inquietare le ragazze e continuiamo a conversare.

Terminata la bottiglia di spumante dico loro di voler andare a letto per essere in forma all’alba per la partenza. Allora Dagmar dice «Veniamo anche noi domani mattina, tu vai pure a letto, noi sparecchiamo e laviamo i piatti. Dormiremo qui nel pozzetto nei sacchi a pelo.»

«Devo però avvisarvi di due cose. Primo, domani vengono due miei amici che poi ritorneranno la sera stessa con il traghetto. Secondo, io navigo sempre nudo. Se siete d’accordo, venite che vi faccio vedere come funziona il bagno.»

«Non preoccuparti, sappiamo tutto delle barche a vela.» dice subito Elisabeth mentre inizia a sparecchiare noncurante della nudità in navigazione a cui erano anch’esse abituate.

Dagmar aggiunge «Vai pure a dormire, facciamo noi.»

Mi sdraio nel letto del quadrato trasformato in matrimoniale abbassando mezzo tavolo da pranzo. Da li posso controllare tutto quanto succede a poppa, ma soprattutto vedere il tenue bagliore del cielo stellato che è diventato il mio indispensabile sonnifero.

Dopo un continuo sale e scendi delle ragazze per riordinare si sente il suono melodico di una chitarra proveniente dagli scogli del molo. Le ragazze ascoltano sorprese e poi dicono «Dormi pure, noi andiamo sugli scogli a sentire la musica.»

Sonnecchiando sveglio, con la sensibilità del marinaio sempre attento ad ogni minimo strano rumore, le sento rientrare con il profondo buio dietro le stelle e mettersi nel sacco a pelo. Perciò mi assopisco di nuovo serenamente.

É notte fonda quando Dagmar scende sottocoperta e lo scalpiccio dei piedi sordo e ovattato mi mette all’erta.

Lei sussurra «Alex.» ed attende.

Poi ripete «Alex.»

Io tengo gli occhi chiusi per mostrarmi addormentato ma con le orecchie ben aperte per capire cosa vuole fare. Quando mi sento toccare la spalla mi giro, apro gli occhi e sento dirmi sottovoce «Possiamo dormire dentro, fuori c’è troppa umidità.»

«Andate nella cabina di prua ci starete tutte e due.» rispondo tranquillizzato dalla comprensibile richiesta.

Credo anche tu che eccetto la saggezza, l'amicizia è il dono più grande degli dèi all’uomo?

  • è l'amore il dono più grande (0%)
    0
  • no (0%)
    0
  • si (0%)
    0
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi