Il conticino
“Cugino Alphonse, esci dal bagno!”.
“No, cuginetta Margaret, voglio restare qua, non può essere vero quello che hai detto!”.
“La prego conticino, dia ascolto alla cuginetta, è tutto vero quanto ha da lei appena ascoltato!”.
“Chamberlain?” – disse Alphonse – “E’ la sua voce che odo? Lei origliare? Non è attività degna del suo livello!”.
“Non si preoccupi per me, conticino” – rispose Chamberlain. “Sto ascoltando, ma dalla soffitta, comodamente sdraiato su un materasso su cui hanno riposato nobili di ogni schiatta; e non sto origliando con un bicchieraccio di vetro da mezzo scellino, ma con una brocca solitamente utilizzata a Palazzo Reale per il vin d’honneur. L’ultima volta è stata riempita di beaujolais in occasione dello sposalizio della madre di vostra nonna la superContessa”.
“Mi parli di mio padre il Conte, la prego. La cuginetta Margaret ha detto che io sarei nato fuori dal matrimonio” – Alphonse incalzò Chamberlain.
“Conticino, vostro padre il Conte non aveva occhi che per vostra madre la Contessa; nella distribuzione dello spruzzo riproduttivo era invece di vedute più ampie e democratiche; voi siete McPherson per parte di padre e York per parte di nanny. Vostro padre il Conte intendeva l’attività inseminatoria della servitù femminile come iniziativa strategica di rafforzamento dell’Albero. E voi” – la prosopopea e la retorica si ingoiarono Chamberlain in un sol boccone – “siete il frutto più bello e nobile del generoso amore per il casato di vostro padre il Conte!”.
“Sono il migliore degli incroci!” – fu l’amaro commento del giovane Alphonse. “E invece, a proposito della mia adorata nonnina” – il poveretto aveva un altro atroce dubbio – “la mia ormai ex cuginetta mi ha detto che mio nonno il superConte non disdegnava di percorrere le vie del meretricio della nostra Contea. Mi dica che non è vero!”.
“Conticino adorato” – riprese Chamberlain – “suo nonno il superConte non aveva occhi che per sua moglie la superContessa, ma aveva seri problemi di smaltimento del proprio copioso prodotto sessuale, e non volendo vessare oltre il lecito l’amata consorte, convogliava in segreto il secreto amatorio fuori dall’alveo istituzionale; e dico alveo perché trattavasi di fenomeni a carattere torrentizio. Ma era una persona di alto profilo morale!”.
“Frequentava i peggiori bordelli del nostro territorio!” – protestò il rampollo McPherson.
“Sì; ma prima di coricarsi con la mignotta del cuore, era solito appoggiare sul comodino il teschio con cui aveva recitato la sera prima il monologo dell’Amleto; tutto questo per farsi costante memoria della fugacità delle gioie umane”.
————-
“Conticino” – riprese Chamberlain dopo alcuni minuti – “perché più non parlate? Non date spazio alla vergogna: tutto è stato fatto a gloria dell’Albero!”. Ma Alphonse taceva da un po’ ormai. Chamberlain scese dalla soffitta e si avvicinò alla porta del bagno.
“Valletto Stapleton” – disse nominando chi si prendeva cura di Alphonse – “sfondi la porta, la prego. Così impara a rimanere al di qua di una porta chiusa con il suo Signore al di là” – e sorrise a schernire lo Stapleton. Il servo personale sollevò una colonnina di legno che sorreggeva un vaso e, imbracciatala, si scagliò contro la porta del bagno. Questa cedette dopo due urti; il valletto entrò e vide una scena raccapricciante.
“Il conticino si è impiccato!” – urlò il lacchè dello sventurato giovane. “Certo non ha retto alla notizia del paterno adulterio e della conseguente sua bastardaggine, per tacer del nonno puttaniere! Come lo si può dire a suo padre il Conte?”
“Ci vuole tatto, sensibilità ed amore per le immagini evocative” – propose Chamberlain. “Provi così: “Vostra Grazia, abbiamo un conticino in sospeso!”. Oh, ma ecco che il Conte si avvicina ed entra nel bagno; lo vedrà da solo”.
“Orrore e sgomento!” – esclamò il Conte – “Mio figlio il conticino si è ucciso! Valletto insipiente, dove sei? Come giustifichi la tua negligenza?”.
“Mi dispiace” – si difese Stapleton – “ignoravo ci fosse così tanta corda in bagno! Ma… è solo un pupazzo, non è il conticino! E c’è un messaggio appuntato”:
“Oggi ho scoperto terribili verità sulla mia famiglia, e sono sconvolto; il leisure time in questa casa va ripensato e riprogrammato, e me ne assumo l’incarico. Scappo da palazzo per apprendere i principi cui ispirare le linee guida di un nuovo corso. Adiòs muchachos”. Firmato Alphonse.
“Ah, che grande felicità!” – esclamò con gaudio il Conte – “Mio figlio non si è impiccato! Ha solo simulato, appendendo un fantoccio con le sue sembianze. Tutta la servitù torni al posto di lavoro! Stimando” – disse riprendendo la sua grinta – “che la sua marionetta è rimasta esposta per non meno di mezz’ora, dispongo che sia appesa per non meno di un’ora una riproduzione dell’immagine del suo servo!”.
“Non dispongo di un simulacro del mio corpo!” – piagnucolò lo Stapleton.
“Allora parti subito e ritrova il tuo Signore” – rispose il Conte. “Chamberlain, seguilo!”.
“Sono pronto Vostra Grazia!” – squillò Chamberlain.
Comincia il viaggio. Cosa leggiamo?
- Del Conte (15%)
- Di Stapleton e Chamberlain (38%)
- Del primo incontro del conticino Alphonse (46%)

07/03/2022 at 17:09
Ho trovato questo finale veramente azzeccato, forse un po’ meno esilarante degli altri capitoli ma più riflessivo. Ho apprezzato in particolare la riflessione sul mondo che cambia e sull’incoerenza, e sono convinto che dietro la buona comicità ci sia sempre una profondità senza limiti. Come diceva Hitchcock: “I giochi di parole sono la forma più alta di letteratura” 😀
Ciao e a presto!
10/03/2022 at 23:53
Ciao Lorenzo!
Grazie tantissimo per le tue parole di apprezzamento; non conoscevo questa frase di Hitch, regista che pure amo assai, onorato per averti ispirato a citarla.
Grazie per la tua assidua presenza, spero di poter leggere presto una tua nuova.
Nel frattempo stammi ben bene, ciao!
06/03/2022 at 10:28
L’ho fatto, Minollo, ho riletto tutto.
Ho riso meno, stavolta, forse perché conoscevo già le battute e gli incredibili espedienti linguistici che usi con vera maestria. Ho trovato qualcosa che prima mi era quasi del tutto sfuggito. Un secondo piano di lettura che dietro il faceto nasconde inviti ad una attenta riflessione. Il filosofo Paladino, che predica l’incoerenza, come fine ultimo della maturazione, mi è apparso come lo specchio su cui proiettiamo l’immagine di noi, che cerchiamo di mostrare costante, fissa, sempre riconoscibile.
Ma l’aspirazione dello schiavo albino di diventare un giorno anche lui incoerente, come il suo padrone, svela il bisogno di ognuno di riconoscersi mutevole, contraddittorio e pur sempre unico nel cambiar foggia. Bravo Minollo , ma anche ironico, lieve e intelligente.
06/03/2022 at 23:46
Buonasera Anna!
La ringrazio moltissimo per il tempo che ha ridedicato al mio racconto! La chiave di lettura che propone è davvero ispirata, e rivela dei comportamenti senza tempo dell’essere umano, dei tentativi non di rado patetici di piacerci e di piacere, di stimarci e di essere stimati.
Scrivo come già ho affermato per ridere e per far ridere, ma le parole sono misteri che affascinano da sempre; quando qualcuno non ride leggendomi (nella mia famiglia nessuno trova divertenti le mie storie) io rispondo: “chi non gioca con le parole non scoprirà la verità”, e sorrido perché la frase suona molto bene nel mistero che propone, anche solo perché non si capisce se l’ultima parola abbia la maiuscola o la minuscola. Mi lasci dire che sono molto fiero di aver suscitato le sue nobili riflessioni. Grazie ancora per la sua dedizione, e a presto, davvero!!
05/03/2022 at 00:55
Dai che bello!!!
Leggerti è come mangiare della cioccolata, non si resta mai delusi ma arricchiti di allegria! ?
Caspita però, secondo me la commedia è il genere più difficile, quindi… sei una Forza! ??
Non vedo l’ora di leggere il prossimo ??
06/03/2022 at 23:19
Ciao Artemis!
Sono assai felice di averti tenuto compagnia con i nobilastri della contea inglese di circachissadove ?. Grazie per le tue parole e per l’assiduità; per il prossimo ci sto ragionando, vedremo cosa ne esce. Intanto occupiamoci di Leonidi… in attesa del famoso racconto del doganiere di Chiasso che di nome fa Alberto ?? ma sai che non mi interessa più? Ormai mi sono affezionato al tuo cosmo; quindi, via libera a Hirò.
Ciao buona settimana!
04/03/2022 at 11:37
E, dunque: così è se vi pare, è giusto chiudere così questo bellissimo inno all’incoerenza, concetto davvero mitico esplorato in modo insufficiente. Mi piacerebbe molto dibattere e approfondire il tema ma sono anche insistentemente, “incoerentemente”, spinto a farne a meno per non diminuire l’efficacia del messaggio.
Congratulazioni, vado a farmi una tisana al pepe, ne possiedo una scorta! ciao, grande!????
04/03/2022 at 22:05
Ciao Ottaviano!
Il pepe delle Ardenne, dopo il naufragio, vale un Perù, quindi è stato saggio farne scorte. Ognuno coltiva la propria incoerenza, le proprie piccole cialtronerie che ci rendono più umani e simpatici, e quindi Paladino non muore mai. Attenti a non esagerare però!
Grazie per avermi accompagnato nel viaggio, un po’ tu e un po’ Fenderman, e grazie per il gradimento e la simpatia accordatami.
A presto con i nostri racconti.
Ciao stammi molto bene!
04/03/2022 at 04:14
Capitolo 10)
E alla fine ci siamo: è la fine! 🙁
Chiudi il viaggio del figlio del conte, ora conte effettivo, in un modo che lascia il lettore sia divertito che con molte curiosità. Come già ti ho detto, la questione del mitico Paladino io la porterei avanti: è un personaggio super divertente, anche se forse la sua bellezza è data anche dalla parsimonia con cui hai gestito i suoi interventi all’interno della trama.
Tanti giochi di parole e divertimento 🙂
Che altro dire, se non farti i complimenti per l’ennesima storia meravigliosa!
Aspetto di certo il prossimo progetto in cantiere!
Trovi la lettura del finale sempre su Youtube:
https://youtu.be/gs07pdAT3H0
Alla prossima!
E buona scrittura!
04/03/2022 at 21:44
Ciao GG!
Siamo giunti alla decima, ti ringrazio tantissimo per il supporto e per la tua interpretazione sul tuo canale: sono stato contentissimo, mi chiedevo come sarebbe stato ascoltarla da quando ho scoperto il diario della notte un pó di mesi fa. Quindi grazie ancora!
Pensa che quando ancora la storia non mi era chiara avevo intenzione di uccidere Paladino, una morte divertente che fungesse da momento di crescita del “figlio” Alphonse. È andata benissimo così; vedremo, in effetti il personaggio è cresciuto ed è piaciuto molto anche a me, penserò a come possa tornare. Stasera proverò a ascoltare bene la puntata; in ogni caso l’appuntamento sul tubo continua con voi.
Grazie ancora e a presto!
04/03/2022 at 00:17
Ciao Minollo,
ho finito i miei protokleneex per asciugarmi le lacrime, causate da un mix di ilarità per la storia e tristezza per la sua fine.
Mi sono divertito tantissimo e mi mancheranno tutti i personaggi che hai inventato….salvo eventuali sequel o prequel.
Alla prossima (pazza) storia
ePP
04/03/2022 at 21:51
Ciao EPP!
Grazie mille per il tuo supporto! Evviva le lacrime dal ridere e i box di protokleenex che fungono da argine! Vedremo se arriveranno nuovi personaggi o se rivedremo questi, di certo cercherò di far ridere. Speriamo di riuscirci.
Grazie ancora, intanto ci si incontra alla locanda.
Ciao a presto!
03/03/2022 at 20:04
Grazie per averci dato la tua lettura enigmatica, calligrafa e giocosa! 🙂 A presto
03/03/2022 at 22:26
Ciao Carlo!
Grazie per la visita, allora a presto ciao!
03/03/2022 at 13:00
Ciao, eh… sta modernità incombente!!!! Ti sei solo dimenticato la parola “fluido” che va tanto di moda, ma in effetti poteva essere scambiato per qualcos’altro!!! Bravo, ottimo finale esplicativo.
Alla prossima divertin-storia.
03/03/2022 at 22:26
Ciao Isabella!
Grazie delle tue parole, contento di aver scritto la parola fine in modo esauriente, non sempre è semplice alla fine dei 50000. Alla prossima allora, mia e/o tua.
Ciao!
03/03/2022 at 11:26
Ed eccoci giunti al termine… di questa storia esilarante e coinvolgente. Piena, sì, di personaggi, ma solidi e variegati e tanto tanto simpatici.
Mi auguro di ritrovarti presto con una nuova storia, perché, specie in questo momento assurdo, c’è proprio bisogno di leggerezza, di quella buona però eh, non troppo a buon mercato ?.
Bravissimo, non te li devo dire io.
Alla prossima!
p.s. il tirapugni per mancini lo hai preso al Leftorium di Ned Flanders?
03/03/2022 at 22:24
Ciao Keziarica!
Ma certo che l’ho preso lì, da bravo mancino quale sono io stesso; lo trovo una manna dal cielo ??.
Grazie per il tuo sostegno costante e per i tuoi commenti appassionati, che sono poi il sale dell’interazione, momento fondamentale su una piattaforma come questa. Lietissimo di averti divertito, vediamo che storia troveremo da raccontare.
Ciao alla prossima!
03/03/2022 at 11:08
Applauso!
Bella conclusione, alla prossima…
03/03/2022 at 22:16
Ciao Doc!
grazie per l’applauso, alla prossima!
03/03/2022 at 08:39
Bel finale, il tutto narrato con la consueta abilità e con il giusto humor. Ciaociao, Minollo…ormai quando leggo il tuo nome non posso fare a meno di pensare alla Smorfia e al grandissimo massimo Troisi.
03/03/2022 at 22:15
Ciao Jack!
Grazie per la pazienza e per esserci stato. Felice di ricordarti il grande Massimo, anche se l’unico collegamento possibile resta il mio trascurabile scimmiottare le sue gag tra una versione di greco e l’altra ?.
Ciao a presto!
03/03/2022 at 00:36
😆 😆 😆 😆 😆
Le risate qui sono meglio degli applausi.
Mi complimento per questa simpatica storia e ci leggiamo alla prossima 😀
Ciao 🙂
03/03/2022 at 22:11
Ciao Red!
Ebbene si, finito il viaggio: grazie per la tua presenza e la tua voglia di divertirti con la storia. D’accordo, ci si legge ancora.
Ciao stammi benissimo!
21/02/2022 at 20:59
Gulp, ho sbagliato racconto…chiedo scusa