Dove eravamo rimasti?
Forse resto
Alla domanda del Dirattore i dubbi straripavano come delle bolle da un pentolone in ebollizione. Rischiare di rimanere senza peli sotto le ascelle? Perdere la memoria? O perdere i vestiti e vagare nudo per l’isola e rischiare di cadere vittima di un animale feroce o di un feroce animale umano che vuole farmi violenza? La scelta è dolorosa. Ne ho abbastanza di tutto questo stress! Sono venuto qui anche per rilassarmi e non solo per lavorare? Vado via? Rimango? Ma d’altra parte quando mi ricapita di ritornare in questo paradiso tropicale, solcato da un clima gentile. Il mio sogno di massaggiare le tartarughe con il vitto e l’alloggio compreso come risulta dalla lettura del contratto? Ripagherà tutti i soldi che ho perso dal conto in banca? Che faccio rischio o raschio il fondo del barile e faccio l’acquastop su un mezzo di fortuna fino alla mia casetta dall’aria inquinata in città? E poi altri colloqui per cercare lavoro. Infiniti colloqui! No! No! resto! Guardo il Dirattore con il sorrisetto compiaciuto. Forse resto.
Ѐ mattina ormai illuminata da un sole con i raggi che sembrano usciti da uno zabaione sotto l’effetto di allucinogeni: Una specie di nebbia mista ai raggi solari. Mi trovo dentro la palafitta. Le rane non gracidano, forse sono ancora a letto da qualche parte. Il barman, con un copricapo a forma di boccale di birra vuoto in testa guarda incuriosita da dietro il bancone di tronchi di palme. Il capotribù, con canne e intrecciate e piume in testa, è attorniato dagli altri membri della tribù: uomini, vecchi, donne e bambini. Tutti con i perizoma variopinti, alcuni con delle magliette sportive con il marchio dei prodotti della ditta del Dirattore “Superclean”. Tutti mi guardano in silenzio. Non c’è traccia del Dirattore. Al centro della palafitta un lettino con una tartaruga. Ha una collana fatta di erbe e fiori variopinti. Alcuni membri della tribú la adorano in ginocchio, e pronunciano parole incomprensibili. Accanto al lettino un paio di creme antistress poggiate su una sedia intrecciata con dei giunchi e roba giallastra, forse una specie di pianta. A un tratto il capotribù mi fa un sorriso e con un cenno mi dice di avvicinarmi alla tartaruga. Io eseguo titubante. Sono a pochi centimetri dalla tartaruga. Il capotribù mi fa segno di inchinarmi e adorare la tartaruga. Io eseguo facendo una boccaccia. Approva. Tuffo una mano dentro il barattolo aperto della crema e la spargo con movimenti lenti e studiati sul guscio della tartaruga: un enorme tartaruga marina. Vi starete chiedendo come faccio a distinguere una tartaruga marina da una terrestre? Semplice. Ho notato proprio adesso che questa tartaruga ha le pinne e una mascherina subacquea poggiata sopra la fronte. Ho un grande intuito! Le mani sudano mentre massaggio dolcemente il guscio. All’improvviso intorno a me spariscono tutti e vengo circondato dalla nebbia. Rimango solo io e la tartaruga. Faccio un passo indietro terrorizzato. La tartaruga levita in aria. I suoi occhi si illuminano di azzurro celestiale. Una voce leggera fuoriesce dalla gola.
“Grazie per avermi massaggiato e aver scaricato lo stress accumulato dopo essere stata per molti anni dentro le profondità marine. Sono uscita dalle acque per prendere un po’ d’aria e abbronzarmi. Gli indigeni del luogo mi hanno accolto come una divinità credendo a un antica profezia che dice che il primo straniero che mi massaggia porterà prosperità alla tribú e… prosperità a sé stesso!” a queste parole, mi avvicino subito a lei, dimenticando la paura e aguzzo l’udito. “Dimmi di piú ti prego!”
La tartaruga risponde adagiandosi di nuovo sul lettino. “Ti dirò dove si trova l’uovo d’oro che ho generato quando sono volata sull’isola. Ero così contenta che i raggi che mi hanno avvolta mi hanno ispirato a generare quell’uovo, e dopo non mi è venuta nemmeno fame!”
“Capisco, comprendo la tua grande gioia, ma io avrei fame di ricchezza adesso. Se vuoi scusarmi potresti dire dove posso trovare l’uovo?”
“Ti dirrò dove si trova l’uovo d’oro se…”
Ti dirro' dove si trova l'uovo d'oro se...
- Scacci una banda di pescecani che infestano i dintorni dell'isola (0%)
- Prendi il posto del Dirattore (0%)
- Rintracci mio fratello disperso al largo dell'isola (0%)

30/12/2021 at 10:28
molto divertente ???????? complimenti
18/12/2021 at 23:27
Ciao Alessio!
Il pilota è imbranato sul serio! Qui l’unica cosa da fare è truccarsi da hostress ??, magari leggendo qualche brano del saggio che stava scorrendo prima di cadere.
Follia, nomi, slogan sulla topa e dirattori: la zuppa diverte, curiosa la scelta del layout centrato, lo fa sembrare un carme.
Avanti così quindi!
Ciao!
18/12/2021 at 23:59
Ok, grazie.
22/11/2021 at 21:31
Bene. Ha vinto la terza opzione, ”il pilota e’ un imbranato”. Adesso la scrivo.
22/11/2021 at 22:47
grande non
vedo l’ora di leggere il seguito ????
22/11/2021 at 00:48
Divertente…
Magari il pilota imbranato lo dirotta di nuovo in qualche luogo parallelo…
Ho sorriso.
10/11/2021 at 17:15
Ciao. La trovo una storia divertente. Attendo il seguito.
06/11/2021 at 10:29
complimenti bella storia ????
12/11/2021 at 18:21
Grazie, Gianmarco. Se ti va, vota pure una delle tre scelte, se non l’hai gia’ fatto.
02/11/2021 at 15:13
Bella questa storia:)
03/11/2021 at 20:07
Grazie, mille.
31/10/2021 at 08:51
Ricerca del personale!
Ciao Alessio!
Complimenti per il curriculum; il povero Arolfo, scartato con infamia e privato del giubbetto (ma è un provocatore!) tocca il fondo e scompare. Io lo vedo capo del personale. Toni grotteschi, ritmo, simpatia; direi divertente, bravo! Vediamo come prosegue.
Ciao!
31/10/2021 at 17:23
Grazie. A quanto pare va per la maggiore proprio la tua opzione. Dunque Arolfo potrebbe diventare un capo di ”personale” molto particolare.