Light of hell

The beginning

Joseph Sawyer finalmente è arrivato a Marysville, una graziosa cittadina di poco meno di trentamila abitanti a circa un paio d’ore da San Francisco, è proprio da lì che si è trasferito insieme al padre adottivo, da quando i superiori del padre gli hanno dato in gestione una nuova succursale dell’azienda in cui lavora. Patrick perse la moglie qualche anno prima investita da un pirata della strada proprio davanti a Joy. Il ragazzo all’epoca aveva quattordici anni e per un pò non uscì di casa e iniziò ad avere frequenti attacchi di ansia e paura di uscire, soprattutto credendo che l’assassino della madre, che è ancora libero, potesse tornare per lui. Il padre pensò che questo trasferimento potesse essere un buon modo per cambiare aria, soprattutto per il figlio, o almeno lo sperava.

La casa che ha trovato il padre tramite un’agenzia immobiliare è una villetta in zona residenziale molto carina, a pochi passi dal centro, su due livelli, l’ingresso principale ha un grazioso porticato, il piano terra una bella cucina, un grande salone e un bagno, la scala davanti all’ingresso conduce ad un secondo piano che ha tre camere da letto e un altro bagno, e c’è un’uscita posteriore che porta ad un piccolo ma grazioso giardino recintato.

La ditta di traslochi è già venuta a portare qualche mobilio che Patrick ha voluto portare nella nuova casa, mentre qualcosa ha deciso di darlo via e il resto di lasciarlo nella vecchia casa. Joy lo aiuta a prendere e portare dentro qualche scatolone e per ultimo quello contenente i suoi oggetti personali, che porta direttamente in quella che ha deciso sarà la sua stanza da letto.

Il ragazzo, ora nella sua stanza, posa l’ultimo suo scatolone a terra, e inizia a sistemare qualche oggetto tra la libreria e la scrivania, quando si ritrova tra le mani una cornice con una foto di lui insieme alla mamma, si ferma a guardarla e all’improvviso ricorda l’auto che gli viene addosso e la mamma che gli si mette davanti per proteggerlo, e così quando rinviene da quel ricordo, lascia la cornice facendola cadere a terra, qualche lacrima scende sul suo viso. Il padre che era al piano di sotto, sentendo un rumore come di vetri rotti provenire dal piano di sopra, si precipita dal figlio e lo trova visibilmente spaventato vedendo il suo volto in lacrime, solo dopo nota la cornice rotta sul pavimento. Con fare rassicurante si avvicina a lui e lo abbraccia: <<Perché non ti sdrai un pò sul letto, ci penso io a pulire qui.>> 

<<Si, forse è meglio.>> Risponde Joy, e così si va a stendere sul letto con la testa sul cuscino, fino a che non si addormenta.

Dopo quasi un intero pomeriggio il ragazzo si sveglia e scende al piano di sotto a cercare il padre, lo trova in cucina intento a cucinare qualcosa per cena, visto che ormai è calato anche il tramonto. <<Oggi pomeriggio mentre tu dormivi sono uscito a fare la spesa, ho comprato gli ingredienti del tuo piatto preferito, sto facendo le costolette di maiale in salsa barbecue, ti vanno?>> Domanda il padre a Joy, il quale risponde: <<Si si certo, ho una fame!>> 

<<Immaginavo, non avevi neanche pranzato oggi, ne ho prese un bel pò così ci facciamo una bella mangiata e recuperiamo anche il pranzo.>>

Le costolette sono pronte e così padre e figlio si mettono a tavola e fanno una bella cena.

Dopo cena Joy aiuta il padre a lavare i piatti, il ragazzo aiuta molto il padre con le faccende di casa, forse per il fatto che si sente colpevole per non aver potuto fare nulla per salvare la madre da quel pirata, e così fa di tutto per dare una mano in casa. Il padre ha capito per quale motivo lo fa e gli dice sempre che non deve ma Joy invece ha bisogno di farlo per sentirsi meno impotente.

 Il mattino dopo Joy, accompagnato dal padre, si recano al liceo di Marysville per iscrivere il ragazzo. Il liceo si presenta come un grande edificio con ampi corridoi e svariate aule a sinistra e a destra dei corridoi. Mentre Patrick chiede informazioni su dove si trovi l’ufficio del preside, intanto Joy si guarda un pò in giro, è tutto così nuovo per lui. La scuola è così grande che non si accorge di essersi allontanato un pò troppo sia dal padre sia dall’entrata principale, si ritrova in un corridoio pieno di ragazzi che entrano ed escono dalle classi e gli inizia a mancare l’aria, non sa cosa fare, si guarda intorno spaesato quando all’improvviso sente una forte fitta al braccio sinistro, un calore assurdo come se si stesse scottando, si alza la manica della maglia rossa a maniche lunghe che ha indosso, notando uno strano segno sulla pelle, come un marchio a fuoco poco sopra il polso, si stringe la parte del braccio con il segno usando l’altra mano, anche se ormai il dolore sta passando, ma non la sua ansia, cerca di tornare indietro, uscire da quella situazione che non riesce a gestire, il suo andamento è sempre più veloce, cerca di tornare sui suoi passi così senza guardare avanti a sé, gira l’angolo del prossimo corridoio e va a…

come proseguirà la storia?

  • ritrovare suo padre (0%)
    0
  • sbattere contro un ragazzo (0%)
    0
  • sbattere contro una ragazza (100%)
    100
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6 Commenti

  • Ciao Joseph!
    Ho ripreso i due episodi precedenti; la storia sembra quella molto americana del nuovo arrivato a scuola, un po’ romantica e un po’ misteriosa, Joy comincia ad integrarsi e corteggia la bella del gruppo, ma a qualcuno non va giù. I tratti horror suppongo arriveranno presto.
    L’impressione che ho avuto, soprattutto nei primi due episodi, è che tendi a descrivere persone ed ambienti mediante un elenco di caratteristiche, mentre sarebbe più accattivante e di facile lettura mostrare le cose attraverso magari i dialoghi; rischi di appesantire la lettura e di renderla poco varia. Inoltre secondo me utilizzi troppo la virgola e poco il punto e virgola; ne gioverebbe la lettura, con pause di differente importanza e quindi una lettura scandita in maniera più appropriata dagli intervalli che tu imprimi.
    Spero di essermi spiegato e di non averti tediato, la storia è gradevole e si fa seguire. Bravo buona continuazione!
    Ho votato per il marchio.

    • Ti ringrazio per i commenti, hai fatto bene, ogni critica non può che essere costruttiva, purtroppo non sono molto bravo con alcuni aspetti della narrazione, e tendo a fare sempre gli stessi errori, ma proverò a fare meglio.
      Intanto ho scritto un nuovo episodio, non è facile far entrare tutto nei 5000 caratteri, spero possa piacere.

  • Va a sbattere contro una ragazza, mi pare un bel modo di cominciare la nuova vita a Marysville; per il ragazzo c’è tempo, magari un bullo con l’acne e i muscoli pompati che vorrà prenderlo a pugni… nel classico stile teen horror americano.
    Ciao Joseph.
    Mi piacciono gli horror, tento di scriverli anche io e, soprattutto, li leggo. Hai introdotto la storia mettendoci a parte degli avvenimenti che hanno portato Patrick a trasferirsi con il figlio, ci hai presentato il ragazzo (avrei voluto conoscerlo meglio, magari approfondiscine il carattere nel prossimo episodio) e hai introdotto diversi conflitti: la morte della mamma, la nuova città e la nuova scuola, la paura che l’assassino possa tornare… a proposito: ma non era un pirata della strada? Perché dovrebbe tornare a uccidere il ragazzo?
    La frase: “Patrick perse la moglie” stona nel contesto, sarebbe stato meglio: “ha perso la moglie” dato che per tutto il capitolo racconti al presente.
    Per i dialoghi ti consiglio di usare le Caporali (o le virgolette), le trovi nei simboli di Word, crei una scorciatoia in modo da non doverli inserire ogni volta.
    Carino il momento di smarrimento di Joy, l’idea della marchiatura a fuoco non è nuova, ma funziona bene negli horror, solo avrei mostrato di più.
    Spero di non essere risultata invadente le mie osservazioni vogliono essere consigli per migliorare, per questo siamo qui, no? 😉
    Bene, detto questo, ti saluto e aspetto il nuovo episodio.

    Alla prossima!

    • Non sei stata/o per niente invadente, anzi mi ha fatto piacere sentire qualche critica costruttiva, non può fare che migliorarmi, si si nel prossimo episodio sicuramente svilupperò di più i personaggi, già me lo sono prefissato. Riguardo alla tua domanda sul perché l’assassino dovrebbe tornare ad uccidere il ragazzo forse avrei dovuto spiegarlo meglio anche se la mia idea iniziale era più che altro un modo per esprimere la sua ansia, il pirata della strada è più un’ombra figurativa che lo perseguita, perché è un avvenimento che lo ha scosso molto. Devo ammettere che immaginavo che la l’idea della marchiatura fosse già stata usata.
      Grazie per il commento, ho già in mente molto materiale per il prossimo episodio, a presto.

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