Pagine bianche di libri non letti

Il correttore di bozze

Dopo due ore di lavoro serrato era seriamente intenzionato a distrarsi e, per farlo, si mise a fissare il vialetto di rose che si vedeva dalla sua finestra. Era una vista  tutt’altro che appagante: le piastrelle erano sconnesse e le rose, quelle poche che rimanevano, erano appassite. Del resto, non c’era di che stupirsi, nessuno abita quella casa da anni e, di conseguenza, nessuno curava il vialetto. 

Mentre cercava attentamente di svagarsi fissando un intrico di foglie, vide una caviglia femminile. Subito tutto il suo corpo e tutta la sua mente si risvegliarono. Dopotutto lui, Alfonso Scardamatti, si definiva un attento e acuto osservatore dell’eterno femminino, dedito alla ricerca del bello e del vero. I suoi amici avrebbero avuto molto da ridire su questa definizione, infatti, passò rapidamente dalle spine di quel che rimaneva del roseto, alle caviglie e alle décolleté beige della donna che percorrevano, dopo tanti anni, quel vialetto.

Non aveva mai capito cosa piacesse alle donne in quel tipo di scarpe: basse abbastanza da non servire a nessun allungamento di coscia e con un tacco minuscolo e centrale a rendere scomoda e pericolosa la camminata; inadatte sia alle situazioni formali ed eleganti che a quelle più sportive, dove era richiesta una certa dose di agilità, come lo scaricare pacchi da un furgone verso la nuova casa.

Una parte di lui si chiedeva se avesse dovuto scendere ad aiutare la bella signora ma la restante, gran parte di sé,  gli diceva di «no!», aveva del lavoro da finire, una timidezza da conservare e una pigrizia opprimente che non lo avrebbe fatto alzare dalla sedia. 

Inoltre, osservò con colpevole ritardo, non aveva visto che i piedi di quella donna, e le scarpe non suggerivano certo che fosse una «bella signora»; tutt’al più una «signora» di scarsa fantasia e di età avanzata.

Finalmente Alfonso decise di alzare lo sguardo e continuare l’esplorazione: niente male le gambe, fasciate in dei leggins neri lasciavano trasparire una certa affinità a  pratiche atletiche, molto lontane dal quotidiano dell’osservatore; una felpa di qualche taglia più grande, col cappuccio tirato su,  nascondeva tutto il resto e gran parte del viso. Si vedevano solo le punte dei capelli neri, chissà se mossi o lisci, e degli occhiali con una montatura spessa, come si usavano lo scorso anno. Non poteva escludere che li indossasse senza lenti, come un vezzo di eleganza.

Alfonso si convinse che quelle scarpe non c’entrassero nulla, sarebbero state più adatte delle normali scarpe da ginnastica, o degli stivali simil-militari. Ringraziò comunque  il cielo perché quel abbinamento azzardato gli aveva fatto vedere una caviglia molto sottile, molto interessante, molto sexy.

Come obbedendo ad un comando esterno, il dottor Scardamatti, così lo chiamavano i suoi clienti, smise di guardare fuori dalla finestra e tornò al lavoro;  il correttore di bozze è un lavoro che richiede fantasia e passione, ma anche una certa meticolosa pedanteria; abilità, questa, che lui padroneggiava ai più alti livelli. Il dattiloscritto che aveva davanti: “Gli animali linguistici, verso una lingua veicolante”, voleva dimostrare come il linguaggio sia, secondo l’autore, un’entità animale con le sue proprie necessità: nutrirsi, dormire, ripararsi, riprodursi. Stava mettendo una nota al margine di un periodo complicato quando un rumore dall’esterno rubò la sua attenzione: Il camion se n’era andato. Tristemente constatò che quel giorno non avrebbe più rivisto la «bella signora» con le scarpe sbagliate. 

Finì di correggere le 50 pagine quotidiane, si alzò, prese i suoi appunti e uscì di casa. Era la fine di settembre, Alfonso gustò il piacere effimero di poter uscire senza aggiungere cappotti, sciarpe e guanti. Si diresse verso la biblioteca dove sperava di trovare il suo amico bibliotecario, Flaminio Ottolenghi, e le risposte ai dubbi che aveva riguardo al testo da correggere. C’era, oltre alle questioni tecniche su metafore e allegorie, un passaggio sul mito della torre di Babele che lo aveva inquietato. L’autore, il professor Claude Deran, parlava del gigante Nambroth e della sua intenzione di collegare due regni. Non si faceva mai accenno al regno dei cieli, ma un altrove che ricordava molto da vicino il castello sulle nuvole della favola coi fagioli magici. Gli uomini che condividevano la lingua antica non erano «tutti gli uomini», ma una sorta di carboneria multietnica che parlava un linguaggio magico, capace di evocazioni e invenzioni. La caduta della torre, ci racconta Deran, non è da imputarsi ad un Dio arrabbiato, ma ad Ananke, la necessità. Era necessaria la frammentazione per distruggere l’unità di quel linguaggio magico e  mescolarlo alle lingue comuni,  donando loro le proprietà evocative e inventive. I popoli non vengono quindi dispersi ma, segretamente mossi da questi «carbonari», possono iniziare le loro storie.

Cosa succederà nel prossimo episodio?

  • Alfonso arriva in biblioteca ma, prima di parlare con il suo compare, assiste ad una strana discussione. (40%)
    40
  • Andiamo in biblioteca a conoscere Flaminio Ottolenghi e a scoprire qualcosa in più sulla torre di Babele (50%)
    50
  • Alfonso non riesce ad arrivare in biblioteca, succede qualcosa per strada. (10%)
    10
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63 Commenti

  • Ciao Gallo 🙂
    Mi fai ridere , sono sicuro che ti stai scompisciando pure tu a portarci questa storia 🙂
    Lewis Carrol contro la legge monopattino 😀 ahahah 😀
    Io voglio un finale inquetante percio’ opto per questo e voglio vedere che cosa ci tiri fuori 🙂
    Ma il nome Astolfo invece di Alfonso nella terzultima riga ce l’hai messo di proposito per vedere se siamo svegli o e’ un refuso 🙂
    Comunque a presto con il gran finale 🙂

    • Ciao BlackCat,
      grazie per le belle parole.
      In realtà la polemica contro la polemica contro i monopattini sarebbe stata molto più lunga ed articolata ma, (se becco chi l’ha inventato non so cosa gli faccio!!!) il limite dei 5000 caratteri impone delle scelte.
      Il nome di Astolfo è un refuso. O meglio è esattamente uno di quei casi in cui un fraintendimento apre le porte a nuovi significati. Ormai Alfonso dovrà fare i conti con l’eredità del paladino di Carlo Magno che volò sull’ippogrifo.
      Inizio subito a scrivere il finale, che con i miei tempi non so quando verrà

      Grazie ancora.

  • Ciao Gallo 🙂
    Avevo letto il titolo di questa storia tempo fa e’ mi aveva colpito 🙂 E’ molto poetico 🙂 pero’ poi tra le varie storie e i diversi autori ti avevo perso di vista 🙂 Ora che ti ho rivisto pero’ ho colto l’occasione per leggerti tutto d’un fiato 🙂
    Che dire in questo racconto sei riuscito a creare un mondo fantastico dove c’e’ proprio di tutto , storia, poesia e suspance in ogni capitolo 🙂 peccato essere arrivato quasi in conlucione di storia 🙂
    Per quanto riguarda il capitolo 8, mi e’ piaciuta l’idea di descrivere la partita in versi 🙂 inoltre vorrei capire di piu’ chi sia Germano 🙂
    Un amante del mistero come me non poteva scegliere che qualcuno li segua nel prossimo capitolo 🙂 chi? Questo tocchera a te farcelo sapere 🙂
    Ti seguo e attendo il pre finale 🙂
    A presto 🙂

    • Grazie mille, per l’interesse e per la pazienza.
      Purtroppo quando penso che sia tutto pronto per la pubblicazione, mi viene da cambiare tutto e, cambiando tutto, sforo il limite dei 5000 caratteri.
      Adesso ho studiato una tecnica che dovrebbe velocizzare gli ultimi due episodi, ma la svelerò solo se funzionerà.

      A presto

    • Ciao, il misterioso uomo in nero ha incontrato Alfonso in uno dei primi capitoli. Purtroppo non era in una delle opzioni votate e quindi quell’incontro non è stato letto da nessuno.
      Dopotutto i personaggi hanno una vita che va oltre a quello ch possono conoscere i lettori. 😉
      Potrebbero conoscerlo votando di tornare al pomeriggio, ma mi rendo conto che il richiamo dei fatti oggettivi è forte.

      Grazie per continuare a leggermi; però mi sto velocizzando, di questo passo potrei anche arrivare a scrivere un episodio a settimana.

      Ciao
      ilGallo

  • Capitolo 5)

    Il gioco di rime mi è piaciuto. Come sottolineato da Red, diversi lettori potrebbero avere qualche difficoltà nel seguire la storia, non tanto per la complessità, quando per il tempo trascorso fra un capitolo e l’altro. Anche io, che di norma riesco a ricordare grossomodo tutto, questa volta ho avuto qualche difficoltà, anche se poi sono rientrato nella storia.
    Dico che vorranno sapere da dove vengono!

    Aspetto il prossimo.
    Continua così!

  • Voto i versi, almeno se anche non capiamo possiamo prendere colpa con l’autore troppo ermetico!?
    Bentornato, se hai problemi con il tempo usa la cara vecchia sveglia ti ricorderà che c’è qualcuno che aspetta…
    Ciaooo?

  • Uhm, quanti misteri già in così pochi capitoli!
    Tutto molto interessante. Ho votato per l’incontro interessante durante la cena.
    vediamo chi è il prossimo personaggio. A presto.

    P.S. ho notato alcuni refusi nel racconto, capita anche ai migliori se non si sta bene attenti .

  • Capitolo 3)

    E con settembre torna anche il movimento sulla piattaforma.
    Voto per un tuffo nel passato, cosa che potrebbe comunque essere inclusa nelle prime parti dei Diari, in effetti. Lo stile e la caratterizzazione dei personaggi mi ha convinto, e mi sono piaciute anche le varie riflessioni esplicite o meno presenti all’interno del capitolo.
    Rinnovi la mia curiosità, quindi aspetto di leggere quanto verrà.
    Non mi sento di aver niente da segnalarti, se non le canoniche “>>”, ma solo perché risultano un po’ bruttine all’interno del narrato, a differenza delle canoniche da impaginazione. Ma sono sempre scelte! 😉

    Buona scrittura!

  • Ciao, bentornato.
    Anche se la storia potrebbe ricominciare da qua io andrei a vedere la donna. (Se non c’è una donna per me le storie illanguidiscono), e così mettiamo ancora un po’ di carne al fuoco.
    È un viaggio dal percorso accidentato fatto per ora di cose non dette e ho l’impressione che al di là delle vicende personali di Alfonso soprattutto, ci porterà sempre più in un mondo di domande, tante, ipotesi, tantissime, e risposte poche e vaghe. Mi smentirai? A te la parola?

    • Ciao,
      L’idea è proprio quella, tante domande, tante ipotesi e ancora nessuna risposta. O forse no. Io ho qualche idea sul perché stiano succedendo queste cose, ma non credo di essere sulla pista giusta. Al momento sono solo delle ipotesi non verificate.

      Per rendere la storia più interessante ci vuole una donna e ci vuole un cattivo. Su questo sono aperto a qualsiasi suggerimento.

      Grazie

  • Torniamo al presente, ad Alfonso e Flaminio che, durante la cena sul lungofiume, fanno un incontro interessante;

    Ciao! Bentornato! Se devo essere sincero, mi ricordo poco e niente di quello che è successo, tranne che i libri per alcuni sono bianchi e per altri no, quindi ho deciso di votare l’opzione più neutra per poter riallacciare i fili 🙂

    Ciao 🙂

  • Un scrittore ed un bibliotecario, coppia ideale per indagare sul mistero di libri che, a quanto pare, bianchi non sono ma, che a taluni così appaiono.
    Io tornei indietro per saperne di più sulla proposta dell’antiquario.
    I capitoli, che ho letto, adesso, di seguito, mi sono piaciuti e seguirò la tua storia.
    Alla prossima Gallo e buona giornata.

  • Capitolo 2)

    Ho trovato questo episodio un po’ più confuso del primo, a livello di comprensione, di quanto stiamo leggendo, perlomeno. Abbiamo ancora da scoprire molto, ma il tutto si presenta abbastanza divertente. Aspetto di capirci qualcosa in più!

    Mi pare che tutto fili abbastanza liscio 🙂

    Aspetto il prossimo!

    Trovi la lettura sempre su Youtube, dalle 9:00 del 3 Maggio:
    https://youtu.be/7SFWy3ML1zI
    Alla prossima!

  • I personaggi (e i loro interessi) sono spassosi e la trama intrigante. Anche se mi tenta moltissimo il ghost writing di Alfonso, terrei il focus sulla biblioteca, altrimenti il rischio è che la trama diventi troppo dispersiva. Magari l’opzione ghost writer può essere riproposta più avanti (ci conto). Quindi, voci in biblioteca siano!

  • Capitolo 1)

    Non c’è proprio niente male come inizio!
    Mi piace. Spero di recuperare il prima possibile il prossimo, così da capire dove vuoi portarci con questa bella avventura. Non ho particolari consigli da darti per questo episodio, se non controllare alcuni passaggi, forse un po’ troppo “elaborati”. Nulla di grave, beninteso. Parlo per il lettore medio 🙂
    Mi hai incuriosito.
    A proposito, se la cosa può farti piacere, ho letto il primo capitolo su Youtube:
    https://youtu.be/JL0AK5-4_K4
    Se vorrai, continuerò anche con i prossimi!

    Buona scrittura!
    Al prossimo capitolo!

  • Saltiamo al mese prima, mi pare l’opzione più interessante.
    Ciao, Gallo.
    La storia si presenta bene, i personaggi sono strani e complicati al punto giusto e il mistero è un ingrediente importante, ma non invadente. Bene.
    Mi permetto di muoverti una piccola critica, che noto io, ma potrebbe non essere così importante: nella frase “Alfonso gustò il piacere effimero di poter uscire senza aggiungere cappotti, sciarpe e guanti.” c’è qualcosa che non mi torna, si arriva dall’estate e il corpo ha ancora memoria del caldo patito, la mente difficilmente penserà a sciarpe e cappotti. Forse sarebbe stato meglio parlare di una brezza fresca o dell’arrivo di un temporale per donare ad Alfonso una bella sensazione. Non so è una mia idea.
    Ti segnalo anche un piccolo refuso: ScardamanNtti nell’ultimo passaggio e manca l’accento al sì (affermazione). ?
    Sono solo piccolezze in un buon testo, fai delle mie osservazioni quel che vuoi 🙂

    Alla prossima!

  • Salto indietro nel tempo!

    Bentornato! Cerca di pubblicare con regolarità perché a lungo andare ci si dimentica tutto. E se rileggere un singolo capitolo può essere fatto, rileggerne tanti ogni volta che si pubblica uno nuovo può diventare un problema.

    Ciò detto, il capitolo è molto interessante e preannuncia grandi cose ^_^

    Ciao 🙂

  • Ciao ilGallo
    Letto e riletto, colpito dall’esigenza delle pagine bianche e dal periodo: “Era necessaria la frammentazione per distruggere l’unità di quel linguaggio magico e mescolarlo alle lingue comuni…” Del primo capitolo dove c’è una sorta di fecondazione dei linguaggi popolari da parte della lingua ” magica”.
    Qui si aprirebbero molte riflessioni, che rimando a poi quando per bontà tua capiremo qualcosa in più.
    Intanto tornerei a un mese prima.
    Bentornato e buon lavoro, ciao?

  • Ciao Gallo!
    L’inquietante ipotesi sulle storie ancora da scrivere mi ha portato qua. Alfonso si distrae e sembra Michele Apicella quando discetta di calzature femminili al commissariato; cerca attentamente di svagarsi, lodevole. Voto perché qualcosa lo trattenga per strada.
    La necessità e non un Dio arrabbiato ha abbattuto la torre: bello e suggestivo, anche se qualcuno direbbe: “due modi di indicare il medesimo concetto”.
    Seguo il tutto, al prossimo! Bravo!

    • Grazie mille, ho letto solo adesso il commento perché, come si può notare, sono s tato a lungo lontano dal sito.
      Sul fatto che la “Necessità” sia paragonabile ad un “Dio arrabiato” ho le mie riserve. Io le vedo appunto come due opposti. Il Dio dell’antico testamento, o gli dei classici, mi sembrano proprio delle figure che operano miracoli per contrastare il naturale ordine delle cose. La Necessità, invece, è la natura che fa il suo corso.
      I ogni caso grazie del bel commento e, finalmente, è arrivato il seguito.

    • Grazie mille,
      Per questo racconto sto sperimentando un nuovo metodo di scrittura del prossimo capitolo: invece di aspettare il voto e poi orientarmi su quello, sto scrivendo tutte i possibili secondi capitoli e poi pubblicherò solo quello che verrà votato di più.
      Posso già dirti quindi che la discussione sta già avvenendo ed è contemporaneamente sulla torre e sulla casa, senza essere su nessuno dei due argomenti.

      Spero che il prossimo capitolo aggiunga ulteriori domande ed incomprensioni sulla storia.

      Grazie ancora e a presto.

  • Ciaoo!
    Ma che forte! Non ho la più pallida idea di quel che ho letto, ma mi è piaciuto tantissimo! Il contrasto tra la sua leggera perversione e questo inizio d’avventura mi ha gasato! ? rispecchia molto gli eroi moderni, che non hanno nulla di eroico e che ti riescono a sorprendere!
    Andiamo in biblioteca!!!!
    Buon lavoro ?

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