Dove eravamo rimasti?
Come se nulla fosse
Ad Alfonso, risvegliandosi, sembrò strano guardare in alto e vedere la stessa lampada di sempre che lo fissava di rimando dal soffitto, trovare al suo fianco il solito armadio laminato bianco, preso a poco e montato con l’illusione di saper lavorare con cacciavite e martello. Indossava il suo pigiama azzurro e, alzandosi, vide i vestiti, riposti in attesa del lavaggio. Era certo di non aver sognato i fatti del giorno prima, anche se ora tutto era solito, normale, abitudinario. Flaminio e le pagine bianche dei libri, l’incontro con gli strani personagggi al bar, il re Azero Haik, quel Germano e i suoi sonetti zodiacali, la fuga nel labirinto e poi… tutto era nitido nella sua memoria. Solo il finale sembrava troncato dalla ghigliottina delle palpebre. Forse aveva solo guardato la finestra troppo presto; sapeva, in quel modo bizzarro in cui si ricordano fatti irrilevanti, che per conservare i sogni nella memoria sia meglio tenere gli occhi chiusi ed evitare di guardare le finestre quando ci si sveglia. Come se qualcuno fosse mai riuscito a svegliarsi tenendo gli occhi chiusi, o se non sia andato, naturalmente, ad aprire una finestra.
Quella del sogno era una teoria che non lo convinceva ma si sforzò di agire normalmente: dopo la consueta colazione, si mise al tavolo per il suo lavoro di correzione di bozze. Le scoperte del giorno precedente mettevano sotto un’altra luce le teorie di Deran, la caduta della torre e le connessioni tra Babele, le storie e le lingue. Dopo qualche ora sui libri, si mise a guardare il vialetto su cui affacciava la finestra del suo studio. Il vialetto era lastricato con piastrelle nuove e il roseto era fiorito, con molte varietà e colori. Le finestre della casa erano aperte e, anche lì, vasi di fiori ornavano i davanzali.Stupito da quell’insolito panorama, Alfonso vide la vicina; non vide il suo volto, ma era sicuro che fosse lei: stava camminando sul vialetto che dalla porta della casa portava al cancello e alla cassetta delle lettere. Alfonso chiuse il libro che stava correggendo e si lanciò di corsa giù per le scale. Doveva parlare con quella donna. Vederla in viso e capire finalmente chi fosse e cosa volesse da lui.
Arrivò davanti alla casa appena in tempo per vederla rincasare. L’istinto a lasciar perdere fu grande ma, questa volta, la curiosità fu più grande: Alfonso suonò il campanello e attese. Una voce melodiosa rispose dal citofono: “Chi è, chi mi cerca?” Alfonso sentì forte il profumo delle rose, come se non l’avesse mai sentito in vita sua. “Sono Alfonso, il nuovo vicino… cioè il vecchio vicino, insomma, io abito qui e voi siete appena arrivata e…”
“Venite” tagliò corto la voce gentile della donna “Entrate pure”. La porta si aprì e dietro di essa vide la ragazza. Il sole illuminava obliquamente l’entrata cosicché Alfonso potè distingure chiaramente quelle scarpe, che non comprendeva, ma che ora trovava deliziose e i leggings neri che aveva visto indosso alla ragazza. Purtroppo il volto era in ombra e ancora non si distingueva. Lei indietreggiò e disse: “Venga pure, non badi al disordine, sa, mi sono appena trasferita”. Alfonso non badava a nulla, il suono di quella voce bastava a riempire tutta la sua attenzione. Come i topi della fiaba la seguì. “Posso offrirle qualcosa da bere?” disse lei. “Grazie, si, quello che vuole” rispose Alfonso che, ormai preda di quella malia, non guardava più neppure dove metteva i piedi. L’appartamento era, su questo la ragazza era stata onesta, molto disordinato. Alfonso, camminando alla cieca urtò contro una pigna di libri, che finiì a terra con lui. La vista di quei libri, vuoti, lo terrorizzò. I titoli gli erano noti: “l’Odissea”, “Machbet”, “I 3 moschettieri”, ma le pagine erano bianche. Tutti i pericoli e gli avvertimenti di Germano gli tornarono in mente e si alzò per fuggire. La ragazza si voltò ma non lo trattenne. Alfonso vide, nel suo volto in ombra un sinistro bagliore e, mentre correva verso l’uscita sentì una risata, dolce e melodiosa, che contrastava con langoscia che gli procurava.
Continuò a correre fino alla biblioteca; doveva mettere in guardia Flaminio: il problema era più serio del previsto, forse la guerra di cui parlava la profezia era davvero iniziata. Arrivato là, entrò correndo e, non vedendo nessuno seduto alla scrivania iniziò ad urlare “Flaminio! Flaminio, dove sei? Devo parlarti!”
“Oggi Flaminio non lavora. Lo sostituisco io.” Gli rispose una dolce voce femminile.
10/07/2023 at 23:04
Ok, le troppe interruzioni hanno inficiato e non poco il racconto, però questo finale è veramente fico! È un buon finale aperto e mi ha soddisfatto, cosa che non mi aspettavo.
Non so se vorrai dirci qualcosa tra i commenti, ma noi ci leggiamo alla prossima storia 🙂
Ciao 🙂
10/07/2023 at 11:36
Ciao Gallo 🙂
Beh come conclussione un po’ macabra direi 🙂 e siamo rimasti curiosi di scoprire chi sia questa misteriosa ragazza 🙂 un entita’ oscura? Una strega 🙂
davvero complimenti 🙂 bella storia con un finale aperto che ti puo’ dfare la possibilita’ di riprenderal o continuarla in una nuova storia 🙂
Per ora complimenti per la conclusione e ci vediamo presto con una nuova storia 🙂
10/07/2023 at 20:56
Grazie mille, l’idea è di trasformare questa intuizione delle pagine bianche in qualcosa di più corposo.
Dove tutto avrà più spazio per essere compreso, sia da me, sia da chi legge. Per ora ho bisogno di iniziare qualcosa di molto corto e spensierato. Ho bisogno di innamorarmi della velocità e di allenarmi a scrivere con più continuità.
Grazie mille per avermi letto.
23/05/2023 at 12:31
Tutto tranquillo… troppo tranquillo!
Ciao! Manca un capitolo alla fine ed io non ci ho ancora capito niente, forse complice le lunghe pause (anche per scassamenti del sito), ma vediamo dove ci porta il finale della storia (o se vai ad un seguito) 🙂
Ciao 🙂
12/05/2023 at 20:53
Ciao Gallo 🙂
Mi fai ridere , sono sicuro che ti stai scompisciando pure tu a portarci questa storia 🙂
Lewis Carrol contro la legge monopattino 😀 ahahah 😀
Io voglio un finale inquetante percio’ opto per questo e voglio vedere che cosa ci tiri fuori 🙂
Ma il nome Astolfo invece di Alfonso nella terzultima riga ce l’hai messo di proposito per vedere se siamo svegli o e’ un refuso 🙂
Comunque a presto con il gran finale 🙂
12/05/2023 at 21:25
Ciao BlackCat,
grazie per le belle parole.
In realtà la polemica contro la polemica contro i monopattini sarebbe stata molto più lunga ed articolata ma, (se becco chi l’ha inventato non so cosa gli faccio!!!) il limite dei 5000 caratteri impone delle scelte.
Il nome di Astolfo è un refuso. O meglio è esattamente uno di quei casi in cui un fraintendimento apre le porte a nuovi significati. Ormai Alfonso dovrà fare i conti con l’eredità del paladino di Carlo Magno che volò sull’ippogrifo.
Inizio subito a scrivere il finale, che con i miei tempi non so quando verrà
Grazie ancora.
04/04/2023 at 10:20
ahahah la fattoria ? Fenomenale…
Per me si ritrovano in un posto che non è più la strada da dove erano entrati ?
27/03/2023 at 11:03
Ciao Gallo 🙂
Avevo letto il titolo di questa storia tempo fa e’ mi aveva colpito 🙂 E’ molto poetico 🙂 pero’ poi tra le varie storie e i diversi autori ti avevo perso di vista 🙂 Ora che ti ho rivisto pero’ ho colto l’occasione per leggerti tutto d’un fiato 🙂
Che dire in questo racconto sei riuscito a creare un mondo fantastico dove c’e’ proprio di tutto , storia, poesia e suspance in ogni capitolo 🙂 peccato essere arrivato quasi in conlucione di storia 🙂
Per quanto riguarda il capitolo 8, mi e’ piaciuta l’idea di descrivere la partita in versi 🙂 inoltre vorrei capire di piu’ chi sia Germano 🙂
Un amante del mistero come me non poteva scegliere che qualcuno li segua nel prossimo capitolo 🙂 chi? Questo tocchera a te farcelo sapere 🙂
Ti seguo e attendo il pre finale 🙂
A presto 🙂
31/03/2023 at 23:01
Grazie mille per queste parole, mi lusingano.
Qualcuno che linsegue ci sarà sicuramente, chissà se avrà buone intenzioni?
26/03/2023 at 18:10
Scopriranno che qualcuno li sta seguendo.
Ciao! La storia non è tra le più semplici e le lunghe pause non aiutano. Tuttavia continua ad affascinarmi il mondo permeato da questi personaggi 😀
Ciao 🙂
26/03/2023 at 19:34
Grazie mille, per l’interesse e per la pazienza.
Purtroppo quando penso che sia tutto pronto per la pubblicazione, mi viene da cambiare tutto e, cambiando tutto, sforo il limite dei 5000 caratteri.
Adesso ho studiato una tecnica che dovrebbe velocizzare gli ultimi due episodi, ma la svelerò solo se funzionerà.
A presto
07/02/2023 at 21:57
*Ho votato per il bisogno di fatti oggettivi… sono curiosissimo di vedere come va a finire!
07/02/2023 at 21:09
Mi ero perso un po’ di capitoli e ribadisco che questa storia è veramente geniale e scritta molto bene. Il capitolo in versi, con tanto di note curatissime, superlativo. Veramente, da farci un romanzo.
01/02/2023 at 19:40
Io invece dico che continua a bere fino a dar corpo a un’amica immaginaria.
04/02/2023 at 20:25
Grazie mille. Bere fino al delirio è sempre un ottimo consiglio.
31/01/2023 at 00:35
Questa volta ho votato a caso: Al 90° Flaminio capisce di aver bisogno di fatti oggettivi.
Spunto molto interessante questo ora spuntanto nel capitolo ma il misterioso Magno Magistro chi è in realtà?
Ciao 🙂
31/01/2023 at 15:34
Ciao, il misterioso uomo in nero ha incontrato Alfonso in uno dei primi capitoli. Purtroppo non era in una delle opzioni votate e quindi quell’incontro non è stato letto da nessuno.
Dopotutto i personaggi hanno una vita che va oltre a quello ch possono conoscere i lettori. 😉
Potrebbero conoscerlo votando di tornare al pomeriggio, ma mi rendo conto che il richiamo dei fatti oggettivi è forte.
Grazie per continuare a leggermi; però mi sto velocizzando, di questo passo potrei anche arrivare a scrivere un episodio a settimana.
Ciao
ilGallo
21/01/2023 at 23:29
È ora di conoscere l’uomo col giubbotto nero.
A presto!
08/01/2023 at 13:24
Un uomo con un giubbotto nero e un cappuccio calato in testa. Lo abbiamo nominato: facciamolo entrare in scena 😀
Per ora sono senza parole…
Ti segnalo che in alcune congiunzioni è saltato lo spazio 🙂
Ciao 🙂
09/01/2023 at 14:58
Grazie mille.
leggerò il “restare senza parole” come un commento positivo 😉
In che senso sono saltati degli spazi?
10/01/2023 at 00:26
“Ma voi avete famee io”
Ci vuole uno spazio tra fame ed e 😉
Ciao 🙂
03/01/2023 at 19:39
Capitolo 5)
Il gioco di rime mi è piaciuto. Come sottolineato da Red, diversi lettori potrebbero avere qualche difficoltà nel seguire la storia, non tanto per la complessità, quando per il tempo trascorso fra un capitolo e l’altro. Anche io, che di norma riesco a ricordare grossomodo tutto, questa volta ho avuto qualche difficoltà, anche se poi sono rientrato nella storia.
Dico che vorranno sapere da dove vengono!
Aspetto il prossimo.
Continua così!
04/01/2023 at 09:16
Grazie mille per il commento.
Il prossimo capitolo, con uno spiegone e una sorpresa, arriverà tra poco.
A presto
31/12/2022 at 02:00
Gli altri avventori, anche loro figure letterarie, chiedono ad Alfonso e a Flaminio da quale libro provengano.
Ho bisogno di un riassunto: non ricordo più niente!
Ciao 🙂
31/12/2022 at 11:04
Sono tentato dallo spiegone qui nei commenti. Ma vorrebbe dire barare. La storia dovrebbe essere comprensibile senza spiegazioni extra dall’autore.
Nel prossimo capitolo, qualunque sia la scelta, prometto che farò un po’ di chiarezza sugli eventi che ci hanno portato qui.
Grazie per continuare a leggermi.
21/11/2022 at 20:00
Capitolo 4)
Un salto per ritornare in pista, direi che si può fare.
Considerato il ritorno della creatività, giochiamocelo con dei versi come dice Fenderman!
Poi cercheremo di capire dove ci porterà la storia!
Alla prossima!
22/11/2022 at 00:52
Che versi siano allora.
e proverò persino a far mangiare questi poveri affamati. è tutto il giorno che ne parlano ma non si sono ancora seduti a tavola.
21/11/2022 at 15:53
Voto i versi, almeno se anche non capiamo possiamo prendere colpa con l’autore troppo ermetico!?
Bentornato, se hai problemi con il tempo usa la cara vecchia sveglia ti ricorderà che c’è qualcuno che aspetta…
Ciaooo?
22/11/2022 at 00:50
Grazie del consiglio. Inizio subito a scrivere che sento già il ticchettio delle lancette, la fine che si avvicina.
21/11/2022 at 01:11
Arriva una sirena della polizia, ma scatena una reazione stranamente pacata.
Passa troppo tempo tra un capitolo e l’altro ed io ricordo solo che c’erano dei libri che tutti vedevano bianchi tranne il nostro protagonista…
Ciao 🙂
21/11/2022 at 09:53
Hai ragione, questa volta è passato così tanto che anche io sono andato a rileggere dei pezzi che non mi ricordavo.
Non faccio promesse di velocità, ma la cosa inizia ad infastidire anche me.