Un caso per i fratelli Melata

I - Sentenze Superflue

«È stato suicidio! Palese!»
Non proprio il massimo per un aspirante investigatore saltare alle conclusioni. Infatti il loro capo, Amedeo Orlando, ne era contrariato.
Le rughe sulla sua fronte aumentarono da due a tre: «Cosa te lo fa pensare?»
«Be’ guardalo: seduto bello comodo sul sofà di casa sua con la gola da cui… si vede…»
Si girò dall’altra parte e soffocò un colpo di tosse.
«Se posso», fece Thomas, «sarebbe palese il contrario».
Didimo alzò un sopracciglio, mimando: «Cosa te lo fa pensare?»
«Il tavolino.»
«Il tavolino?»
«Il tavolino.»
«Spiega Thomas», fece Amedeo, «non siamo dentro la tua mente.»
«Insomma è asimmetrico rispetto alla poltrona, che invece è allineata al muro.»
«E quindi?» Insistette Didimo.
«Non lo so. E se fosse stato spostato di proposito?»
«Ah, se avete troppo da imparare…»
I due fratelli abbassarono lo sguardo. Uno si lisciava il mento, ragionando; l’altro sorrideva come la Monna Lisa: a tal punto da non capire se fosse frustrato o se la rideva sotto i baffi che non aveva. Amedeo invece più li guardava e più sospirava.
Sbirciò l’ora sull’orologio: il procuratore poteva giungere da un momento all’altro. Era meglio sbrigarsi.

«Partiamo dall’evidente: la vittima.»
La posizione del cadavere dava tutt’altro che l’impressione di essere stato aggredito, a parte il finissimo taglio che rigava la gola in obliquo. Partiva dal pomo d’Adamo fino ad arrivare sotto la mandibola.
«Be’ come ho detto prima se ne sta lì tutto sciallo. E se si fosse drogato e poi tolto la vita nel bel mezzo dell’estasi?»
Amedeo gli sfregiò l’orecchio con una sberla: «Lascia perdere le teorie. Fa’ ballare l’occhio piuttosto!»
«Posso dedurre che l’aggressore lo abbia ucciso con un coltello. O una specie di lama…» mormorò Thomas.
«Oppure è una sorta di Jigai…»
Amedeo gli mollò un altro schiaffo, stavolta dietro la nuca: «Ti sembra la postura per praticare un Jigai?»
«Ahia! Ma non possiamo aspettare l’autopsia?»
«No. Se volete imparare il mestiere come si deve dovete prima far andare la capa e i cinque sensi. Finora avete solo studiato la teoria.»
Aveva ragione. Per sei mesi li avevano visti in foto i cadaveri; firmando e scribacchiando burocrazia su burocrazia. Vederne uno dal vivo dava un effetto decisamente più orribile. E Didimo, autoproclamatosi “il perfetto segretario”, ora stava lì pietrificato e sull’orlo di vomitare. Come quando da piccolo a scuola fissava troppo il vomito a terra.
Di fianco Thomas, stranamente impassibile, era determinato a capirci qualcosa. Adesso poteva indagare dal vivo e non voleva farsi sfuggire nulla.
«Guardando dove è stato fatto il taglio, forse ha reciso carotide e giugulare. Il che potrebbe essere la causa della morte…»
«Sì però Tom! Avevamo stabilito che il primo caso lo gestivo io.»
«Hai ragione, hai ragione. Lascerò a te le redini.»
Amedeo patteggiò sulle loro spalle: «Ho assegnato il caso a entrambi e se fate andare due teste è meglio. Ora però devo assentarmi che è arrivata la moglie. Non fate danni».
Sentirono il pianto strozzato della loro cliente entrare e riecheggiare nel soggiorno. I due fratelli si erano quasi dimenticati di trovarsi in una vera scena del crimine: difatti gli agenti attorno a loro stavano ancora prelevando campioni e indizi.

«Ehi Tom, trovato niente?» Sussurrò Didimo.
«Per ora niente, vorrei guardare meglio il tutto. Faresti bene anche tu a osservare.»
«Non ci riesco… cioè… non noto altro. Ma poi abbiamo la scienza per sapere tutto, cos’altro dovremmo capire noi due da soli?»
Thomas sapeva che erano tutte scuse. Non riusciva a causa di quella gola aperta, e lo tradiva quel suo deglutire nel ributtarci un occhio.
«Tu invece hai trovato qualcosa?» Fece, distogliendo di nuovo lo sguardo.
«Be’, non ha la fedina.»
«Non ha la fedina?»
«L’anello. Gli manca l’anello.»
«Ah ho capito! In effetti se uno è sposato non dovrebbe tenersela al dito tipo sempre? Cioè. Bello comodo sui bracciali, bello disteso sullo schienale, sicuramente guardava la tv. Ma aspe’, perché toglierla? Forse era uno di quelli a cui da fastidio?»
«Non penso stesse guardando la tv», interruppe il fratello.
«Be’ oddio che ne sai. Magari l’ha spenta qualcuno.»
«In quel caso la teoria del suicidio sarebbe del tutto smontata.»
«Ah… be’ sì, che dire… e-e dunque credi stesse a guardare lo schermo spento?»
«Ma non c’entra lo schermo, non è quello. Piuttosto è quello
Thomas indicò i pantaloni dell’uomo. Didimo cercò di trattenersi dal ridere per non farsi sentire, ma qualcuno dei presenti gli aveva già lanciato un’occhiataccia.
«Thomas! Didimo!» Chiamò all’improvviso Amedeo, «venite un attimo qui».

Perché Amedeo ha chiamato i fratelli?

  • Ha trovato un indizio fondamentale che gli agenti hanno tralasciato (0%)
    0
  • Vuole mettere alla prova Didimo facendogli interrogare la moglie (80%)
    80
  • Sta arrivando il procuratore e con una scusa li porta fuori (20%)
    20
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18 Commenti

  • Ciao, bell’interrogatorio, mi sembrava di essere in un film e bella la battuta sul vespasiano!!!! Solo un piccolissimo appunto. “ammirarono Amedeo mentre trascrisse”, per i miei gusti ci starebbe meglio un “trascriveva”!!!
    Ho votato per intrufolarsi nell’appartamento, Jennifer mi sembra sospetta!!! Alla prossima.

  • Ecco un altro giallo che intendevo seguire per farmi un’idea di come funziona la cosa su questo sito( sono un new entry e anch’io sto scrivendo un giallo)…incipit curioso, interessante, anche se temo, guardando le date di commenti, che anche questa storia sia stata abbandonata. dimmi di no, perché intendo seguirla. Ciaociao.
    P.S. avrei votato anch’io la seconda opzione.

    • In effetti ammetto che non ci ho pensato. Ti ringrazio per avermelo fatto notare.

      Dato che è solo Didimo che la chiama “signorina”, è possibile che possa essere una donna giovane, o all’apparenza giovane, e l’ha detto per cortesia. Oppure semplicemente non sa la differenza tra “signora” e “signorina”.
      In ambedue i casi è lui, Didimo Melata, già scemo di natura.

      Buona domenica!

  • Ciao anderwritten!
    È un giallo che lascia spazio ai sorrisi; Amedeo è manesco, ma forse conosce bene i suoi polli ?. I fratelli sono di stomaco debole, il vomito genera vomito, ma d’altronde sono gli imprevisti del mestiere.
    Il tutto è simpatico e si lascia leggere bene, bravo!
    Voto per la moglie, ciao!

  • Ciao, bell’inizio!!! Volevo solo chiederti solo una cosa, magari ho capito male… I due fratelli sono poliziotti, no? E allora perché chiami la moglie della vittima “cliente”? O magari sono investigatori privati e mi sono confusa!!!
    Ho votato per vuole mettere Didimo alla prova.
    Anch’io ho cominciato una nuova storia “in giallo”, se vuoi puoi passare e darmi qualche dritta, sei il benvenuto. Alla prossima, io ti seguo!!!

  • Ciao, credo li porti fuori non vuole che il procuratore abbia una brutta impressione, non si fida ancora del loro intuito.
    Giallo con un iNCIPIT classico che può portare lontano, scritto bene con un’ottima gestione dei personaggi che per prima cosa debbono farsi conoscere e qui ci riescono. Ottimo lavoro, ti seguo. ciao?

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