Un caso per i fratelli Melata

Dove eravamo rimasti?

Cosa succederà ora? Un ospite inatteso entrerà dalla porta… (100%)

III - Tracce Infruttuose

La campanella in ghisa dell’ingresso batacchiò all’improvviso.
«È lei Saudrine Perry?» Risuonò una voce femminile.
Era una poliziotta. Osservò i tre con un sopracciglio analizzante.
«Sì, perché?»
«Rimanga lì dov’è. Devo perquisirla.»
«Cosa? No! Non può mica farlo senza un—»
Lei la sorprese passandole il decreto: «Giusto due secondi del suo tempo. Ora alzi le braccia per cortesia.»
Intanto Didimo stuzzicò Thomas con una gomitata: «Non capita tutti i giorni di vederlo».
Lui girò gli occhi: quello scemo non si riferiva alla perquisizione.
L’agente perquisì Saudrine con cautela, ma non trovò nulla.
Guardò la sua tracolla: «Posso controllare anche quella?»
«Ho per caso scelta?»
Una volta resa, Perry si mutò, arresa. Aggrottata, si mise a leggere quel foglio. Mimò le frasi con le labbra, fino a spalancarle.
Incuriosito, sbirciò pure Amedeo, che sbuffò: «Saudrine…»
Dopo aver frugato per bene l’agente scoprì un coltellino da collezione. La punta – aprendosi di scatto – sfoderò davanti agli occhi di tutti un’inconveniente macchia rossastra.
«Ho tagliato un pomodoro…»
«Signora, non dica altro che la metta ancora di più nei guai. Deve venire con me ora. Più tardi potrà nominare un difensore.»
«Aiutami Amedeo…» mormorò lei, intrappolata dalle fredde manette.
Lui le appoggiò una mano candida alla spalla: «Lo farò».
Perry venne portata fuori, dove c’era una volante ad aspettarla.
In poco tempo, l’agente era già tornata in agenzia: «Lei è Amedeo Orlando? Devo farle qualche domanda.»
Sempre con quel sopracciglio adocchiò i due fratelli: «Loro sono coinvolti nelle indagini?»
«Non particolarmente. Sono solo i dipendenti dell’agenzia.»
Didimo stava per ribattere, ma Thomas lo fermò con una mano sul petto, scuotendo la testa.
«Bene. Dove possiamo parlare indisturbati?»
«Sul retro. Da questa parte.»

Camminando in linea retta Didimo aveva creato una trincea tra le erbacce di fogli.
«Perché mi hai fermato? Ci ha tagliato fuori! È il mio… il nostro caso, cacchio!»
«Il nostro primo caso, Didì. Il capo non vuole metterci nei guai.»
«No no. Non mi va a genio. Ma poi hai visto quella cos’ha tirato fuori dalla borsa?»
«La presunta arma del delitto…»
«Ma che presunta e presunta. È palese dai.»
«Non per forza.»
«Dai Tom. Saudrine si sarà messa a cavalcare la vittima e l’ha uccisa mentre questa godeva. Poi s’è intascata l’arma per nasconderla e ha chiamato Amedeo per pararsi il culo.»
«Didì cerca di calmarti. Salti ancora a conclusioni.»
«No. No che non mi calmo.»
Prese e se ne uscì sul retro.
Thomas, allarmato, lo seguì.

L’agente sbucò davanti al ragazzo: «Con permesso».
Didimo non fiatò. La fece passare, sebbene la tentazione di sbraitare fu alta.
L’investigatore invece stava lì fuori, sotto il sole cocente.
«Amedeo! È stata davvero Perry?»
«Non lo so. Non penso.»
«Sì ma perché non hai fatto nulla?»
«Avevano un decreto di perquisizione Didimo. Il procuratore ci ha battuti sul tempo.»
«Magari ci aveva tagliato veramente i pomodori…»
Amedeo scosse la testa: «Dentro un cestino del cucinotto hanno trovato tracce di sangue della vittima e hanno dedotto bene: Saudrine deve averlo trovato e tenuto con sé. Probabilmente la macchia sul coltello coinciderà.»
«Cacchio…»
«Ma comunque da qui continuo da solo. La faccenda è più grave del previsto.»
«Aspetta! Ma è il nostro caso!»
Il capo lo ignorò: «Devo andare, voi nel frattempo pensate all’agenzia».
Rientrò dentro e uscì dall’ingresso; fu più veloce delle pale del ventilatore.
«A sto punto vado a riordinare», sospirò Thomas.
Il fratello lo trattenne per un braccio: «Dove pensi di andare?»
«Non hai sentito? Meglio non intrometterci o intralceremo le indagini.»
«Dov’è finito il tuo spirito investigativo di poco fa?»
«Dai, non iniziare… torniamo dentro. Si muore dal caldo.»
«Ma non puoi mollare così Tom! Questo è il nostro sogno. La nostra opportunità!»
«A volte si deve pensare a cose più importanti dei sogni, Didì. Ora lasciami lavorare.»
«No Tom. Sei più intelligente di me e mi sta sulle palle quando usi questo dono per trovare scuse convincenti.»
I due si guardarono dentro gli occhi. Direttamente nelle pupille. Senza batter ciglio.
«Vuoi davvero che finisca così? Ma a te non rode il fatto di non poter fare nulla?»
«Be’ sì…»
«E chi ci vieterebbe di indagare in “back office”?»
«Il capo.»
«Appunto», iniziò ad annuire lentamente, «ma ci ha detto di fare pratica. Come possiamo farla se stiamo sempre nelle retrovie? Quante volte ci rompeva gli zebedei che alla nostra età è sopravvissuto nelle sparatorie assieme ai carabba?»
Thomas ci pensò un po’ su: finché restava in ufficio non poteva combinare alcun guaio – ma neanche combinava dei progressi in quello che voleva fare. Amedeo aveva sì più esperienza, ma prima di averla, l’aveva vissuta.
Toccava a loro scendere in campo.
«Potremmo iniziare con l’investigare sulla vita privata della vittima.»
Didimo alzò due pollicioni e un sorriso scemo: «Così si fa! Finalmente prendi esempio dal migliore!»
«Non esageriamo. Non arriverò mai ai tuoi livelli.»

«Ok Tom, tutto molto bello ma… chi era la vittima che non ricordo?»

  • Caleb Perry – amico di vecchia data di Amedeo: cleptomane, pieno di debiti fino all’osso e con precedenti commessi assieme alla moglie. (0%)
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  • Vincent Perry – ex-poliziotto ritiratosi dalla polizia. Era il cugino di Hayden Atropos, l’ex-socio di Amedeo. (100%)
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  • Edward Perry – sospettato di appartenere all’organizzazione criminale sulla quale Amedeo sta indagando da una vita. (0%)
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18 Commenti

  • Ciao, bell’interrogatorio, mi sembrava di essere in un film e bella la battuta sul vespasiano!!!! Solo un piccolissimo appunto. “ammirarono Amedeo mentre trascrisse”, per i miei gusti ci starebbe meglio un “trascriveva”!!!
    Ho votato per intrufolarsi nell’appartamento, Jennifer mi sembra sospetta!!! Alla prossima.

  • Ecco un altro giallo che intendevo seguire per farmi un’idea di come funziona la cosa su questo sito( sono un new entry e anch’io sto scrivendo un giallo)…incipit curioso, interessante, anche se temo, guardando le date di commenti, che anche questa storia sia stata abbandonata. dimmi di no, perché intendo seguirla. Ciaociao.
    P.S. avrei votato anch’io la seconda opzione.

    • In effetti ammetto che non ci ho pensato. Ti ringrazio per avermelo fatto notare.

      Dato che è solo Didimo che la chiama “signorina”, è possibile che possa essere una donna giovane, o all’apparenza giovane, e l’ha detto per cortesia. Oppure semplicemente non sa la differenza tra “signora” e “signorina”.
      In ambedue i casi è lui, Didimo Melata, già scemo di natura.

      Buona domenica!

  • Ciao anderwritten!
    È un giallo che lascia spazio ai sorrisi; Amedeo è manesco, ma forse conosce bene i suoi polli ?. I fratelli sono di stomaco debole, il vomito genera vomito, ma d’altronde sono gli imprevisti del mestiere.
    Il tutto è simpatico e si lascia leggere bene, bravo!
    Voto per la moglie, ciao!

  • Ciao, bell’inizio!!! Volevo solo chiederti solo una cosa, magari ho capito male… I due fratelli sono poliziotti, no? E allora perché chiami la moglie della vittima “cliente”? O magari sono investigatori privati e mi sono confusa!!!
    Ho votato per vuole mettere Didimo alla prova.
    Anch’io ho cominciato una nuova storia “in giallo”, se vuoi puoi passare e darmi qualche dritta, sei il benvenuto. Alla prossima, io ti seguo!!!

  • Ciao, credo li porti fuori non vuole che il procuratore abbia una brutta impressione, non si fida ancora del loro intuito.
    Giallo con un iNCIPIT classico che può portare lontano, scritto bene con un’ottima gestione dei personaggi che per prima cosa debbono farsi conoscere e qui ci riescono. Ottimo lavoro, ti seguo. ciao?

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