Un caso per i fratelli Melata

Dove eravamo rimasti?

Come farà Amedeo a convincere il malvivente a parlare? Ha prove a sfavore delle “Piccole”. Pertanto perderebbe manodopera e potenziali clienti (100%)

VI - Nessi Incogniti

«Per cominciare, mi fornisca cortesemente le generalità», chiese Amedeo, preparando matita e taccuino.
«Non sono obbligato a rispondere.»
L’agente brandì un verbale: «Allora ascolta me: le generalità, prego.»
«Mirko Sfecide… che non parlerà senza avvocato!»
Amedeo sorrise e gli si avvicinò all’orecchio.
«Dimentica la legge con me: entrambi sappiamo.»
«Non so di che parli.»
L’investigatore mantenne un sorriso da gentiluomo: «Suvvia puoi togliere la maschera.»
«E tu dovresti abbassare la cresta.»
«Stavolta le Piccole l’hanno combinata grossa.»
«Ma se non hai nulla contro di loro!»
«Dunque potrebbe esserci qualcosa contro?»
Il volto del pancione prese una piega confusa.
«C’è. Lo sappiamo entrambi», lo adocchiò, «per caso manca qualcuno?»
Mirko non gli rispose, guardava altrove.
«Ignori anche questo? Eppure hai l’incarico di occuparti delle Piccole», continuò l’investigatore.
Si mise a studiare le donne vicino alla porta e riprese: «Siete solo voi?»
Loro celarono qualsiasi sillaba, ma si morsero le labbra all’interno.
«Certo che manca qualcuno!» Esclamò Didimo, «una “vestita” proprio come loro è scappata di là!»
Amedeo sorrise ancora, e ciò stizzì il pancione.
«D’accordo! Una stava poco bene ed è dovuta scappare, contento?»
Il poliziotto ne approfittò: «Come si chiamava?»
«Jennifer Hammerçon… senta agente: le Piccole sono Escort in regola. Sono formate a dovere e hanno esami periodici dal medico. Non violano alcuna legge!»
Amedeo intervenne: «Tranquillo. Prima non alludevo a prostituzione.»
«Eh?»
«Quanto mai parlerei di omicidio.»
Quello digrignò i denti: «…le Piccole non uccidono.»
«Strano. Eppure tempo fa sono state indagate per—»
«Appunto indagate! Però alla fine erano le zoccole di qualcun altro!»
«Vero. O almeno quella volta.»
Vedendo il malvivente disorientato, Amedeo allargò le spalle e sciolse le braccia.
«A casa di questa Jennifer, l’ultima volta che ci sono stato, ho notato una vetrina interessante: faceva collezione di antiquariato?»
«E che ne dovrei sapere io?»
«Allora non sarà un problema se l’agente Baldo facesse un’ispezione a casa sua. Non troverà nulla di sospetto.»
«Posso sapere che vuoi da me?»
«Da te? Mi bastano gli orari di lavoro di queste donne e una lista dei vostri clienti.»
«Scordatelo.»
Baldo soppesò l’arma del pancione: «Sai Mirko, manca la matricola a questa rivoltella. Dovrò perquisire voi e l’edificio».
A quella notizia, l’uomo con la targhetta – finora rimasto a guardare come se fosse stato dentro la scena di un film – spremé i pochi capelli che teneva; le donne invece, al pensiero di una perquisizione, fecero una smorfia all’agente.
Lui le ignorò: «Sei già sotto arresto per minaccia aggravata. Aggiungiamo intralcio alle indagini?»
Didimo sogghignò: «Una denuncia non te la toglie nessuno».
Con astio nei suoi occhi, Mirko ordinò alle donne di prendere i registri. I fratelli ammirarono Amedeo mentre trascrisse gli orari. Questo poi salutò Baldo e si allontanò senza proferire altro.
Didimo, stranito, lo fermò: «Aspe’… di già?»
«Sì.»
«Ma perché non hai estorto altro? L’hai aperto come un libro!»
«Ero giunto all’appendice.»
«Ma—»
Amedeo frenò di colpo.
«Senti: le cose di cui parlare sono troppe. Darò un’infarinata generale a entrambi, ma non qui. Vediamoci tra un’ora a questo pub.»
Scrisse l’indirizzo su una pagina. Lo strappò, lo consegnò e si volatilizzò a passo spedito.

«Vespasiane? Cos’è, ora inseguiamo ladri di orinatoi?»
La terza sberla della giornata volò, ma stavolta Didimo riuscì a scansarla.
«Non vespasiane! Vespe Asiane! E abbassa la voce.»
Per fortuna il pub era vuoto, e il barista sapeva tenere la bocca chiusa.
«È un’organizzazione criminale. Da anni io e Hayden la studiavamo, ma da quando ho perso lui, ho perso molti appoggi. Quelli rimasti sono vittime di omertà.»
Didimo si indignò: «I poliziotti corrotti esistono davvero?»
«Purtroppo. E lo era anche Vincent: alla fine deve aver infastidito troppo le Vespe.»
«Per caso hai già delle prove?» Domandò Thomas.
«Quello che ho in mano è incoerente per un processo definitivo.»
Amedeo si massaggiò la fronte con indice e pollice: «Coinvolgervi in un caso collegato alle Vespe è stato precipitoso, ma avevo bisogno di un aiuto esterno. Uno nuovo e ancora ignorato dall’organizzazione.»
Didimo arrise: «Dai capo, era palese! Hai lasciato le note incustodite sulla scrivania, dicendoci di star fermi! Non ci hai mai tagliato fuori. Ci hai messo alla prova!»
L’investigatore mostrò un raro, minuscolo, sorriso.
«Per una volta Didimo ci azzecchi. Infatti speravo che Thomas avesse trovato quegli appunti.»
«Aspe’, perché non io?»
«Perché tu eccelli a far ballare la lingua, piuttosto che l’occhio.»
Lui borbottò: «Ah be’, certo…»
Amedeo spostò gli occhi sul fratello: «Mi spiace averti nascosto la verità su tuo padre, ma se avessi domande da fare, questo è il momento giusto.»
Il giovane ci pensò: aveva troppo da chiedere. Voleva fare luce più sul caso, anziché sul suo passato.

Innalzò le lenti con l’indice: «N-no, meglio agire in fretta… più diamo tempo ai criminali, più svaniscono eventuali prove.»

Oramai calerà la notte: quale aiuto “esterno, nuovo e ancora ignorato” potrebbero dare i fratelli Melata?

  • Indagare sui clienti delle Piccole e scovare l’uomo scappato assieme a Jennifer. (0%)
    0
  • Concentrarsi sulla Lista Interrogativi: la vittima non aveva la fede al dito, ma Saudrine sì. Potrebbero ritentare a interrogarla? (33%)
    33
  • Intrufolarsi nell’appartamento di Jennifer Hammerçon, indagando sul perché della fuga e sull’antiquariato accennato da Amedeo. (67%)
    67
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30 Commenti

  • Ciao, lasciare andare un “testimone” scomodo in quel modo? In tutta sincerità io non lo avrei mai fatto, ma forse Propolis è talmente sicuro di sé e del suo potere da sottovalutare le persone!!! Credo che pagherà lo sbaglio molto caro!!!
    Ho votato per la periferia, gli altri due posti mi sembrano “bruciati” in partenza!!! Al prossimo gran finale.

  • Ciao, un bel capitolo pieno di dettagli, mi sembrava di essere là con Thomas!!! Anche se non ho ancora capito bene chi potrebbe essere il colpevole, però sono immersa nella storia e quello è l’importante!!!
    Ho votato per la verità, alle volte piò essere più spiazzante quella che una bugia!!! Alla prossima.

    • Ciao, grazie del feedback!

      La storia è rimasta in pausa per tanto tempo, per cui il recap l’ho fatto seguendo il suggerimento di Isabella qui sotto, per chi non avesse voluto rileggere il tutto e per aiutare a ricordare gli eventi principali.

      Non ho modificato nulla della trama, né di ciò che è stato scritto prima negli altri capitoli.

      Buona Domenica!

  • [ CONTIENE SPOILER ]

    RECAP DAL CAPITOLO I AL CAPITOLO VI

    I fratelli Thomas e Didimo, detective alle prime armi, sono coinvolti nel loro primo caso sotto la tutela di Amedeo Orlando, capo dell’agenzia investigativa Orlando&Atropos.
    Amedeo mette alla prova Didimo facendogli interrogare Saudrine Perry, la moglie della vittima, Vincent Perry.
    Quest’ultima, però, viene perquisita a sorpresa da un agente, che trova un coltellino macchiato di sangue nella sua borsetta.
    A causa dell’inconveniente, Amedeo promette a Saudrine di aiutarla e taglia fuori i due fratelli dal caso per non coinvolgerli in qualcosa di più complicato del previsto.
    Didimo, però, non manda giù l’amaro boccone e convince Thomas a continuare a indagare senza farlo sapere al capo.
    I due allora meditano con le poche informazioni che hanno sulla vittima e decidono di rintracciare Amedeo per spiare la sua indagine e capirci di più.
    Arrivati a una cooperativa, vedono il capo parlare con un poliziotto e un uomo con una targhetta.
    D’un tratto i fratelli notano una prostituta e un’altra persona uscire da un vicolo. Didimo accorre per non far scappare i sospetti, ma un uomo di nome Mirko Sfecide, scoperto poi essere il capo delle “Piccole”, lo blocca e gli punta una pistola.
    Per “fortuna”, Thomas invece viene scoperto da Amedeo, e quest’ultimo assieme all’agente arrestano l’uomo e lo interrogano.
    Una volta scoperto il nome della Piccola fuggitiva, Amedeo prende da parte i fratelli e ammette il suo piano: sapeva che avrebbero indagato lo stesso. Infatti gli serviva un aiuto esterno, uno ancora sconosciuto alle cosiddette Vespe Asiane, l’organizzazione criminale sulla quale sta indagando da anni e che coinvolge anche la vittima del loro caso.
    Amedeo manda dunque i fratelli a indagare nell’appartamento della prostituta scappata, Jennifer Hammerçon, dove trovare possibili prove e risposte.

  • Ciao, bentornato, era da un po’ che non scrivevi!!! Bel capitolo, soprattutto perché non hai fatto capire se quello che si è scoperto è verità o finzione!!!
    Un suggerimento e un trucchetto. Se lasci in sospeso la storia per tanto tempo, fai un brevissimo riassunto e postalo nei commenti. Così aiuti il lettore e non lo costringi a rileggere le puntate precedenti!!!
    Ho votato per tornare sulla scena del delitto, non si sa mai, magari lungo la strada ci può anche essere una deviazione!!! Alla prossima e buon weekend.

  • Ciao, bell’interrogatorio, mi sembrava di essere in un film e bella la battuta sul vespasiano!!!! Solo un piccolissimo appunto. “ammirarono Amedeo mentre trascrisse”, per i miei gusti ci starebbe meglio un “trascriveva”!!!
    Ho votato per intrufolarsi nell’appartamento, Jennifer mi sembra sospetta!!! Alla prossima.

  • Ecco un altro giallo che intendevo seguire per farmi un’idea di come funziona la cosa su questo sito( sono un new entry e anch’io sto scrivendo un giallo)…incipit curioso, interessante, anche se temo, guardando le date di commenti, che anche questa storia sia stata abbandonata. dimmi di no, perché intendo seguirla. Ciaociao.
    P.S. avrei votato anch’io la seconda opzione.

    • In effetti ammetto che non ci ho pensato. Ti ringrazio per avermelo fatto notare.

      Dato che è solo Didimo che la chiama “signorina”, è possibile che possa essere una donna giovane, o all’apparenza giovane, e l’ha detto per cortesia. Oppure semplicemente non sa la differenza tra “signora” e “signorina”.
      In ambedue i casi è lui, Didimo Melata, già scemo di natura.

      Buona domenica!

  • Ciao anderwritten!
    È un giallo che lascia spazio ai sorrisi; Amedeo è manesco, ma forse conosce bene i suoi polli ?. I fratelli sono di stomaco debole, il vomito genera vomito, ma d’altronde sono gli imprevisti del mestiere.
    Il tutto è simpatico e si lascia leggere bene, bravo!
    Voto per la moglie, ciao!

  • Ciao, bell’inizio!!! Volevo solo chiederti solo una cosa, magari ho capito male… I due fratelli sono poliziotti, no? E allora perché chiami la moglie della vittima “cliente”? O magari sono investigatori privati e mi sono confusa!!!
    Ho votato per vuole mettere Didimo alla prova.
    Anch’io ho cominciato una nuova storia “in giallo”, se vuoi puoi passare e darmi qualche dritta, sei il benvenuto. Alla prossima, io ti seguo!!!

  • Ciao, credo li porti fuori non vuole che il procuratore abbia una brutta impressione, non si fida ancora del loro intuito.
    Giallo con un iNCIPIT classico che può portare lontano, scritto bene con un’ottima gestione dei personaggi che per prima cosa debbono farsi conoscere e qui ci riescono. Ottimo lavoro, ti seguo. ciao?

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