Sulla strada per l’Est

Dove eravamo rimasti?

Cos'è la prima cosa che fa il bandito quando esce dal saloon? Carica in sella Mia e cavalca via in tutta fretta (75%)

2. La fuga

Il sole di mezzogiorno era abbagliante. Quando il brigante la trascinò fuori dal saloon, stringendole un polso tra dita che parevano di granito, Mia sbatté più volte le palpebre per contrastare la luce che le feriva gli occhi.

Era l’ora in cui le temperature raggiungevano i picchi più alti e la ragazza non si stupì nel constatare che la piazza antistante al locale era deserta. Forse qualcuno stava spiando la scena dalle finestre, ma nessuno sembrava intenzionato a prendersi la briga di intervenire per sventare il suo rapimento. E nessuno aveva nemmeno chiamato lo Sceriffo. Meglio così, pensò Mia: significava che nessuno avrebbe cercato di trattenerla.

Prima che potesse commentare, il brigante la strattonò verso un imponente cavallo dal manto dorato. Uno stallone di Lynmere, comprese Mia, riconoscendo l’animale. Il brigante la afferrò per la vita e la issò in sella con sorprendente facilità, poi montò alle sue spalle e dette di sprone al cavallo.

«Ehi!» protestò lei mentre lo stallone si scagliava attraverso la piazza polverosa con la potenza a la velocità che contraddistinguevano le bestie della sua razza.

«Non ti agitare troppo, che se cadi ti rompi l’osso del collo» le intimò il brigante.

Mia affondò le dita tra la criniera dell’animale e fece del proprio meglio per assecondare con il corpo i movimenti della bestia. «Ma c’è proprio bisogno di correre così?» strillò quando sentì di avere acquistato un certo equilibrio. «Guarda che non ci sta inseguendo nessuno: ai miei compaesani non gliene frega un fico secco di me.»

«Questo è quello che pensi tu» replicò l’uomo. «Ti assicuro che qualcuno che ci segue c’è.»

Mia strabuzzò gli occhi. «Sei inseguito? C’è qualcuno che ti dà la caccia?»

Un grugnito fu l’unica risposta che ricevette e per un istante fu veramente tentata di gettarsi giù di sella: un conto era avere a che fare con un uomo solo e che aveva un buon motivo per trattarla con riguardo almeno per un po’, tutt’altra faccenda era invece ritrovarsi braccati da un manipolo di criminali senza volto né scrupoli.

Mia aveva comunque intenzione di darsi alla fuga alla prima buona occasione, ma ora la cosa sembrava avere acquisito una certa urgenza.

Il cavallo pareva però volare al di sopra della distesa di terra rossa, poco o nulla disturbato dal doppio peso che portava sulla groppa, e lei non era poi così sicura di sopravvivere alla caduta: meglio aspettare un’occasione migliore e nel frattempo sperare che i loro inseguitori fossero dotati di destrieri più lenti.

Il brigante doveva avere almeno un’idea approssimativa della direzione in cui dovevano andare, perché la loro fuga li condusse verso est – non troppo lontani, calcolò Mia, dalla rotta segnata sulla mappa.

Le ombre della sera si stavano ormai allungando quando l’uomo fece rallentare lo stallone; e la schiena e le gambe di Mia erano a pezzi: era passato troppo tempo dall’ultima volta che si era trovata su una sella.

«Riposeremo per qualche ora» proclamò il brigante. «Ripartiremo quando sarà tramontata la luna.»

Mia aggrottò la fronte. «Io sono stanca e ho la schiena a pezzi: non so se riuscirò a cavalcare tutta la notte.»

Lui fece schioccare la lingua con aria di sufficienza. «All’alba ci fermeremo di nuovo. Se sei figlia di un mandriano come dici, non ci metterai molto ad abituarti ai ritmi dell’Est.»

Più che ai ritmi dell’Est, devo abituarmi ai ritmi della fuga, pensò Mia.

«Chi è che ti sta inseguendo?» chiese qualche minuto più tardi, quando il suo rapitore – o compagno, non  sapeva nemmeno lei come definirlo – le gettò un po’ di carne essiccata dura come cuoio.

«Non sono affari che ti riguardano» tagliò corto lui. «Tanto non ho nessuna intenzione di farmi raggiungere.»

«Mh» commentò lei, masticando con attenzione e rigirandosi in testa quella risposta così evasiva. «Senti un po’: ce l’hai un nome?»

Lui le lanciò un’occhiata di sbieco. «Perché ti interessa? Vuoi che diventiamo amici?»

«Certo che no, ma mi pare normale avere un nome con cui chiamarti. Io sono Mia, comunque.»

L’uomo le rivolse un sorrisetto tagliente. «Non vedo perché dovresti chiamarmi. Meno cose sai di me e meglio è.»

Mia alzò gli occhi al cielo. «D’accordo, Tom.»

Lui aggrottò la fronte. «Tom?»

«Se non vuoi dirmi il tuo nome, te ne assegno uno io. Non è brutto, Tom – è un nome solido, un nome onesto

Il brigante sbuffò. «Ti sembro onesto, io?»

Lei lo soppesò con lo sguardo. «No, non particolarmente» ammise dopo quasi un minuto. «Però so che c’è anche di peggio: in passato ho avuto a che fare con cose molto meno oneste di te.»

Lui parve preso in contropiede e non aggiunse altro. E nemmeno Mia lo fece, e non disse ciò che stava pensando: che aveva conosciuto cose meno oneste di lui, ma più intelligenti, perché solo uno stupido si sarebbe messo in testa di andare a cercare il tesoro del vecchio Jim. Uno stupido o un ignorante che non aveva nessuna idea di ciò che lo aspettava sepolto in un punto remoto delle praterie orientali.

Nel prossimo capitolo...

  • Mia vede Tom fare qualcosa di insolito (80%)
    80
  • Mia e Tom ricevono una visita inaspettata (0%)
    0
  • Mia ricorda un fatto accaduto in passato (20%)
    20
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17 Commenti

  • Ciao, ho appena letto la tua storia e mi sta prendendo!
    Mi piace come hai presentato i protagonisti: tra Mia che si fa rapire “volentieri” e il brigante misterioso (e, con quel rito, che fa pure cose misteriose)
    Bello anche il come narri le vicende!

    Voto per il barattolo con l’unguento, magari è curiosa e pure preoccupata di cosa potesse significare quel rituale. Scappare non penso sia proprio l’ideale, mentre il serpente mi da l’impressione di qualcosa di già visto

    Vorrei chiederti, nel caso il giallo ti possa interessare, se ti va di dare una lettura anche alla mia storia.
    Alla prossima, e buona continuazione!

  • SERPENTE A SONAGLI. Non vedo perché debba rubare un unguento che non sa cosa sia, e neanche immagino che voglia scappare. Comunque complimenti a te che sei riuscita a inserire un tanto di mistero in una storia che sembrava “solo” un western. Aspetto buone nuove e ti auguro una splendida serata!??

  • Ciao, mannaggia!!! Mi hai fatto venire in mente tutte le notti passate in tenda a rigirarmi perché un sasso dispettoso aveva deciso di massacrarmi qualche parte del corpo!!!
    E poi il mistero dell’unguento… non ho saputo resistere e ho votato per Mia che cerca di rubarlo. Non vedo l’ora di capire a cosa serva!!! Alla prossima.

  • Ciao, avvincente la fuga con l’ombra inquietante di inseguitori non visti, avventura pura o la dura legge del west!!!
    Ho votato anch’io per qualcosa d’insolito, per un ricordo del passato è ancora troppo presto ma anche per una visita inaspettata. Creiamo prima un po’ di suspence. Alla prossima e buon riposo ai due protagonisti.

  • Coraggiosa e un po’ incosciente questa Mia, vuole emanciparsi, sogna una vita nuova e non esita a mettersi in mano di uno sconosciuto (Forse nel West le donne erano abituate a tutto!). Naturalmente avrà da pentirsene, almeno a breve, sempre che non riesca a tenere sotto controllo il suo scomodo complice-rapitore-fuggiasco in vena di fare soldi. Adesso Tom farà qualcosa di insolito…
    Auguri a loro e complimenti a te, storia che promette molto. Bene! ? alla prossima!

    • Ciao! Sicuramente le vere donne del West erano assai più prudenti e morigerate di Mia, che infatti vive in un mondo di fantasia che ha caratteristiche vagamente western: sono troppo pigra per informarmi abbastanza per poter scrivere un racconto che abbia una qualche pretesa di verosimiglianza!
      Io amo far penare i miei protagonisti, quindi la ragazza avrà sicuramente modo di pentirsi della sua avventatezza..
      Grazie per essere passato e alla prossima!

  • Uhm… questa volta le scelte mi piacciono tutte e tre. Dopo un po’ di indecisione, voto qualcosa di insolito perché la roba insolita mi piace 🙂

    Ho apprezzato lo stallone 😀

    Capitolo interessante. Ha ragione Mia, comunque, quando si viaggia con qualcuno è meglio avere un nome piuttosto che dire “ehi, coso” specie quando hai bisogno di interloquire presso luoghi sconosciuti. Ma naturalmente il nostro bandito potrebbe essere “stupido” come pensa lei oppure sa esattamente quello che sta facendo 😉

    Insomma mi hai incuriosito molto: andiamo avanti 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciao! Se lo stallone fosse stato il cavallo rubato del capitolo precedente sarebbe stato importante, così com’è invece penso che sarà solo un mezzo di trasporto… Almeno per ora.
      Per quanto riguarda il bandito, vediamo se ha un buon motivo per non voler dire il suo nome o se vuole semplicemente tenere le distanze da Mia…

  • Ciao, ricambio i complimenti sul livello linguistico, è un vero piacere leggerti. L’incipit promette avventura e molto altro, come dovrebbe essere un bel western (forse) in chiave fantastica!!!
    Ho votato per il rapimento, cominciamo pure con il botto. Credo che Mia ci riserverà molte sorprese… non vedo l’ora di leggerle. Alla prossima!!!

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