Dove eravamo rimasti?
Polvere a Sbreno (seconda parte)
Malik Muller, gradevole donna dagli occhi ridenti ma con uno sguardo appuntito, poteva perfettamente dattilografare i confusi pensieri del Sergente Keller, riuscendo a decifrarli dal suo masticare caotico e cogliere, contemporaneamente, gli spostamenti avvenuti in ufficio dalla polvere strisciata, grattata via o semplicemente accostata dai libri o dagli oggetti disposti sui mobili.
La Signora Muller quella mattina si era recata in ufficio con il suo solito largo anticipo ma, il ritrovato disordine intonso dell’ufficio del Sergente Keller, lasciava capire che ancora una volta la scorsa sera non si era recato al lavoro.
Tutti al dipartimento associavano al silenzio una mesta aria di rassegnazione, quasi a dire:<<Morirà con un Spluchen fumante fra le mani e tanta, troppa birra!>>.
L’arrivo della telefonata la coinvolse direttamente, la coordinazione era la sua condizione necessaria e, indossando il suo soprabito viola e in tinta con le scarpe, si affrettò a raggiungere il luogo indicato dalla voce al telefono, con in sottofondo un lungo miagolio soffocato.
Chiaramente a piedi, in Varcazia non si conosce l’auto e gli spostamenti sono esclusivamente pedestri e ginnici.
Il Sergente Keller originava da Flodelville, il tempo da quelle parti non viene mai segnato con gli orologi ma con rullate di tamburi a battute crescenti e quell’uomo era certamente uno straniero anche nei suoi territori. Lui, al suo arruolamento, pretese l‘auto di servizio e all’ultimo rifiuto incontrò gli Spluchen nella sua vita. C’è sempre un motivo che lede l’uomo dal suo interno!
Fra i giardini ordinati di Sbreno, quella mattina, si respirava un’aria di pesante inquietudine, circoli magici disegnati con il gesso indicavano una mappatura stellare assieme a tracce di un trito di nocciole, pistacchi e mandorle talmente fine, polverizzati, da far pensare ad un lavoro incessante di mortaio o forse ad un tritatutto industriale, del tipo con il cavo coassiale a duplice potenza materica. Orme di gatto seguivano il sentiero.
In casa Pomeroy Priscilla giaceva fra il divano e il tappeto, orme di gatto su di lei e il suo improvvisato compagno. Un’unione suggellata alla fine di un percorso con un vino scadente, un rosso reso torbido da un miscuglio granuloso. Un vino certamente non da primo incontro!
Priscilla Pomeroy, tennista e campionessa di Sbreno, era ancora in completo da gioco come anche il suo compagno, Dog Preston, che era noto anch’egli come tennista ma pubblicamente in lotta contro la Pomeroy per il campionato regionale.
La Signora Muller spostò gli ancoraggi abbandonati sulla poltrona, in attesa del Sergente Keller osservò da vicino la finestra bucata e si accorse che certamente la rottura era avvenuta dall’interno, tracce di vetro erano ancora conficcate sull’abete di legno usato come ferma porta.
Tracce insanguinate partivano dal divano per finire sul bordo della finestra e intanto Glassa, il gatto di Priscilla, era praticamente scomparso.
<<Tutti fuori dalla scena del delitto!>> urlò il Sergente Keller << … O si contaminerà!>> diceva barcollando, sostenuto dalla fidanzata di Dog Preston che raccoglieva una manciata di effetti personali e li metteva in borsa.
La Signora Keller osservò con attenzione il suo capo, si mise a disposizione per le trascrizioni da stenografare in pochi attimi ma con la coda dell’occhio osservò la tenda muoversi con un andamento irregolare, agitando i presenti saltò fuori Glassa, ripulito d’ogni segno e fresco di veterinario.
Glassa osservò felinamente la confusione del suo ambiente, allungò la sua coda che diresse in lontananza verso una donna nel parco.
Sembrava proprio Madama Flutte!
Dog Preston faceva il doppio gioco in amore o nel campo?
- Il ritorno di Glassa può dare una svolta alle indagini? (0%)
- Madama Flutte gestiva l'erboristeria di Sbreno, poteva conoscere le intolleranze dei suoi clienti? (67%)
- Priscilla Pomeroy stava rinunciando alla sua vittoria per amore? (33%)

30/01/2022 at 00:56
Ciao. A me piace la seconda scelta. Buon proseguimento.
31/12/2021 at 18:10
Non so. Meglio del primo, ma in dei momenti mi sembra che la scrittura si perda.
Tipo la parte dove descrivi la città ad un certo punto sembrava un fantasy.
31/12/2021 at 00:29
Alloooooooora….
I miei complimenti.
Ho letto il primo capitolo di sfuggita, perché pareva qualcosa d’interessante, ma mi sono detto “Caspio… ma che significa?” Perché ho utilizzato una chiave di lettura del tutto inattesa, come temo la gran parte dei lettori. Ed è proprio qui che si dimostra la tua bravura: il secondo capitolo è una delucidazione totale, perché si mette in chiaro ogni cosa, rendendo quasi poetico il primo capitolo.
Si è valsa tutta l’attesa, così come sospettava Fenderman!
Se può farti piacere, ho letto i primi due capitoli su Youtube:
https://youtu.be/tdJoKAQfZek
Alla prossima!
Ancora complimenti!
E… buon anno!
29/12/2021 at 15:26
Ho capito poco… però aspetto a criticare del tutto. Vediamo come sarà il continuo.
30/12/2021 at 00:53
In effetti è un po’ caotico, però passaggio dopo passaggio si chiarirà ;))
28/12/2021 at 21:27
Questo Keller farebbe bene a ritirarsi a vita privata. Magari bruciando una carriera avrà abbastasnza energia per crearne una spettacolare culinaria. Chissà ?
Perché è importante questo gatto ? Vediamo …
30/12/2021 at 00:55
Glassa ha un suo filo, non ti dico se sarà quello conduttore ma sta li per una motivazione. Keller, in effetti, è un migliore cuoco che investigatore ma ha i suoi assi nella manica 🙂
28/12/2021 at 12:39
Ciao benvenuto/a.
Voto Keller. INCIPIT breve, volutamente (forzatamente?) difficile da capire in certi passaggi, ma essendo solo il tuo un “lancio” non lo considero un difetto, semmai una provocazione che induce ad aspettare il seguito.
Aspetto dunque Keller e ti do spago votando una ipotesi fuori tema.
A presto! Ciao?
30/12/2021 at 00:57
Cia 😉 l’incipit è una foto, ti mostra una probabile immagine, bisogna aver pazienza e vedere se è valsa la pena guardarla o coglierne i particolari. A presto 😉