Quella notte

Il film peggiore della storia

Finalmente aria fresca, non ne potevo più di stare lì dentro.

Che schifo di film. Non ci posso credere che finanziano queste schifezze. L’horror è figo, perché permette di spaziare incredibilmente, ma qua si esagera. Cavoli, non riavrò indietro queste due ore e mezza della mia vita. Avrei potuto cucinarmi qualcosa di decente, vedere del trash in televisione, al caldo sotto le coperte e mi sarei divertito, mi basta poco. Non è questo granché va bene, ma meglio di passare un mercoledì sera a vedere una ciofeca del genere al cinema. Un licantropo che si innamora di una vampira, ma le due famiglie si frappongono, che diamine ho visto: Lupeo e Draculetta?! Per lo meno durante la camminata verso casa mi posso godere della buona musica, mi metto le cuffie ed il tempo vola via.

Due ore e mezza. Ed io che voglio sempre vedere l’ultimo spettacolo della giornata quello delle 22:30. Almeno non c’erano bimbi rompi scatole.

Che ore saranno.

 “Che ore sono?”

Ma che? Me lo sono domandato veramente da solo?

 “Che ore sono?”

Ah ma è un uomo, fammi togliere le cuffie che non capisco niente. Perché ha delle monete in mano e le conta? Barcolla, forse è ubriaco.

 < L’una meno cinque >

 “Come?”

 < L’una meno cinque > fammi allontanare, non si sa mai.

Chissà perché contare le monete, tra l’altro tutte da uno e due centesimi, cosa potrà farci.

Continua a barcollare, spero che non cada per terra.

Che figa sta canzone. Mi vien quasi voglia di ballare. Una goccia?! Spero non sia una cacca di uccello. Un’altra. Bene, piove. Cioè, è più una pioggerella. La pioggerella notturna è qualcosa che adoro. Rinfresca, purifica e rallegra. Magnifica, quasi mi son dimenticato del tempo che ho perso oggi, che bella sensazione, sembra che mi stia lavando via i miei problemi.

E quello chi è? Barcolla, anche lui. Un altro ubriaco. Mi sta chiedendo qualcosa? Fammi togliere di nuovo le cuffie. Che dice? Non capisco.

 < Hai detto qualcosa? >

Non capisco. Quanto cavolo avrà bevuto? Se uscisse dall’oscurità almeno potrei cercare di intuire cosa vuole. Ecco sta venendo verso il lampione, forse è meglio che me ne vada. Ma che…

Un momento.

No, no, no, no, nononononono. Non è possibile.

Forse è caduto, non può essere che sia così. I vestiti sono…sporchi di sangue e gli cadono…pezzi carne? Dal viso.

La sua testa è…un tantinello ammaccata. Okay, un po’ tanto. Come fa a non essere morto? Sto sognando? È un incubo? Forse sono ancora nel cinema a vedere quel noiosissimo film e mi sono appisolato?

Mi prendo a schiaffi. Niente, è ancora lì. Forse mi devo pizzicare. Nada. Non è cambiato ancora nulla.

Non ci credo. È proprio un cazzo di zombie?! Mi sento un idiota a pensarlo, eppure sembra essere proprio uno di quei cosi. Almeno è uno lento alla Romero, non come quelli moderni che corrono più veloci di un essere umano.

Che faccio? Gli spacco la testa? Ma con cosa, non ho nulla a parte telefono, chiavi e portafoglio, di certo non posso corromperlo. Vediamo che c’è qui intorno. Un albero? Potrei spiaccicargli la testa contro la corteccia, ma in questa maniera lo tocco e rischio di essere morso. Il marciapiede? Molto alla “American History X”, stesso rischio di prima. Un secchio dell’immondizia? Magari il coperchio di sopra se riesco a staccarlo.

Sembra solido, è di metallo. Vediamo un po’, urca se è attaccato bene. Sono tutti mezzi rotti o allentanti, ma questo no, quando serve qualcosa non c’è mai quello di cui hai bisogno. Meglio sbrigarsi, è lento, ma preferisco che non si avvicini troppo. Dio, sento da qui il suo odore.

Ecco si sta staccando. Un altro piccolo sforzo.

Finalmente.

Speriamo di farlo fuori subito. Respira. Respira. Un colpo secco e ben assestato.

Aspetta, non così in fretta. E se fosse semplicemente un ubriacone e mi sto facendo mille film mentali? Ucciderei qualcuno. Sarei accusato di omicidio. Ma se invece fosse davvero uno zombie? Potrebbe fare fuori qualcuno e spargere l’epidemia in giro per il mondo. Oh cazzo! Ora mi devo fare mille dilemmi morali.

Lo faccio, meglio togliermi il pensiero.

Che rumore disgustoso. Splat. Solo nei cartoni è così distinto il suono o quando si spiaccicano gli insetti, anche se preceduto prima da un clap.

Quanto sangue, mi sono sporcato tutto. Oddio che schifo, mi vien voglia di vomitare, è tutto così rivoltante.

Chissà da dove veniva, come si sarà infettato. Forse, sarà meglio chiamare la polizia.

Cosa farà il protagonista?

  • Si dirige verso casa (40%)
    40
  • Cerca aiuto nei dintorni (40%)
    40
  • Chiama la polizia (20%)
    20
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57 Commenti

  • Ho letto adesso il primo capitolo del tuo racconto, mi sembra abbastanza horror. Per la verità ero partita dall’ultimo, per curiosità. Mi è sembrato ben scritto e ne ho voluto sapere di più. Fra un po’ leggerò tutto in ordine di tempo e saprò meglio commentarlo. Per adesso posso dirti buona scrittura e a presto.

  • Ciao Amos!
    Il tipo procede per la strada, i segnali di catastrofe sono ovunque, ma c’è anche la normalità di chi si affaccia sulla strada e pare non saperne nulla. Il tizio è “sospeso”, fluttua tra quello che vede e una zona d’ombra, dove tutto è possibile. Zona che tu difendi bene.
    Dico che aiuta l’uomo e ti dico alla prossima.
    Ciao!

  • Capitolo 6)

    La storia fila abbastanza liscia. Non mi sento di doverti fare nessuno appunto, se non un po’ il rischio della ripetitività della situazione che vive il nostro personaggio 🙂 Ma magari questi personaggi apparsi in questo capitolo serviranno ai fini della trama 😉

    Io dico che lo abbandona. Il ferito è palesemente un peso: rimarrei fedele all’indole pavida, magari ci porterà a qualche altro risvolto interessante! 🙂

    Trovi la lettura sempre su Youtube:
    https://youtu.be/6YDSDEWlyoQ

    Alla prossima!

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