Fratello straniero

Il dono

   Finalmente. Pensò Hirò. Quel carretto che aveva affrontato i sentieri più impervi per trascinarlo via dalla sua amata Azha, s’era fermato. Ancora qualche ora dentro quella gabbia e avrebbe perso il senno, ne era certo. Ora però era tutto finito, sarebbe stato consegnato al suo nuovo padrone, una persona dai gusti sopraffini per richiedere un Guerriero d’opale per il proprio serraglio. Un nobile di alto lignaggio per poter richiedere alla Sposa celeste una tra le gemme del suo harem. Un nobile molto ricco se era riuscito a pagare il suo prezzo, tanto oro quanto il suo peso.
  Hirò schiuse gli occhi e  il soffitto troppo basso della gabbia non tardò a sopraffarlo. Scostò subito il volto pronto ad assaporare le strade lastricate di Castelbianco, di Rocca dei gigli, di Portolungo. Solo alcuni nomi di tutte le città che aveva sentito parlare nella sua vita e che un giorno o l’altro lo avrebbero accolto. Ma l’olezzo della melma, la vista della strada fangosa e il rumore poco distante del grugnito di suini lo colsero impreparato. Ammutolito sgranò gli occhi di gatto e percependo il petto stringergli, respinse ogni sensazione. Cercando di ritrovare una posizione comoda, per quanto la schiena iniziava a dolere, chiuse nuovamente gli occhi. Un infimo e insignificante borgo. Ne dedusse scocciato, evidentemente la città del suo ricco padrone era ancora distante. Quando arriverò a destinazione, il nobile umano che si prenderà cura di me, farà preparare una vasca con latte e miele. Mi regalerà vesti di seta e collari dorati. Mi darà nuovi nomi: uno ufficiale e uno più affettuoso, che mi sussurrerà mentre mi accarezzerà. Il mio giaciglio sarà ai piedi del suo talamo e saprà amarmi con spietatezza.
   Ma ogni cosa morì quando la gabbia iniziò a muoversi. La gabbia, non il carro. Spalancò gli occhi atterrito e vide l’Uomo del carro che aiutato da tre maleodoranti porcai, sollevavano la pesante gabbia.
– Aspetta! – Chiamò terrorizzato Hirò acciuffando la sudicia manica del Uomo del carro. In quel momento, se lo avesse potuto fare, si sarebbe aggrappato a quel sudato braccio perfino con gli artigli pur di fermare quella pazzia, ma glieli avevano strappati tanti anni prima. L’umano lo guardò con fare interrogativo e per quanto non parlasse alto azhano, parve comprendere il leonide. Si fece tuttavia una grassa risata e con lui i tre porcai. Scambiò con i tre villici parole derisorie che Hirò non volle comprendere, per quanto Ratto lo aveva ormai imparato a distinguere. Dopodiché alzarono la gabbia, un uomo ad ogni lato perché nonostante piccola, troppo piccola, quella gabbia aveva le sbarre dorate.
– Aspetta! – Tentò di fermarlo Hirò. – Aspetta ti prego! – Ma i quattro umani ridevano e non ascoltandolo portarono la portantina in un trasandato cortile. Nemmeno durante la Prova del guerriero Hirò aveva provato tanta paura. Perfino davanti al coltello che lo aveva evirato aveva tenuto la testa alta, certo che nemmeno quell’inezia lo avrebbe privato del glorioso futuro che gli spettava.
– Ti prego! – Miagolò stringendo con le mani il braccio del Uomo del carro mentre quella umile aia, simile a tanti cortili di analfabeti capi villaggio, signori di anonimi borghi che non comparivano nemmeno sulle mappe più minuziose per quanto insignificante fosse la loro esistenza, accolse Hirò. Hirò: un leonide dei Fiumi gemelli, un leonide gatto nudo per i plebei, un Ratto per gli ignoranti, uno scherzo della natura per chiunque non fosse pratico del gusto eccentrico dell’alta società. Ma l’Uomo del carro non lo ascoltò e ignorandolo fece posare la gabbia a terra. Poi estrasse dalla tasca qualcosa di piccolo che non tintinnava. Quando mostrò la ricompensa ai tre porcai, essi non la riconobbero come tale e colpendo la mano del uomo, la fecero cadere a terra. Si allontanarono dal cortile imprecando sottovoce. Hirò invece comprese di cosa si trattasse non appena distinse la polverina bianca che era sgusciata fuori da uno dei tre sacchetti. Gli venne da piangere nel comprendere che era finito in un angolo di mondo dove s’ignorava le proprietà del più famoso oppiaceo rasthano. Eppure fu proprio in quel momento che ritrovò la sua grinta e non si lasciò sfuggire tale opportunità. Dimentico dei porcai, l’uomo del carro si chinò per aprire la gabbia, ma ciò che vide lo fermò. Hirò aveva recuperato da terra uno dei sacchetti e lo aveva posato sulle labbra grigie. La minaccia d’ingerire la shiya e provocarsi una rapida morte fu chiara. E Hirò sapeva che l’Uomo del carro sarebbe stato pagato solo dopo averlo consegnato sano e salvo.
-Il mio nome è Hirò, il guerriero d’opale, primizia del serraglio della Sposa celeste. È mio destino avere un padrone, sono stato creato per averlo e tu farai in modo che ciò si compi. Non mi è concesso sapere perché io sia proprio qui, nel luogo che più di tutti ignora quale ricchezza io sia e che uso si può fare di me. Ma non m’interessa. Tu mi consegnerai come se io fossi le ceneri del Dio Azhay in persona! –                 

L'Uomo del carro intuì che lo schiavo non scherzava, dunque ascoltò l'eccentrica richiesta fatta da un eccentrico dono.

  • "Porta la gabbia fino al cospetto del mio padrone, perché una creatura rara come me la si protegge ad ogni costo." (29%)
    29
  • "Prima di consegnarmi dimmi il nome del mio padrone. Avrò più potere su di lui." (57%)
    57
  • "Prima di consegnarmi devo lavarmi perché seppur leonide, stai consegnando un essere umano, non una bestia." (14%)
    14
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98 Commenti

  • Capitolo 11)

    L’estate diventa un momento complicato per scrivere, specie con il caldo sempre più opprimente. Un po’ tutti abbiamo sofferto, ma tra breve si potrà di nuovo stare un po’ al fresco, e allora si tornerà a raccontare con più libertà. Un periodo di pausa ci sta, la mente si riorganizza!

    Così si conclude l’avventura di Hirò, ma non è detto che sia l’atto conclusivo delle sue vicende.
    Aspetto di rileggerti!

    Buona estate!

  • Ciao Artemis!
    Scusa la mia sparizione, ho fatto fatica a rimanere attaccato al carro, e oggi ho recuperato un paio di parti dell’enigmatico Hiró. Il destino li ha uniti e il loro legame unico e ambiguo li porta a cercarsi. Ho ritrovato il tuo racconto sensoriale, fatto di effluvi, sensazioni tattili e sapori, molto sexy, forse è la parola giusta.
    Secondo me si ritroveranno da persone libere, anche se a Hiró non pare interessi molto la parola libertà, perlomeno non nel significato che noi diamo alla parola.
    Aspetto la 11 e ti auguro una bella settimana.
    Ciao ciao!

  • Tutto è bene quel che finisce bene. Ma è davvero finito?
    Comunque va già bene così. Brava, hai portato a termine una bella storia positiva dove l’amore e i buoni sentimenti sono premiati. Se ci sarà un seguito sarò felice di continuare a leggere. a presto Artemis e buon fine settimana.

  • Voto Fratelli stranieri semplicemente perché è il titolo del racconto 🙂 (e poi la parola “fratello” mi piace).

    Non so cosa sia successo ma il capitolo è stato pubblicato due volte ed a quanto sembra non è possibile votare nel decimo (dice loading e non compare mai il voto). Spero comunque che tu possa vedere i risultati della votazione e scrivere l’ultimo capitolo 🙂

    Per quanto riguarda la storia, se ho ben capito, sono tornati alcuni personaggi della precedente storia e la cosa mi ha fatto piacere 🙂

    Tutto il capitolo è un tripudio ai miei occhi ma non ho ben capito dov’è finito Hirò e cosa successo: ha un’occhio nero e si sveglia in un bordello però il Naga albino dice che è stato il suo compagno di viaggio. Quando? dove? E poi perché “lavorare” in corsivo? La prima parte del capitolo mi ha un po’ confuso. Da quando Hirò viene accompagnato fino al finale, è stato stupendo! Mi è pure sceso una lacrimuccia quando ho capito che il nostro “comandante” e la pantera hanno messo alla prova Hirò e Kah è comparso sulla scena ^_^

    A leggerci all’ultimo capitolo 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciaooo Red! ?
      Hahaha, mi sembra una scelta logica ?
      Hai visto?! Magiaaa ? si, spero che l’onnipotente sito mi permetta anche di concludere la storia (non tanto per una conclusione, perchè di per sè va anche bene se resta così, nel vago). Ma più che altro per scriverne una nuova. Al massimo Artemis Terracielo resterà per sempre sospesa in questo loop, e ricomincerò con un nuovo profilo. Nel caso vieni a cercarmi ?

      Siii ha fatto un super piacere anche per me! E che bello che te ne sei accorto! ?

      E si, è il problema di avere “solo” 10 capitoli e un tot di parole. Non si riesce mai a spiegare bene fino in fondo il contesto e immagino che ci si rimane un po’ confusi. Grazie per la pazienza!!!

      Siiiii anche a me è piaciuto molto come finale. Un po’ scontato ovviamente, però deve essere figo scoprire che ti ritrovi come alleato degli spiriti elementali pazzeschi! E mi ha fatto davvero davvero piacere che hai riconosciuto i personaggi ?

      Dai, speriamo che il sito non mi lasci in un loop, ma nel caso: grazie davvero per aver letto anche questa storia ?

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