UN’ANGURIA DI TROPPO

Fuga di notizie

“Mia cara Petra, non comincerai mica a fare la gelosa dopo poco più di un anno che siamo sposati, spero. Come sai, sono ancora in attesa di essere promosso al ruolo di ispettore e di conseguenza mi appioppano gli agenti più giovani e inesperti. E non posso farci niente”

“Lo so, lo so. Solo che quell’agente, in particolare, mi pareva piuttosto carina, almeno in TV”.

“Ma dai. Sono sposato con una delle attrici più popolari di tutta la Germania, con due premi Lola vinti, e hai paura di una ragazzetta di neppure trent’anni?”

“Chi non è geloso, non ama!”

“Questa non è farina del tuo sacco. Dove l’hai letta?”

“Non me lo ricordo. Ma mi è rimasta impressa fin dal liceo”.

“Va bene, chiudiamola qui: non hai motivo di essere gelosa. Punto”.

La donna spense l’abat-jour sul suo comodino e si coprì fino al collo con il piumone. 

Pochi minuto più tardi, Paul, già mezzo addormentato, sentì il calore del corpo nudo di Petra che si avvinghiava al suo. Per dormire c’era ancora tempo.

***************

“Allora, dagli interrogatori della Famiglia Yilmaz non è venuto fuori nulla di rilevante”.

Kessler stava riferendo al direttore Werner i risultati dei primi interrogatori. “Ho sentito pure il padre. Anche se ha settant’anni è ancora vispo e pimpante. Vola a Istanbul almeno cinque o sei volte all’anno per mantenere i contatti diretti con i suoi produttori e fornitori. Il business della frutta e verdura qui a Berlino è gestito dai turchi al 95 per cento. Greci e italiani hanno provato per anni a inserirsi, ma senza successo. E ora si occupano soprattutto di ristoranti.

Ho sentito nuovamente la dottoressa Maier, relativamente all’autopsia. Ha avuto difficoltà a stabilire la causa di morte, ma alla fine ci è arrivata. Piuttosto agghiacciante”.

“Dimmi, Kessler, non farla lunga”.

“All’inizio pensava a un dissanguamento rapido dovuto all’evirazione. Poi studiando bene i reperti è arrivata alla conclusione: il poveraccio è stato strangolato con una specie di garrota. Una striscia metallica manovrata da dietro al collo, che lo ha progressivamente ucciso. In contemporanea gli hanno tagliato tutto davanti. Spero solo per lui che avesse perso i sensi quando hanno iniziato col bisturi”.

“Bisturi?”

“Probabile. L’alternativa è lo stesso coltello da macellaio usato per la testa. Comunque professionisti”.

“Pensi al commercio di droga?”

“Naturalmente, la vittima doveva avere commesso uno sgarro serio. Abbiamo iniziato a interrogare le varie figure del sottobosco dei junkies: grandi pusher e piccoli spacciatori, ma non mi aspetto granché. Quella è gente che non parla”.

“A proposito, Kessler. La storia della castrazione non deve assolutamente trapelare alla stampa. Già siamo abbastanza nei pasticci con la testa fra le angurie”.

“Tranquillo, direttore. Lo sa solo la Meier e il personale della Morgue”.

Paul era appena rientrato in quello che definiva il suo ufficio: una stanza molto piccola condivisa con un collega, anche lui aspirante ispettore. Ognuno dei due aveva la sua scrivania, ma lo spazio per muoversi era decisamente risicato.

Il collega, Martin Dehmer, lo accolse sventolando una copia del Berliner Morgenpost. 

“Ecco qui, la stampa lo ha saputo!” gli disse. E prendendo il mano il quotidiano, Kessler lesse un titolo a mezza pagina in neretto spesso: “DECAPITATO E CASTRATO”, mentre l’occhiello diceva: “Novità sull’omicidio delle angurie”.

“Cazzo!” fu tutto ciò che Paul riuscì a dire.

Poi prese il telefono e chiamo la dottoressa Meier.

“Brigitte, trovami la talpa. Può essere solo lì da voi”.

Chi è responsabile della fuga di notizie?

 Loading ...