ANTICOMUNISTI A GENOVA

Come lo spiega?

L’aereo con i Supertre atterrò a Helsinki nella notte, forse. Una bufera di neve imperversava uniformando la Finlandia tutta in un carosello di fiocchi e fiocchetti, un gelido caleidoscopio di un solo colore. Ma in quel momento contava solo la loro prima missione. Erano stati selezionati personalmente dal sindaco di Genova: tre individui di alto profilo anticomunista, pronti a dare la vita contro il nemico del popolo ligure.

Il primo. Giangilberto Gaggero, 30 anni, di Bogliasco. Sospettato di socialismo e pedinato dalla polizia politica ligure, non si tradì mai, fino al giorno delle semifinali. Scacchista di livello assoluto, si iscrisse ai campionati regionali ed era talmente forte che gli furono assegnate le teste di serie numero uno e due. Stava giocando contemporaneamente entrambe le semifinali e fu sul punto di dichiarare uno scacco matto bivalente all’unisono, quando la polizia fece irruzione nella sala e lo arrestò con l’infamante accusa di doppiogiochismo.

Fu inviato nel centro rieducativo di Loano, dove, per orrido contrappasso ebbe l’obbligo di salire su una scacchiera vivente nel ruolo di re nero. Ma era inverno, e non gli furono dati i vestiti. “Il re è nudo!” – disse la regina – e sopravvalutando le capacità di allungo dell’intirizzito Giangilberto mosse istintivamente in avanti, travolgendo e uccidendo un pedone amico. Il re si salvò dall’assideramento prendendo a prestito i vestiti di un pedone bianco catturato durante le scorrerie della consorte color della pece, e riuscì a fuggire, riparando a Nervi. Lì firmò un documento di abiura al socialismo e entrò nella scuola della polizia politica. Bruciò le tappe: divenne spioncino, poi spia e infine si diplomò come spione.

Il secondo. Carlo Marrale, detto Bimbo. Un mitomane che qualcuno sospettava fosse davvero il primo chitarrista dei Matia Bazar, che, persa la via del successo dopo l’uscita dal gruppo, si era arruolato nella polizia di Genova. Fosse o no lui, era riuscito a debellare il nemico rosso dalle provincie di La Spezia e Savona, meritandosi il titolo di “senatore McCarthy al sugo di pesto”.

La terza. Una donna di circa sessant’anni, acuta e collerica. Di lei si sapeva solo il nome in codice: “La Zia”.

Di nazionalità francese, si naturalizzò genovese con l’autoipnosi e scoprì, unica in tutta Parigi, che Victor Hugo non era transalpino, ma ligure. Il suo vero nome era infatti Vittorio Ugo, un poeta contemporaneo che aveva scritto “I Miserabili” ispirandosi alle code al casello di Busalla sulla Milano-Genova, la dannata Serravalle.

La Zia aveva curato l’adattamento teatrale del capolavoro, entrando nelle grazie dell’intellighenzia culturale all’ombra della Lanterna. Negli ambienti di élite maturò un progressivo disprezzo per le dottrine socialiste. Dotata di straordinario acume, aveva ideato la “frase destabilizzante”: aveva capito che in un terzo grado con un marxista-leninista ogni domanda andava chiusa con l’inciso “come lo spiega?”; la richiesta di chiarimenti avrebbe minato la freddezza di un semplice esecutore addestrato come pollo da combattimento.

***

Trovato un taxi, la silenziosa triplice si fece portare a Rovaniemi davanti a una graziosa villetta a due piani. Si fecero strada in mezzo alla neve e suonarono il campanello; l’indirizzo era quello di una donna in odore di ultracomunismo, con un nipote italiano arruolato nelle file della Sinistra Ligure Clandestina.

“Buonasera!” – disse la padrona di casa – “in cosa posso aiutarvi?”.

“Veniamo da Genova” – rispose Bimbo – “le portiamo i saluti di suo nipote”.

“Grazie!” – rispose la donna – “Ogni trentacinque anni mi viene a trovare nei weekend, è un caro ragazzo”.

“Ho notato arrivando” – continuò Gil mantenendo un atteggiamento conciliante – “che tutte le finestre hanno le inferriate, anche quelle al piano superiore. Come lo spiega?”.

“E’ una lunga storia” – esordì la donna – “sono in causa con il comune di Rovaniemi. Come saprete Babbo Natale è originario di questa città; essendo noi famosi grazie a lui, il sindaco tende ad essere molto comprensivo. Babbo può penetrare per tutto l’anno nelle nostre case, dalle finestre e dal camino, per tenersi in allenamento. È vietato accendere il caminetto e chiudere le finestre; possiamo solo accostarle. È quindi possibile, mentre di notte ci si alza per andare in bagno, incontrarlo in borghese mentre si aggira per il corridoio; inoltre, a chi non gli fa trovare in cucina latte e biscotti viene addebitata la colazione sulla tassa dei rifiuti. Senza considerare” – continuò la donna, che andava scaldandosi, – “che questo permette ai mitomani di entrare in casa altrui spacciandosi per lui, al solo scopo di fare colazione gratis.”

” La privacy non è tutelata!” – disse La Zia.

“Per questo motivo” – proseguì lei – “ho fatto mettere le inferriate e continuo ad utilizzare il camino; la mia è una sfida senza sosta all’autorità costituita in nome della libertà. Mi sono rotta i coglioni di vedere questo ebete sorridente. In questo ho un’indole sicuramente rivoluzionaria”.

La vecchina è rivoluzionaria, forse si è tradita... chi la aiuterà?

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28 Commenti

  • Che dire! Ti ho trovato in diverse storie che seguo, e oggi pomeriggio mi sono dedicata al tuo racconto: surreale come piace a me, mi hai fatto decisamente compagnia in questo dopo pranzo nebbioso. Bravo, bravo: torna presto con una nuova storia, eh!

  • Incipit originale e divertente, un umorismo che ti travolge e ti catapulta repentinamente all’interno della trama.
    Anche il personaggio della vecchia signora mi incuriosisce terribilmente, forse anche perché con quel suo “mi sono rotta di coglioni” mi ha ricordato tutto ciò che esce di bocca alla mia di vecchina, mia nonna ottantenne, quando qualcosa non va secondo i suoi piani ?
    Per il prossimo capitolo direi di far entrare in scena proprio Babbo Natale.
    A presto!
    -Rossella✨-

    • Ciao Adelaide!
      Grazie! sono davvero assai lusingato per il tuo commento! Come forse avrai notato ho lasciato da diversi mesi la prima della storia, per motivi vari legati soprattutto al lavoro; sto ritrovando un po’ di tempo da dedicare ai racconti, e, grazie anche al tuo entusiasmo, conto di riprendere i miei anticomunisti ?. Passerò dalla tua novella.
      Ciao, a presto!!

  • Introduciamo il nipote. Molto divertente. L’approccio mi ha ricordato un po’ quello distopico/surreale de Il censimento dei Radical Chic di Giacomo Papi. Anche se i tuoi personaggi hanno un’impronta più marcatamente macchietistica. Trio molto ben assortito che ce ne farà vedere delle belle. Trovate originali. Umorismo intelligente, del genere che, per dirla con parole non mie, ti fa ridere per cinque secondi e riflettere per dieci minuti. Seguo.

    • Eccomi, Lou.
      Grazie dei complimenti, sono contento ti abbia incuriosito questo incipit; spero anche lasci qualcosa su cui riflettere. Grazie ancora!
      Per alcune vicissitudini ho pubblicato tre mesi fa circa, e ancora non ho finito la seconda; spero entro giugno di riuscirci. È quasi scritta, ma non mi piace molto e ho poco tempo per ripensarla.
      Non conosco il Testamento di cui parli, ma andrò a cercarlo.
      A presto, buona giornata ciao!

    • Ciao Artemis!
      Che buono il gipfeli, anche se mio padre impazzisce per il nusskipferl ???. La Svizzera ha i suoi tesori…
      Il bianco e nero lo adoro, come del resto le avventure di Zucchero Candito; hai ragione, qui si cambierà scena più spesso. Speriamo che il divertimento sia sempre lo stesso.
      A presto dunque ciao!

    • Ciao GG!
      Grazie mille per esserci e per la tua interpretazione. Oggi non ho potuto che intravederla, domani mattina mi rifarò per bene. Vedrò come lavorare con i personaggi, che per ora sono un po’ flat, anche perché ho privilegiato la storia ai dialoghi. Comunque c’è tempo…
      Grazie mille e ci troviamo ben presto.
      Ciao!

  • Ciao Minollo…
    …hai trovato un titolo strepitoso, come lo spiega? (Grazie Keziarica, tormenteremo così Minollo per tutta la durata del lracconto)
    Belli tre supereroi della Lanterna, hanno dei background da scompisciarsi…il top è il duello a scacchi e relativa fuga….ma nche la “dannata Serravalle” non scherza.
    Lieto di ritrovarti e pronto per il prossimo capitolo.
    ePP

    • Ciao EPP!
      Come lo spiega? Ecco il vero grimaldello per stanare il bolscevico che è in noi; i supertre ci proveranno, sapendo di avere il nostro supporto ?. Lietissimo di averti fatto ridere, cercherò di dare un degno seguito. Intanto grazie per esserci di nuovo.
      A presto ciao!

  • Una partenza da urlo, come lo spiega?
    Già pregusto un racconto entusiasmante e divertente anche, e soprattutto, per l’ambientazione?
    Ciao, Minollo.
    Lietissima di ritrovarti con questa nuova chicca. Il rimando alle code infinite che ci sono sulle nostre autostrade è fantastico.
    Non posso che mettermi comoda in attesa del nuovo capitolo e voto Babbo Natale, il violatore seriale e autorizzato di domicili ?

    Alla prossima!!

    • Ciao Keziarica!
      Ebbene sì, ci vuole un omaggio alla tua città che amo da sempre. Ovviamente sarà un tantino stralunato, ma è quanto so fare. L’autostrada per me era il fascino delle gallerie e mi annotavo i loro nomi scritti subito prima dell’entrata; e poi certo le code… Oggi con la A26 le cose vanno assai meglio ?. Ben trovata anche qui e grazie, spero ti piaccia.
      Ciao buon week end!

  • Bentornato Minollo,
    a raccontarci le tue storie, a farci sorridere, a chiederci dove mai escogiti le tue battute. Doppiogiochista, spioncino, sai giocare con le parole! non perderò niente anche di questo nuovo racconto. Sei davvero bravo. a presto e buona giornata. P.s. ho votato per il nipote.

  • Io voto Babbo Natale perché voglio vedere come fai “l’ebete sorridente”.

    Bentornato con una storia che spacca il capello in quattro dalle risate! Come nelle tue precedenti storie, si inizia piano per terminare col botto! 😆 😆 😆
    Continua così ‘ché non ti ferma nessuno!

    Ciao 🙂

  • Ciao Minollo.
    Bentornato.
    La poveretta non sa cosa le capita… Uhm io chiederei al sindaco, visto che di uno sfruttatore di renne, rapinatore di biscotti non ci di può fidare e il nipote avrebbe bisogno di una qualche reincarnazione per farsi vivo.
    Buon viaggio a te, alla tua geniale inventiva, e buona fortuna a loro, sempre!
    ?

    • Ciao Ottaviano!
      Riprende un altro viaggio, vediamo dove ci portano. Il sindaco? Uhm, vediamo come va. Il nipote è un precisino e un abitudinario, magari se è nei paraggi…
      OK grazie per la lettura, spero sia davvero geniale l’inventiva e ci si legge. Ciao!
      PS non pendolare, ma a, volte ci vuole un intervento antelucano…

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