La chiave

Dove eravamo rimasti?

Di chi è il messaggio? Angelica (60%)

Angelica

“Ciao, ho visto la tua macchina in piazza. Da qualche mese hanno messo l’obbligo di disco orario e puoi lasciarla al massimo un’ora. Ti conviene toglierla perché fanno multe salate”

Eloisa fissò a lungo lo schermo la cui luce bluastra si rifletteva sul suo viso in penombra. Mai avrebbe pensato che Angelica l’avrebbe ricontattata, soprattutto per farle un favore.

“Grazie, non me ne ero proprio accorta” rispose. Fece per mettere via il telefono, ma qualcosa dentro di lei le bloccò la mano e, dopo un momento di riflessione, scrisse “Come stai?”, poi premette inviò.

Angelica visualizzò il messaggio quasi subito, ma il cellulare non produsse alcun suono e, passati dieci secondi, l’applicazione segnalò che non era più online. Quelle parole rimasero in sospeso, immobili contro un muro che, nonostante gli anni sembrava ancora solido.

Almeno ci ho provato, si disse con un pizzico di amarezza.

Riprese a cercare la chiave, ma sembrava introvabile. Incappò nei vecchi album fotografici di famiglia e fu presa da un insolito senso di nostalgia e curiosità. Da piccola non li guardava mai, soprattutto dopo che sua mamma se n’era andata, ma ormai non aveva più senso evitarli, doveva imparare a lasciarsi alcune cose alle spalle. Cominciò dai più vecchi, quelli del matrimonio della nonna, per poi passare al periodo in cui sua madre era incinta. C’erano molte fotografie di lei col pancione, ma era sempre sola o in compagnia di qualche parente. Di suo padre invece nessuna traccia. Eloisa aveva sempre pensato che in un’altra vita sua madre sarebbe potuta essere un modella. Quando da piccola ci passeggiava insieme, ricordava che molti si voltavano a guardarla e la riempivano di complimenti. Con lei invece la natura non era stata altrettanto generosa, rifletté guardando il proprio riflesso nella vetrinetta. I capelli biondicci le ricadevano viso pallido e smunto in cui il naso troppo grande mal si abbinava alle labbra sottili.

Le immagini scorrevano monotone sotto i suoi occhi e persone di cui non ricordava l’esistenza facevano una breve apparizione nella sua vita per poi sparire nuovamente nell’oblio. Arrivata all’ultima pagina dell’album ritrovò anche le fotografie del suo battesimo e là, tra i vari invitati, c’era la donna che le era apparsa durante la malattia. Quella signora robusta e rubiconda la teneva addirittura in braccio sorridendo, mentre il prete era intento a celebrare la messa. Tolse la foto dai piccoli supporti in plastica e la girò.

“Con la zia Emilia”

Allora non si trattava di una semplice allucinazione, ma la sua mente era andata a ripescare un ricordo perduto. Un altro. Ma non aveva idea di chi fosse questa zia Emilia e perché l’inconscio le avesse voluto restituire proprio lei. Crollò sulla poltrona là accanto continuando a fissare il sorriso rassicurante di quella signora, finché il trillo secco del campanello echeggiò nella casa, riportandola al presente. Aprendo la porta, Eloisa si trovò davanti a una faccia amica dal sorriso abbozzato e i cui occhi vagavano indecisi da una parte all’altra dello stipite.

«Angelica, che ci fai qui?»

«Ho letto il tuo messaggio e così ho deciso di… ho portato del vino» disse sollevando la bottiglia scura che aveva in mano.

«Non capisco»

«L’ultima volta che ci siamo viste eravamo troppo arrabbiate…almeno io ero troppo arrabbiata, per chiarire, per cercare di capire il tuo punto di vista. Con questo non voglio dire che ti ho perdonata, ma mi è dispiaciuto interrompere il nostro rapporto così»

Eloisa rimase immobile in piedi sulla porta, le sopracciglia corrucciate, poi tornò in sé e rispose:

«Ehm…sì, entra pure»

«Caspita, non è cambiato nulla» esclamò Angelica, guardando i mobili scoloriti e segnati dal tempo.

«Sì, mia nonna era molto abitudinaria e non amava che le cose attorno a lei cambiassero»

Si sedettero sul divano sorseggiando un vinello da pochi soldi e parlando di vecchie conoscenze. Angelica non sembrava avere intenzione di discutere subito del loro litigio di altre questioni in sospeso. Finita la prima bottiglia, Eloisa ne prese un’altra dalla dispensa.

«Dopo questa basta, sennò poi non sto più neanche in piedi» disse ridendo, mentre tornava indietro barcollando.

«È vero che non hai mai retto l’alcool!» rispose l’altra quasi cadendo dal divano.

«Sai che prima ho incontrato Fabio?»

Eloisa si era seduta e la frase le era semplicemente scivolata dalle labbra. Sapeva che prima o poi l’argomento sarebbe saltato fuori, ne percepiva la tensione nell’aria.

«Ah sì? E vi siete parlati?»

«Un po’. Ha detto che gli mancavo. Figuriamoci. Da quando mi sono trasferita non si è più fatto sentire»

«Oh, è tornato anche da me a un certo punto. Ovviamente gli ho riso in faccia. Sai perché è ritornato dall’Australia? Perché l’hanno licenziato in tronco. Ha fatto non so che disastro ed è scappato con la coda tra le gambe. Imbarazzante. E tu invece ti vedi con qualcuno?» chiese cambiando argomento per evitare quella questione che la metteva così a disagio nonostante non riuscisse ad ammetterlo neanche a sé stessa.

Di cosa parlerà il prossimo capitolo?

  • Eloisa trova la chiave (0%)
    0
  • Della zia Emilia (33%)
    33
  • Del litigio tra Angelica ed Eloisa (67%)
    67
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23 Commenti

  • Capitolo 5)

    Ciao Assia!

    Ci presenti qualche informazione in più sul personaggio e sui rapporti interni, utile forse a comprendere le dinamiche di alcune scelte della protagonista. Ho avuto l’impressione che sia un episodio di transizione prima di un risvolto di trama – in tutti i racconti ci sono, quindi non è un critica! – e ci prepara quindi a quello che sarà.
    Sono contento che tu abbia ritrovato la carica per portare avanti la storia 😉

    Trovi la lettura sempre su Youtube:
    https://youtu.be/7ipPav8O1mw
    Aspetto il prossimo!
    Ciao!

  • Capitolo 4)
    Ciao Assia!

    Non riesco a recuperare il capitolo in video, quindi lo faccio in silenzio. 😉

    Mi pare che tutto sia abbastanza scorrevole, tolto qualche errorino di battitura, ma nulla di grave.
    Dopo del tempo, ci vuole un attimo per rientrare all’interno della storia, ma riesci a farlo abbastanza tranquillamente. Trovo che il limite dei caratteri possa aver reso un po’ statico il dialogo tra le due, ma potrebbe funzionare proprio per dare un po’ quel senso di “imbarazzo” tra le due. Alcuni dialoghi avrebbero respirato di più con dei movimenti o dei passaggi, ma è chiaro che non ci fosse spazio per farlo 😉

    Bentornata!
    Aspetto il prossimo!

    • Grazie per il tuo commento? purtroppo non sono più riuscita a caricare gli altri capitoli e la storia è rimasta in sospeso. Per quanto riguarda la staticità sono d’accordo, avrei voluto aggiungere altro e arricchire la scena, ma faccio ancora fatica a gestire i 5000 caratteri massimi e decidere cosa tagliare o meno. Spero di migliorare in futuro.
      Alla prossima!?

  • Ciao Assia!
    Bene, questo Fabio non mi è molto simpatico: invadente di sicuro, inoltre trova il posto dei sogni e se ne ritorna a casa… mah! Io diffiderei, come sembra fare Eli.
    Ho votato per Angelica, vediamo chi è davvero. Riveli a poco a poco le info sulla storia, brava!
    Attenta ai piccoli errori di battitura, dedica qualche momento alla rilettura: esempi “Mi dispiace per come si concluse le cose” “Aveva pure trovato un bel lavoro” ma Fabio sta parlando in prima persona.
    molto bella l’introduzione con l’ambiente in primo piano.
    Ti auguro buona giornata ciao!

  • Capitolo 3)

    Ci lasci con qualcosa di non detto, per incuriosirci. Si respira una certa aria di “ansia”, ma trovo che avresti potuto giocare di più con i sentimenti della protagonista e del lettore, caratteri permettendo. Qualche volta, spostando parti del testo, si riesce a evocare delle immagini più intense nella mente del lettore. Quella delle scale nella casa della nonna potevano servire a descrivere un sentimento di ricerca di salvezza, se avessi descritto il freddo tipico di una casa “chiusa”. Fare quelle scale, a distanza di anni, avrebbe potuto essere più incisivo nella narrazione 🙂 Ognuno ha ovviamente le proprie scelte stilistiche, quindi non contarlo come un errore, più come un consiglio!

    Qualche errorino di battitura qua e là che fa un po’ storcere il naso, ma nulla di preoccupante. Si vede una crescita da un capitolo all’altro, quindi continua così! 😛

    Trovi la lettura sempre su Youtube:
    https://youtu.be/AsPKSXjKhyI

    Alla prossima!

  • Ciao Assia, questa ragazza tormentata da una strana angoscia comincia a starmi a cuore, spero riesca trovare la sua strada senza farsi travolgere dal peso del passato.
    Fai progressi anche tu, velocemente, brava; e stavolta a parte qualche punto che manca, e pochi refusi (leggi e rileggi sempre!), Siamo decisamente avanti.
    Alla prossima!??

    • Grazie per il commento e anche per i suggerimenti che mi dai dopo ogni capitolo? hai ragione per i refusi, purtroppo sono un mio gran difetto e a volte li vedo solo quando me li fanno notare. Cercherò di fare più attenzione la prossima volta.

  • Ciao Assia!
    Voto per l’incontro inaspettato, anche perché qualche dialogo starebbe bene in questo inizio. La protagonista è stata presentata con dovizia di particolari, con ricordi e attraverso i legami: ora si entra nel vivo. Ti segnalo la stessa frase che indica Fenderman, credo ci volesse il “non”; inoltre leggendo mi sono accorto che usi spesso il “ma”. Certo lo richiede una serie di passaggi centrali, ma se posso ti consiglierei di cercare soluzioni alternative. Io stesso cerco rileggendomi situazioni di medesimo genere.
    Brava, seguo la storia.
    A presto!

  • Ciao Assia, rivedendo il primo capitolo e poi questo ho visto come sei stata veloce a sistemare parecchie cose. Brava. Evidentemente il primo capitolo ti aveva messo un po’ di frenesia addosso e hai pubblicato un testo non ancora maturo. Qui va molto meglio, la storia sta prendendo una piega “classica” nel genere e che sicuramente piacerà.
    Ci sono ancora delle cosette da aggiustare tipo: Per “poter darti” una vita migliore. (poterti dare?).
    In questo periodo forse manca qualcosa: “Ma si rese anche conto ( che?) non c’era nessuno ad aspettarla, il suo telefono non aveva squillato una sola volta in quei giorni, quindi (non?) aveva importanza se fosse malata o sana.” Piccoli dettagli, sempre a parer mio.
    Brava, buon fine settimana.??

  • Capitolo 1)

    Bell’inizio! 😉

    La descrizione iniziale è interessante (io le adoro) ma forse è un pelino troppo lunga per i lettori normali. A mio avviso è piuttosto gradevole 🙂

    Avresti potuto aggiungere qualche spazio in più per dare più respiro agli eventi, che specie nel finale si presentano in un unico blocco.
    Nel complesso trovo il capitolo un buon inizio. Continua così!

    Se la cosa può farti piacere, ho iniziato a leggere la tua storia su Youtube:

    Continuerò, se può farti piacere 😉
    https://youtu.be/BUwOdqyd660
    Alla prossima!

  • Ciao Assia, sarò cattivo, è per il tuo bene, se ti interessa davvero scrivere. Riprendi questo capitolo, non avere fretta di andare avanti, rileggi e “riscrivi” soprattutto. Vedrai quanto meglio riuscirai a dire le cose. Io ho colto una specie di frenesia che ti ha portata a mescolare immagini diverse temendo forse di non avere argomenti.
    Non entro in particolari perché non voglio toglierti il diritto di scrivere quello che ti pare, ma siccome intuisco che puoi fare meglio insisto.
    Voto i dettagli. A presto, ciao.??

  • Ciao Assia!
    Direi introduciamo un nuovo personaggio, anche se spero di ritrovare i flashback, che piano piano ci disvelano qualcosa.
    Il rosa verrà, la donna sarà un’allucinazione dovuta alle alte temperature; all’inizio ho pensato ad una apparizione da paranormale ?.
    Trovo il tutto ben scritto e ti faccio i complimenti; ” Una mattina vide davanti a lei” ecco, forse avrei scritto “sé”, ma è un’opinione, poca cosa.
    Ciao alla prossima!

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