Se non saranno rose, andranno bene girasoli.

Dove eravamo rimasti?

Lei non ha paura di lui, ha paura della serietà che le sta portando nella vita. Avrà bisogno di parlare con qualcuno, chi le ha scritto? Il suo migliore amico. (50%)

Il romano.

“Ammazza che bbona!”

Non posso non saltargli al collo e stringerlo forte. Tra di noi c’è sempre stata intesa e ci piace definire questo nostro rapporto come un amore platonico.

“Ciao, mi sei mancato.”

E’ alto due spanne in più di me, sempre vestito bene alla moda e tiene maledettamente troppo alle sue scarpe. Una cosa che mi da in testa. Io che di scarpe ne ho una per stagione e basta. Ha i capelli sempre ordinati e adoro scompigliarglieli facendolo arrabbiare.

Lo guardo e mi viene in mente il nostro primo incontro. Il mio salvatore. Senza di lui le superiori sarebbero state un incubo.

Si trattava di quel tipo di evento che agitava ed emozionava un po’ tutti: l’arrivo di nuovi compagni a inizio anno.

Essendo non poco timida, mi sono lanciata subito e mi sono presentata a lui. Da lì abbiamo passato ogni momento insieme.

Un lampo seguito da un fragoroso e potente tuono sovrasta le nostre teste.

“Sei tu. Ha seguito te il brutto tempo!”

“Dai smettila stupido…”

“Do volemo annà?”

E’ sempre stato il mio punto debole il suo marcatissimo accento romano accompagnato da un tono della voce basso e profondo per il quale, gli ho sempre ribadito, potrebbe essere assunto come speaker radiofonico in qualche importante compagnia.

Una goccia gli cade in testa prepotente.

“Mortacci…”

Viene seguita da molte sue compagne che creano in fretta una fragorosa cascata.

Corriamo.

Non mi divertivo così da tanto. 

Solo quando siamo entrambi fradici e inzuppati ci ripariamo sotto a dei portici coronati dalle lucine colorate dei negozi aperti.

Il nostro rapporto è sempre stato così: immediato.

Ricordo i tempi in cui lui aveva una cotta per me. Ne eravamo entrambi consapevoli , ma questo fatto non ci ha mai disturbati, nè ha rovinato la nostra amicizia.

Una piccola caffetteria color cipria ci offre il riparo caldo e adeguato che cercavamo.

Ordino un cappuccino e una sacher monoporzione.

Ho saltato il pranzo per raggiungerlo. Quando ho visto il suo  messaggio mi sono organizzata subito per correre da lui. Da quando mi sono trasferita le nostre strade si sono divise e ora che lui se ne andrà ancora più lontano diventerà più difficile.

Per lui girerei anche mezzo mondo con i pattini a rotelle.

(Non li ho mai usati).

“Allora tesoro mio, come stai?”

Risulta difficile spiegargli cosa provo in questo momento. Mille emozioni creano una fitta ragnatela invisibile nella mia testa.

“Posso cavarmela con un semplice bene?”

“Sai benissimo che capisco quando non va tutto bene” mentre lo dice mi accarezza il viso.

“Si tratta di lui?”

“Si.”

Tra di loro non è mai corso buon sangue. La super gelosia della mia dolce metà mi ha sempre reso difficile avere rapporti di amicizia duraturi, fino a quando ho deciso che avrei dovuto pensare io a chi vedere tanto e chi meno, a chi pensare e a chi no.

“Tu sai già quello che penso. Non va bene così. Non sei felice. Dovresti prendere in mano la tua situazione e finirla qua.”

Ho provato a spiegargli tante volte quello che sento. Quella felicità esagerata che salta fuori in determinati momenti e che poi viene rimpiazzata da una condizione di noia abitudinaria.

Lui è drastico. Mi ripete sempre cosa dovrei fare.

“A volte non capisco se vuole davvero me o se gli vado bene io perché sono sempre stata la sua prima volta in tutto…se è abituato ad avermi”

“E tu sapresti rispondere alla domanda se rivolta a te, bellezza?”

No.

Provando ad essere sincera con me stessa non saprei proprio cosa rispondere.

Ci ha provato con me quando ero ancora troppo piccola per tutto. Mi ha corteggiata, mi ha chiesto di uscire diverse volte finché mi sono innamorata e da quel momento per me è esistito solo lui.

Ha quattro anni in più di me.

“Avresti bisogno un po’ di frizzantezza. Tu ci provi ad essere un po’ più accattivante? Dovresti indossare un bel vestitino seguito da un tacco 12 al posto di portare il pigiama che hai oggi”.

“Oh, sei un cretino…” mi strappa un sorriso.

Mentre mi racconta delle sue novità, lavoro, macchina, una nuova lei sento un crampo di gelosia che mi prende gli organi interni. Non sono più parte integrante del suo piccolo mondo.

Mi fissa dritto negli occhi. Mi ha sempre detto che i miei sono bellissimi. Sostiene di conoscerli a memoria.

Non riesco a reggere il confronto.

“Verrai a trovarmi quando sarò via?”

“Si, verrò”

“Da quanto n’ce vedevamo…”

Mentre lo saluto consapevole che per qualche mese dovremo starcene separati mentre lui sarà impegnato con il lavoro, cerco di nascondere una lacrima.

Lui è l’amico più caro che ho.

A lui ho sempre confessato tutto.

                                                            —

Sono in macchina, ferma nel parcheggio. Continua a piovere a dirotto. La musica intanto esce dalle casse a tutto volume.

Sto pensando a una cosa che ci siamo detti anni fa.

Mi aveva chiesto se io e lui avremmo mai potuto stare bene insieme.

Io gli avevo risposto di no ridendo. Siamo troppo diversi.

Lui aveva replicato con un: non credo, dovremmo provare.

Ripensandoci bene in questo momento, era un’offerta da non sottovalutare…

Parole chiave del prossimo capitolo.

  • Birra e hamburger. (25%)
    25
  • Chalet di legno e neve. (75%)
    75
  • Fragole e champagne. (0%)
    0
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41 Commenti

  • Capitolo 9)

    Ehi! Anche se non ho commentato, ti seguo ancora! 😛

    Siamo arrivati al finale, anche se è passato un po’ di tempo. Durante la lettura sono riaffiorati i ricordi dei precedenti capitoli. Ho trovato interessante il discorso relativo alla facilità nel comunicare con gli sconosciuti, e ti ringrazio per avermi fornito un dettaglio importante che stavo trascurando all’interno di una mia storia (riguarda il taglio dei capelli! Per uno che li taglia quando capita, è sempre un po’ difficile calarsi in certe dinamiche!) 😉
    Leggere serve anche a questo!

    Aspetto il finale!
    Continua così! 😉

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