Dove eravamo rimasti?
Stronza
“Sono stata una stronza, una vera stronza!”
Dall’altra parte della cornetta il romano cerca di consolarmi: “Non dire così, eri arrabbiata e hai esagerato. Vedrai che tutto si sistema.”
Quando ho un problema o qualcosa che mi frulla in testa lo chiamo. Il solo fatto di esprimergli ad alta voce i miei pensieri mi aiuta a riordinare le emozioni.
Questa volta mi sono superata. La fama della ragazza sincera che dice in faccia schiettamente quello che pensa mi precede, ma riconosco non sia sempre un bene.
È avvenuta l’ennesima discussione senza senso con il mio lui, colpa delle sue paranoie che dettano loro quello che io stia facendo o meditando. Dal nulla se ne salta fuori con –lo so che è così-. Non sarò io a decretare se sia la verità o meno?
“ Dai bella in fondo lo sappiamo tutti che non c’è stato mai niente, no?”
“ No te lo assicuro.” La mia voce è ferma e sostiene la tesi.
Ha tirato fuori l’argomento bagnino. Esatto: bagnino. Anche perché altro non è mai stato. Questo famoso ragazzo lo avevo conosciuto anni prima in spiaggia mentre stavo facendo uno stage estivo sul lago. Andavo tutti i pomeriggi nella pausa a prendere il sole. Lui si era fatto avanti con la più celebre frase da approccio: “che stai leggendo di bello?”. Lui anche era bello e l’atmosfera estiva con le onde causate dalle scie dei motoscafi e le lunghe giornate che sembravano non finire mai, sarebbero state la location perfetta per una storia d’amore plateale.
Non c’è mai stata.
Questo bel ragazzo alto e muscoloso mi aveva fatta sentire come non mai, mi aveva fatto capire di essere bella. In mezzo alla folla di ragazze in tiro che popolavano la spiaggia lui aveva scelto me. Perché no, non è stata cosa da un giorno. Dal momento in cui mi vedeva arrivare, ogni pomeriggio, mi dedicava tutte le sue attenzioni.
“Dai tesoro lui non era totalmente disinteressato; mi ricordo quando era venuto pure a trovarti a casa.”
Le sue parole mi fanno riaffiorare certi ricordi che mi ero costretta a sotterrare. È vero era venuto, una volta che io avevo terminato il periodo lavorativo, nel mio paesino (abbastanza distante da lui) per salutarmi. Avevamo passato una bellissima serata andando a cenare insieme in un ristorante con cucina di pesce. Non ci avevo ancora mai parlato così a lungo.
La rabbia e la frustrazione del riportare a memoria fatti sepolti mi portano a ricordare pure il giro in moto che avevo fatto con lui un pomeriggio. Durante la tratta mi aveva accarezzato le mani e girandosi mi aveva gridato controvento “ci penso io a te, non avere paura”. In quel momento mi ero sentita svenire. Era tutto così perfetto e magico.
Se soltanto avessi avuto un cuore libero e leggero da affittare.
Non era così.
Arrivati a fine corsa, ci eravamo seduti su di una terrazzina in mezzo a un piccolo bosco a rimirare dall’alto il lago. Aveva provato a baciarmi avvicinandosi sempre più pericolosamente a me. L’avevo respinto con forza. “Stai fermo, non posso.”
Da quel momento è entrato nella mia testa e avevo iniziato a comparare ogni attimo d’amore vissuto con quelle fugaci emozioni che mi aveva fatto provare lui.
Dannazione! Non se ne andava più via!
Abbiamo passato molto tempo in un” tira e molla” infinito in cui lui ogni tanto mi cercava e io non gli rispondevo provando a cancellarlo fino a quando me ne pentivo ed ero io a desiderare la sua compagnia senza, ovviamente, ottener riscontri.
Non ci siamo mai presi l’uno per l’altro seriamente. Era uno scherzo. Ci piacevano le emozioni che avevamo provato durante quella rossa e calda estate. Entrambi avevamo le nostre vite e non ci pensavamo minimamente di stravolgerle per inseguire un sogno che non sarebbe mai diventato realtà.
Un giorno ho preso il telefono e gli ho scritto senza fronzoli: “Quello che c’è stato è piaciuto a entrambi, ma è rimasto congelato nell’esatto momento in cui l’abbiamo vissuto. Ora non esiste più. Non sono interessata ad aver nessun rapporto con te, nemmeno di semplice amicizia”.
È sparito per me. La rabbia più grande risiede nel fatto che in qualche modo era riuscito a entrarmi nella mente senza che io lo volessi. Bramavo lo stato d’animo che mi aveva fatto provare, non lui. Stava diventando un pensiero malato e rovinava le mie giornate e i miei rapporti presenti.
Se solo non lo avesse nominato. Come dicevo durante i litigi si diverte a far riaffiorare fatti passati e sepolti. La mia più grande colpa è il non avergli raccontato l’intera vicenda subito, ma solo dopo molto tempo.
“Quindi mi dici cosa gli hai detto?”
“Mi ha detto che essendo che sono così brava a non ammettergli la verità, avrei potuto benissimo continuare la relazione “nascosta” che avevo con il bagnino e magari adesso essermene lontana a non rompergli i coglioni. Sono esplosa. Sai che non riesco a tener a freno la lingua. Gli ho risposto che sicuro adesso, in quel caso, sarei stata a godere scopando come una matta invece che stare lì a farmi rimbambire con i discorsi di uno sfigato.”
“Mortacci, così n’ se fa! Corri a chiedergli scusa.”
“Hai ragione, vado”.
Nel prossimo episodio sarà passato un po' di tempo rispetto alle attuali vicende e...
- Manca ancora una questione da risolvere prima della quiete. (33%)
- Ci sarà stato un cambio radicale. (67%)
- Tutto inizierà a girare per il verso giusto. (0%)

05/07/2023 at 15:13
Capitolo 9)
Ehi! Anche se non ho commentato, ti seguo ancora! 😛
Siamo arrivati al finale, anche se è passato un po’ di tempo. Durante la lettura sono riaffiorati i ricordi dei precedenti capitoli. Ho trovato interessante il discorso relativo alla facilità nel comunicare con gli sconosciuti, e ti ringrazio per avermi fornito un dettaglio importante che stavo trascurando all’interno di una mia storia (riguarda il taglio dei capelli! Per uno che li taglia quando capita, è sempre un po’ difficile calarsi in certe dinamiche!) 😉
Leggere serve anche a questo!
Aspetto il finale!
Continua così! 😉
05/10/2023 at 00:40
Ciao Pintore. Ho incontrato diverse difficoltà nell’ultimo periodo a terminare la storia, ma ora ce l’ho fatta e ne vado molto fiera. Ti ringrazio del sostengo costante. A presto 🙂