The Bar Guest

Dove eravamo rimasti?

Di che cosa parla il prossimo capitolo? Conosce David il cameriere. (50%)

Una donna strana

Jeremie si strinse un poco il cappotto e scelse il tavolo più lontano. Posò il piccolo vassoio della sua bevanda mentre la luce della sala interna filtrava dalla finestra accanto, insieme alle voci delle persone dentro, ma lei non ci fece caso. Nella sua mente cominciavano già ad emmergere le immaginazione degli spettri semitrasparenti appena visibili, i tristi spiriti volanti, i fantasmi misteriosi o altri mostri arcaici, prima di sedersi. Appoggiò la schiena contro il muro. Era come se il rumore proveniente da dentro il bar metteva in risalto il silenzio di quel posto, e stranamente le piaceva quella sensazione. Voleva sprofondarsi in quelle sensazioni per qualche istante senza essere disturbata.

Winth era un paese di modeste dimensioni, collocato nel mezzo tra la città di Z. e le aree rurali circostanti, una specie di zona cuscinetto in senso morfologia-geografio. Paese un pò perduto, eppure ci si poteva raggiungere con un treno provinciale che arrivava alla piccola stazione dall’altro capo del villaggio. Avendo anche i paesi periferici le loro periferie, oltre ad esso il paesaggio si faceva ancora più desolata e spoglia.

In teoria dovrebbe esserci una bella area verde prima della foresta, disposta ad ospitare dei bei pic-nic e intere giornate al sole, le persone che si divertono con la famiglia o gli amici sui vasti prati in zona. Eppure in realtà quasi nessuno veniva a passar tempo da quelle parti.

Ma Jeremie ne aveva ben compreso il motivo, dopo aver sentito le conversazioni casuali della gente locale e soprattutto, aver visto con i suoi stessi occhi. La strada deserta accanto sembrava l’ultima delineazione tra il mondo civile e quello completamente selvaggio. La sottile nebbiolina che aleggiava ossessivamente nell’aria che, all’imbrunirsi della giornata, conferiva al paesaggio un aspetto grigio e mistico certamente non dava il benvenuto a nessuno. Ognitanto, non si sa da dove di preciso, si udivano rialzarsi dei versi rauchi dei corvi spaventati, rompendo all’improvviso il silenzio attorno. L’oscurità che si avvertiva nel profondo della foresta, in lontananza, faceva raccapricciare la schiena di chiunque.

Si vede che col passare del tempo, l’insieme di questi elementi formavano una certa impressione nell’immaginario degli abitanti locali, che risultava talmente forte andando a sostituire ogni altra imagine possibilmente serena di quell’area. Allo stesso tempo le leggende fantasmatiche che circolavano da quelle parti certamente non aiutava a dar vita ad una percezione migliore.

Ma quel bar le piaceva per questo. Perso, triste, esiliato… proprio come si sentiva lei. Stando all’interno di quel paesaggio, insieme al bar, aveva la sensazione di essere tutt’uno con il resto.

Era esattamente quando sorseggiando calmamente il suo tè caldo che vide, attravverso il sipario leggero del fumo bianco che saliva dalla superfice liquida della fragrante bevanda, una donna dall’altra parte della strada, come fosse sbucata fuori dal nulla.

“E questa persona da dove arriva?” Nessuno a Jeremie aveva mai detto che da quelle parti ci abitasse qualcuno. “Oppure si è azzardata a farsi una passeggiata in quella foresta in una giornata del genere?” Mormorò incredula tra sè e sè osservandola di nascosto.

La donna aveva un completino di tweed stile vintage blu scuro fatto su misura, il blazer chiuso dai bottoni orizzontali molto decorativi, ben stretta alla vita con il bordo che si allungava allargandosi di qualche inch dal girovita in giu’, mettendo in risalto le sue curve. Aveva le spalle un larghe e leggermente rialzate alle punte, che le dava una non si sa che sensazione di solennità. Stile quasi del tutto classico se non per la forma ricurva della scollatura che lasciava intravvedere la camicia di seta sotto. Portava una gonna a tubo stretta dello stesso colore che le arrivava a coprire completamente le ginocchia lasciando un piccolo pezzo delle gambe alla vista. Portava un paio di scarpe di pelle deccolleté a tacchi medi, con due cinturini che incrociavano sul dorso dei piedi, rendendo i lineamenti delle caviglie sinuosi , a dir poco graziosi. Sulla testa aveva un piccolo cappellino stile anni cinquanta, leggermente obliquo al lato, decorata con i fiocchetti di chiffon insieme alle piccole piume leggere e una piccola rete che si apriva sui capelli, sotto la quale si vedeva bene una acconciatura ben curata. 

Il look apparve abbastanza vintage agli occhi di Jeremie, quasi fuori luogo, ma piacevole per l’innegabile eleganza. Jeremie la osservo’ con un leggero stupore misto ad ammirazione. Era una donna molto attraente, quasi una Lady Chatterley dal vivo.

Anche sè aveva, pensò Jeremie, un’aria strana, ma non sapeva come definirla. In ogni caso era difficile non notarla. Le poche persone che uscivano dal bar invece sembravano ignorarla del tutt0, così come lei ignorava il resto circostane. Era come fosse un’atteggiamento insito nella sua natura, che ormai se lo lasciava traspariva senza che lei stessa se ne accorgeva.

Cosa succede in seguito

  • Una visita inaspettata (0%)
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  • Il piano di Jeremie (0%)
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  • Una conversazione (100%)
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4 Commenti

  • Molto interessante come inizio. Forse un po’ troppo “creepy” per i miei gusti, ma si vedrà… siamo solo al primo capitolo 🙂
    Se posso darti un consiglio, fai attenzione ai verbi: molte volte hai cambiato due o tre tempi verbali nella stessa frase.
    Voto che conosce David, spero che in questo modo scopriremo qualcosa in più anche su Jeremie.
    Ti seguo 😉

    • Grazie dell’incoraggiamento eemmaa,
      Chiedo scusa per il terribile riardo della mia risposta e stranamente non ho ricevuto nessuna email di notifica al riguardo, accipicchia! Quindi ho letto solo ora ma mi ha fatto molto piacere! Per l’effetto creepy forse era in parte voluto perché genere horror, ma non vorrei mica esagerare troppo 😀 Le coniugazioni dei verbi non sono mai state il mio punto forte ma cercherò di farci caso e spero di migliorare. Hai fatto proprio bene a farmi notare! Volevo introdurre Jeremie a David ma il numero limitato delle parole mi frega, spero di riuscire a recuperare nel prossimo capitolo!

  • Pollice su:
    le atmosfere dei luoghi che ti sforzi di descrivere. ?

    Pollice giù:
    i tempi verbali. La frase “Voleva stare in un posto dove finalmente ha la possibilità..” spiega cosa intendo. ?
    Alcuni termini “arditi”. Posticcino, baretto, freschino. Mmh….?

    Andrò avanti a leggere, e se potrà aiutarti esprimerò ancora le mie opinioni. Buoin lavoro! ?

    • Grazie per il tuo commento Livio,
      Non sono proprio abituata a scrivere ma vorrei iniziare a farlo nonostante il poco tempo che ho a disposizione, infatti perdonami se ho risposto con tanto di ritardo! Dovrei controllare più volte prima di pubblicare ed evitare di fare correzioni all’ultimo momento perché missà che in questo modo commetto ancora più errori ? già che, come hai segnalato, di errori ne faccio, e non riesco a fare correzioni e non so perché, sigh.. che vergogna. Ma le opinioni costruttive sono sicuramente ben accettate, mi aiutano solo a migliorare, ma altrocché! Un saluto. ?

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