HOTEL INVERNO

Dove eravamo rimasti?

PERDONATE LO SCORCIO D'INCUBO CHE È VENUTO FUORI NEL FINALE... CHE FA ADESSO? ESCE PER VEDERE SE DAVVERO L'ASCENSORE, CHE DOVREBBE ESSERE FUORI SERVIZIO, SI MUOVE (60%)

L’ASCENSORE

Fuori, il corridoio buio è illuminato dal rettangolo di luce metallica che si allunga dall’interno dell’ascensore. La cabina è vuota, mi avvicino, intorno il silenzio mi crepita nelle orecchie. Lo noto solo ora, al centro della cabina, adagiato sul pavimento di moquette rossa: un giglio, un giglio bianco con il pistillo nero e la corolla macchiata. Faccio un altro passo, il cuore è un animale che mi cresce nel petto e divora l’aria. Le macchie sul fiore candido sono rosse, lucenti, sono macchie di sangue. Mi paralizzo, le porte si chiudono portandosi via la luce al neon. Resta una linea verticale, che si fa più piccola a mano a mano che l’ascensore sale, è sparita. Nella notte dell’ostello, il corridoio è un buco nero dove solo i numeri dei piani vincono sull’oscurità. Ne resta uno, l’ottavo, il piano riservato; ma riservato a chi?

Resto immobile senza staccare gli occhi dal numero luminoso, penso che se si rovesciasse su un lato potrebbe essere il segno dell’infinito. È rosso e pare fissarmi come l’occhio malvagio di un mostro… allungo una mano, con l’indice sfioro il pulsante di chiamata.

«Non funziona!» La voce mi arriva come uno schiaffo. Mi volto e mi ritrovo di fronte il viso corrucciato della ragazza alla reception. Ora le luci sono accese e lei sembra più piccola di quando l’ho incontrata stamattina, i suoi occhi sono biglie nere dietro le lenti degli occhiali.

«Era aperto ed è salito» le dico.

«Non funziona» ripete come un automa.

Non voglio intavolare una discussione, ma sono curiosa. «Cosa c’è al piano di sopra?» le domando.

«Niente, non c’è niente al piano di sopra.»

Parla in modo strano, come se le facesse male la gola e sembra… non so, sembra spaventata da qualcosa.

«Dovresti rientrare nella tua stanza» mi dice, indicando il rettangolo della porta rimasta aperta.

«Dovrei?» la sfido.

Annuisce e si stringe nelle spalle, come se all’improvviso avesse freddo. «Lui non vuole che circoliate la sera.»

«Lui chi?»

«Il padrone dell’albergo.»

«Credevo fosse un ostello.»

«Non dovresti stare fuori. Rientra nella tua stanza, potrebbe…» s’interrompe, alle mie spalle un cigolio annuncia il movimento dell’ascensore. La ragazza alza gli occhi e guarda oltre le mie spalle.

Le luci si spengono nuovamente, un led verde si accende a pochi passi da lei. Potrebbe allungare una mano e premere il tastino per riattivare i neon, ma non lo fa.

«Dobbiamo andare» dice e lo dice che un tono che mi fa accapponare la pelle.

«D’accordo,» le dico «entra con me.»

Tentenna, la cabina dev’essere al piano, uno scampanellio leggero ne annuncia l’arrivo. Lei spalanca gli occhi, lo spiraglio livido tra le porte dell’ascensore si riflette sulle lenti dei suoi occhiali.

«Andiamo» dice e si infila nella mia camera. La seguo e chiudo la porta dietro di me, veloce, ma faccio in tempo a vedere l’ombra luminosa scivolare sulla moquette del corridoio, pronta ad azzannare il confine con la mia stanza.

Chiudo la porta e mi appoggio con le spalle al battente. Il cuore mi trema in gola, ho i brividi.

«Si può sape–»

«Shhh» mi fa appoggiandosi l’indice sulle labbra screpolate.

Un calpestio attutito attraversa lento e cadenzato il corridoio dietro di me, una sensazione di angoscia mi si aggrappa alle caviglie e sale con dita gelide fino a ghermire ogni parte del mio corpo.

Poi, come è venuto, il calpestio scompare. Lei mi guarda con gli occhi assenti e riprende a respirare.  «Questa cosa mi costerà cara» mi dice e ha un’espressione così… fragile: sembra una bambina.

«Chi è lui?»

«Te l’ho detto, è il padrone dell’albergo. Non puoi andartene in giro di notte per i corridoi.»

«Non credevo ci fosse un regolamento…»

«Non è un regolamento» puntualizza, nella voce una vena di esasperazione. «Non si può e basta.»

«Avresti potuto dirmelo» le faccio, piccata.

«Non avresti dovuto…»

«Non avrei dovuto cosa?»

«Adesso devo andare» mi dice e tende una mano per aprire la porta. Tento di fermarla, ma si sottrae alla presa, proprio come Sophie.

«Aspetta» le dico con calma «perché non si può uscire? E chi è lui?»

Mi fissa, le iridi invase da pupille immense che le colorano di un nero brillante che sembra inchiostro. «Lui è il padrone, il padrone di tutte le cose. Resta nella tua stanza.»

Apre la porta e sparisce. Mi affaccio, l’anta basculante che conduce alle scale ondeggia e poi resta immobile.

Richiudo e rimango a fissare la mia stanza, è enorme e i soffitti sono altissimi. Il giglio campeggia al centro e sovrasta tutto con la sua corolla immacolata. Nuvole di gesso veleggiano statiche nel cielo dipinto. Non ci sono ragazze, solo il sentore che possano trovarsi lì, tra le crepe, pronte a tornare fuori, pronte a protendersi verso di me, come Chiara. Forse dovrei dormire, ma non ho sonno.

Vado alla porta, ascolto. Nulla, silenzio assoluto. Apro e in un momento sono di nuovo nel corridoio. L’ascensore è fermo. Il numero otto, ancora illuminato, irradia un bagliore rosso che conquista l’intero ambiente. Allungo una mano e…

LO SO, ANCHE QUESTO SEMBRA UN CAPITOLO DI PASSAGGIO, MA, SPERO DI RIUSCIRE A DARGLI UN SENSO. INTANTO,SILLA ALLUNGA UNA MANO E...

  • QUALCUNO APPARE NEL CORRIDOIO E DISTOGLIE LA SUA ATTENZIONE DALL'ASCENSORE (25%)
    25
  • PREME IL PULSANTE, L'ASCENSORE ARRIVA E LEI CI SI INFILA PER LASCIARE IL PIANO (58%)
    58
  • UN URLO AGGHIACCIANTE LA TRATTIENE DAL PREMERE IL PULSANTE DI CHIAMATA E LA FA FUGGIRE NELLA SUA STANZA (17%)
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159 Commenti

  • Rieccomi qui, a leggere l’ultimo capitolo di una storia che, nonostante di solito l’horror non sia proprio il mio genere preferito, è riuscita a conquistarmi fin da subito, soprattutto facendo riferimento al viaggio introspettivo narrato abilmente.
    Aspetto di leggere una tua altra storia
    A presto!
    -Rossella✨-

  • Capitolo 10)

    Ciao Kez!

    Finalmente il finale, e siamo contenti che tu sia riuscita a completare la storia, al fine di poter guardare oltre, prima di ritornare sul testo per dargli la forma che vorresti. Secondo me hai tanto materiale su questa vicenda, anche solo unendo tutte le parti presenti qui su The Incipit 🙂
    Sono certo che riuscirai a realizzarne qualcosa di bello.
    Come sempre, noi siamo qui anche per dare consigli e supportarti, anche all’esterno del sito 🙂

    Trovo che tu sia stato in grado di concludere il capitolo in modo efficace e coinvolgente.
    C’è qualche refuso, ma sono piccolezze che non tolgono niente al capitolo!

    Trovi il capitolo sempre su Youtube:

    https://youtu.be/X5mlROIx79U

    Alla prossima!

    • Ciao, GG
      Ho ascoltato il capitolo e ti rinnovo i miei complimenti, mi hai fatto venire i brividi, in senso buono!
      Le parole che ho usato, e che nella mia testa avevano un senso, perdevano molto se solo lette con la mente. La voce è riuscita, a parer mio, a tirare fuori qualcosina in più da questo finale precipitato.
      Per esempio nella frase: “un ricordo inutile conservato proprio lì. Proprio… lì.” quel “lì” finale, apparentemente inutile, voleva rimarcare il fatto che Silla, nel tentativo di prevalere sul mostro, mette l’accento su quel luogo, come a dire: “c’è un aeroporto ed è proprio lì, vicino, siamo qui!”
      Chissà quando riprenderò questa storia, ma quando sarà queste cose vorrei renderle più comprensibili. Con la scrittura occorre mestiere per poter far giungere il messaggio al lettore, non è facile. A piccoli passi, piano piano…
      Grazie ancora per la costanza, la lettura e le belle parole.

      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica, un finale così, un po’ me lo aspettavo. Il viaggio introspettivo, il cambio di personalità, il vero e il sogno, tutto così terribilmente ansiogeno e senza scampo. “Non sarai mai più la stessa”, una promessa, una minaccia, tanto gelo dentro e un sorriso (amaro? Di scherno? Oppure una conciliazione?)
    È difficile commentare se non lo si fa per mestiere.
    L’importante è dirti grazie per non aver smesso di trasmettere emozioni, non sia mai che Keziarica si arrende!
    Grazie, a presto, spero!??

    • Ciao, Fenderman.
      Il sorriso è di compiacimento, Silla sorride perché qualcosa in lei è cambiato. Non sono riuscita a trasmettere questa sensazione, avrei dovuto gettare qualche semino in più.
      Sono felice di essere riuscita a terminare il racconto, in questo periodo avrei dovuto evitare di cominciarlo, ma ogni cosa ha un suo perché e, forse, anche questa storia chissà come doveva avere un suo posto nel mondo… ?‍♀️
      Ti ringrazio per la fiducia, per l’incoraggiamento e per aver aspettato con pazienza che terminassi l’avventura.

      Ciao e alla prossima!

  • Uò! Ottimo finale! Non c’è che dire! Sufficientemente conclusivo, pauroso, gratificante ed abbastanza opaco da non far capire cos’è successo esattamente. È difficile creare finali così e ci sei riuscita, quindi di nuovo complimenti!
    Se un giorno vorrai dirimere la questione di cosa è accaduto, starò qui ad aspettarti. Come ti aspetto al varco per la prossima storia 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciao, Red.
      Hai ragione, qualcosa è rimasto in sospeso: chi è l’assassino (anche se non è un giallo, sarebbe stato carino saperlo), che fine hanno fatto le altre, dove sono i corpi, l’ostello esiste davvero… e tante altre cose. Forse lo racconterò in un’altra storia, per ora passo e magari mi viene in mente altro. Vediamo cosa.
      Intanto, ti ringrazio tantissimo per la pazienza e spero di raccontarti presto qualcos’altro.
      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica!
    Un finale catartico; la parola che chiude la storia è il raggio di sole che cercavamo. L’intervento di Kauffmann e del gruppo intorno a lui è la mano che desideriamo ci sollevi dalle tempeste.
    Questo riconoscersi in un altro corpo mi ha fatto ricordare un vecchio giallo che lessi da ragazzo: “l’uomo dai due corpi”, di Edgar Wallace.
    La torre di controllo di un aeroporto è immagine forte; mi hai emozionato cercando di descrivere le sensazioni dell’assassino, con eleganza sei scesa nei suoi pensieri immondi.
    Bravissima; il fatto che un racconto prenda una piega che non ci aspettavamo non credo sia un difetto di chi scrive. il fatto è che scrivere non è mai un atto neutro; mettere la storia per iscritto significa esprimersi cercando le parole giuste, e queste ci richiamano altre parole, che ci distraggono. Oppure ci portano nuove idee.
    O forse capita solo a me?
    A parte questo, un’altra delle tue splendide storie entra in archivio, e mi suggerisce la tua preferenza per il paranormale rispetto all’horror puro.
    A presto, e complimenti vivissimi ?

    • Ciao, Minollo.
      Purtroppo, il finale non ha suscitato l’emozione che speravo: quel sorrido avrebbe dovuto farvi rabbrividire e invece rincuora… ?.
      Kauffman ha fatto il suo, alla fine, nonostante il malessere e l’età avanzata. Chissà se esiste davvero, là fuori, qualcuno in grado di sollevarci, voglio credere di sì.
      Hai ragione, prediligo il paranormale all’horror puro, se è anche gotico tanto meglio. Questa storia è stata abbandonata, ripresa e rivoltata, scombussolata, senza pietà. Magari, un giorno, la riprenderò per darle le attenzioni che, secondo me, merita.
      Grazie per essere arrivato fin qui e per le belle parole. Sei gentile, sempre.

      Alla prossima!

  • Vorrei dirvi grazie. Grazie per avermi aspettato, per aver chiuso un occhio sugli errori e sui lunghissimi periodi morti. Non sono certa che questo racconto abbia preso la strada voluta all’inizio; anzi, sono quasi certa che abbia fatto l’opposto. Tutto però è esperienza, tutto serve, anche un racconto strano, che avrebbe potuto essere altro e sicuramente avrebbe potuto essere meglio.
    Grazie, credo che ci rivedremo presto, forse.

    Alla prossima!

  • Ciao Keziarika.

    In pausa pranzo ho recuperato tutto il pregresso, leggendo tutte in un colpo le parti che mi mancavano.
    Mi è piaciuta molto l’idea che il mondo macabro e “horrorifico” del tuo racconto non sia il “solito” mondo inventato (ma vero per i personaggi che ci vivono dentro), bensì il variegato, sfaccettato universo della mente umana. La seduta di ipnosi mi ha colto piacevolmente alla sprovvista, e il punto di vista in prima persona dell’assassino mi ha suscitato disgusto. Nel corso della lettura mi sono trovato a tratti spaesato, altre volte un po’ in ansia; in ogni caso la tua narrazione mi ha sempre condotto verso la conclusione: la voglia di vedere come continua non manca mai.

    Ho intravisto qualche refuso (per esempio preposizioni sicuramente figlie di diverse costruzioni della frase, che sono rimaste), e mi erano balzati agli occhi alcuni dialoghi in cui ho sentito la mancanza della punteggiatura, ma forse ero io che mi facevo trascinare troppo dall’ansia, perché ora non li ritrovo più. E poi, la punteggiatura è molto soggettiva.
    L’unica cosa che ti segnalo è che, mi pare nel capitolo otto, a un certo punto l’assassino chiede se “Laila può venire a giocare” ma immagino intendessi Silla. O era voluto?

    Ho votato “finisce, ma non tutto”, perché mi piacciono le cose che hanno una conclusione e, soprattutto, alla fine la sfida del sito consiste proprio nel raccontare una storia in dieci episodi. Ti concedo quindi un finale aperto, ma mi piacerebbe vederti chiudere 😉

    Alla prossima!

    • Ciao, Raniero.
      Intanto, davvero grazie per avermi dedicato del tempo; anche io, a volte, leggo gli episodi in pausa pranzo, non riesco a leggere tanto perché le mie pause durano massimo un quarto d’ora…
      Purtroppo, quello che mi segnali non è voluto, ma un errore (chiederò allo staff di correggerlo), le virgole, sicuramente, saranno al posto sbagliato o non saranno al posto giusto… probabile, vista la mia travagliata storia con la punteggiatura.
      Sono contenta che, comunque, il racconto ti sia in qualche modo piaciuto. Cercherò di terminare, ma non tutto, perché, magari chissà quando, mi verrà in mente di riprendere in mano il racconto.
      Grazie, davvero, di tutto.
      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica!
    Stai spingendo sempre più sul ritmo. L’uomo che racconta in prima persona come vede la vittima, poi Silla, il piano doppio reale/ipnotico. Inoltre le sofferenze di Kauffmann; la vicenda è come un prisma dalle molteplici facce. Ho scelto che finisca, ma non tutto; la storia offre moltissimi spunti, e la figura dell’assassino merita spazio.
    Angosciante, e credo che le pause che ti sei concessa siano state funzionali alla oggettiva difficoltà di esprimere determinate immagini, e di farle vedere a noi. Non so davvero come avrei affrontato il compito; tu lo stai facendo assai bene e con il solito coraggio.
    Aspetto l’ultima, buon fine settimana!

    • Ciao, Minollo.
      Questo assassino è vittima (non so se è il termine corretto, forse meglio preda, ma forse no) dei suoi istinti, non può farne a meno. Non può combattere l’impulso perché non ha i mezzi per farlo. Non è una difesa per gli psicopatici, ma molti di loro sono nati privi di empatia, con parti del cervello non sviluppate (magari sono nati sani e poi, dopo traumi gravi, si sono trasformati in mostri); altri sono passati attraverso infanzie da brivido. Non si può provare nulla di buono nei confronti di un essere umano che trova piacere nel farne soffrire un altro, però si può cercare di comprenderne le ragioni. Credo che sia un po’ quello che fanno i profiler.
      I tempi lunghi di pubblicazione nascono dal fatto che, come ho scritto altre volte, mi sono trovata in un periodo un po’ complicato, ma nulla di grave, solo fastidi che, per una che non è scrittrice assidua, sono stati in grado di creare vuoti creativi.
      Grazie, buon fine settimana anche a te.

      Alla prossima!

  • Capitolo 9)

    Mi sarebbe piaciuto tanto leggerla in video, ma non riesco a organizzare bene il tempo in questi giorni.
    Hai fatto un radicale cambio di scrittura, in questo capitolo. Trovo che sia utile per conferire quel senso di panico. Ci sono molti punti, le frasi tirano dritte, senza prendersi pause, come se mancasse il fiato – e non per carenza di punteggitura!
    Hai strutturato tutto con la giusta sensazione di agonia e smarrimento, e trovo che sia funzionale al passaggio che avresti voluto raccontare. Ma tu come ti senti a riguardo?
    Trovo sia necessaria una seconda parte, proprio per chiudere il cerchio senza troppa fretta. Sono convinto che non sia tanto la storia in sé ad averti bloccato, ma un momento che stai passando. Credo sia del tutto normale mettere in discussione le proprie opere e le proprie capacità. Poi, lo ripeterò, io sono dell’idea che alcune storie si prendano il proprio tempo per essere raccontate 🙂
    Aspetto l’ultimo di questo giro per ora.

    Continua così! 😉

    • Ciao, GG.
      In altre occasioni, ti avrei detto che la cosa non era voluta. Questa volta, invece, l’ho proprio fatto di proposito: il killer agogna il momento in cui la poverina sarà finalmente nelle sue mani, questo gli crea ansia ed eccitazione insieme. I pensieri si limitano a brevi intervalli che si infilano a forza nel momento estasiante della caccia. Tutto in questo racconto ha preso la via del tormento, perché, probabilmente, è quello che provano le vittime una volta consce di essere nel pieno potere di un pazzo. Vediamo quale opzione avrà la meglio.
      Per ora, ti saluto e ti ringrazio. Non preoccuparti se non riesci a leggere il capitolo sul Canale, mi basta che tu lo legga qui.
      Buon fine settimana.

      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica.
    Mi riconosco perfettamente nel commento di Isabella.
    Voterò, però, una opzione più radicale, perché so come questa storia difficile ti ha chiusa in una morsa. Vorrei liberarti e liberare Silla per vederti veleggiare verso nuovi orizzonti. Mi dispiace che l’auspicata ansia che trasmetti a noi con la narrazione finisca per attanagliare te e frenare la tua creatività.
    Mi sbaglio? Perderò? Forse, ma vorrei leggerti di più e più spesso.
    Auguri e buone vacanze!??

    • Ciao, Fenderman.
      Questa storia è sfortunata, perché è venuta fuori in un periodo non felice; nulla di grave, ma, piccole cose moleste che hanno, in qualche modo, ostacolato la sua crescita. Da questo si evince che non sono una scrittrice modello; gli scrittori, quelli veri, scrivono sempre, in qualsiasi situazione si trovino, ma io sono una dilettante che si diletta, appunto, su un sito di scrittura e, pertanto, non mi sono fatta gli scrupoli necessari e ho abbandonato la mia “creatura” per settimane, facendola crescere sola e orfana di una trama solida che potesse farle da madre e da casa allo stesso tempo. Sto divagando, o forse vaneggiando… ??non lo so…
      Comunque, l’ansia forse arriva dal voler completare e da non avere una idea chiara di come farlo. Tuttavia, sono contenta che il capitolo trasmetta ansia, perché è un horror e gli horror questo dovrebbero fare.
      Grazie, per la pazienza di essere arrivato fin qui, cercherò di terminare il prima possibile per liberare anche voi ?

      Alla prossima!

  • Ciao, davvero bello l’effetto dell’… “arrivo a un passo dalla verità e mi rifiuto all’ultimo di vederla”!!! Ti crea un’ansia e una frustrazione indescrivibile, quasi claustrofobica. Vedo che il weekend di relax che ti ho suggerito ti ha fatto bene, anche solo l’idea!!!
    Ho votato per una seconda parte, perché non credo che si possa svelare proprio tutto in una sola puntata!!! Al gran finale, magari del solo primo tempo.

    • Ciao, Isabella.
      L’intento è proprio quello: creare ansia e frustrazione nel lettore, altrimenti, che horror sarebbe? ??
      Il week end (lungo) mi ha fatto bene, sì. Sono in ferie questa settimana e ho pensato di dare sfogo alla fantasia scrivendo, l’ho fatto di getto, ma in due sessioni. So che non c’è spazio per finire davvero questa storia con il prossimo capitolo… vediamo cosa decideranno i lettori, mi rimetto alla loro volontà.
      Per ora, ti ringrazio davvero molto per la fiducia e per la pazienza, è snervante seguire un racconto che stenta a proseguire, lo so perché io non lo sopporto; ora capisco chi impiega mesi a finire una storia. 🙂

      Alla prossima!

  • Questa volta il voto l’ha conteggiato.
    Ciao Keziarica!
    Leggere le ultime avventure nell’hotel mi fa pensare al meglio, che qualcuno fa la guardia e tende una rete per raccogliere e salvare chi cade. La presenza carismatica di Kaufmann è la speranza, e in fondo quando leggo o scrivo, tanto per scrivere paroloni, cerco sempre di capire se ci sia o no (bah, ognuno scrive per un motivo ?). Confermo che questa storia incalzante nei verbi alla prima singolare sa essere angosciante ma al tempo stesso lascia percepire pienamente i momenti di rilassamento della protagonista e la strana sensazione che Silla non corra pericolo.
    Mi lascio cullare dal tuo ritmo, che ormai mi è familiare, e dico l’ostello, quello vero. L’assassino lo tengo alla fine.
    Aspetto la prossima sapendo che la leggerò con più solerzia, e ti saluto. Stammi benissimo ciao!

    • Ciao, Minollo.
      Tu leggerai con più solerzia e io, mi auguro, troverò il modo di scrivere con più solerzia. 😉
      Kauffman è uno dei miei preferiti, sa fare il suo lavoro e, certamente, aiuterà a scoprire la verità. Silla non corre pericoli, infatti. Felice che tu abbia colto la sfumatura.
      Davvero spero di pubblicare presto il nuovo episodio, mi impegnerò per combattere questo momento di vuoto creativo e cercherò di pubblicare presto.
      Grazie per le belle parole, non le merito, ma ti sono grata.
      Stammi benissimo anche tu, buon fine settimana in arrivo e alla prossima!

  • Conoscere una delle vittime.
    Chissà, potrebbe raccontarci molto sull’assassino seriale.
    Se intendi continuale la storia oltre il decimo capitolo, penso non sapremo adesso chi sia il mostro.
    Mi piacerebbe comunque un seguito, la storia lo merita..
    Buona domenica Keziarica e alla prossima.

  • Capitolo 8)

    Ci sono volute un paio di righe per riportare a galla tutto, ho scelto di farlo di proposito, proprio per vederne l’effetto, e credo sia stato un bel viaggio. Ho ripercorso, così come la protagonista, il suo orrore all’interno dell’hotel. Quanto accaduto non è bellissimo, così come hai già descritto in altre opere, e questo potrebbe aprire un ulteriore parentesi per il nostro dottore.
    Suppongo ci sarà per forza una parte 2 delle vicende, considerato quanto ancora credo tu abbia da dire in merito alla questione.
    Io voto per una delle vittime, anche se temo avrà la meglio la curiosità sull’assassino.

    Aspetto il prossimo!
    Bentornata! 🙂

    • Ciao, GG.
      Eh sì, credo che una seconda parte sia necessaria o il racconto perderebbe il senso che intendevo dargli. Mi sono persa, in tutti i sensi: con i tempi, con la procrastinazione, con la mancanza di ispirazione, il caldo, i vicini… e questo racconto ha preso la strada della deriva, però mi piace l’idea che c’è alla base e vorrei portarla a termine. Ti ringrazio per il sostegno, sei sempre molto gentile.
      Sto leggendo, con i miei tempi, Il Tirano d’ Oriente, poi ti dirò.
      Grazie ancora, spero anche in Sardegna il caldo vi dia un po’ di tregua.

      Alla prossima!

  • Vado un po’ controcorrente e voto per conoscere l’assassino. Spiego: due capitoli sono pochi per chiudere una storia così. Forse anticipando la rivelazione dell’assassino potrebbe venirti un po’ più facile concludere col decimo. In ogni caso questa è una storia che meriterebbe un respiro più ampio. Ho la sensazione che tu te ne stia seduta su una valigia un po’ troppo piena. Nonostante questo per ora il mio consiglio è di cercare di tenerla entro i dieci episodi. Con calma poi potresti cercare di sviluppare le varie sottotrame (anche quelle potenziali) magari dedicando loro una o più nuove storie su TheIncipit (spin-off, prequel roba così insomma, che potresti poi integrare in una seconda fase nella storia principale).

    • Ciao, Lou.
      In realtà, l’idea era quella di riprendere con un altro racconto – seguito, ma non so… chiudere così mi dà l’impressione di correre e sacrificare qualcosa della storia. So che può risultare fastidioso leggere un seguito ma, negli ultimi tempi, come forse ti ho già detto, mi è già capitato e, forse, significa che sto trovando la strada per tentare qualcosa di più corposo di un racconto.
      Ti ringrazio per il consiglio, vedrò cosa riesco a fare, avrei bisogno di un’illuminazione che, in realtà è arrivata nel dormiveglia ed è svanita… 🙂

      Alla prossima!

  • Ciao, bello il riassunto sotto forma di seduta d’ipnosi, è come se la scena fosse rivissuta da un’altra persona, da un’altra angolazione!!! Il mio cervello si sta facendo in quattro su chi possa essere il colpevole e perché lo faccia, ma non riesco ancora a immaginarlo. Complimenti!!! Attenta, ci sono due refusetti malandrini.
    Ho votato per conoscere una delle vittime, forse si riuscirebbe a capire qualcosa sull’assassino!!! Alla prossima.

    • Ciao, Isabella.
      In realtà, i refusetti sono tre ? e io sono una pasticciona che ha anche riletto e fatto rileggere a Siri.
      Cambia un po’ tutto, Silla rivive il suo arrivo perché viene ipnotizzata una seconda volta (ma temo siano molte di più) proprio per scoprire chi è l’assassino e dove possono trovarlo. Mi auguro di sbrogliare al meglio la matassa e di portarvi a conoscere l’assassino poco a poco, ma in maniera chiara. Ovviamente, essendo un horror e non un giallo, l’assassino non è uno dei protagonisti fuori dalla mente della ragazza. 😉
      Grazie infinite per la segnalazione e per le belle parole di incoraggiamento.

      Alla prossima!

  • L’assassino lo lasciamo per l’ultimo capitolo: voto l’Ostelllo quello Vero!

    Molto interessante il nuovo sviluppo che prende: obbligata a ripetere gli stessi passi ma allo stesso tempo si rende conto che tutto è già successo! Mi sto chiedendo se riuscirai a chiudere in due capitoli, perché ho l’impressione che te ne servirebbe un terzo 🙂

    Ciao 🙂

    • Ciao, Red.
      Ho l’impressione che me ne servano molti di più, di capitoli. 😉
      Silla rivive tutto, ma in modo confuso, le persone sono le stesse ma hanno ruoli diversi: Sophie è diventata Laila e nel primo approccio all’ostello era la receptionist. La receptionist è la ricciolina è la ragazza morta al piano interdetto…
      Scoprirai il perché più avanti e spero di riuscire a rendere il tutto chiaro.
      Grazie e alla prossima!

  • Ciao Keziarica, andiamo a conoscere una delle vittime, chissà che non conduca all’origine del male, giacché, credo, qui non può trattarsi di un semplice “assassino’… o sbaglio?
    Incubo chiama incubo, non c’è pace, forse fuggire era più ‘igienico’, ma ormai Silla è in ballo e deve ballare.
    Scrolliamoci un attimo di dosso l’atmosfera angosciosa
    facendo i complimenti a chi, come te, sa confezionarla a dovere, e veniamo a un altro “dovere” che mi impone di segnalarti due cosucce per perfezionare il file:
    Mi Rilassa; … attraverso la stanza e poggiò la mano…
    Come vedi sono cosucce, ma tu sei una perfezionista, quindi…
    Una buonissima giornata! Ciaooo??

    • Ciao, Fenderman.
      Ce ne fossero di perfezionisti… non servirebbero gli editor 😉 Grazie per la segnalazione, vado a correggere il file.
      L’angoscia è un po’ la vera protagonista di questo racconto, che era nato per fare altro ma che, come spesso accade, ha preso una sua strada. Non so dove mi porterà, se riuscirò a finirlo con il decimo capitolo o se avrò bisogno di altri caratteri; per il momento, ti ringrazio tanto per la presenza e l’attenzione e, nella speranza che anche da te sia arrivato un po’ di fresco, ti saluto e ti auguro un fine settimana sereno.

      Alla prossima!

  • Ciao,
    dopo qualche settimana di assenza sono di nuovo qui a rileggere tutto il racconto. Avevo perso il filo ma, devo dire che rileggerlo tutto d’un fiato fa effetto. Tutto sul fiato trattenuto. Riesci a farlo benissimo. La svolta della seduta d’ipnosi mi è piaciuta. Arriviamo al serial Killer? Bene.
    Scrittura magistrale come sempre. Aspetto la prossima puntata. Presto spero.

    • Cara Anna,
      tu sei troppo gentile con me. Sono felice che ti sia piaciuto anche questo episodio. Aver letto tutto daccapo sicuramente ha aiutato a creare un quadro più chiaro della storia, poi io ci metto del mio (per complicare le cose) facendo passare troppo tempo tra un capitolo e l’altro, ma sono in una fase di vero down creativo a cui non riesco a porre rimedio. Dovrò riprendere a fare esercizio quotidiano e chissà.
      Grazie ancora tantissimo per aver avuto la pazienza di rileggere.

      Alla prossima!

  • CIAO!
    Dopo tanto tempo torno qui, con la voglia di riprovare a giocare e mettermi alla prova. Un passaggio a sbirciare la storia più recente di keziarika è quasi obbligato.
    Sei bravissima, proprio come ricordavo, e anche di più: io non riesco a far succedere nulla nei miei cinquemila caratteri, mentre tu riesci a trovare lo spazio anche per splendide descrizioni, minuziose o immaginifiche, secondo le occasioni.
    Ho letto solo i primi tre capitoli, per ora, è già me la sto facendo sotto.XD Cercherò di recuperare per poter partecipare alle prossime votazioni.
    Già da adesso, comunque, posso farti i complimenti per lo stile piacevole e scorrevole, e per il modo in cui sai instillare emozioni nel lettore.
    A presto!

    • Ciao, Raniero e bentornato qui su TI!
      Mi fai davvero moltissimi complimenti e io te ne sono grata anche se non sono sicura di meritarli tutti 🙂
      Andrò a dare un’occhiata al tuo nuovo racconto e ti ringrazio molto per l’entusiasmo con cui hai accolto i primi tre capitoli, arrivare a giochi quasi fatti non è mai facile, ci sono troppe cose da leggere e, spesso, non si ha il tempo per farlo.
      Ci si legge, allora.

      Alla prossima!

  • Stravolgiamo tutto e attendiamo di vedere cosa ci riserverà il prossimo capitolo!
    Ciao Keziarica, rileggendo dall’inizio tutti i capitoli che fanno da scheletro a questa storia mi ha colpito da subito il senso di angoscia provato da Silla fin dal primo capitolo, angoscia che ha colpito -senza mezzi termini- anche me.
    Ci vediamo al prossimo capitolo!
    Ps: se ne avrai tempo e voglia ti invito a passare sulla mia storia?
    -Rossella✨-

    • Ciao, Rossella.
      So che non è una bella cosa da dirsi, ma sono contenta che l’angoscia ti abbia colpito con questo episodio, in fondo si tratta di un horror ??. A parte gli scherzi, mi fa piacere che tu sia capitata sulla mia storia e ti ringrazio per aver letto tutti i capitoli.
      Andrò a sbirciare la tua storia, però mi raccomando: non chiuderla come la precedente 😉
      Grazie ancora e alla prossima!

  • Ciao Keziarica!
    Ho ripreso dalla prima la storia, e come sempre il senso di angoscia che cresce lentamente raggiunge il suo massimo effetto. Il buio e la solitudine sono i protagonisti di questa storia, e lo squarcio di normalità con Kauffmann ci fa respirare un attimo. In effetti il riferimento nella sesta al lago con i cerchi concentrici mi ha riportato al passato
    Bellissimo il ritorno di Silla alla reception, terribile nella sua apparente normalità. Un ottimo capitolo che si aggiunge agli altri; qua e là mi sono chiesto se non ci volesse una virgola, o se fosse di troppo, ma sono bagatelle. Come in altre storie c’è un che di malato, e tu lo trasfondi al meglio. Bravissima.
    Brava anche ad aver ripreso il filo del gioco; la prossima settimana sarà finalmente di completo relax in vacanza, e spero che il tuo rientro mi spinga a riprendere in mano la prima puntata della mia storia.
    A presto e stammi bene, e buone vacanze se ci sei!

    • Ciao, Minollo.
      Se trovi che ci siano virgole fuori posto segnalamelo senza problemi, mi aiuterai a sconfiggere la battaglia impari che da anni combatto contro la mia ignoranza in fatto di interpunzione! 🙂
      Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto, lo psichiatra che interagisce con Silla non è Kauffman, non subito almeno, ma la scuola è quella e il modus operandi è lo stesso.
      Spero proprio che tu possa presto tornare per completare la tua storia e se il mio ritorno può esserti d’aiuto, sono anche più contenta.
      Sono in ferie, sì, e sto cercando di rilassarmi 🙂

      Alla prossima e buone vacanze anche a te!

    • Ciao, Lou.
      Sì, hai ragione, mi sono presa una pausa lunga e non ne sono felice. Non mi è mai capitato di lasciare la storia sospesa per così tanto tempo, ma ho avuto diversi problemucci che non mi hanno permesso di proseguire come avrei voluto. Cercherò di evitarlo in futuro.
      Mancano pochi capitoli, e un’altra delle mie nuove (e forse non positive) abitudini è quella di allungare la storia, spalmare gli avvenimenti su due racconti, non so se sarà questo il caso, ma piuttosto che accartocciare il finale in un precipitare di eventi preferisco bypassare.
      Ti ringrazio per i complimenti e per la pazienza.

      Alla prossima!

      p.s. non ricordo se te ne ho già parlato, ma ho creato una piccola pagina FB dove chiacchierare di scrittura (molto alla buona), se ti fa piacere: https://www.facebook.com/groups/782433996069052

  • Ciao Keziarica,
    Bentornata, ho poco da dire, aspetto gli eventi. Noto solo lo scambio di ragazze alla reception, il che fa pensare che sia quella di Silla una ricostruzione sotto ipnosi fortemente influenzata dall’esperienza vissuta, ma perché e per come lo sai solo tu. Io rimarrei con lei, ancora.
    Prosa impeccabile e pathos; bene, benissimo.?
    Al prossimo (a presto). Ciaooo??

    • Ciao, Fenderman.
      Mi fa piacere che tu abbia votato il cambio di ragazze alla reception, c’è un motivo per questo, motivo che spero di riuscire a spiegare con in prossimi capitoli. Sono stata assente per un po’ e me ne dispiace, sono felice che abbiate deciso di darmi fiducia e di continuare la lettura. Silla avrà prove da superare, chissà se ci riuscirà nei tre capitoli mancanti…
      Grazie infinite, ti auguro un ottimo WeekEnd. Io lavorerò fino a domenica, poi ferie per due settimane, finalmente!

      Alla prossima!

  • Capitolo 7)

    Si torna indietro, oppure si va avanti? Questa domanda dovrebbe guidarci fra i mille possibili risvolti di questa faccenda. Posso dire che ci sei mancata? 🙂
    Io ritengo che si possa rimanere con Silla, questa volta. Bisogna scoprire qualcosa in più, e la consapevolezza può fare molto.
    Non mi pare di aver trovato errori. Tutto scorre rapido e incalzate come sempre.
    Complimenti!

    Aspetto il prossimo! 😛

    • Ciao, GG.
      Grazie, mi rincuora sapere che non ho infilato qualche erroraccio per la fretta (si fa per dire) di pubblicare ? e sono anche felice di esservi mancata, chissà se sono mancata anche alla povera Silla che ricomincia tutto daccapo… mah!
      Intanto, ti ringrazio per essere tornato a leggere e per non aver abbandonato la storia dopo la mia lunga pausa. Fa caldo, è vero, ma presto tornerà il fresco e tu ricomincerai a leggere le nostre storie e io spero, per allora, di aver concluso questa ?.
      Grazie ancora tantissimo.

      Alla prossima!

    • Ciao, Isabella.
      Il caldo e l’afa hanno intaccato tutto ? per questo nel capitolo c’è di mezzo la neve, mi fa pensare e sognare l’inverno che spero arrivi a rotta di collo!
      Sono felice che il capitolo abbia stuzzicato la tua fame, spero davvero di poterti portare nel mondo “ipnotico” del mio caro dottore.

      Alla prossima!

  • So che te la rendo difficile a tre capitoli dalla fine ma… VOGLIO QUALCOSA CHE STRAVOLGA TUTTO! 😀
    E mando pure un suggerimento: qualcosa che si svolge nell’ipnosi si manifesta nella realtà!

    Quindi, almeno per ora, Hotel Inverno è solo una proiezione mentale della nostra protagonista sotto ipnosi… a distanza? Ma si può fare?
    Comunque Kauffman più che un ipnotizzatore mi sembra più un parapsicologo!
    Devo dire che questo capitolo ha acceso il mio interesse, anche perché la protagonista ha ricominciato da capo e se ne sta accorgendo!

    Ciao 🙂

    • Ciao, Red.
      Non ricordo se hai seguito il racconto Silvia, lì si spiega abbastanza bene chi è e cosa fa Kauffman, un accenno c’è anche in Dolores; comunque, per capirsi, è uno psichiatra che ha messo a punto un modo per parlare con le anime appena trapassate, attraverso l’ipnosi.
      Silla ha ricominciato da capo, ma non proprio nello stesso modo, qualcosa di diverso c’è, solo che è passato del tempo e non pretendo che tu possa ricordartene ?
      Grazie per essere tornato a leggere e per la pazienza.

      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica!
    Finalmente riprendo il racconto, dopo aver saltato la quinta. A rileggere insieme ovviamente ci guadagna moltissimo la suspense, che governi secondo me benissimo. Ho come l’impressione che stia per esserci una svolta narrativa, una piega diversa rispetto alla conduzione fin qui apprezzata, anche se non so dove tu voglia andare a parare.
    Non è la prima volta che nei tuoi personaggi la curiosità prevale sul terrore, in questo ti confermo il riecheggiare di alcune atmosfere del primo Argento; mi sono trovato vicino a Silla e nelle sue angosce, ben esposte dal ritmo che hai impresso alla sua avventura. Scelgo con la maggioranza tutte e due le cose, curioso di questa svolta che avverto.
    Brava come sai essere sempre nel thrilling, stammi bene e a presto!

    • Ciao, Minollo.
      E come sempre, tu sei troppo gentile.
      Sto provando a trasmettere tensione e angoscia, visto che l’intenzione primaria (ovvero creare un horror triller che includesse un’indagine) è andata a farsi benedire… 🙂
      Non è facile tener testa alle idee, soprattutto quando non si pianifica, e io, ahimè, non lo faccio mai, nonostante sia perfettamente consapevole di questa mia debolezza.
      Ci sarà una svolta nel prossimo episodio, anche perché mi pare di capire che le due cose siano l’opzione vincente.
      Ti saluto e ti ringrazio.

      Alla prossima!

  • Capitolo 6)

    Ehi!
    Ci prepari a un grande ritorno?
    L’idea mi piace parecchio, anche se voglio capire dove ci porterai nel concreto. Per ora hai aggiunto un dettaglio importante, ma per quale motivo?
    Si trasformerà presto in una sorta di ricerca della verità?
    Non ti nascondo che la sensazione di “galleggiare” in un ricordo o in una realtà mi ha riportato alla mente alcune scene di Stranger Things, ma che si sono viste comunque in altri film in cui qualcuno viene calato all’interno di un ricordo, la serie è solo il ricordo più fresco. L’espediente mi piace tantissimo 🙂
    Alcuni errorini, sicuramente dovuti alla fretta, non alterano l’intensità del capitolo. Ben fatto!
    Aspetto di leggere il prossimo, e trovo sia giusto dare spazio a tutte le parti.
    Trovi la lettura sempre su Youtube:
    https://www.youtube.com/watch?v=5huecSQQSQA

    Alla prossima!

    • Ciao, GG.
      Stranger Things è fantastico e probabilmente, anche solo a livello inconscio, può avermi influenzato, spero non troppo, altrimenti si precipita nella fan-fiction. 😉
      Eh già, ci sara un grande ritorno, non previsto per la verità, frutto di quei momenti di dormiveglia, quando cerchi una soluzione e arrivano vecchi amici a dare man forte. L’idea, in questo capitolo, era di far vedere le cose dalla prospettiva dell’ipnotizzata, cosa che fino a ora non era mai successa, c’è stata Dolores, ma lei ha interagito in maniera diversa.
      Sono contenta che la cosa ti piaccia e ti ringrazio per la lettura coinvolgente di questo capitolo (anche degli altri, ovviamente).

      Alla prossima!

      p.s. saluta TirannoMauro, ho dimenticato di farlo io sul canale… povero, lo hai fatto rimanere male. 🙂

  • L’ascensore, l’ombra minacciosa, la stanza degli orrori, il corridoio infestato. Mamma mia, tutto in 5000 battute. (con qualche piccolo refuso, ma chi non paga pegno?) Non so proprio cosa votare, scegli tu. Vediamo come mi spaventerai nel prossimo capitolo. Ciao Keziarica a presto.

    • Ciao, Anna.
      Una delle caratteristiche di questa piattaforma sono i bivi… ma se preferisci lasciare a me la scelta, va bene uguale 🙂
      Spero di spaventarti tantissimo nei capitoli a seguire e sì, hai ragione: ci sono vari refusi nati in fase di revisione, pensa te 🙂
      Vabbè, dai, farò meglio nel prossimo.

      Alla prossima!

  • Ciao, quindi Silla sta vivendo un’esperienza d’ipnotismo… le domande e i dubbi a questo punto si fanno più pressanti!!! Chi vivrà vedrà… Ah, ci sono dei piccoli refusi, ma per fortuna non ostacolano l’acuirsi del pathos!!!
    Ho votato per tutte due le cose, credo che il passaggio da un mondo e l’altro abbia bisogno di un certo spazio per respirare!!! Alla prossima.

    • Ciao, Isabella.
      Sì, ed è un modo per tirare in ballo una vecchia conoscenza a me molto cara. Il fatto è che l’idea primaria era un’altra ma, come spesso accade, i personaggi hanno preso il sopravvento (o forse è colpa mia che non programmo mai nulla, se non nella mia testa e neanche con tanta convinzione) e mi sono ritrovata a dover chiedere aiuto 😉
      Grazie per la bontà con cui affronti i miei deliri.

      Alla prossima!

    • Ciao, Red.
      Sì, qualcuno ha ipnotizzato Silla e quello che vive, in qualche modo, è reale. Ci vuole ancora qualche passaggio per capire cosa sta avvenendo davvero. Vedrò di rispondere alle vostre domande in sospeso, senza fretta però, eh, che la paura teme la fretta.

      Grazie e alla prossima!

  • Ciao Keziarica, ti dico subito che preferirei restare nel mondo di Silla perché è lì che sta la paura, ma immagino che tu voglia traslocare dalla parte del terrore, e allora ok.
    Tante immagini evocative confezionate con maestria, confidenza, accostamenti sempre indovinati, molto efficaci.
    Complimenti, anche io al manichino che si muove ho avuto un brivido…?
    Al prossimo! Ciao.??

    • Ciao, Fenderman.
      Forse non è il mondo che immagini, quello dall’altra parte. Meglio così, magari ti sorprendo.
      Come ho scritto a Lou, l’idea del manichino arriva dalle testimonianze di coloro che scoprono un cadavere che di solito riferiscono di averlo scambiato per un manichino.
      Lietissima di aver suscitato un brivido e che le immagini funzionino.
      TI ringrazio per le belle parole e ti auguro una bellissima giornata.

      Alla prossima!

    • Ciao, Lou.
      Felice che tu abbia apprezzato. Il discorso del manichino deriva dal fatto che spesso, almeno per quel che dice chi ritrova un cadavere, un corpo somiglia di primo acchito a un manichino, in effetti fa un po’ impressione, ma a questo serve l’horror, giusto? 😉
      Vediamo se anche gli altri si sono fatti una mezza idea.
      Grazie tantissime e alla prossima!

  • Dunque:
    -La fuga, sconsigliabile. Già di sicuro sarà tutta sbarrato.
    -Indagare, super sconsigliabile. Non si sa se il tipo è ancora in agguato, potrebbe spuntare da un momento all’altro;
    -Tornare nella stanza. Forse è una buona idea. Per esempio in Dracula ad inizio storia al protagonista gli viene detto che l’unico luogo sicuro dove può dormire è la sua stanza. Perciò mi baso su quello.
    Ritorno niente male, sono curioso di vedere come continuerà la storia. Specialmente solo per capire se è lì perché lo vuole… o perché è stata portata.

    • Ciao, DN.
      La scelta non è facile, se mi metto nei panni della protagonista, io mi infilerei nella stanza con le coperte tirate fin sulla testa in attesa dell’arrivo dell’alba, ma questo è un horror e le regole del gioco richiedono altro. Cosa? Chissà… lo scopriremo leggendo 😉
      Grazie per il passaggio e per il voto.

      Alla prossima!

  • Certo in racconto dell’orrore, la protagonista deve continuare a spaventarci, ed è normale che scelga di esplorare il posto spaventoso. Ma, io voto per quello che farei io, me la batterei a gambe levate.
    Sempre grande suspence, Sei maestra in questo. La fretta, però, o la necessità di contenere le battute ha lasciato qualche refuso. Capita anche ai migliori. Ciao keziarica e alla prossima.

    • Ciao, GG.
      Mamma mia, ti ho ascoltato e mi sono resa conto della miriade di ripetizioni che sono all’interno del testo, questa volta non ho affidato a Siri la lettura, ho letto io… questo la dice lunga sulla mia capacità di scorgere gli errori. Poi ci sono i refusi, e anche lì, non li ho visti. Eh sì, sto invecchiando e il mio cervello si è un po’ accomodato, servirebbe qualche esercizio da editor per stimolarlo un po’, tu ne conosci qualcuno? ?
      Grazie, per la lettura e i consigli.

      Alla prossima!

  • Bentrovata K.
    Ordunque, come credo di averti già detto in passato l’horror è uno dei miei generi preferiti. Ne leggo molti, da sempre. Mi ci sono pure cimentato in passato ma temo non sia esattamente nelle mie corde. Del resto non sempre si riesce in ciò che piace. Fatta questa pressoché inutile premessa il tuo racconto riprende canoni classici del genere, rivisitati anche recentemente da alcune serie televisive a mio parere molto ben fatte. Si vede che il tema desta ancora oggi un certo interesse nel grande pubblico.
    In questo genere di racconti è fondamentale creare la giusta atmosfera e tu lo hai fatto più che egregiamente. La tensione è palpabile, il senso di angoscia della protagonista molto ben reso. Probabilmente sei il tipo di persona che in una situazione di quel tipo avrebbe davvero una paura matta il che ti agevola nelle descrizioni dgli stati d’animo della tua protagonista. Qualche refuso qua e là ma niente di grave. Nel primo episodio il vento prima scompiglia la frangia della protagonista e dopo la sospinge verso l’ingresso dell’ostello. Mi chiedo se si tratti di una svista o se sia voluto. Insomma siamo sempre in un horror e ci sta che il vento cambi direzione repentinamente. Non è una critica, solo una mia curiosità.

  • Ciao, Fenderman.
    Anche io scapperei subito, prima di subito e prima ancora di pensare alla parola: Scappo. ?Però questo è un horror e gli appassionati di questo genere lo sanno: la protagonista non fa mai la cosa più furba… è una tradizione ?.
    Ti ringrazio per la segnalazione, ho letto almeno tre volte prima di pubblicare, ma non me ne sono proprio accorta, è proprio vero che il cervello non è il miglior alleato di un correttore di bozze, soprattutto se il correttore in questione è l’autore.
    Vabbè, correggerò il file, non mi va di disturbare i ragazzi del sito.

    Grazie ancora tantissimo e alla prossima!

  • torna nella sua stanza per calmarsi e decidere che fare. Mi sembra il momento giusto per fare il punto della situazione prima di agire 🙂

    Ciao! La scena della bambina che dice “ci punirà” e tutto l’intorno, mi ricorda fortemente qualcosa ma non riesco a definire che cosa!

    La scena invece della stazione mi fa capire che è successo qualcosa proprio lì per farla arrivare qui. Ma questo fa parte del mistero che c’è dietro 😉

    Ciao 🙂

    • Ciao, Red.
      Anche a me ricorda qualcosa e mi è venuto in mente mentre lo scrivevo, ma l’ho lasciata comunque la frase, in fondo, in un horror è abbastanza frequente che si dica qualcosa del genere se c’è un cattivo nei paraggi e se questo cattivo… non posso continuare, svelerei troppo 😉 comunque, non si tratta di una bambina, ma di una ragazza, non ci sono bambini nell’Ostello.
      Vedremo come vanno le opzioni.
      Grazie e alla prossima!

  • …dunque cos’è? Un mattatoio, un harem, una prigione?
    Io scapperei non subito, prima di subito.
    Devo rileggere l’episodio di sera, al buio, il mattino non si confà al tema della paura, nonostante tu riesca a creare una atmosfera tesa, densa, usando delle espressioni davvero felici da appassionata del genere. Alcune sono davvero pennellate di finitura notevoli.
    Voto dunque la fuga.
    Se può farti comodo ti segnalo due piccoli refusi.
    Un “per” di troppo nel finale, e qui “…mi trema nelle tempie” credo manchi il punto. Sono piccolissimi dettagli ma so che ci tieni a fare tutto benissimo. Ciao, brava davvero!??

    • iao, Fenderman.
      Anche io scapperei subito, prima di subito e prima ancora di pensare alla parola: Scappo. ?Però questo è un horror e gli appassionati di questo genere lo sanno: la protagonista non fa mai la cosa più furba… è una tradizione ?.
      Ti ringrazio per la segnalazione, ho letto almeno tre volte prima di pubblicare, ma non me ne sono proprio accorta, è proprio vero che il cervello non è il miglior alleato di un correttore di bozze, soprattutto se il correttore in questione è l’autore.
      Vabbè, correggerò il file, non mi va di disturbare i ragazzi del sito.

      Grazie ancora tantissimo e alla prossima!

      p.s. il sito rifà i capricci, la risposta me l’ha pubblicata come commento…

  • Ciao, sono rimasta tutto il tempo con il fiato sospeso, wow!!! Non si capisce più quale sia il sogno, la realtà e l’intrigo e della vita di Silla ne sta uscendo un vero incubo, per il suo bene deve rislverlo!!!
    Ho votato per continuare a esplorare l’ottavo piano, già che c’è… anche se ho pensato seriamente di farla fuggire dall’hotel!!! Alla prossima.

    • Ciao, Isabella.
      Non si capisce bene cosa sia cosa e come avvenga, cosa succederà… il fatto è che non lo so neanche io ?, nel senso: so cosa succede, ma non come avviene, vado avanti di capitolo in capitolo, sperando di trovare il modo di continuare senza far aspettare troppo, ché poi si perde il filo e non si riprende più.
      Aspetto di conoscere le vostre preferenze per continuare.
      Grazie, sei sempre troppo gentile.

      Alla prossima!

  • Ciaooo!
    Avevo letto i 4 capitoli per poi scoprire che… non potevo scriverti! ?
    Però per fortuna il voto lo aveva preso ?
    Allora: dai che bello!!! Penso che scrivere una storia horror su questa piattaforma sia una grande impresa! Quindi grande che ci riesci! ??
    Mi è piaciuta molto la descrizione del getto della doccia, come anche tutta la descrizione del hotel (sebbene per quest’ultima alcuni nomi tecnici d’architettura non li sapevo nemmeno ?)
    Però secondo me c’è una nota in tutto il tuo lavoro che devo farti: ma perchè ti scusi? ? sei una donna, la vita ti obbliga già a dover chiedere scusa per troppe cose. Dai valore a quello che vuoi esprimere ??
    Buon lavoro

    Ps ho votato che entrerà nell’ascensore, ma io personalmente me ne resterei in camera, sotto le coperte ?

    • Ciao, Artemis.
      Benvenuta su questa storia. Mi scuso perché so che faccio sempre un po’ di pasticci con i capitoli. Sono anche un po’ ferma, lo stop ai commenti non ha aiutato, con le idee, farò qualche esercizio per riprendere a scrivere, magari prossima settimana, visto che oggi e domani lavoro e mi serve tempo per “creare” 😉
      Grazie per le belle parole e per l’incoraggiamento, cercherò di fare del mio meglio.
      Alla prossima!
      p.s. alcuni termini vengono da mio marito, che fa il carpentiere e ne sa una più dell’architetto!

    • Ciao, perdona il ritardo, ma non c’era possibilità di commentare o rispondere ai commenti fino ad ora… ?
      Credo di aver visto il film, ma non mi ricordo molto, dovrò andare a riprenderlo.
      Grazie gentilissimo. Dovrò riprendere la storia ora che i voti e i commenti sono di nuovo attivi.

      Alla prossima!

  • Adoro gli horror ambientati in ambienti chiusi, questi vecchi ostelli di calcestruzzo armato e strani presagi hanno su di me sempre un qualche fascino.

    Le continue sparizioni, la cozza alla reception, Sophie, una figura a metà strada fra un fantasma e una persona che sa anche troppo…
    Sempre più l’ultimo piano dell’ostello sta diventando misterioso, così come la receptionist. Ma soprattutto Lui!

    Non vedo l’ora di vedere come la cosa si andrà ad evolvere, ho trovato stupendo l’uso dell’idea del numero otto simile all’occhio di un nostro che tutto scruta!
    Tutto mi affascina, seguo assolutamente!

    • Ciao, HorroCore.
      Sei davvero molto gentile e ti ringrazio per avermi raggiunto in questo strano ostello 🙂
      Diciamo che io ci provo a rendere tutto misterioso e inquietante, mi auguro di riuscire a mantenere l’interesse. Sophie è una strana tipetta, chissà quale contributo apporterà alla storia e chissà che farà la Cozza. Avrei potuto farla chiamare così anche da Silla, ma mi pareva di cadere in un horror alla Scream (film tra i miei preferiti, ma non adatto all’atmosfera che voglio creare).
      Grazie assolutamente per esserci e per le belle parole. 😉

      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica!
    Mi dispiace moltissimo di non aver sostenuto il terzo capitolo della tua storia, ma gli ultimi dieci giorni sono stati dedicati all’inventario, e quindi ho avuto pochissimo tempo libero. Leggendo insieme tre e quattro si nota come tu stia dedicando ampi spazi al dialogo e alle sensazioni di Silla, all’angoscia crescente in lei. La scena del calpestio nel corridoio mi fa pensare alla prima volta che ho visto Suspiria, la sensazione di essere un fuscello alla mercé di forze misteriose e sinistre è fortissima. Scelgo che prende l’ascensore, scelgo per la curiosità che va oltre la paura; scusa ancora per l’assenza, spero di leggere presto il prossimo capitolo.
    Stammi molto bene, buona settimana!

    • Ciao, Minollo.
      non scusarti, so perfettamente cosa significa non avere tempo e conosco gli inventari… terribile esperienza annuale. Sono contenta che le mie scelte di narrazione (sembro anche seria mentre lo scrivo) ti stiano piacendo, provo a indagare l’animo di questa ragazza che si trova in una situazione particolare. Sai che me lo dovrei riguardare, Suspiria; mi ricordo solo un giovanissimo Miguel Bosé e la scuola di ballo… ora lo cerco e me lo rivedo.
      Spero davvero di riuscire a pubblicare il prossimo capitolo entro la settimana… questi giorni sono un po’ pieni, ma ci proverò. Grazie per il sostegno stammi benissimo anche tu e alla prossima!

  • ‘ il cuore è un animale che mi cresce nel petto e divora l’aria’. Metafora stupefacente e credo che ti piaccia stupire. Mi piace più degli altri, questo nuovo racconto, procede con tempi più diluiti e ciò permette di gustare al massimo il tuo stile di scrittura. Ho pensato che lei salirà all’ottavo piano (io non lo avrei mai fatto). Alla prossima, ciao keziarica.

    • Ciao, Anna.
      Mi piace stupire… sì, immagino che stupire sia una delle mie intenzioni quando scrivo 🙂
      Questo racconto mi dà modo di esplorare un po’ di più le emozioni della protagonista, anche se rischio di esagerare, la scelta di punto di vista aiuta molto, spero di non abusarne.
      Grazie per la gentilezza che sempre mi dimostri.

      Alla prossima!

  • Capitolo 4)

    Ehi!
    Avrei voluto utilizzare una voce più femminile: secondo me la lettura perde un po’, troppo lontana dal tono della protagonista 🙁
    Trovo che il capitolo sia stato abbastanza funzionale alla storia, e non come lo hai percepito: c’è tutta la creazione dell’ambiente ambiguo, delle domande, della presentazione di un potenziale “cattivo” di eventuali entità. Il dubbio instilla timore nel lettore, perché non sa mai di chi fidarsi. Hai giocato bene questo capitolo! 😉

    Mi aspetto grandi cose dai prossimi!

    Trovi la lettura sempre su Youtube:
    https://youtu.be/2wlDj7eTWWs
    Ciao!

    • Ciao, GG.
      Ottima lettura, come sempre. La voce della receptionist mi ha messo paura!
      Sono felice che non risulti come capitolo di passaggio, sarà che avrei voluto svelare altro e non ci sono riuscita, ho scritto di getto, per far presto perché poi dovevo scappare e non volevo rimandare, sto cercando di impormi di scrivere un capitolo a settimana, perché poi non è facile ricordarsi cosa è successo (già così è difficile ricordarsi tutto di personaggi e storie che sono tanti).
      Che posso dirti? Per i prossimi farò del mio meglio e spero di spaventarti per bene (non credo sia così semplice però).
      Grazie, come sempre.
      Passa una buona domenica.

      Alla prossima!

  • Preme il pulsante…
    Vedo che alla fine l’hai terminato, brava anzi, vedrai ti dimostro “quanto” sei brava.
    Ho anche capito quanto possa essere difficile, ostico scrivere un horror. La necessità primaria di tenere alta, palpabile la tensione ti costringe ad ogni frase a trovare similituni, richiami, paragoni, assonanze, non so come dire… E tutto senza essere banale o ripetitiva. In questo capitolo ce n’è una tale abbondanza che non so come hai fatto! Dunque tutto normale, certi racconti non vengono da soli, non fluiscono leggeri, non si raccontano, si devono “far vivere” ed è tremendamente complicato.
    Congratulation dunque, e forza che alla fine ‘sta ragazza la salviamo!
    A presto (spero). Ciaooo??

    • Ciao, Fenderman.
      Sì, alla fine sono riuscita a finirlo. L’ho fatto di getto (cosa più facile da fare quando si scrive in prima persona, almeno secondo me). Scrivere un horror è ostico, forse quanto scrivere un racconto umoristico far ridere o terrorizzare le persone solo con le parole scritte non è semplice.
      Ho cercato di mettere a frutto quel che ho letto e visto (brevi corsi on line) sulla scrittura horror, i rimandi, le similitudini, associare azioni tipiche degli uomini o degli animali a sensazioni, oggetti, momenti; servono a creare stimolare una reazione in chi legge; non è semplice farlo nel modo giusto (io non so se lo faccio correttamente), anche perché si rischia di risultare grotteschi. Non so, ci provo e vediamo che cosa ne viene fuori, finora, a quanto pare funziona ?
      Ti ringrazio per l’apprezzamento e ti auguro una meravigliosa domenica, io lavoro, ma sarà comunque un’ottima giornata.

      Alla prossima!

    • Ciao, Isabella.
      Non so, l’ho scritto in due trances, senza pensarci troppo e alla fine mi è parso che non dicesse molto… forse perché l’intento era di raccontare qualcosa in più. Sono felice che, comunque, ti sia piaciuto.
      Chissà quale sarà l’opzione vincente…
      Grazie ?
      Alla prossima!

  • Capitolo 4: QUALCUNO APPARE NEL CORRIDOIO E DISTOGLIE LA SUA ATTENZIONE DALL’ASCENSORE. È ancora presto per scoprire il mistero dell’ascensore.

    Molto interessante la parte Mistery di questo racconto; grandi misteri che la nostra Sophie dorvà riuscire a risolvere in cinque capitoli (nel prossimo penso non scoprirà niente).

    Il capitolo più che di passaggio mi sembra di preannuncio; in queste storie è sempre necessario un capitolo che preannunci l’arrivo di qualcosa piuttosto che dare una “stoccata improvvisa”, almeno secondo me 🙂

    Ciao 🙂

  • Nuovo capitolo e nuovi complimenti!

    Sempre più l’ultimo piano dell’ostello sta diventando misterioso, così come la receptionist. Ma soprattutto Lui!

    Non vedo l’ora di vedere come la cosa si andrà ad evolvere, ho trovato stupendo l’uso dell’idea del numero otto simile all’occhio di un nostro che tutto scruta!

  • Adoro gli horror ambientati in ambienti chiusi, questi vecchi ostelli di calcestruzzo armato e strani presagi hanno su di me sempre un qualche fascino.

    Le continue sparizioni, la cozza alla reception, Sophie, una figura a metà strada fra un fantasma e una persona che sa anche troppo… Tutto mi affascina, seguo assolutamente!

  • Capitolo 3)

    Tolto il sogno criptico, ma abbastanza “leggibile” e “intuibile”, direi che il capitolo serve per rappresentarci al meglio il senso di disagio provato dalla protagonista. Sophie (sono riuscito a leggerlo decentemente, questa volta?) è maledettamente sospetta. Ma potrebbe rivelarsi un ottima pedina per confondere le idee dei lettori, e quello potrebbe essere Ketchup! 😀
    Mi piace il senso di disagio!
    Lei, invece, mi sembra sempre più una detective: tante domande!
    Per questo ho voluto indagare sull’ascensore.

    Aspetto con curiosità il prossimo!

    Trovi la lettura sempre su Youtube:
    https://youtu.be/FOtvZ255evI

    Continua così!

    • Ciao, GG
      Come ti ho scritto nel commento sul Canale, l’incubo è venuto fuori da sé, avrebbe avuto bisogno di più spazio e l’intenzione era di dedicargli un capitolo, per questo mi scuso, perché è finito in questo che, come voi avete scelto, doveva trattare solo la conversazione con Sophie. Però è arrivato e si è preso la parte finale della scena, non sono stata capace di tenerlo a bada… mi è piaciuto come è venuto fuori e l’ho lasciato. Il tuo commento, soprattutto sul Canale, mi ha fatto capire che avrei dovuto dosare meglio gli avvenimenti e per questo ti ringrazio. ?Farò tesoro del consiglio e cercherò di fare meglio la prossima volta, ma non prometto niente: sono recidiva ?
      La macchiolina è proprio sangue, arriva dalla pellicina strappata pochi istanti prima, serviva a trasmettere inquietudine… ma, se hai immaginato che potesse trattarsi di ketchup, non ha sortito l’effetto desiderato.
      Grazie ancora per la lettura, il nome è pronunciato correttamente.
      Buona domenica, GG.
      Mi piace molto la parte dedicata alle “critiche” che hai aggiunto nel finale dei video;

      Alla prossima!

  • Magnifica la descrizione di Sophie, sembra di vederla, figura sfuggente e misteriosissima allo stesso tempo. Mi chiedo quale sia ( se c’è) lo scopo del suo dire e non dire. Col dialogo hai reso la scena inquietante, quanto basta a dare il via all’incubo che segue. Io non sarei uscita a vedere cosa accadeva all’ascensore, perciò ho votato per la vista dal bagno. Mi piace questo racconto, più degli altri che magistralmente hai scritto, ha tempi più dilatati anche se lo stile è sempre il tuo, perfetto tecnicamente e coinvolgente nel contenuto. Alla prossima Keziarica.

    • Ciao, Anna.
      Che bel commento che mi regali, grazie!
      Mi sono un po’ persa e il dialogo si è fatto lungo, nonostante tutto, ci ho infilato dentro anche l’incubo che, forse, come dice GG, avrebbe avuto bisogno di più respiro e di un capitolo dedicato; sono, comunque, molto felice che ti sia piaciuto, spero di riuscire a svelarti presto il perché Sophie è così sfuggente.
      Grazie ancora tantissimo e passa una buona domenica.

      Alla prossima!

  • A me l’incubo è piaciuto tantissimo, non capisco perché ti sia scusata. I topos dell’horror ci sono tutti e la tensione sale sempre di più. In questo capitolo ho notato anche un certo affinamento della prosa, sarà che non ho fatto fermentare a dovere i primi due, ma questo me lo sono scolato come un bicchiere di cerasuolo ghiacciato in una serata afosa di metà luglio. Il tuo stile è davvero affascinante, è delicato, ma al contempo nerboruto. Davvero molto brava.
    Sicuramente vedrà qualcosa di strano dalla finestra.
    Alla prossima carissima.

    • Ciao, Art.
      Mi sono scusata perché l’incubo era una delle opzioni, insieme alla chiacchierata con Sophie, e, dato che l’opzione predominante era quest’ultima, l’incubo non avrebbe dovuto esserci (in quanto non scelto da voi), ma sono sicura che mi avete perdonato ?
      Ti ringrazio tantissimo per le belle parole, mi fanno davvero piacere. Scrivere horror non è semplice, ormai le abbiamo viste tutte, se il mio stile riesce a risultare efficace non posso che esserne felice.
      Grazie davvero e alla prossima!

    • Ciao, Red.
      Io non lo so cosa farei dopo un incubo così, forse mi raggomitolerei sotto le coperte e tenterei di dormire per ritrovarmi al mattino seguente in una stanza piena di luce… ma io non sono Silla e lei vive in un horror…
      Sophie è particolare, sì, l’ho ideata così, intendo renderla sempre più strana… sappilo 😉
      Grazie e alla prossima!

  • Ciao, voto anche io l’ascensore. Io che non indovino mai niente, colgo in Sophie uno strano disagio, una tensione che me la fa percepire più vittima che colpevole, ho la sensazione che comunichi una cosa che l’atterrisce, ma ha paura di spaventare Silla, e allora si fa reticente. (Naturalmente non sarà così?)
    Tutto molto efficace e potente brava, brava!?
    Un salutone??

    • Ciao, Fenderman.
      Sophie ha qualcosa da nascondere, un disagio, forse, chissà, non posso svelare nulla. 😉
      Silla è già spaventata, da molte cose, e questo ostello non è che il culmine dei suoi problemi, vediamo come ne esce, se ne esce… ?
      Felicissima che ti sia piaciuto, grazie per essere sempre presente. Un salutone a te?‍♀️e alla prossima!

  • Ciao, bellissimo dialogo, in qualche passaggio ho addirittura pensato che la colpevole delle sparizioni sia proprio Sophie, ma sarebbe troppo ovvio e semplice!!!
    Ho votato per esce a vedere l’ascensore, io d’istinto farei così, magari trovandomi in qualche situazione pericolosa!!! Alla prossima.

    • Ciao, Isabella.
      Anche io uscirei a vedere, ma prima guarderei dallo spioncino… ??
      Sono contenta che ti sia piaciuto il dialogo, non è mai facile fare interagire i personaggi, si rischia di rendere la conversazione stereotipata e poco credibile, io sono andata liscia, senza pensarci troppo, immaginando proprio le due lì a chiacchierare. A quanto pare, è andata bene.
      Grazie per le belle parole, ti auguro una buona giornata (qui piove, non so da te).

      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica!
    Prende forma l’ambiente circostante con le atmosfere; tutto questo passa attraverso il corpo di Silla, il caldo e il freddo, i brividi. C’è un sentore di disagio incombente, e tutto sommato reagisce con un minimo di empatia all’invasione di Sophie.
    Bellissima questa narrazione “fisica”, le carezze, la gratitudine di tutte le parti del corpo, le luci al neon negli occhi. La nausea… la storia vive di sensazioni, le protagoniste dell’episodio più ancora della scritta e delle rivelazioni di Sophie. Bravissima!
    Forse per questo non scelgo l’incubo ma le rivelazioni della nuova arrivata (nella storia, perché nell’hotel la nuova è Silla).
    Ti saluto e ti auguro una ottima domenica (io vado al lavoro ?)

    • Ciao, Minollo.
      Scusa, con i tuoi commenti sono sempre in ritardo… perché?! Mah!
      Se può consolarti, sono andata anche io a lavoro domenica scorsa, come tutte le domeniche d’altronde.
      Le sensazioni della ragazza sono importanti, specie perché la narrazione è in prima persona e servono a creare empatia con il personaggio (almeno questo è quello che dicono i corsi di scrittura creativa che seguo di tanto in tanto). Sophie è una tipa stramba, per come la immagino, una che suscita tenerezza e irritazione allo stesso tempo. Silla imparerà a conoscerla e con lei… e no, basta, sto dicendo troppo. 🙂
      Grazie tantissime e scusa ancora per il ritardo vergognoso.

      Alla prossima!

  • Capitolo 2)

    Bella situazione del caspio! Ho capito ora a che ti riferivi con la questione degli specchi 😀
    Odio le persone invadenti! Ma hai reso bene l’idea 😉

    Mi hai super catturato con questa idea, e adesso sono curiosissimo di scoprire cosa accadrà!
    Non ho molto da segnalarti, mi pare che tutto scorra senza problemi 🙂

    Trovi la lettura sempre su Youtube, a partire dalle 14:00
    https://youtu.be/SNwG-4_-j1g

    Alla prossima!

    • Ciao, GG.
      Le persone invadenti non piacciono neanche a me, dicono di pensare a quello che ci piace e non per poter mettere in scena una storia, be’, ecco, questa cosa mi dà molto fastidio e l’ho messa in campo per dare spessore e credibilità al racconto. Poi, Sophie avrà un ruolo nel prosieguo e mi serviva presentarla con una peculiarità, a parte l’aspetto fisico, che le desse personalità.
      Vediamo come se la cava la nostra ospite, grazie per tutto, sempre gentilissimo.

      Alla prossima!

  • Pomeriggio: voglio un incipit di quello che sta accadendo.

    Silla si è lasciata parecchio suggestionare ma, almeno per ora, Sophie mi sembra una persona a modo.
    Per il resto: ma razza di albergo è, con i contrafforti fasulli e le docce negli speroni?!

    Bravissima: continua così ^_^

    Ciao 🙂

    • Ciao, Red.
      Ah ah ah, effettivamente, che razza di albergo è? Un ostello un po’ strano, diciamo.
      Sono felice che ti stia piacendo, nonostante il genere che so non essere di tuo gradimento 😉
      Penso che sarà Sophie a vincere, aspetto ancora qualche giorno e poi le do la parola.

      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica, ho visto che hai iniziato un nuovo racconto e quindi eccomi qui. Senza offesa, ma non ho avuto il tempo di leggere “Altrove liquido 1 e 2”. Si parte subito con un’atmosfera che crea senso d’angoscia e suggestione nel lettore. Interessante la descrizione dei dettagli architettonici (lavori nel settore?), e come riesci a dar voce agli oggetti inanimati. La questione dello specchio mi ha ricordato il film “Sei ancora qui”, o magari è soltanto un ricordo distorto, mentre il contesto generale mi ha portato con la mente a “The million dollar hotel”.
    Ecco, se proprio devo improvvisarmi in una personalissima e inutile critica, ho trovato un po’ forzata la “cronaca secondo per secondo” dei mutamenti chimici che avvengono all’interno della protagonista, in special modo per il fatto che la narrazione sia tenuta in prima persona. Ma forse dovrei semplicemente rileggerlo.
    Direi che sono capitato nel posto giusto, in quanto adoro le storie ambientate in luoghi chiusi, che siano alberghi come l’Overlook o manicomi dismessi alla “Session 9”.
    Ottimo lavoro. Alla prossima.

    • Ciao, Art.
      Grazie per essere passato. Non preoccuparti per la mancata lettura degli altri racconti, non è obbligatorio 😉
      Non ho visto i film di cui mi parli, ma so che lo specchio, sia quando riflette cose che quando ospita scritte inquietanti, è una cosa già vista, ma mi piaceva inserirlo 🙂
      Forse capisco quel che intendi con la cronaca secondo per secondo, la protagonista, in quanto detentrice delle sensazioni, non pensa alle mutazioni del suo corpo, però io avevo in mente di far immedesimare il lettore in quello che sente lei, per far comprendere il suo stato d’animo. Forse non avrei dovuto usare la prima persona, ma il punto di vista non sarebbe cambiato e le reazioni sarebbero risultate comunque fuori luogo. Non so, dovrei ragionarci meglio. Ti ringrazio, comunque, per avermelo fatto notare, ci studierò su.
      Anche a me piacciono i luoghi chiusi, abbandonati e, in qualche modo, corrotti (se non lo hai visto, ti consiglio la docu-serie sul Cecil Hotel in programmazione su Netflix), e spero di riuscire a spaventarti almeno un pochino 😉

      Alla prossima!

  • Ciao, mi hai ricordato certe docce raccapriccianti che ho dovuto affrontare nei miei tanti anni da scout!!! Bellissimo il colpo di scena con la scritta “invisibile” nello specchio, un classico per creare suspence!!!
    Ho votato per Sophie, un antipasto di detto non detto sta sempre bene, naturalmente se serve a ingarbugliare ancor di più la narrazione!!! Alla prossima.

    • Ciao, Isabella.
      Io, per fortuna, di docce raccapriccianti non ne ho mai fatto… ?ma ho in mente immagini terrificanti tratte da tantissimi film. In effetti, la scritta sullo specchio è un po’ un cliché nel genere horror, ma fa sempre un certo effetto.
      Sophie è un personaggio importante in questa storia e avrà di che raccontare, vediamo se sarà lei ad averla vinta.
      Grazie davvero e alla prossima!

  • Ciao Keziarica, di solito una bella doccia nel rifugio di una camera d’albergo progettata proprio per accogliere, è il massimo.
    Qui no, mi pare. Si è solo nudi e vulnerabili, mentre la minaccia si presenta nel più classico dei modi, il più inverosimile, e quindi il più angoscioso.
    Come minimo Silla vorrà saperne di più, e quindi, nel pomeriggio sentirà l’altra ragazza.
    (So che ci tieni e allora ti segnalo: …e incontro il volto di moretta…) Forse manca qualcosa.?
    Ciao!??

    • Nooo, non posso crederci! E dire che l’ho letto tre volte, una interpretandolo come GG, e non ho notato la mancanza… dovrò farmi correggere anche questa, grazie per avermelo segnalato.
      La doccia della povera Silla non è stata come se l’aspettava, purtroppo, arriverà di peggio. ?
      Grazie, caro Fenderman, per tutto.

      Alla prossima!

  • Capitolo 1)

    Nuova storia!

    Ed è bello vederti di nuovo sull’horror. Cosa ci racconterai?
    Non so perché, ma ho pensato subito all’Overlook, per la descrizione inquietante che hai fatto della situazione. Insomma, un ottimo posto dove andare a dormire!
    Camera 237, eh? Ottima scelta! 😀

    Aspetto di scoprire in quale orrore ci trascinerai.

    Trovi la lettura del primo capitolo sempre su Youtube:
    https://youtu.be/95NORqZrFRs
    Bentornata, e alla prossima!

    • Ciao, GG.
      In realtà, questa storia arriva dalla visione alla finestra di cui ti ho scritto da qualche parte. Come al solito, i personaggi fanno un po’ quello che vogliono e vedremo dove ci porteranno.
      La stanza 237 ogni tanto spunta nei miei racconti, c’è anche nel primo Gock, un omaggio (umilissimo) a Shining che resta (a parte il libro che è fantastico) uno dei migliori horror mai realizzati. In questo albergo c’è anche un po’ del Cecil, come ha notato Minollo, e non potrebbe essere altrimenti, la sua storia mi ha davvero sconvolta.
      Sono felice che l’incipit ti abbia intrigato, farò del mio meglio per creare sgomento, speriamo bene ?grazie per il commento e per la lettura, mi hai fatto scoprire un errore che non avevo proprio notato.
      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica!
    Un’atmosfera da Cecil Hotel, da rabbrividire solo a varcare la soglia; mi sembra una ambientazione adatta ai tuoi racconti, con vicende passate e presenti che hanno lasciato il segno nella storia della struttura e si intrecciano. Vedremo che ruolo avrà la persona all’accettazione, la tua capacità di resa delle immagini è quella che ormai conosco e che mi cala nell’ostello: dico che le interromperanno la doccia, seguo e ti auguro una bella seconda metà pasquetta.
    Ciao a presto!

    • Ciao, Minollo.
      Sì, da Cecil Hotel e da momenti vissuti a casa… ne scrivevo con Giuseppe. una sera mi è capitato di guardare fuori della finestra e di trovarmi a fissare la sagoma di qualcuno in controluce, che guardava fuori. Dato che era sera e la finestra era illuminata di luce fredda, la sagoma era nera e pareva guardare proprio me in lontananza. Da lì è germogliata l’idea, poi il Cecil ha aggiunto un po’ di carico. Vediamo cosa ne viene fuori. Spero qualcosa di terrificante. ?
      Grazie per essere anche qui e per i complimenti.

      Alla prossima!

  • Per visitare l’ostello ci sarà tempo e mi aspetto scene horror.
    Adesso voto per la doccia e sono curiosa di leggere chi sarà ad interrompere questo momento di relax. Brava come sempre nel suscitare inquietanti atmosfere, direi che è il tuo punto di forza.
    Aspetto il prossimo, ciao Keziarica.

  • Ciao, bellissimo incipit, anche il tempo esterno s’intona alla perfezione con l’umore della protagonista!!! In effetti tutto è meglio della stazione di notte, certo che sta andando dalla padella alla brace, almeno è questo che lascia intendere tra le righe… Ah, ti è sfuggito un “restò ferma” malandrino, ma immagino fosse un refuso della versione in terza persona (o almeno penso, visto che faccio anch’io sempre le due versioni e poi decido quale scorre meglio)!!!
    Ho votato per la doccia, mi sembrava la desiderasse così tanto da non poterla deludere, almeno nelle intenzioni!!! Alla prossima, Buona Pasqua.

  • Fa la doccia perché era la sua intenzione, sperando che l’acqua non esca nera 😀
    In verità mi interesserebbe di più la visita dell’ostello ma da come l’hai messa sarà per un’altra volta 🙂

    Di nuovo un horror… l’altra è virata sul giallo… questa lo seguirò fino alla fine o scapperò prima? 🙂

    Ciao 🙂
    PS: Buona Pasqua!

    • Ciao, Red.
      Ben ritrovato ?
      Sì, un altro horror, sarà un po’ anche un giallo e un thriller… servirebbero più sottogeneri su questa piattaforma. 😉
      Vedremo quale opzione vincerà, la doccia, in effetti, sarebbe apprezzata dalla povera Silla. Vedremo…
      Grazie tantissime per esserci anche in questa avventura.
      Buona Pasqua anche a te!
      Alla prossima!

  • Ciao Keziarica, auguri per il nuovo lavoro.
    Inizia nel più classico dei modi alla scoperta di una casa che mette inquietudine.
    Mi è piaciuta molto la descrizione di lei fuori, il vento che la spinge, le offre il volantino, quasi a chiedere aiuto…
    moltissimo la frangia mossa, (cosa che un uomo forse non avrebbe saputo scrivere), e la faccia della ragazza alla reception.
    Una cosa mi sento di obbiettare (non a te , a Silla): visto che l’hotel è poco occupato, perché non trattare una sistemazione a un piano inferiore visto che l’ascensore è rotto? Certe ragazze si mettono nei guai e non fanno nulla per evitarlo!?
    Voto che esce a cercare lavoro. Primo perché la storia me la voglio centellinare… Secondo per vederla fare su e giù per le scale. Ben le sta!?
    Felice Pasqua, speriamo di pace.??

    • Ciao, Ottaviano.
      La descrizione di lei fuori dall’ostello l’ho scritta di getto, senza pensare troppo e immaginando me stessa in mezzo a mulinelli di polvere, con una stanchezza immane addosso e tanto freddo.
      Sul discorso ascensore e piano, beh, intanto, mi occorre un piano alto per ragioni che scoprirai leggendo, non sempre negli horror la protagonista fa la cosa giusta (vedi la biondina che si solito scappa su per le scale anziché verso la porta) e Silla è davvero troppo esausta (anche mentalmente) per poter trattare per una stanza a un piano inferiore.
      Grazie per essere anche qui, grazie per gli appunti, spero di riuscire a dare un senso a tutto nel corso della scrittura.
      Buonissima Pasqua anche a te e, sì, speriamo sia di pace. ?

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