Gott Ohne Uns

Dove eravamo rimasti?

Un fuoco alle mie spalle rischiarò l'area attorno a me, andando ad illuminare il mostro che mi fissava. Un manichino si stavagliava su di me, immobile e impassibile. Nonostante fosse scomposto mi colpirono i suoi occhi. Erano così...umani (71%)

Negli Occhi

Alzai dolorosamente lo sguardo, i fuochi in lontananza lanciavano bagliori pulsanti nella notte.

Mi sentii come all’interno di un enorme cuore palpitante, striature rossastre scarnificavano il cielo nero.

Di fronte a me si stagliava un gigantesco manichino, posto su una croce metallica.

Alla base, fra le pile di corpi morti, danzavano dolcemente alcune fiammelle, provenienti da candele ormai consumate. 

Il manichino era adornato da quello che pareva essere un lungo mantello biancastro, al posto del volto una pesante maschera nera di metallo, fusa in modo grossolano.

Più a lungo la fissava, maggiori erano le ondate di dolore che si spandevano lungo la scatola cranica, ancestrali ricordi di sacrifici umani si alternavano a frammenti di panico.

All’altezza del costato, sulla destra, il lungo vestito del manichino era stato strappato. Da questo sgorgavano alla vista una massa intestinale che si riversava a terra in modo scomposto. Gli organi erano una accozzaglia di tubi digerenti e sangue, il viola scuro si mischiava con le tonalità del nero e del grigio cadaverico.

I tessuti erano atrofizzati a causa della continua esposizione all’aria, eppure, mentre gli osservavo sgomento, avevo la sensazione che sotto quegli strati di carne vi fosse ancora traccia di vita.

Una brezza leggera mi fece distogliere lo sguardo da quel groviglio organico, ed alzare gli occhi verso il manichino.

L’abito era adornato di arti umani, braccia e gamba di varia forma, colore e dimensione. Quella che avevo inizialmente scambiato per una tunica biancasta era in realtà pelle umana ed animale rilegata assieme, impossibile distinguere l’una dall’altra. 

Strisciando fra il sangue raffermo e il fango mi allontanai da quella cosa, pur non riuscendo a distogliere lo sguardo.

Di fronte a me avevo una qualche rappresentazione religiosa, un monolite eretto a una qualche sorta di divinità carnivora che, non contenta di aver banchettato con gli uomini, ne aveva usato i corpi come ornamento. 

Allontanandomi, mi accorsi che dietro la maschera calata sulla testa del manichino si celassero degli occhi, occhi umani. Erano grandi e acquosi, arrossati quasi dal pianto. Il loro colore era di un tenuo verde chiaro, come l’erba di primavera bagnata dalle prime piogge.

Sembrava osservarmi, scrutarmi dentro, direttamente fra le viscere, rimescolando gli organi a suo piacimento.

Enormi tubi arrugginiti uscivano dalla schiena dell’enorme manichino, andando a collegare fra loro tutte le cataste di corpi nei dintorni, quasi a trarre nutrimento da questi corpi inanimati.

La brezza alzava ed abbassava il vestito di pelle umana, dando come la sensazione che respirasse, quasi una imitazione della vita.

Nonostante tutto però, dentro di me sentii nascere un sentimento ancora non provato in quel mondo. 

La pietà.

Quell’enorme manichino, privo di arti inferiori, inchiodato ad una croce, composto da migliaia di pezzi umani mi comunicava, tramite quegli occhi, la sua sofferenza, il suo non voler più stare al mondo. 

Come un uomo ormai paralizzato dalla malattia, cercava un modo per sfuggire a quella prigione di carne, per liberarsi dalla sofferenze terrene per librarsi nel cielo.

Alzai lentamente una mano verso il cielo, e lentamente la mossi verso di lui, quasi a fargli una carezza.

Un rumore sordo provenne dal manichino, e la terra iniziò a tremare sotto il mio corpo.

Cercai di strisciare via il più lontano possibile, mentre alle mie spalle il metallo e la carne che componevano il feticcio cadevano a terra.

L’odore fetido della carne in decomposizione mi fece girare la testa, una nuvola pestilenziale iniziò a spandersi attorno a me. I corpi accatastati rotolavano a terra, rimescolandosi fra loro e facendo sorgere nuovi morti, nuova disperazione. 

Quando tutto fu finito, quando anche la polvere tornò ad adagiarsi sul terreno, mi voltai.

Il manichino era collassato al suolo, schiacciando sotto di sé i corpi che fino a poco prima mi avevano fatto da ventre, il metallo di cui era composto sparso a terra. 

Fu allora che l’aria si riempì di migliaia di uccelli, neri come la pece. All’inizio non capii cosa stesse accadendo, mi ci volle qualche momento ad intuire che tutti quegli animali uscivano dai corpi accatastati, dalle loro bocche, dalle ferite incise nella carne. 

Mi coprii il volto con le braccia, le orecchie riempite dai fischi e dal rumore di ali degli uccelli. 

Quando fu nuovamente silenzio la strada era stata spianata, le cataste di corpi sparite. L’unica cosa che vedevo era un piccolo manichino, non più grande di un bambino di sette anni. Il braccio destro era teso, con l’indice che indicava una spiaggia lontana. 

Di fronte a me indovodiai la traccia di tre sentieri

  • L'ultimo saliva verso una fitta foresta (0%)
    0
  • Il secondo conduceva fra le campagne, rischiarate da fuochi lontano (67%)
    67
  • Uno scendeva verso una spiaggia lontana (33%)
    33
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33 Commenti

  • Fortunatamente non sono arrivata qui troppo tardi: mi sarebbe parecchio dispiaciuto non aver avuto la possibilità di “giocare” con la tua storia.
    Molto di rado mi imbatto in storie horror (forse perché, non essendo proprio il mio genere prediletto, non passo molto tempo a cercarle adeguatamente), ma questa mi ha colpito fin dal suo titolo; di questo capitolo, poi, mi sono soffermata molto sulla chiusura “Se grande è il mio odio altrettanto grande può essere il perdono”: quanta verità nascondono queste parole!
    Per quanto riguarda il voto ho optato per la balena morente.
    A presto!
    -Rossella✨-

  • Capitolo 4)

    Ma quanto mi è piaciuto questo capitolo?
    Mi hai super intrippato, ora credo a mille cose diverse! 😀
    Mi è parso che hai risolto i problemi di ripetizioni, anche se c’è qualche refuso di battitura, ma nulla di grave. 😉
    Ho cercato di recuperare il capitolo il più presto possibile, anche se l’interpretazione non è stata granché 🙁 Non ero troppo ispirato oggi.

    Trovi la lettura su Youtube:

    https://youtu.be/bAPehUzlzHk

    Credo si sia capito: aspetto il prossimo! 🙂
    Ciao!

  • Decisamente sul tuo complicato pianeta non si può uscire di casa. Mi sto quasi convincendo che prima di scrivere ogni volta ti scoli una moka da sei.
    Vai come un treno, nulla ti ferma e meno male che il lupacchiotto e la fanciulla sembrano aver risistemato un poco le cose.?
    Complimenti per l’immaginazione, ( sembra di vedere un coloratissimo fumetto), e anche per la scrittura.
    Se non fosse per qualche refusino e i molti aggettivi (perdonabili visto il genere) sarebbe tutto perfetto.
    Vivissimi complimenti, catastrofico collega, vai così!
    Ciao?

  • Ho votato per il cucciolo di lupo.
    Ti prego non farlo sbudellare!
    Non sono una fans di questo genere ma, mi incuriosisce e mi diverte.
    Un consiglio anch’io: il pronome ‘gli’ ( mentre non gli osservavo) non mi pare quello giusto. lo sostituirei con ‘li’
    Giusto per essere precisi. Ciao HoororCore e a presto.

  • Capitolo 3)

    Non credo mi riuscirà di recuperare il capitolo prima del prossimo episodio, quindi lo faccio in silenzio, come tutti gli altri 😀 Rimedierò al prossimo!
    Le tonalità della storia ora vanno decisamente più sull’impronta Fantasy. Anche prima si poteva respirare un’atmosfera simile, ma era decisamente più velata e meno “precisa”. In questo contesto, anche dalle opzioni che metti a nostra disposizione, non ho potuto fare a meno di respirare un’atmosfera in stile Dark Soul, Elder Ring o Bloodborne. Magari è solo una mia congettura 😀
    Rimango incuriosito da quanto svelato all’interno del capitolo.
    Fenderman ha già segnalato alcuni dei consigli utili, io t’invito invece a una revisione in più, terminata quella definitiva: prenditi però un giorno di riposo prima, vedrai alcuni passaggi con più chiarezza, e qualche svista in alcune parole che sono grammaticalmente corrette, e quindi i correttori non riescono a indentificarle come errori, ma che nel contesto non sono esatte. Semplici refusi, nulla di grave.
    La scelta di mettere l’ultima parola in grassetto, sulla destra, gioca il suo effetto. Mi piace! 😉

    Aspetto il prossimo!
    Buona scrittura!

    • Ciao caro ^^
      Si, le atmosfere sono ispirate oggettivamente all’anima dei souls game, in particolare Bloodborne per alcune cose, anche se il concept è ripreso da Pathologic 2, gioco poco conosciuto ma che personalmente sento di consigliarti, se ti piacciono le sfide ?

      Come sempre ringrazio per la segnalazione degli errori, dai che capitolo dopo capitolo riuscirò ad azzeccare uno da testa a piedi ??

      Prima di pubblicare il prossimo aspetto un tuo episodio, e grazie come sempre per quello che fai per la community ?

  • Ciao, ho votato la spada!
    Da un inizio splatter che mi ha fatto quasi sorridere per quanto terribile era, con la donna il racconto decolla, molto bene direi, bravo.
    C’è una frase da riscrivere, secondo me, questa: un gran freddo di sparse fra la terra.
    E poi ci sarebbe da sostituire questo segno con questi: «/» o con i trattini —/— per i dialoghi.
    Bravo, molto bene. Ciao!?

    • Grazie mille per il consiglio, oggettivamente la frase incriminata dovrei sistemarla, promesso che la prossima volta vedo di prestare maggiore attenzione.

      E provvedo anche a sostituire le “finestre” dei dialoghi, così da renderlo più carino.

      Grazie mille ancora!

  • Ehi, è passato un po’ di tempo dall’ultima volta! Finora ho trovato il racconto forse un po’ troppo splatter ma incuriosisce parecchio. Non so con che mezzo scrivi ma ti consiglio di usare il controllo grammaticale prima della pubblicazione. Resto in attesa del prossimo episodio sperando che sia pubblicato in tempi “umani” 🙂

  • Capitolo 2)

    Ehi Horrorcore!

    Il capitolo era perso nella scorsa stagione di The incipit, ma lo riprendiamo nella nuova.
    La carica descrittiva del capitolo è piuttosto impegnativa, e mi piace, sebbene ritengo che più di un lettore potrebbe ritrovarsi un po’ in difficoltà. Il personaggio e la sua disavventura si percepisce tutta, però qualcuno potrebbe avere difficoltà a provare empatia nei confronti dello sventurato.
    Personalmente, mi piace. Ci sono svariate ripetizioni, specie con il termine “corpo/corpi”.
    Consiglio di alleggerire un po’, trovando dei sinonimi.

    Aspetto di scoprire cosa verrà!

    Trovi la lettura del capitolo sempre su Youtube :

    https://youtu.be/kG6MwM0gmE0

    Sul finale ho speso due parole sulla storia.

    Alla prossima!

  • Ciao, voto le campagne.
    Di certo ti sei consumato tanto di quel vocabolario orrifico che potevi riempirci una storia. Forse non era nemmeno necessario ma se ti sei divertito va bene comunque. A me piace quando uno esagera in queste cose. Splatter, splatter mi piace, sembra quasi che l’orrore sconfina nel grottesco e a modo suo acquisisca un valore diverso (ovviamente per chi sa apprezzarlo)
    Chissà che ti inventarsi adesso, che ci sarà un quelle campagne misteriose?
    Alla prossima!?

  • Davvero raccapricciante!
    Sconsigliato a stomaci delicati.
    Forse ti sei un po’ troppo soffermato sulle descrizioni, indulgendo con aggettivi non sempre appropriati (sangue raffermo), lasciando ai margini la storia.
    Vorrei, adesso, saperne di più sul protagonista di questo incubo. Sta sognando? Spero si svegli!
    Alla Prossima HorrorCore.

  • Capitolo 1)

    Ehi! Benvenuto su the Incipit!

    Se la cosa può farti piacere, ho letto la tua storia su Youtube, insieme a quelle di altri autori. Sul finale del video ho speso due parole per il primo capitolo della storia.
    Ho trovato il capitolo interessante, anche se forse un po’ troppo criptico.
    Però voglio vedere dove ci porti. Tolto qualche errorino di battitura, ma pare che tutti fili liscio.
    Trovi la lettura del capitolo su Youtube:
    https://youtu.be/1d99GctF-uA
    Alla prossima!
    Se vorrai, leggerò anche i prossimi capitoli.

    • Ciao, grazie mille per esser passato ^^

      Mi scuso per gli errori di battitura, infatti rileggendo post pubblicazione mi sono mangiato le mani mannaggia a me XD
      Grazie mille per la segnalazione, provvederò a sistemare tutto nei prossimi capitoli.

      Inoltre ti ringrazio per la lettura del capitolo, assolutamente non vedo l’ora di sentirti leggere anche gli altri!
      Grazie mille ancora ^^

  • Ciao, HorrorCore.
    Un inizio decisamente horror. Non so perché, ma la scena del calderone mi ha ricordato Chuck Palahniuk… sebbene, non capisco come si possa dedurre con cosa si è a contatto semplicemente al tocco. Forse un po’ carico come incipit, ma dà un’idea di quel che ci aspetta. Io ti seguo per vedere dove vorrai portarci.
    Aspetto il secondo e voto il manichino, nel marasma putrido e mortifero mi pare l’ideale per una virata decisa verso il proseguo.

    Alla prossima!

    • Grazie mille per il commento, scusa il ritardo nella risposta ^^
      Si, ho scelto un incipit carico e di impatto nella speranza che potesse generare un certo interesse in chi legge, sia esso positivo o negativo.

      Per ciò che comporta la capacità di riconoscere ciò che andiamo a contatto al semplice tocco è una semplice scelta stilistica, dovuta principalmente dal limite dei caratteri e dalla volontà di dare al racconto un tono onirico, in cui le abilità umane posso espandersi a dismisura oppure collassare in un istante.

      Grazie mille per i numerosi spunti, alla prossima ^^

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