Marte Rossa

Era quasi il tramonto

Era quasi il tramonto. Il cargo 684 attraversava l’atmosfera circondato dalle fiamme, rombando come un tuono. A tremila metri aprì gli ugelli di frenata e un fragore assordante riempì il vuoto del deserto. Le dune osservavano indifferenti, dei vortici di sabbia rossa si inseguivano e si disfacevano nel vento.

Rimaneva solo un ronzio lontano mentre l’astronave rimpiccioliva nel cielo rossastro in direzione Nord. Pochi secondi e non ci fu più altra traccia che una sottile scia nera nel cielo. 

Ma in quella linea nera un buon osservatore avrebbe potuto distinguere un luccichio, come di vetro, che cadeva, cadeva lì tra le dune silenziose. 

* * *

-Piove! Piove! 

Era tardi ma la voce corse veloce, le porte si aprirono e le strade furono subito gremite di occhi che scrutano il cielo.

Quando la prima goccia gli accarezzò la guancia non riuscì a trattenere un sorriso. Chiuse gli occhi e gli sembrò di sentire l’erba verde sotto i piedi, il vento freddo sulla maglietta che si andava via via inzuppando, la mamma che gridava di rientrare in casa.

Erano- quanti mesi? quattordici forse?- che non sentiva la pioggia, che non la vedeva.

Per le strade intorno a lui indovinava la gente che si abbracciava, qualcuno che piangeva, altri che ridevano. Sembrava che nessuno sapesse più essere triste.

-Sembra, magari qualcuno ci si affoga.

Un pugno sulla spalla da quello spilungone di Ergo e la sua risata forte e pulita lo costrinsero a riaprire gli occhi.

-Una giusta punizione divina, infondo- pensò mentre ricambiava la forte stretta dell’amico.

-Raffa! Erg!- sentirono gridare. Si guardarono intorno, cercando il volto dell’amica tra quello dei passanti. La folla si andava sfoltendo, le porte si richiudevano e la gente si salutava. Alcune luci si spensero.

-Raffa, ma dov’è?

Una corda si srotolò da sopra di loro e l’estremità rimase a oscillare tra i due, che si guardarono un attimo perplessi, ma infondo c’era da aspettarselo. Salì prima Ergo. Raffa guardò in alto il cielo con l’aria un po’ stanca, figurandosi già la sveglia presto della mattina dopo. Una scrollata di spalle e si decise anche lui a salire.

Le luci della strada e delle case non arrivavano lassù, il tetto era un’unica macchia scura. Col respiro affannoso seguì la voce di Val che stava concitatamente parlando di un porto e di una cima di ormeggio e di un marinaio che si era distratto a guardare una delle cameriere della tavola calda di Joe. Quando finì il racconto nessuno rispose, così tacque anche lei, un po’ indispettita dalla mancanza di entusiasmo degli amici. 

Più in basso anche le strade si erano ormai fatte silenziose. 

La pioggia cadeva battente sui tre che, accovacciati su un tetto della base Gagarin, guardavano in alto ammirando un cielo finalmente senza stelle.

 * * *

Il sole era tramontato da un po’ e l’aria umida, carica di pioggia, prometteva nuovi temporali: il solito chiarore delle stelle sostituito dai bagliori dei fulmini.

Lì tra le dune un pezzo di ghiaccio si stava sciogliendo nella sabbia già fredda. Le imponenti nubi più nere del cielo notturno si avvicinarono ancora, altissime e indifferenti. Le saette disegnavano archi da un lato all’altro del cielo.

Un fulmine cadde proprio lì accanto, più vicino degli altri. Lo schianto fu infernale, la sabbia diventò vetro. 

Il lampo di luce era durato un attimo, ma sembrò che qualcosa si fosse mosso, lì tra le dune. Un altro fulmine cadde di nuovo vicino, ma forse un poco più lontano, mentre uno scroscio di pioggia si abbatteva sulla sabbia.

Il deserto era ormai una distesa di fango quando il temporale si iniziò ad allontanare. I tuoni rimbombavano ancora, sempre più deboli. Il vento rafforzava e strappava lontano gli ultimi lembi di nuvole, restituendo il paesaggio alla fredda luce delle stelle.

Sembrava ora di distinguere una sorta di impronta, lì tra dune di Marte.

 * * *

Val, Ergo e Raffa erano in ritardo. Nonostante ciò camminavano piano, guardandosi intorno. La pioggia aveva scavato profondi solchi nel terreno, che il sole del mattino stava ora diligentemente inaridendo. Questi e l’atmosfera rilassata delle poche persone che si vedevano in giro erano gli unici indizi della pioggia trascorsa. Al porto sentirono la mancanza degli operai nervosi. Lo schiamazzo degli equipaggi in licenza era quel giorno un flebile sussurrio. Una nave in decollo dalla banchina infondo ruppe quasi timidamente il silenzio.

-Domenica, sembra una Domenica.

-Si, è vero.

-No che non sembra domenica- rispose Raffa, alzando lo sguardo al sole che si iniziava ad affacciare sopra i tetti. Si mise quasi a correre, sollevando sbuffi di polvere rossa ad ogni passo.

Val, Raffa ed Ergo arriveranno in tempo all'Accademia per la lezione di Agraria Marziana?

  • No, ma proveranno a entrare eludendo la sorveglianza per non avere un'ulteriore nota negativa, e soprattutto per non perdersi il pasto caldo (71%)
    71
  • No, troveranno il cancello sbarrato e torneranno in città a bighellonare. (0%)
    0
  • Sì, ma è una noia mortale e cercheranno di svignarsela subito dopo la mensa. (29%)
    29
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19 Commenti

  • Ciao, r.g.
    Un capitolo di passaggio, come ti hanno già detto. A me capita spesso di pubblicare capitoli di passaggio, perché, magari, mi metto a scrivere e poi mi dispiace buttare via il capitolo e finisco per pubblicarlo anche se non svela molto altro sulla storia; è un difetto che dovrei correggere, non so se per te è lo stesso. ?
    Nella frase: “Smise solo quando, alzando lo sguardo, si accorse di Val che lo guardava, sorridendo sardonica. -Se proprio non ti va di stare qui fuori, perché invece di innervosirti e consumarti la suola delle scarpe, non cerchiamo un modo di entrare? – gli disse Val in tono serio, ma senza perdere il suo sorrisetto.” Avrei evitato di aggiungere gli disse Val in tono serio. Sappiamo che è Val a parlare, lo hai evidenziato a inizio frase. Se l’intenzione era di far notare il cambio di atteggiamento (sardonica-seria), forse, avresti potuto aggiungere una cosa tipo: ora era seria o qualcosa del genere. Ma sono piccolezze, il capitolo è ben scritto.
    Voto per la discesa, perché sono curiosa di sapere da dove e, soprattutto, da chi arrivano le urla.

    Alla prossima!

  • Capitolo 2)

    La scrittura mi pare sempre molto buona, non ho trovato grandi errori, forse qualche refuso di battitura. Posso dirti che appare più come un capitolo di transito, quindi un po’ scarico di interesse. Ti sei ripreso sul finale, cercando di sollevare la tensione, ma non ho avuto l’impatto di qualcosa di inquietante: il termine “grida”, anche se supportato dal termine “lamenti” è abbastanza ambiguo. Potrebbe significare tutto o niente, e credo appunto sia stata una scelta da te ponderata. Da lettore a lettore può cambiare l’impressione iniziale.
    Ho trovato il passaggio del “sospiro per prendere fiato” un po’ pigro, ma nulla di terribile 🙂

    Aspetto di scoprire qualcosa in più nel prossimo!

    Trovi la lettura sempre su Youtube:
    https://youtu.be/dVIqvN82Kow
    Alla prossima!

  • Ciao, proseguiamo nel tunnel, siamo qui per questo.
    Buon capitolo, forse bisognoso di rilettura attenta, (non avere fretta di pubblicare!) Perché alcune espressioni potrebbero essere migliorate, e tutti quei lati nord-est- ovest… Non so, forse serviranno in seguito ma qui risultano appesantire la narrazione.
    I miei complimenti, ti seguo.. Ciaooo?

  • Proseguono la discesa per vedere cosa sta succedendo, sia perché li hai dipinti così, sia perché sono curioso io. Spero però anche di rivedere Raffa perché il terzetto mi piaceva 🙂 Magari ha trovato un altro passaggio o li ha seguiti dopo o… spero non sia lui ad urlare…

    Ciao 🙂

  • No, ma proveranno a entrare eludendo la sorveglianza per non avere un’ulteriore nota negativa, e soprattutto per non perdersi il pasto caldo.
    È l’opzione che rende le cose più interessanti, dal mio punto di vista 🙂

    Ciao! Le storie di fantascienza mi piacciono e questa l’avevo adocchiata, poi Pintore l’ha anche letta e quindi eccomi qui! Non ho molto da dire sul capitolo: sei riuscito a dare un buon escursus del pianeta e dei personaggi.

    Ti seguo e vediamo dove ci porti 🙂

    Ciao 🙂

  • Le lezioni anche se noiose non si perdono! Ma soprattutto… il pasto caldo non si rifiuta XDXD
    Non male come primo capitolo. Unica occhi a non fare troppi “salti”.
    Per esempio la scena del cargo e la distruzione della provetta l’avrei messa insieme.
    Ma va bene così. Nonvoglio troppo rompere fin da subito.

  • Ciao e benvenuto,
    non so se sei già stato (o stata) qui, ma potrebbe essere…
    Bell’inizio, il capitolo scivola via veloce e senza intoppi (a parte quell’ “infondo” che non capisco; intendi in fondo, all’estremità, giusto? Perché ho notato che lo hai usato due volte allo stesso modo).
    I personaggi sono interessanti e la storia pure, la pioggia su Marte è una cosa strana, ma siamo nel 3215 e chissà quanti cambiamenti da qui a quel momento ;-). Devo confessare che subito pensavo si trattasse di un ricordo, poi però hai specificato che la pioggia cade sulla sabbia rossa. Forse arriva dalla scia nera… chissà.
    Sono curiosa di saperne di più, voto la prima parte della lezione, mi piacerebbe leggere di qualche indicazione su come coltivare il terreno marziano.
    Bene, ci si rilegge.

    Alla prossima!

  • Ciao, e benvenuto su The Incipit!
    Hai uno stile notevole, e mi hai incuriosito. Dove ci porterai in questa storia? Marte è sempre una meta affascinate, e sempre più plausibile. Non ho particolari consigli da darti, per ora. Se può farti piacere, ho letto la tua storia su Youtube, insieme a quelle di altri autori. Se vorrai, continuerà a leggere i capitoli. L’intento è di conferire maggiore visibilità agli autori, da autore! 😀
    In video ho speso qualche parola anche per la tua storia.
    Lo trovi qui:
    https://youtu.be/lWDMBEJhgF0

    Aspetto il prossimo capitolo, sperando di portare qualche altro autore sulla tua storia 🙂

    • Ciao G.G! Complimenti a te per il bel video, è stata una bella occasione per ascoltare anche gli altri racconti.
      E grazie per aver dato voce alle mie parole! è stato molto interessante ascoltarti.
      Sarò onorato se vorrai continuare a leggermi 🙂

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