Dove eravamo rimasti?
Il Paradiso delle Favole - Finale
Prima che possa rispondere alla domanda, delle voci fanciullesche echeggiano dall’interno del Carapace: sono suoni di nomi, giochi e felicità, gli stessi che certi anziani un po’ burberi definiscono schiamazzi; tale fastidio – credimi – risiede in coloro che rammentano i tempi ormai andati, e sanno che un’Arpia li osserva da un albero, paziente.
«Pronta?» ripete Acchia, frullando le ali per asciugarsi le lacrime. «Se lo fossi stata fin dal principio, non avrei fatto tutto ciò. Nessuno può esserlo, perché non ci si può mai preparare davvero all’ultimo addio. Se fosse davvero una nostra scelta, lo sai bene, non sceglieremmo mai questa via, a meno che il dolore… il dolore non fosse insopportabile.»
Un lampo illumina la vetta del basso monte, rivelando una tenerezza che nessuno crederebbe mai possibile sul volto di un’Arpia. «Sei preoccupata per il Re delle Zucche, dico bene?»
Acchia, rizzando le penne, non può nascondere quel forte sentimento. «Sì.» ammette. «Sono venuta qui sperando di poter riottenere i miei poteri di cui mi facesti dono, Arpia. Sapevo che, riavendoli, l’intera vallata sarebbe svanita nel nulla. Ma ora sono convinta che accadrebbe lo stesso pur se accettassi il mio destino. Eppure… queste voci mi fanno credere che il Paradiso delle Favole non sia più un luogo, bensì un sogno eterno.»
«Il cuore comprende il senso di una vita dall’amore che è in grado di provare e lasciar andare. È stato un saggio consigliere, alla fine?» le domanda sollevando un’ala per accoglierla sotto il caldo manto di piume.
«Il migliore che potessi avere!» conferma Acchia. zampettando al seguito dell’Arpia, dirette all’interno del Carapace. Una luce le avvolge. «Ho un’ultima domanda: perché hai lasciato che ti credessero l’origine della discordia nella vallata?»
«Il male è necessario tanto quanto il bene, e non posso negare di averne arrecato pur ritenendo una decisione giusta, in quel momento. Tutti commettiamo degli errori: è un percorso che deve far parte tanto della vita quanto della fantasia» risponde con un tono che non ha più niente di reale. «Finisce bene quel che lascia un ricordo, bello o brutto che sia: una traccia del proprio vissuto.»
«E sarà eterno?»
«Sì, Acchia: come le tue domande. Lo sarà finché vi sarà qualcuno a cui raccontarlo.»
Un ultimo lampo illumina il cielo, accecando la vista ma sollevando l’animo. Poi, tutto torna scorrere…
Nel Paradiso delle Favole c’è un antico Carapace, lassù, sulla cima del monte più basso. Tuttavia, nessuno dei buoni abitanti che vivono da quelle parti è mai stato d’accordo sulla sua reale forma, oppure su quale animale leggendario avesse ospitato. Miti di ogni sorta aleggiano ancor oggi sul vecchio e mutevole Carapace, il più celebre è quello del Genio.
*
Il Nonno mi guardò con occhi lucidi, sorridendo a fior di labbra. La pipa, spenta, riposava all’angolo della bocca come una nave volante ormeggiata al proprio porto. Il profumo di vaniglia riempiva la stanza in una densa coltre ferita dai fili dorati del sole che filtravano dalle imposte, animando pulviscoli e forme che mi ricordarono i personaggi di quelle fiabe. Vi sono fantasie che non fanno addormentare neanche quando si è stanchi, a differenza di certe verità del quotidiano. Per il nonno, quella non fu mai solo una storia: potevo leggerglielo negli occhi. L’inesistenza del termine fine alla conclusione di un atto ne era la prova.
«L’Arpia insegnerà anche a me gli incantesimi, Nonno?» gli chiesi tirandomi di nuovo a sedere sul letto. Le affinità con Acchia non si limitavano solo al mio stato di salute, ma anche alla mia situazione.
«No, piccolo mio. A meno che tu non finisca per desiderarlo con tutto il cuore» disse scompigliandomi i capelli per poi chinarsi a baciarmi sul capo: la schiena schioccò come il cambio di corsia sulle rotaie, mandando il treno a sedersi sul letto. Rise alla stregua di un bimbo caduto dopo un’acrobazia. «Arrivato in stazione!» esclamò.
«Si sono rotti i freni, Nonno?» lo stuzzicai, e sghignazzammo insieme.
«Oh! È così che si tratta una vecchia locomotiva? Immagino non dormirai, quindi monta su: hai un biglietto omaggio sino alla “Cucina, zona colazione”» disse imitando il capotreno, prendendomi a cavalluccio; prese a zampettare nella sua adorabile imitazione.
Si fermò davanti alle imposte e le aprì, facendo entrare la fresca brezza del mattino. I palazzi dormivano ancora lungo corso del fiume, invece l’alto castagno dall’altra parte della strada era già animato scosso dalle chiacchiere delle cornacchie.
Il Nonno prese l’antico cannocchiale, e m’indicò il basso monte: un carapace – sulla cui forma avremmo pareri assai contrastanti – stava al centro di un parco per bambini. Lo conoscevo bene, il Nonno l’aveva fatto costruire tanti anni prima, quando tutto era ancora campagna, quando il palazzo in cui vivevamo era ancora una casa famiglia. Di recente ho scoperto una targa all’ingresso: Paradiso delle Favole.
«Lei vive davvero lì, Nonno?» chiesi.
«No.» rispose portandosi la mia mano sul cuore.
Sorrise.
19/09/2022 at 08:37
Bravo. Ma bravo veramente. La conclusione (e mi riferisco agli ultimi due episodi pubblicati) è da applausi. Magistrale il modo in cui hai riannodato i fili. Ben delineati e caratterizzati i personaggi. Bello il modo che hai scelto per veicolare certi messaggi.
Le belle storie come le persone sono eterne e “lo saranno finché ci sarà qualcuno a raccontarle”. Ecco, appunto, tu continua a raccontarle queste storie, magari pure ai tuoi figli (se ne hai o quando ne avrai) o ai tuoi nipoti o a qualunque altro bambino, perché sono storie che meritano di essere tramandate. Il mio più sincero apprezzamento.
16/09/2022 at 08:28
Ciao, GG.
Avevo già cominciato a commentare, poi sono dovuta uscire da Safari e il commento si è perso. Ci riprovo: che sia un finale poetico e sognante e commovente, come già detto, non ci sono dubbi. C’è profondità e spunti di riflessione. Ho pensato che fosse un preludio per far capire al bimbo che il nonno stava per andarsene, ma non è stato così. Il carapace sulla cui forma AVREMMO pareri assai contrastanti. Forse sbaglio io, ma: o c’è una R di troppo oppure ci manca un AVUTO. ?
Comunque, rinnovo il complimento, di
Sicuro sai scrivere e sei anche migliorato nel tempo.
Bravo!
Alla prossima (storia)!
15/09/2022 at 17:16
Ciao, un finale poetico e commovente, non c’è che dire!! E hai ragione, o ce l’ha comunque il nonno, il mondo delle favole si può trovare ovunque, basta aguzzare la vista e lasciare la fantasia libera di galoppare!!!
Alla prossima storia.
14/09/2022 at 22:11
Complimenti! Sei riuscito a portare la fiaba al giusto compimento e con un finale degno di nota 😀
Non sono d’accordo che il male serva quanto il bene, altrimenti non lo chiameresti “male” 😉
Ciao 🙂
15/09/2022 at 14:20
Ciao Red!
Sono contento che alla fine la conclusione sia stata all’altezza delle aspettative.
Ti ringrazio per essere arrivato in qui, nonostante mi sia preso davvero troppo tempo per raggiungere il finale.
Per quanto riguarda la frase dell’Arpia, va sempre considerata come una sua interpretazione della vita, almeno per il ruolo che ricopre all’interno della vicenda; il discorso è accorciato, per motivi di caratteri, ma si voleva intendere un: non vi sarebbe percezione del bene, senza il male, e questo li rende entrambi indispensabili e importanti in egual maniera, almeno per quanto riguarda la visione della morte. 🙂
Alla prossima!
14/09/2022 at 21:41
Bellissima fiaba, dal tessuto complesso, pregna di messaggi, segnali, sogni evocati e realtà da sogno, personaggi dalla doppia, tripla natura.
Destreggiarsi in un ordito di tal fatta non deve essere stato agevole. Resta il profumo di vaniglia e tanta tenerezza, beati i nonni, e chi se li può godere.
Bravo G.G.Pintore, inutile dire, e torna presto!?
15/09/2022 at 14:15
Grazie delle belle parole, e per l’alta considerazione che hai della favola nel suo complesso.
Temo i tagli abbiano finito per privarla di alcune curiose sfumature, ma se il messaggio è arrivato lo stesso, sono contento.
La prossima storia potrebbe essere qualcosa di avventato o molto sciocco, devo ancora decidere da che parte della narrazione stare! 😀
Grazie del supporto!
14/09/2022 at 19:32
Ci tenevo a ringraziarvi tutti per le belle parole e per essere stati qui ad ascoltare questa fiaba, la prima della mia vita.
Grazie del supporto e della pazienza. 😉
Alla prossima!
06/09/2022 at 07:55
Ciao, GG.
Un altro capitolo sognante, non so se ho davvero capito chi è la ragazza (Acchia, prima di essere Cornacchia?), ma mi è piaciuto comunque.
Voto: Sì: il Paradiso non è più un luogo, è un sogno eterno. E ti segnalo un errorino qui: “la pelle raggrinzisce e cade CON foglie in autunno”
Al finale, allora, e buona giornata!
14/09/2022 at 19:46
Ciao Kez!
Grazie della segnalazione, uno dei tanti errorini presenti un po’ in tutto il capitolo. Ma quello mi era proprio sfuggito anche in fase di rilettura post scritto. Sapere troppo bene quello che andrai a leggere purtroppo è un vero e proprio problema. Colpa anche della fretta, ma che alla fine è servita a poco. Ci ho messo un’eternità per scrivere il capitolo finale.
Ti ringrazio sempre per la sincerità e per il supporto! 😉
All’ultimo episodio!
04/09/2022 at 11:59
Ciao, più si la visuale si fa ampia sul Paradiso delle Favole, più le cose si fanno più chiare!!! È come avere uno zoom e allontanarsi pian piano a cerchi concentrici dal punto focale. Bravo!!!
Ho votato per dare carta bianca all’Arpia, credo sia la cosa più naturale!!! Buona domenica e alla prossima.
14/09/2022 at 19:43
Ciao Isabella!
Sono contento il capitolo ti abbia coinvolto, oltre ad aver reso chiaro alcune delle dinamiche all’interno della storia. Con il capitolo di chiusura dovrebbe essere tutto chiaro, anche se è passato troppo tempo per alcuni lettori per rammentare tutto il necessario per collegare alcuni passaggi. Colpa mia!
Spero l’atto finale possa comunque risultare altrettanto gradevole.
Alla prossima!
04/09/2022 at 11:09
Bello, poetico, coinvolgente.
Il paradiso delle favole non è più un luogo, ma un sogno. Non dovrai andare lontano, né spostarti di poco. Basterà l’innocenza e la fantasia di un bimbo, la sua curiosità, per far nascere un nonno speciale, lui il paradiso lo porte dentro di sé e lo dona a chi può renderlo vivo e reale.
Aspetto l’ultimo capitolo, so che sarà bellissimo.
Bravo, bravo, bravo!
14/09/2022 at 19:41
Ciao Anna!
Grazie per aver trovato il tempo di passare nonostante il periodo!
Avrei potuto copiare le tue ultime parole per il finale, ma ho scelto di prendere una mia strada. Anche se in poco sei riuscita a descrivere la sensazione che dovrebbe trasmettere l’ultimo capitolo.
Le opzioni sono andate in pari, quindi ho dovuto lavorare un po’ alla fusione delle due possibilità, anche se avrei preferito vedere una delle risposte prevalere sulle altre. Ma è il vostro voto, quindi va rispettato! 🙂
Spero l’ultimo capitolo riesca ad essere all’altezza!
03/09/2022 at 20:55
Non siamo noi a decidere, Arpia. Dovresti saperlo. Perché mi sembra adatto ad un Paradiso delle Favole 🙂
Ciao! Anche questa volta hai sfiorato la poesia. Quando ti impegni, tiri fuori vere e proprie perle. È saltato qualche segno di punteggiatura, forse dovuto ai tagli, ma niente di illegibile 🙂
Vediamo cosa ci riserva il finale della fiaba 🙂
Ciao 🙂
PS: interessante il fatto che il carapace dove vive l’Arpia, sia il corpo della maga, mentre il suo spirito (o la sua Anima, se preferisci) sia diventato/a Acchia 🙂
14/09/2022 at 19:38
Ciao Red!
Eh, più di un errore, anche di battitura a questo giro. Colpa della fretta e del costante rimaneggiare. Anche il curare troppo può divenire un grosso problema, specie se fatto poco prima di pubblicare. Da quel punto di vista so di essere un vero e proprio disastro!
La fretta poi è servita poco, considerato il tempo occorso per pubblicare l’ultimo episodio…
Sono contento che ti sia piaciuto e che ti abbia trasmesso delle sensazioni positive.
Spero il finale riesca a chiudere bene il ciclo narrativo 🙂
Alla prossima!
03/09/2022 at 18:35
Ciao GGP, mi sa che Acchia ha imparato dai suoi errori che c’è sempre una volontà superiore di cui tener conto.
Sarà Arpia, sarà la volontà di un misterioso disegnatore di universo speciali… Meglio non essere presuntuosi.
Molto bello l’episodio e la spiegazione dell’inganno, sei stato poetico e convincente al tempo stesso. Chapeau!
Ti aspetto al finale, so che non mi deluderai!?
14/09/2022 at 19:35
Ehilà!
Ti ringrazio per le belle parole, e sono contento che il capitolo sia riuscito, malgrado qualche errore, a trasmetterti un certo tono. L’idea era quella, anche se i tagli temo abbia tolto un po’ di colore ad alcuni passaggi. Sappiamo tutti quale difficoltà e dolore possono risultare certi tagli!
Spero il finale possa essere di tuo gradimento.
Alla prossima!