Dove eravamo rimasti?
L’inganno dell’Arpia - Parte II
Acchia è stata il pomeriggio a studiare la zucca, cercando nella luce dei suoi occhi l’ombra del tranello. I giochi della conoscenza possono rivelarsi assai dolorosi: svelare i segreti è uno di quei bisogni che finisce per scombussolarti lo stomaco, e farti sentire peggio rispetto a quando all’oscuro di tutto. Bizzarro, non trovi?
Il Re delle Zucche sorride.
«Faresti di tutto per i tuoi poteri. Lo so, La Corn.» la sorprende con tono amichevole. «Non è sempre un male che certe cose prima o poi finiscano, giacché tutto ha una fine. La differenza la fanno il come e il perché.»
«Quello che troverei dall’altra parte» dice a fatica. «Dopo tutti questi anni, non sono sicura di volerlo vedere.»
«Ogni scelta sembra sbagliata, Acchia, per un indeciso. Non farlo, però, conduce irrimediabilmente a una scelte. Perlomeno…» allunga l’ultima vocale in modo giocoso.
«Perlomeno?» ripete preoccupata, intanto che l’amico sputacchia semi verso alcuni piccoli roditori arrivati all’imbrunire.
«Nessuno avrà da recriminarti le cause per quanto accaduto. Non è così, La Corn?»
Il Re delle Zucche – per paradosso – è come se custodisse la verità del tutto, benché sia una sua creazione! Acchia sgambetta impaziente sul braccio dello spaventapasseri. Avrebbe voglia di spiccare il volo e fuggire lontano dalla responsabilità, ma anche di stiracchiarsi, intrecciare le dita, starnutire o compiere lunghi balzi; eppure, la sensazione che prova durante il volo è meravigliosa. Ma quanto vorrebbe poter sfogliare un vecchio libro e scrivere incantesimi, da sola, nella sua torre. Perché lo faceva?, si chiede. Per la conoscenza, ricorda.
«Acchia?» la chiama, la zucca, tante volte che gli animali nel campo hanno quasi l’impressione che abbia imparato a gracchiare.
«Tu, amico mio, sai davvero come posso recuperare i poteri? Pensi che dovrei farlo?» si fa piccola piccola, accoccolandosi accanto alla zucca che, dopo un giorno intero sotto il sole, è calda e morbida.
«Il consiglio di un amico non dovrebbe mai importi una visione, bensì farti riflettere sul problema, Acchia. Per questo i veri amici sono rari. Talvolta, le nostre decisioni faranno del male a chi amiamo. Ma è la nostra vita: non possiamo sempre pensare solo agli altri.» Il Re delle Zucche vorrebbe tanto sapere cosa si prova ad abbracciare qualcuno; quel che gli riesce e giusto strofinarsi con dolcezza sulle piume della cornacchia. Ma anche così è un dolce stare insieme, al tramonto, frattanto che Luna fa capolino oltre il vigneto.
Stanno così, in silenzio, a guardare le stelle rincorrersi nel cielo, finché l’erba si è fatta fredda e anche le cicale sono andate a dormire. Una coppia di lucciole si è appisolata nelle cavità oculari del Re delle Zucche.
«Sono pronta: voglio sapere la verità.»
«Dovrai volare sino al monte più basso del Paradiso delle Favole, un luogo flagellato dalle piogge e ricercato da pochi. Laggiù, tutto ti sarà chiaro. L’inganno dell’Arpia, sai…» fa una pausa per cercare le parole giuste. «Non si è trattato proprio di un inganno. Qualcuno lo definirebbe un dono.»
«Un dono?» esclama fuori di sé.
«Sai già dove sei diretta, vero?» dice il Re delle Zucche con un sorriso gentile, porgendole uno dei suoi semi. Ti tornerà utile.»
La maga capisce che quello potrebbe essere un addio. È difficile separarsi – lo sai anche tu – e qualche volta si rimpiange di non aver avuto il tempo di salutarsi per bene; qualche altra, invece, le parole sono inutili, incapaci di esprimere sentimenti assai profondi. È in quei casi che il silenzio, l’immobilità e gli sguardi raccontano un’intera vita. È il momento più difficile – credimi.
A fatica, Acchia solleva un’ala, un ultimo cenno, prima di spiccare il volo. Tra gli artigli, stretto il seme del Re delle Zucche.
«Nell’agitazione c’è un Paradiso delle Favole. Sì!» mormora lo spaventapasseri.
*
È presto raggiunto il basso monte, noto a tutti gli abitanti della vallata. Sai, la pioggia è ostile ai volatili, altresì il freddo, ma Acchia è una che ha sempre avuto le piume coriacee. L’ultimo tratto lo fa saltellando. Davanti al Carapace, ai suoi occhi tutto trova un senso. Già dall’alto aveva avuto l’impressione di conoscere quella forma, anzi, di riconoscerla!
Davanti a quel tempio dei desideri non è sola. Quando vede la luce sprigionarsi all’interno della cavità, non può che ascoltare la conversazione che ne segue.
«Anche a donare una vita?» domanda rassegnato il Genio.
«Qualsiasi cosa.» dice il furetto.
«No!» esclama Acchia, sopraggiungendo. «Niente può valere tanto. Non devi fidarti!»
«Maga.» sospira il Genio.
«Arpia.»
«Arpia?!» ripetono Tyf e Lemmy, rizzando il pelo.
«Prendi questo seme. Ovunque lo pianterai, cresceranno frutti ricchi e saggi. Nessuno toccherà qualcosa che appartiene all’Arpia. Il tuo amico starà bene. I desideri non esistono: è ciò che siamo disposti a fare a esaudirli.» dice Acchia.
Tyf, emozionato, non può che accettare il generoso dono della cornacchia. L’alba sta giungendo, e la strada per tornare da Casto è ancora molto lunga.
«Sì! Tyf salverà il Casto!» esclamai. «In questa storia, sì.» rispose il nonno. «Cosa accadrà ad Acchia?» «Vuoi sapere questo… o altro?»
- Un'altra storia, Nonno! Ancora una, ti prego! Ne conosci una su... (Suggeritemi il soggetto nei commenti) (14%)
- Basta favole, sono stanco. Parlami di te, Nonno. (14%)
- Rimaniamo su Acchia: voglio sapere la verità sul conto dell'Arpia! (71%)

19/09/2022 at 08:37
Bravo. Ma bravo veramente. La conclusione (e mi riferisco agli ultimi due episodi pubblicati) è da applausi. Magistrale il modo in cui hai riannodato i fili. Ben delineati e caratterizzati i personaggi. Bello il modo che hai scelto per veicolare certi messaggi.
Le belle storie come le persone sono eterne e “lo saranno finché ci sarà qualcuno a raccontarle”. Ecco, appunto, tu continua a raccontarle queste storie, magari pure ai tuoi figli (se ne hai o quando ne avrai) o ai tuoi nipoti o a qualunque altro bambino, perché sono storie che meritano di essere tramandate. Il mio più sincero apprezzamento.
16/09/2022 at 08:28
Ciao, GG.
Avevo già cominciato a commentare, poi sono dovuta uscire da Safari e il commento si è perso. Ci riprovo: che sia un finale poetico e sognante e commovente, come già detto, non ci sono dubbi. C’è profondità e spunti di riflessione. Ho pensato che fosse un preludio per far capire al bimbo che il nonno stava per andarsene, ma non è stato così. Il carapace sulla cui forma AVREMMO pareri assai contrastanti. Forse sbaglio io, ma: o c’è una R di troppo oppure ci manca un AVUTO. ?
Comunque, rinnovo il complimento, di
Sicuro sai scrivere e sei anche migliorato nel tempo.
Bravo!
Alla prossima (storia)!
15/09/2022 at 17:16
Ciao, un finale poetico e commovente, non c’è che dire!! E hai ragione, o ce l’ha comunque il nonno, il mondo delle favole si può trovare ovunque, basta aguzzare la vista e lasciare la fantasia libera di galoppare!!!
Alla prossima storia.
14/09/2022 at 22:11
Complimenti! Sei riuscito a portare la fiaba al giusto compimento e con un finale degno di nota 😀
Non sono d’accordo che il male serva quanto il bene, altrimenti non lo chiameresti “male” 😉
Ciao 🙂
15/09/2022 at 14:20
Ciao Red!
Sono contento che alla fine la conclusione sia stata all’altezza delle aspettative.
Ti ringrazio per essere arrivato in qui, nonostante mi sia preso davvero troppo tempo per raggiungere il finale.
Per quanto riguarda la frase dell’Arpia, va sempre considerata come una sua interpretazione della vita, almeno per il ruolo che ricopre all’interno della vicenda; il discorso è accorciato, per motivi di caratteri, ma si voleva intendere un: non vi sarebbe percezione del bene, senza il male, e questo li rende entrambi indispensabili e importanti in egual maniera, almeno per quanto riguarda la visione della morte. 🙂
Alla prossima!
14/09/2022 at 21:41
Bellissima fiaba, dal tessuto complesso, pregna di messaggi, segnali, sogni evocati e realtà da sogno, personaggi dalla doppia, tripla natura.
Destreggiarsi in un ordito di tal fatta non deve essere stato agevole. Resta il profumo di vaniglia e tanta tenerezza, beati i nonni, e chi se li può godere.
Bravo G.G.Pintore, inutile dire, e torna presto!?
15/09/2022 at 14:15
Grazie delle belle parole, e per l’alta considerazione che hai della favola nel suo complesso.
Temo i tagli abbiano finito per privarla di alcune curiose sfumature, ma se il messaggio è arrivato lo stesso, sono contento.
La prossima storia potrebbe essere qualcosa di avventato o molto sciocco, devo ancora decidere da che parte della narrazione stare! 😀
Grazie del supporto!
14/09/2022 at 19:32
Ci tenevo a ringraziarvi tutti per le belle parole e per essere stati qui ad ascoltare questa fiaba, la prima della mia vita.
Grazie del supporto e della pazienza. 😉
Alla prossima!
06/09/2022 at 07:55
Ciao, GG.
Un altro capitolo sognante, non so se ho davvero capito chi è la ragazza (Acchia, prima di essere Cornacchia?), ma mi è piaciuto comunque.
Voto: Sì: il Paradiso non è più un luogo, è un sogno eterno. E ti segnalo un errorino qui: “la pelle raggrinzisce e cade CON foglie in autunno”
Al finale, allora, e buona giornata!
14/09/2022 at 19:46
Ciao Kez!
Grazie della segnalazione, uno dei tanti errorini presenti un po’ in tutto il capitolo. Ma quello mi era proprio sfuggito anche in fase di rilettura post scritto. Sapere troppo bene quello che andrai a leggere purtroppo è un vero e proprio problema. Colpa anche della fretta, ma che alla fine è servita a poco. Ci ho messo un’eternità per scrivere il capitolo finale.
Ti ringrazio sempre per la sincerità e per il supporto! 😉
All’ultimo episodio!
04/09/2022 at 11:59
Ciao, più si la visuale si fa ampia sul Paradiso delle Favole, più le cose si fanno più chiare!!! È come avere uno zoom e allontanarsi pian piano a cerchi concentrici dal punto focale. Bravo!!!
Ho votato per dare carta bianca all’Arpia, credo sia la cosa più naturale!!! Buona domenica e alla prossima.
14/09/2022 at 19:43
Ciao Isabella!
Sono contento il capitolo ti abbia coinvolto, oltre ad aver reso chiaro alcune delle dinamiche all’interno della storia. Con il capitolo di chiusura dovrebbe essere tutto chiaro, anche se è passato troppo tempo per alcuni lettori per rammentare tutto il necessario per collegare alcuni passaggi. Colpa mia!
Spero l’atto finale possa comunque risultare altrettanto gradevole.
Alla prossima!
04/09/2022 at 11:09
Bello, poetico, coinvolgente.
Il paradiso delle favole non è più un luogo, ma un sogno. Non dovrai andare lontano, né spostarti di poco. Basterà l’innocenza e la fantasia di un bimbo, la sua curiosità, per far nascere un nonno speciale, lui il paradiso lo porte dentro di sé e lo dona a chi può renderlo vivo e reale.
Aspetto l’ultimo capitolo, so che sarà bellissimo.
Bravo, bravo, bravo!
14/09/2022 at 19:41
Ciao Anna!
Grazie per aver trovato il tempo di passare nonostante il periodo!
Avrei potuto copiare le tue ultime parole per il finale, ma ho scelto di prendere una mia strada. Anche se in poco sei riuscita a descrivere la sensazione che dovrebbe trasmettere l’ultimo capitolo.
Le opzioni sono andate in pari, quindi ho dovuto lavorare un po’ alla fusione delle due possibilità, anche se avrei preferito vedere una delle risposte prevalere sulle altre. Ma è il vostro voto, quindi va rispettato! 🙂
Spero l’ultimo capitolo riesca ad essere all’altezza!
03/09/2022 at 20:55
Non siamo noi a decidere, Arpia. Dovresti saperlo. Perché mi sembra adatto ad un Paradiso delle Favole 🙂
Ciao! Anche questa volta hai sfiorato la poesia. Quando ti impegni, tiri fuori vere e proprie perle. È saltato qualche segno di punteggiatura, forse dovuto ai tagli, ma niente di illegibile 🙂
Vediamo cosa ci riserva il finale della fiaba 🙂
Ciao 🙂
PS: interessante il fatto che il carapace dove vive l’Arpia, sia il corpo della maga, mentre il suo spirito (o la sua Anima, se preferisci) sia diventato/a Acchia 🙂
14/09/2022 at 19:38
Ciao Red!
Eh, più di un errore, anche di battitura a questo giro. Colpa della fretta e del costante rimaneggiare. Anche il curare troppo può divenire un grosso problema, specie se fatto poco prima di pubblicare. Da quel punto di vista so di essere un vero e proprio disastro!
La fretta poi è servita poco, considerato il tempo occorso per pubblicare l’ultimo episodio…
Sono contento che ti sia piaciuto e che ti abbia trasmesso delle sensazioni positive.
Spero il finale riesca a chiudere bene il ciclo narrativo 🙂
Alla prossima!
03/09/2022 at 18:35
Ciao GGP, mi sa che Acchia ha imparato dai suoi errori che c’è sempre una volontà superiore di cui tener conto.
Sarà Arpia, sarà la volontà di un misterioso disegnatore di universo speciali… Meglio non essere presuntuosi.
Molto bello l’episodio e la spiegazione dell’inganno, sei stato poetico e convincente al tempo stesso. Chapeau!
Ti aspetto al finale, so che non mi deluderai!?
14/09/2022 at 19:35
Ehilà!
Ti ringrazio per le belle parole, e sono contento che il capitolo sia riuscito, malgrado qualche errore, a trasmetterti un certo tono. L’idea era quella, anche se i tagli temo abbia tolto un po’ di colore ad alcuni passaggi. Sappiamo tutti quale difficoltà e dolore possono risultare certi tagli!
Spero il finale possa essere di tuo gradimento.
Alla prossima!