Il tessitore di trame

Lo avete trovato?

Correre! Subito! Ora! Di più! Più veloce! 

Queste parole riecheggiavano nella mente di Salvador, mescolandosi con i battiti del cuore e l’adrenalina. 

Madido di sudore portò una manica cenciosa ad asciugare la fronte imperlata, respirò qualche boccata di ossigeno e riprese a correre. 

Le sterpaglie alte ed intricate producevano un sinistro fruscio al suo passaggio, schiacciandosi e mostrando inesorabilmente la via da lui percorsa. 

Camminò qualche altro metro arrancando nella boscaglia, punzecchiato dalle spine delle graminacee perenni: a poca distanza da lui le voci dei soldati del suo padrone gli fecero accapponare la pelle. 

Non poteva tornare al castello! Non ora! Non così! 

Forse era stato uno sciocco, il suo padrone non lo trattava male ma anzi aveva fatto in modo che Salvador avesse un trattamento di riguardo, per quanto possibile per un servo. 

Forse si, forse era davvero sciocco. 

Ad ogni modo, da quando il suo padrone lo aveva introdotto al ruolo di servo personale, qualcosa era cambiato. Qualcosa di sinistro era accaduto. 

Capitava fin troppo spesso che il suo padrone gli passasse una mano tra i riccioli scuri, o che gli posasse una mano tra le scapole. Fino ad arrivare a quella mattina, in cui il padrone di Salvador gli aveva ordinato di aspettarlo nella sua camera da letto. 

Salvador, in preda al panico, aveva fatto la prima cosa che gli era passata per la mente. Era fuggito. Di soppiatto, fingendo di uscire dalle mura come spesso faceva per eseguire gli incarichi che gli venivano affidati. 

Il suo padrone doveva essersene accorto poco dopo, e subito un paio di guardie erano riuscite ad intercettarlo mentre si allontanava su per il sentiero che conduceva alla boscaglia

E se avesse travisato tutto? Se il suo padrone volesse semplicemente impartirgli altri ordini? 

Salvador storse il naso al suo stesso pensiero, si certo…ordini particolari pensò. 

D’altro canto non aveva minimamente organizzato quella fuga, era stato preso dal panico ed era corso via senza nemmeno prendere qualche provvista. 

Accidenti 

-Eccolo là!- 

-Dai dai, non facciamocelo sfuggire!- 

Le guardie del suo padrone lo avevano di nuovo intercettato.

Salvador strinse i denti. E adesso? 

Preferire vagare per la boscaglia di notte, con tutti i predoni che risiedevano fuori le mura del castello e con il rischio di essere ucciso non lo allettava tanto quanto quella mattina.

Potrei tornare indietro spontaneamente, si disse, mentre le guardie divenivano due figure delineate al posto dei puntini che erano sembrate inizialmente. 

Potrei provare a implorare perdono

Attese fermo e a tratti tranquillo che le guardie lo raggiungessero, ansimando leggermente. 

-Sta fermo! Non ti muovere!- 

Lo raggiunsero, agguantandolo per la tunica logora 

-Il tuo padrone ci ha detto di non toccarti, deve tenere molto a te eh?- lo schermì una guardia mentre gli legava i polsi dietro la schiena. 

-Già, è risaputo che il nostro signore ha gusti…anomali, non vorrei trovarmi nei tuoi panni bel faccino – sghignazzò l’altro

Salvador strinse i pugni dalla rabbia, così tanto che le nocche divennero bianche. Odiava quel soprannome che gli era stato cucito da quando il padrone aveva iniziato a farlo dormire nella sua stessa stanza. 

In terra, ai piedi del letto, sopra un tappeto e coperto da una pelliccia. Ma pur sempre nella sua stanza. 

Le guardie lo trascinarono per il percorso a ritroso, punzecchiandolo per tutto il tragitto. 

-Sai, bel faccino, di solito Vidal non si risparmia in violenza quando c’è disobbedienza. Ma il tuo bel visino deve piacergli liscio e bianco- 

Entrambe le guardie sghignazzarono divertite. 

Avevano da poco solcato l’ingresso delle mura del castello, quando la figura di Vidal comparve dal percorso di ronda. Senza dire una parola si piazzò davanti alle guardie, con le braccia conserte. 

-Signore, lo abbiamo trovato- 

Salvador teneva lo sguardo basso, in segno di remissione. Dopotutto aveva disobbedito ed era scappato per una sensazione di disagio, non per qualcosa che lo potesse giustificare. 

Vidal squadrò le guardie, impettite sotto il suo sguardo -Vedo- asserì, passando dietro a Salvador

-Perché ha i polsi legati? Avevo detto di non torcergli un capello!- 

Salvador non credeva alle sue orecchie, Vidal sembrava furioso con le guardie anziché con lui

-Ecco…signore..noi….volevamo solo sincerarci di eseguire bene gli ordini- 

Vidal schioccò la lingua con disappunto, liberando i polsi del servo dalla corda di iuta.

-Va tutto bene Salvador?- gli chiese a poca distanza dal suo viso, tanto che l’alito di Vidal gli solleticò l’orecchio. 

Il servo annuì, e bofonchiò un sommesso “grazie” 

-Bene, ora vai nelle mie stanze. Aspettami lì- 

Il servo annuì di nuovo, e lentamente si incamminò alla destinazione indicata. 

Raggiunse le stanze di Vidal e si sedette sul tappeto di fronte all’enorme camino in pietra, rimurginando sulle scuse da porre al suo padrone. Dopotutto aveva avuto riguardo di lui anche dopo una fuga, o almeno così sembrava

Era ancora assorto nei suoi pensieri quando la porta

Vidal raggiunge Salvador e

  • Nessuna delle precedenti (50%)
    50
  • Ritiene necessario impartirgli una punizione (17%)
    17
  • Lo rassicura circa la sua situazione (33%)
    33
Loading ... Loading ...
Categorie

Lascia un commento

17 Commenti

  • Capitolo 4)

    Ciao Elena!

    Il capitolo mi pare che riesca nel suo intento, anche se i consigli di Fenderman – quelli riguardo la punteggiatura – sono ancora validi anche per questo capitolo. Con un pelo di revisione in più, ci siamo 😉
    Sonno contento che tu stia riuscendo a proseguire con la storia!

    Alla prossima!

  • Ciao, ho recuperato i primi capitoli della tua storia in questi giorni. Mi è piaciuta la tensione che hai creato tra i due personaggi: ora sono curioso di vedere come si risolverà. Ho votato per le lezioni per Salvador 🙂
    Ho trovato qualche refuso qua e là, che potresti risolvere con qualche rilettura in più.
    Buona scrittura.

  • Ciao Elena, mi conosci come Fenderman, sono sempre io…
    Stavolta ho colto una serie di piccole imprecisioni. Nessun errore ma particolari che un poco stridono e che potresti sicuramente migliorare con una revisione più approfondita. Ti faccio due o tre esempi:
    “brulicava di variopinte bancarelle” le bancarelle stanno ferme e brulicare indica un movimento.
    ”entrò cigolando nelle mura…” in questo caso puoi trovare una espressione più giusta “es: dalle mura, oppure varcando le mura…
    L’ultimo:
    “seppur intersecandosi alla perfezione” le persone non si intersecano, lo fanno le rette, i binari, le traiettorie, ma non le persone. Avresti potuto omettere l’espressione oppure per esempio dire semplicemente: ‘ senza scontrarsi’.
    Prendi i miei consigli e fanne ciò che vuoi, la storia è tua e io sono il tuo modesto lettore.
    Comunque la storia mi piace, è colorata, viva e piacevolissima. Ti seguo, ciao.??

  • Ciao Elena_96,
    per i consigli ci ha già pensato Fenderman, non voglio ripeterli.
    La storia continua ad essere interessante. Vidal è un personaggio affascinante, inprevedibile, facile innamorarsene, Ma, nel caso di Salvador, che ha altre tendenze, io proporrei un basso profilo, per ora. Poi chissà…
    Alla prossima e buona domenica.

  • Ciao Elena,
    beh, in fondo, poi lo ha perdonato.
    Sei su un giusto binario, viene voglia di partire con te.
    Unico consiglio è sempre la punteggiatura: non credere che eliminare i punti a fine periodo faccia risparmiare caratteri, meglio riformulare la frase e risparmiarne tanti; e poi è sbagliato, stai scrivendo e quello che scrivi rimane, e parla di te (come autrice, ovvio).
    Ci sono un paio di piccoli refusi e vai così!
    Ciao!??

  • Ciao a tutti! Vi chiedo scusa per i refusi presenti in alcune parole di questo testo, purtroppo la tastiera del PC ha subito dei danni ed i caratteri si mescolano in maniera inappropriata, scrivendo una parola diversa da quella pensata.
    Per esempio, nell’ultima frase di Vidal non è “antiche” ma “natiche”

  • Ciao benvenuta,
    Mi associo al commento di Anna Genna nell’apprezzamento per la storia.
    I consigli sono gli stessi, in particolare l’uso del trattino nei dialoghi.
    Lungo (—) per partire e chiudere il parlato; medio (–) negli incisi; e corto (-) solo nelle espressioni in cui due parole sono legate.
    Un’ultima cosa: che è successo all’ultima frase?
    Ciao, buona giornara!??

  • Ciao Elena_96,
    ho votato la terza opzione, mi incuriosisce di più. L’incipit è accattivante e in generale scorrevole, un po’ confuso in questo capoverso (Preferire vagare per la boscaglia di notte, con tutti i predoni che risiedevano fuori le mura del castello e con il rischio di essere ucciso non lo allettava tanto quanto quella mattina). La storia promette bene, perciò, ti seguo. Ti consiglio di rileggere bene prima di pubblicare, facendo attenzione soprattutto alla punteggiatura. Vai avanti, ti aspetto alla prossima.

    • Ciao Anna Genna, e grazie mille per aver letto questo primo capitolo.
      Si, hai ragione, quella frase non è spiegata bene per niente (eppure giuro che nella mia testa aveva senso)
      Ammetto che questo capitolo l’ho scritto ieri notte, direttamente dal telefono ed inviato subito (pessima idea quella di non rileggere o fare le cose con calma)
      Grazie ancora

  • Questo sito usa i cookies per migliorare l'esperienza utente. Cliccando su Accetto acconsenti all'utilizzo di cookie tecnici e obbligatori e all'invio di statistiche anonime sull'uso del sito maggiori informazioni

    Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

    Chiudi