Dove eravamo rimasti?
I soldi
«Che valore hanno i soldi per me? Beh, il loro. La mia famiglia è stata fondamentale in questo »
«Quindi, se perdessi il tuo patrimonio, non ti importerebbe?» Chiese Elena ironica.
«Perderlo significherebbe aver fallito, e questo mi deluderebbe, ma ho costruito la mia vita con il denaro, non su di esso»
«Per te sembra essere un elemento marginale. È sempre stato così?»
Daniele assaporò quelle parole con cautela, come un cibo sconosciuto.
Da bambino i soldi erano sempre stati un problema.
Suo padre aveva smesso di lavorare. Preferiva restare a casa a bere e urlare. Doveva assicurarsi di avere il totale controllo su sua madre.
Lei, però, a lavorare ci andava. Faceva le pulizie.
Daniele si chiedeva perché. A casa sua, puliva sua madre, non la mamma di qualcun altro.
«Chi ha i soldi può permettersi tutto, anche di non fare nulla» gli spiegò una sera sua madre lavando i piatti.
«tu vai a lavoro per i soldi giusto? »
«Certo»
«E allora perché non puoi non fare niente?» lei sorrise e si girò a guardarlo. Non capitava spesso che sua madre lo guardasse negli occhi.
«Per non fare niente ne servono tanti. Noi ne abbiamo pochi e quindi dobbiamo lavorare per farne di più.»
Daniele continuò a non capire e dondolando sulla sedia aprì la bocca pronto a chiedere ancora e ancora, fino a quando non l’avrebbe convinta a rimanere a casa con lui, invece di andare a lavorare.
«Tua madre va a lavoro perché deve fare la puttana in giro» disse suo padre con la voce impastata irrompendo in cucina.
Daniele non conosceva il significato di quella parola, ma sapeva che era brutta. Tutte le parole sembravano brutte quando a dirle era lui.
Si portava dietro una nuvola scura che faceva sparire il sole dalla cucina.
Quando lei non c’era suo padre impazziva.
«Non voglio più che fai tanti soldi ma’» le sussurrò.
Lei non rispose.
«Altrimenti poi devi restare tutto il giorno a casa con papà»
Dopo cena, quando suo padre finalmente moriva inghiottito dal vino e dalla poltrona, Daniele seguiva sua madre in cucina e si arrampicava sulla sedia. Poggiava la guancia al tavolo e la guardava lavare i piatti.
Parlava, tanto e sottovoce, per non svegliare il mostro, e piano piano, parola dopo parola, la voce di Daniele sembrava soffiare via tutte le nuvole che coprivano la sagoma della sua mamma.
Daniele guardò Elena che con la penna sul foglio attendeva una risposta.
«È così da sempre?» Ripetè.
«Credo di sì » rispose con in bocca l’amaro dei ricordi appena mangiati «un po’ come un lungo amore non ricambiato. I soldi hanno perso la testa per me, ma io non l’ho mai fatto per loro»
Quella sera Daniele si sdraiò sul divano con gli occhi rivolti alla tv ed i pensieri che guardavano altrove.
Pensò, che per lui i soldi fossero sempre rimasti un dettaglio, perché non sapeva cosa farsene.
Non amava mangiare in ristoranti lussuosi.
Si era accorto che lì le persone mangiano in silenzio, forse per godere meglio dei piaceri del cibo, forse per mancanza di argomenti.
Daniele preferiva andare alla pizzeria poco fuori dal centro con Veronica.
Lì il menù era comprensibile e soprattutto lei non doveva controllare la sua risata.
Amava l’arte, ma non comprarla.
Non gli piacevano i concerti, troppa gente.
Non sarebbe mai andato in crociera perché ne era terrorizzato.
Nessuno sport estremo, perché teneva alla sua vita.
Gli abiti sono solo abiti, i mobili solo mobili.
All’improvviso il silenzio si frantumò come un vaso di cristallo ed il vento soffiò i cocci sotto la sua finestra, così che lui potesse ascoltarli.
«Non sappiamo dove altro andare»
I frammenti di quella voce ne conservavano intatta la storia.
Daniele capì subito a quale porta fosse rivolta quella richiesta.
Poco lontano dal suo appartamento avevano fondato una Onlus, un rifugio sicuro.
Aveva creato fastidio, quasi sdegno, quella processione di anime perse. Alle persone piace aiutare gli altri, purché sia lontano dalle vetrine di Prada.
Una donna teneva il viso di un neonato stretto al collo.
Lui piangeva forte con i pugni stretti attorno ai suoi capelli scuri. Stava aggrappato a lei come spaventato dall’idea che qualcuno volesse strappargliela via.
Daniele fu fuori dalla porta prima di accorgersene.
A quell’ora l’unico posto aperto era il piccolo market all’angolo della strada.
Sotto lo sguardo incredulo del negoziante, riempì due carrelli.
Camminando in ciabatte, di notte, per la via più chic della città, spingendo a fatica due carrelli stracolmi di cibo e pannolini, Daniele sorrideva.
«Sei un uomo buono» gli disse Amina porgendogli suo figlio mentre i volontari sistemavano la spesa.
C’era una grande matassa di voci e di “grazie” , ma quando il piccolo Na’Him lo guardò ridendo, con la mano stretta attorno al suo dito, ogni suono si azzerò e Daniele sentì di non essere mai stato più ricco.
Si addormentò felice, quella sera, accarezzando con le dita il bracciale porta fortuna che Amina gli aveva legato al polso. Si addormentò pensando, per la prima volta, che tutti i suoi soldi avessero un senso.
Alla domanda "Credi nel destino?" Daniele risponderà
- entrambe (50%)
- dicendo la verità (33%)
- mentendo (17%)

09/01/2023 at 15:10
Capitolo 10)
Ciao Adelaide!
Siamo così arrivati al finale. Certe storie richiedono il loro tempo, forse per essere elaborate, forse per trovare il coraggio di scriverle, tolti i normali impicci della vita. Sono contento del fatto che tu sia riuscita a chiuderla, offrendo così una visione completa sulla vicenda e lo sviluppo del personaggio, nonché della trama. Abbiamo conosciuto Daniele per le sue bugie e riscoperto le verità dietro certi passaggi, sino a questo finale orientato in positivo. La storia trovo riesca a prendere il lettore, malgrado verso il centro ci sia quale calo di ritmo. Nel file, privato, con più spazio, questa cosa potrebbe non essere presente.
Il consiglio è sempre quello di sfruttare la piattaforma per iniziare un percorso definitivo dell’opera.
Ancora i miei complimenti per aver completato l’esperienza! 😀
Spero di leggerti ancora, in un nuove avventure.
Alla prossima!
08/01/2023 at 23:12
Ci hai messo un po’ per l’ultimo capitolo ma devo dire che mi hai colpito! Con un pugno!
Non mi aspettavo la morte di Veronica, non mi aspettavo il finale.
E devo dire che mi è piaciuto!
Complimenti!
Ci leggiamo alla prossima storia?
Ciao 🙂
07/12/2022 at 01:27
Quanto scrivi bene, complimenti!!
Frasi essenziali, quanto perle appena scartate dai residui grezzi che le ricoprivano.
Pensieri profondi, quanto veri, sui personaggi che sembra di…Condividere come propri amici da abbracciare, già dalle prime pagine.
Brava!
08/01/2023 at 21:13
Ciao Eclepton ?
Ti ringrazio di cuore per il tuo commento
?
16/11/2022 at 10:40
Ciao, Adelaide.
In questo periodo sono un po’ indietro con tutte le letture, spero mi perdonerete se, di tanto in tanto, ritardo nei commenti.
La storia ha avuto una sua evoluzione, Daniele, nonostante la sua tendenza a non dire mai tutta la verità, sta comunque scoprendo se stesso, forse ha anche bisogno di fare pace con i suoi sentimenti, con l’idea che si è fatto di sé. La biografia, come il diario, aiuta a guarire, chissà che non si assista a un colpo di scena nel finale. Io sarò qui a leggerlo, magari in ritardo, ma ci sarò 😉
ti segnalo un “averlo-odiarlo” nella frase: “Si accorse di averlo odiarlo per essere andato via ” refuso frutto di riscrittura, sicuramente 🙂
Alla prossima!
08/01/2023 at 21:12
Ciao Keziarica,
tu in ritardo con la lettura ed io terribilmente in ritardo con la scrittura ?
Gli ultimi capitoli mi mandano sempre un po’ in crisi.
Grazie mille, come sempre. ?
14/11/2022 at 22:56
Capitolo 9)
Ciao Adelaide!
In questo capitolo hai voluto mettere in mostra il confronto sottinteso in tutti i capitoli tra Elena e Daniele, e io ci ho visto anche qualche cosa tra loro, specie con quell’espressione che hai voluto utilizzare e l’impressione che Daniele sembra avere riguardo il lavoro che lei ha svolto per lui.
In questo caso direi che, proprio per struttura del personaggio, serve un equilibrio fra bugie e verità, quindi rimarrà della solita pasta: sceglierà forse a chi dire le verità e a chi le bugie, questo sì.
Come sottolinea Fenderman, questa è una di quelle storie da leggere insieme, per non perdersi i dettagli e rimanere ancorati al susseguirsi di verità e bugie raccontate dal personaggio. Trovo tuttavia che sei riuscita a dare un senso alla storia, qui su the incipit, ma immagino che sul file originale sia tutto più chiaro e con la dovuta lunghezza. Alcuni passaggi, come da qualche capitolo, lasciano ampia strada a parti che potrebbero essere descritte con più carica, impossibile da trasportare su The Incipit.
Non essere troppo dura con te stessa, il sito dovrebbe aiutarci a tagliarle il superfluo dall’interno delle storie, proprio per seguire quel canone di essenzialità che coccola il lettore e lo guida attraverso la nostra storia. Molte parti di colore, però, sono essenziali – almeno a mio giudizio – per trascinare il lettore in certe dinamiche e atmosfere.
Non ci resta che aspettare l’ultima parte del racconto 😉
Alla prossima!
08/01/2023 at 21:10
Ciao G.G.
Penso anch’io che Daniele non cambierà. Siamo tutti un po’ grigi in fondo , no?
Grazie , come sempre, per il commento prezioso.
A presto,
Adelaide?
14/11/2022 at 13:57
ciao Adelaide, ti confesso che questo ondeggiare tra verità e bugia mi confonde, sono più confuso io o il tuo protagonista? Non so cosa farà, e cosa chiederti, mi adeguo alla maggioranza, e spero che se la cavi e trovi serenità, anche per Veronica, (sempre l’amore ci sia davvero e non sia l’ennesima bugia…).
Immagino il lavoro che hai fatto per portare a compimento una lavoro così ostico, che le puntate hanno complicato ulteriormente e che forse si dovrebbe rileggere tutto d’un fiato.
Voterò entrambe e aspetto il finale. Ciaooo??
08/01/2023 at 21:07
Ciao Fenderman,
immagino che la lunga pausa non aiuterà a rendere la lettura meno ostica ?
Come sempre, grazie per il commento ?