L’alba di un nuovo giorno

Capitolo 8 (Redenzione, 4, L’Alba di un nuovo giorno)

Durante il mio viaggio vero ciò che mi aspetta al di là dell’orizzonte ho incontrato vari gruppi di sopravvissuti, mercanti e persino ex militari che provavano a contattare ciò che, a detta loro, poteva essere rimasto del governo…poveri illusi, non sanno neanche che la prima bomba cadde esattamente addosso alla base del governo, spazzandola via nel giro di qualche secondo.

Non posso biasimarli e nemmeno provare a convincerli che il mondo come lo conoscevano è andato in contro alla morte…e noi, come insetti, ci stiamo cibando dei resti di questo cadavere.

Ero sempre più determinato a raggiungere ciò che mi chiamava oltre il paesaggio, come Ulisse veniva attirato dalle sirene io ero attirato…da cosa? Una voce? Un sussurro? Oppure una speranza?

Dopo ore e ore di cammino senza riposo mi accorsi che il sole stava tramontando, e sapevo che non era un buon segno quindi mi misi a correre con le poche energie che mi rimanevano e mi buttai dentro il primo edificio che incontrai…appena in tempo.

Girano voci sul fatto che di notte si aggiri una creatura apparentemente inarrestabile, che come un’ombra compare e scompare, e non è cauto muoversi quando c’é QUELLA cosa, perché in pochi sono sopravvissuti per raccontare di stare alla larga dall’esterno di notte, quelli troppo incauti che hanno deciso senza il benché minimo criterio di uscire all’esterno di notte…sono morti. Tutti quanti. La chiamano NEMO, in quanto anagramma di nessuno o niente, direi che il nome è abbastanza azzeccato visto che nessuno riesce mai a vedere la creatura prima di morire dilaniati o in altri modi peggiori. 

Quando Nemo arriva, bisogna chiudere ogni cosa, spegnere i fuochi e nascondersi, e io per poco non rischiavo di morirci in qualche occasione…sembra come se volesse attaccare solo me di recente, come se stesse giocando al gatto e topo e devo ammetterlo, questa sensazione mi fa gelare il sangue oltre che le ossa.

Al mattino dopo continuai a camminare verso l’Orizzonte, ma mentre camminavo mi raffioravano alla mente i ricordi della mia vita passata, ovunque guardavo avevo u ricordo di quel posto, dalle scorribande con gli amici alla prima uscita con una ragazza, e con un sorriso forzato e con il cuore che mi ricordava la realtà continuai a camminare verso ciò che potrebbe salvarmi da questa penitenza infernale.

Forse è un sogno, o forse è la mia redenzione da ogni peccato che ho commesso prima della fine?

….

No, sono diventato più forte e più aperto di prima, ho aiutato prigionieri a uscire dai campi di predoni che mettevo a ferro e fuoco, ho salvato forse l’ universo intero dalla sua distruzione e ho stretto legami che mai in vita mia pensavo mi avrebbero reso cosi felice di poter dire che forse, dopotutto, morire adesso non è un lusso che mi posso concedere.

E col cuore più leggero e la mente più libera dalle domande e dai dubbi, arrivai al limite estremo del continente…e vidi il mare, completamente limpido seppur radioattivo, e iniziai a pensare mentre preparavo una barca per andare nella mia destinzaione finale.

…”Cosa c’é…oltre il mare?”

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