Via Botteghelle 2

Dove eravamo rimasti?

Personaggi vecchi e nuovi, chi svelerà verità celate? Agata (50%)

Agata

Percorsero la via in silenzio. Ognuno perso in ricordi lontani. Il braccio di Agata, intrecciato a quello di Tortorici, gli trasmetteva un ché di già visto, già immaginato, una sensazione di intimità segreta, di complicità. Nel caso della morte del notaio Nanai Turrisi Cavarretta, di cui Agata era governante tuttofare, lui, il commissario aveva volutamente ignorato la scomparsa del denaro che il notaio teneva nel suo studio, pur sapendo che Agata era colpevole. Non aveva ucciso lei il notaio, ma aveva colto al volo la possibilità di cambiar vita, una vita davvero al limite della miseria e della morale. Lei, giovane madre nubile, di una bambina speciale, osò pensare di diventare rispettata e rispettabile, perché il denaro questo fa!

Quando svoltarono l’angolo della via, s’erano appena accesi i lampioni: d’inverno fa buio presto; nella piazza, che aveva preso il posto dell’antico Monastero di Santa Chiara, distrutto dai bombardamenti, non c’era un’anima. Camminavano lentamente tenendo il passo, lui guardava le finestre dei palazzi, lei, a testa bassa, seguiva il ritmo uguale dei loro piedi.

“ E Angelina, come sta?” chiese Tortorici, rompendo il silenzio.

“ La vedessi! Una signorina! Vuole fare la cantante, va a lezioni dalla signora Alliata, la moglie del dottore Alliata. Domenica, la signora ha organizzato uno spettacolo e Angelina avrà una parte. Canta bene, sai. Perché non vieni a sentirla?”

“ Sì, va be’, magari, manco si ricorda di me”, considerò Tortorici.

“ Si ricorda, certo che si ricorda!” e sorrise maliziosa: “ Dice che le scarpette rosse, che le hai messo ai piedi, quel giorno, in collegio, ci hanno portato fortuna. Lo sai, che le conserva ancora?”

***

Fu così che si ritrovarono seduti accanto nel piccolo teatro della parrocchia, tra gli altri spettatori, per lo più, parenti e amici dei giovani artisti. Agata aveva negli occhi un luccichio d’orgoglio e spesso si chinava, avvicinando la testa al viso del commissario, per commentare a bassa voce lo spettacolo. Faceva freddo nel vasto salone e piccoli sbuffi di vapore giungevano dalle labbra di Agata al collo di  Tortorici, fiato tiepido, che lo sfiorava, allora si voltava per incontrare il sorriso allegro della donna: “ Ti Piace?” gli chiedeva.

“ Cosa?”, come si svegliasse, confuso.

“ Ma lo spettacolo, Andrea! Ti piace?”

“ Ah, certo, lo spettacolo, sì, sì”, asserì convinto

Riprese a seguire lo spettacolo con discontinuo impegno, il pensiero altrove.

“ Senti che mani fredde che ho” disse Agata e le posò su quelle del commissario.

Lui non disse niente e le avvolse tra le sue, per scaldarle.

Quando la voce di Angelina si spense sulle ultime note della Barcarola di Hoffman, una signora, con uno notevole chignon biondo e un corto abito luccicante, uscì dalle quinte, saltellando in punta di piedi, per ricevere un applauso scrosciante. Il pubblico, in piedi, salutò la maestra di canto e Agata la indicò al commissario come la signora Alliata, consorte del dottore Alliata, primario dell’ospedale della città.

Teresa Alliata, era stata un discreto soprano e, in mancanza di un successo artistico sul palcoscenico, si era dedicata alle lezioni di canto.  Aveva cinquat’anni e li mostrava tutti. A guardarla ricordava un’oca: chiarissima di carnagione, una figura tozza, che evidenziava il contrasto tra il lungo collo e le gambe corte. La bocca, poi, per vezzo o per consuetudine, era perennemente atteggiata a una O, sporgente, simile al becco di un uccello.

La maestra si avvicinò ad Agata “ Ha visto com’è brava, sua figlia?” disse rivolta a Tortorici.

“ No, non è il padre di Angelina – si affrettò a dire Agata-, il signore è il commissario Tortorici, un vecchio amico, mio e di mia figlia”.

Un baleno lampeggiò negli occhi di Teresa Alliata, sparì la O dalle sue labbra, che presero la forma di una A pendula sul mento sfuggente e non disse nemmeno: “ Piacere!” La mano, che aveva tesa per stringere quella di Tortorici, cadde inerte e la donna si allontanò in fretta.

“ Che le ha preso?” domandò il commissario.

Fu Angelina a rispondere: “ Ha paura di te. Io leggo la sua anima, ascolto i suoi pensieri. Suo marito ama un’altra e lei lo sa. Sabrina, si chiama”.

Aveva dimenticato Tortorici quali straordinari poteri avesse Angelina e rimase a fissarla sbigottito.

Il dottore Alliata era, dunque, il misterioso fidanzato di Sabrina, alias Francesco Scimé.

“ Ma come sapeva la signora, il nome dell’amante di suo marito?” si chiese il commissario ad alta voce.

“ Glielo ha detto, a za Sarina, mentre le leggeva il destino”, rivelò Angelina.

Agata rimase silenziosa, turbata, non le piaceva che Angelina mostrasse le sue strane capacità, ne aveva sempre avuto paura. Quando i due tacquero, scosse la testa dicendo: “ Che fantasia!”

Quella notte il commissario Andrea Tortorici non dormì. Voci e volti si manifestavano dietro le palpebre chiuse a disturbare la sua quiete e, su tutti, il viso di Francesco, marmoreo e supplicante, a chiedere giustizia.  

Ogni storia è diversa se raccontata da persone diverse. Verità e bugie si mescolano. Quale storia vuoi?

  • parla la signora Alliata (43%)
    43
  • parla Sarina (29%)
    29
  • parla il dottore (29%)
    29
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142 Commenti

  • Capitolo 10)

    Ciao Anna!

    Concordo con la tua visione. Di certo il racconto avrebbe giovato di qualche carattere in più, ma puoi sempre recuperare nel file privato. 🙂
    La costruzione della storia, qui, perde un po’ di potenza, ma l’idea e i temi trattati sono genuini e interessanti, oltre a fornire un particolare punto di vista. Credo che nel finale tu sia riuscita comunque a trasmettere una certa sensazione di “abbandono” e “rassegnazione” nel nostro Tortorici. Funziona.

    Aspetto di leggerti in una prossima storia! 🙂

  • Ciao, in fin dei conti non è successo nulla di strano, una storia di tradimento che si ripete fin dall’alba della vita!!! Il lato più controverso consiste sempre nella reazione, a volte sanguinosa e definitiva!!!
    Ah, non preoccuparti, è una cosa che succede a tutti, anche ai più famosi e osannati scrittori!!!
    Ho votato per Angelina!!! Alla prossima.

  • Capitolo 9)

    Ciao Anna!

    Sappiamo bene che può succedere! Trovo che non sia per forza un male, fare una pausa. Spesso stiamo cercando solo lo stimolo giusto per comprendere noi stessi il senso ultimo della storia che proviamo a raccontare. Bentornata!
    Voto per Angelina!
    🙂
    Aspetto il capitolo conclusivo! 😉

  • Scusate il ritardo ma rieccomi ancora qui a scrivere e leggere tutte le vostre storie. Mi è capitato improvvisamente di non ritrovare il filo della mia storia: il vuoto assoluto. Forse la storia non mi piaceva più, aveva preso un percorso difficile e ho dovuto pensarla di nuovo e trovare un finale accettabile Era giusto completarla e spero di riuscire a farlo bene. A voi il giudizio.

  • Ciao, Anna e bentornata.
    Devo dirti che mi sono bastate poche righe per riprendere in mano il racconto, non ricordo tutto esattamente, il tempo è comunque passato, ma i fatti salienti sono lì, belli freschi come appena scritti. Merito evidente della tua capacità di raccontarli?
    Spero tu stia bene e spero anche di leggere presto il finale che immagino avere come protagonista la Za Sarina, che, magari, se le opzioni mi seguono, racconterà la verità sull’accaduto… ma cosa è accaduto? Beh, vedi, non ricordo proprio tutto. ?

    Alla prossima!

  • Angelina! Voglio rivedere Angelina!

    Et voilà! L’omicidio è servito su un piatto d’argento e coperchio d’oro, in tutti i sensi.
    Mentre mi aspettavo che za Sarina c’entrasse qualcosa, mi ha colto alla sprovvista che foste tanto invischiata nel gioco, da essere il motore trainante e non una che era “saltata sul carro del vincitore” per goderne i frutti.
    Complimenti!

    Ciao 🙂

    • Buongiorno Nina.
      Mi fanno davvero piacere i tuoi apprezzamenti sui personaggi della mia storia. Sai, è una vita che osserva la gente e di ognuno mi resta un’immagine particolare.
      La trama nasce di giorno in giorno, mentre passeggio o fantastico nel far niente di una pensionata.
      Ormai devo decidere chi è l’assassino e ancora sono indecisa.
      A presto Nina, ciao ciao.

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