Ghostwriting e altri brutti vizi

Quattrocento euro?

A soli ventisette anni vanto la pubblicazione di quattro libri di successo mondiale, cinque romanzi di culto in due stati differenti e una trentina di articoli “Top Influencer” sparsi sul web. Vivo in giro per l’Europa, senza fissa dimora e senza fissa identità, spostandomi in base alle esigenze narrative dell’opera successiva. Non posso certo scrivere una storia di alta borghesia francese in uno sgabuzzino a Siviglia. Per quanto riguarda la faccenda dell’identità, invece, non c’è nessuna motivazione logica che mi spinga a cambiarla, se non un forte senso di noia perenne che mi porto dietro da quando ero ragazzino. A Nizza sono stato Leonardo, un commerciante di lozioni dopobarba alla ricerca di nuovi profumi per la propria azienda; a Berlino ero Dave, uno studente della Ludwig che aveva deciso di affrontare un viaggio spirituale da Monaco fino alla capitale; mentre a Eindhoven mi limitai ad essere un tossicodipendente senza un tetto sulla testa che elemosinava monetine dai passanti per un po’ di marijuana e due lattine di birra. Probabilmente la mia interpretazione migliore. Già, perché se le mie opere sono riconosciute a livello mondiale, lo stesso non si può dire di me. L’anonimato fu la prima, se non l’unica regola che mi spinse a diventare un ghostwriter. Devo essere sincero, a parte le mie prime due pubblicazioni, si tiran su un bel po’ di soldi a scrivere per degli incompetenti bramosi di fama letteraria. All’inizio ero giovane ed inesperto, avevo a malapena ventun anni quando accettai il primo incarico, così stetti alle condizioni che questo nuovo mondo mi aveva imposto senza dire una parola (che, ci terrei a sottolineare, non è da me). Scrivevo racconti a capitoli su cashnwords.com, un sito per giovani ghostwriter, una sorta di mercatino in cui mettersi alla mercé di editor e aspiranti “scrittori per finta”. Non la vetrina più adatta per intraprendere questa strada, ma sicuramente la più accessibile viste le mie possibilità economiche. I miei racconti erano tra i più visualizzati sul forum, riuscendo a spodestare persino utenti del calibro di “Heming-WAY BETTER”, un veterano, nonché amministratore del sito, che basava la sua autorità sul fatto che uno dei suoi scritti avesse venduto più di tremila copie in Inghilterra. Sai che roba. Ad ogni modo, fortuna volle che dopo qualche settimana una casa editrice italiana mi notò e mi chiese di scrivere un romanzuccio rosa per conto di un loro cliente: la storia di un amore complicato fra due adolescenti che frequentano lo stesso liceo. Se mi avessero dato cinque minuti per elaborare la trama più banale che la mia mente potesse concepire, ne sarebbe uscito comunque qualcosa di cento volte, ma che dico cento, mille volte più originale di quello schifo. Ero lì per lì dal rinunciare, ma poi decisi che da qualche parte dovevo pur incominciare, e un manoscritto che mi avrebbe rubato a malapena due settimane, nella peggiore delle ipotesi, poteva essere un’ottima piattaforma di lancio. Mio malgrado scoprii che dopo aver accettato un incarico toccava incontrarsi fisicamente con i propri clienti e le brutte notizie, quelle brutte davvero, dovevano ancora arrivare. In primis, quei pezzenti della casa editrice mi avrebbero pagato quattrocento euro per consegnare loro la mia creatura. Praticamente ero stato incaricato di creare un Dalì partendo dallo scarabocchio deforme di un bimbo di terza elementare per quattrocento schifosissimi euro. In secundis, quel primate del loro cliente aveva impiegato cinque, e sottolineo cinque, lunghissimi mesi di notti insonni per concepire quella merda. Ancora oggi non saprei dire con certezza quale delle due notizie richiese più tempo ad essere metabolizzata.
Abitavo a Bologna in quel periodo, e lì rimasi. La casa editrice mi tempestava di mail, chiedevano come mai non rispondessi, parlavano di fissare l’incontro, minacciavano che non sarei mai stato contattato da nessun altro perché, a detta loro: “nessuno nel mondo dell’editoria vuole lavorare con scrittori più negligenti che talentuosi”. Io, da assiduo frequentatore di biblioteche, avrei avuto da ridire su quest’ultimo punto, ma lasciai correre. Due settimane dopo consegnai loro il mio primo best-seller, e probabilmente anche il loro. Il pubblico fu soddisfatto, il cliente fu soddisfatto, l’editore fu soddisfatto al punto da sorvolare sulla mia scomparsa durante le settimane precedenti. Io invece no, io non ero per nulla soddisfatto. Non mi importava vedere la faccia di un inetto associata alla mia creatura sui manifesti della città, né sentire le ragazzine elogiarlo come “il nuovo poeta del ventunesimo secolo” durante i miei spostamenti in metropolitana. Mi dava fastidio guardare quella ricevuta da quattrocento euro sul mio estratto conto. Quella mi dava i brividi.

Il nostro protagonista si ritrova a fare i conti con la realtà del mondo editoriale, molto diversa da ciò che si aspettava. Come reagisce?

  • Cerca una via d'uscita più consona alle sue esigenze chiedendo aiuto a nuovi personaggi (75%)
    75
  • Rinuncia al ghostwriting, i risultati non ripagano lo sforzo (0%)
    0
  • Si da una seconda chance, ma questa volta sarà lui a dettare le regole (25%)
    25
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22 Commenti

  • Ciao Mattia Paolino. Questo episodio ha un’intensa carica emotiva e una suspense ben costruita. La dinamica tra i personaggi è interessante, e la rivelazione sui risultati del test aggiunge un elemento di suspense. Sono curioso di scoprire come proseguirà la storia, quindi mi piacerebbe leggere cosa succederà dopo. Mi piacerebbe leggere che il sangue sui vestiti della donna appartiene a Sky. Questa rivelazione potrebbe aggiungere un elemento di suspense e complessità alla trama, mi chiederei cosa sia successo e come sia coinvolta Sky in questa situazione.

  • Ciao Mattia 🙂
    Avevo seguito i primi capitoli durante le vacanze natalizie, mi fa piacere che la storia sia stata ripresa.
    Ho votato per l’ingresso degli agenti coi risultati del DNA: in parte mi aspetto che possano chiarire la posizione di Met e forse anche spiegare la presenza di Sky, senza che i due parlino di se stessi – abbiamo appreso molto sulla ragazza, lascerei che il mistero si sveli da sè.
    Alla prossima!

  • Troppo egoriferito. Il classico esempio di scrittura in cui l’autore si erge al di sopra delle parti.
    Ci possono essere cattivi scrittori e cattivi lettori, ma dovendosi, per forza di cose, riferirsi a tutti, bisogna , comunque, mantenere un minimo di rispetto verso chiunque

    • Ciao cicciopolito, ti ringrazio per il tempo dedicato sia alla lettura del testo sia al lasciare un parere. Non ti nego che non ho ben capito il tuo commento, ma mi scuso se ti sei sentito offeso da qualcosa, non era mia intenzione. Il racconto non è un’autobiografia, ne riflette il mio pensiero personale, non ho fatto nessuna descrizione del personaggio quindi cerco di descrivere il protagonista attraverso i suoi pensieri, che sottolineo nuovamente, non sono i miei. Che non piaccia il modo in cui scrivo è normale e non mi interessa neanche più di tanto, però mi dispiace che qualcuno arrivi a sentirsi offeso

  • Congratulazioni!
    La tua storia è stata scelta per il primo piano di THe_iNCIPIT ed ha guadagnato una nuova copertina, creata in collaborazione con le intelligenze artificiali
    Questo significa più visibilità, più lettori e più spunti per rendere la scrittura e il gioco ancora più divertenti.
    Condividi il tuo racconto; hai un motivo in più per esserne fiero.

  • Capitolo 3)

    Ciao Mattia!

    Capitolo spassoso, nonostante l’argomento trattato. Lo stile, credo di averlo già detto, mi piace, e non sento di avere alcun tipo di consiglio da darti in merito alla storia e alla stesura stessa del capitolo. Non posso che rimanere in attesa, e scoprire così in che modo hai intenzione di far proseguire la storia. Sei ben riuscito a trasmettere l’idea dei due poliziotti, nonché a far evincere la loro caratterizzazione. Ben fatto 😉

    Aspetto il prossimo!

  • Capitolo 2)

    In risposta al primo commento, la G sta ovviamente per Ghost. L’altra? Non so se hai il maggiordomo giusto per accogliere questa informazione, Bruce.
    Idiozie a parte, ho trovato questo capitolo super scorrevole. Sei riuscito a divertimi e tenermi sull’attenti. Alla fine potrebbe rivelarsi semplicemente la trama di un altro libro, forse proprio quello che il nostro protagonista avrebbe tanto voglia di scrivere, oppure ci sorprenderai con qualche simpatico colpo di scena.
    Per ora voto per il crimine, e aspetto senza dubbio il prossimo, anche se fosse tra un po’ di tempo: hai qualcosa da raccontare, ed è sempre bello star ad ascoltare autori con la voglia di farlo! 😉
    Continua così!
    Alla prossima 😉

    • Il mio maggiordomo è in galera al momento, così impara a sparare agli ospiti nelle cene di natale…
      Felice che il racconto ti stia piacendo, tra università e lavoro il tempo per scrivere è davvero poco, ma qualche vacanza in più mi lascia ottimista sul fatto di pubblicare il prossimo episodio entro lunedì, chissà dove ci porterà questa storia, inizio a diventare curioso tanto quanto te!

      Grazie per i tuoi commenti, sono preziosi per me.

  • Ciao, benvenuto, ho letto i consigli che ti sono arrivati e li condivido.
    Detto questo dirò anche che a raccontare di guai argomenti se ne trovano, quindi avrai modo di divertirti.
    Lo stile è piacevole e i presupposti per un ottimo lavoro ci sono tutti. Auguri dunque!? ciao

  • Ciao e ben arrivato su The Incipit. Non ti nego di essere approdata nel tuo racconto perché ho letto la parola “ghoswriting” e volevo saperne di più. Il racconto è interessante anche perché è scritto in prima persona, quindi conosciamo i pensieri del protagonista e questo ce lo rende più simpatico. Cosa deciderà di fare? Ho scelto una via di uscita e magari nuovi personaggi per movimentare la storia. Bravo.

  • Capitolo 1)

    Ciao Mattia!
    Mi pare di leggerti per la prima volta, quindi voglio darti il benvenuto sulla piattaforma. Mi spiace che, nonostante il capitolo sia qui da un po’, io sia il primo a leggerlo.
    Voglio consigliarti di provare a leggiucchiare le storie degli altri autori, così da ottenere una lettura di ricambio, e quindi cominciare a creare qualche legame con gli autori che trovi più interessanti, oppure ai quali ritieni di poter dare qualche consiglio, e sono proprio convinto che tu possa.
    Prima di tutto, trovo che forse l’impaginazione dovuta al sito non abbia aiutato il capitolo agli inizi, dando all’occhio l’impressione di un unico blocco. Per i prossimi capitoli, proverei a mettere qualche spazio in più, specie quando c’è un leggero cambio all’interno del narrato.
    Il tuo stile è scorrevole e divertente, e trovo che l’argomento in questione possa divertire soprattutto altri scrittori. Mi piace 😉
    Io ti seguo, voglio proprio vedere dove ci porterà questo racconto.
    Alla prossima!

    E non scoraggiarti se qualche lettore fatica ad arrivare. Hai uno stile che richiede più impegno del solito, ma con un pizzico d’interazione vedrai che i lettori arriveranno 😉

    • Non so bene per cosa stia “G” e non proverò a indovinare onde evitare figuracce, indi per cui: grazie mille del benvenuto e delle belle parole G!
      In effetti non avendo ricevuto molte interazioni inizialmente avevo abbandonato la piattaforma, preso anche dai mille impegni della vita vera che in questo periodo mi lascia davvero poco tempo per la scrittura.
      Però ei! Ho il mio primo follower ora, non posso tirarmi indietro!

      Grazie della spinta G, mi ci voleva proprio.

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