I Ricordi dell’Acqua

1.

Occhio di Tigre premuto in fronte. Gli alti scalini di pietra sdrucciolata anticipavano la porta d’ingresso completamente scardinata, incastonata nel muro sventrato e crepato dall’usura del tempo. Il cantuccio che sarebbe diventato il mio rifugio per i prossimi….mesi? mi accoglie nel suo anfratto ricoperto di erbetta fresca, che nessuno aveva ancora insozzato. La ringhiera verde anguria consunta dalla ruggine, instabile e massiccia, mi teneva in buona parte al riparo da occhi indiscreti. Accovacciata sulla scala esterna guardo con fare assente i fogli scarabocchiati sulle ginocchia. Pensai al prossimo viaggio; a quando avrei dovuto chiedere i soldi a Gufo e ci avrei litigato estenuamente per ottenere al massimo una secca smorfia di disapprovazione. Dio santo, non avevo nemmeno i soldi per l’autobus. E mentre la rabbia cresceva, riflettei che forse avrei fatto bene a vivere dissolutamente finchè potevo, invece di fare la goodie two-shoes del cavolo. Chiusi gli occhi per lasciarmi permeare dalla calura primaverile. ‘Merda, quanto ci mette ad arrivare’. Aprii spasmodicamente la app delle lettere e ancora nessun segnale da Roberta. Stizzita dagli ultimi eventi, mi avviai, zaino di pelle cadente in spalla.

‘Apri’.

‘Ma non dovevi studiare da zia?’

‘Poi ti dico’ risi nervosamente. Mi pentii all’istante.

Non feci in tempo a raggiungere il primo piano, per ritrovarmi alle spalle Megera. Occhi sgranati affondati nello smokey mal struccato, pelle giallognola, labbra palesemente ritoccate. Senza rossetto bordeaux stavolta. Lo sguardo mi scende involontariamente al ventre sproporzionatamente gonfio rispetto al resto del corpo rinsecchito.

‘Allora?’

‘Ha detto che sono una spiona, e che comunque non mi si fa nessuno perchè puzzo da cani’

Non sembrava particolarmente dispiaciuta. Chiaramente.

Seguì una telefonata molto lunga alla Nonna. Ovviamente nessuno chiamò la Zia; ci si limitò a dire che aveva i suoi problemi, era una persona cattiva e che comunque puzzavo davvero. 

Dopo una piadina tremendamente mediocre, mi infilai nel letto di corsa. Cuffie nelle orecchie, sperando di cancellare le parole che avevo malauguratamente assorbito nel mio subconscio. ‘Reiki per dormire’. Dodici gocce. Era la stagione degli esami, non sarebbe passata meno di mezz’ora prima che fossi caduta fra le braccia di Morfeo. Dopo nemmeno venti minuti, un gruppo di Iene attraversa il retro della residenza; prima gli scalini, poi la discesa di fianco al garage, emettendo versi che mi sforzavo di associare a una qualche creatura esistente. Li ascolto per pochi secondi prima che i suoni si dileguino in un batter d’occhio. Come se il buio della strada, le casupole stinte e morenti li avessero inghiottiti. ‘Non si sono fermati nella piazzola’ pensai sollevata, guardando verso lo spazio angusto che accoglieva un altro garage e una tavernetta. Nel frattempo mi ero alzata ed ero diretta verso il balcone del salone, strabuzzando gli occhi attraverso le fessure delle inferriate che Megera aveva fatto installare appositamente affinchè persone come le Iene non ci provassero neanche a entrare. Davanti a me, i bianchi muri sporchi di polvere e vernice spray, contrastavano, a pochissima distanza, l’imponente arco di volta che segnava l’entrata della Città Vecchia.  Tornai a letto, ma solo dopo aver sistemato sotto il cuscino l’ametista che avevo dimenticato sul tavolo da campeggio che mi avevano rifilato come scrivania. Margherite finte. Una scaglia di giada grande quanto il mio palmo. Dei profumi scaduti. Mi ricordai che avrei fatto meglio ad accendere l’incenso più spesso: era almeno un anno che l’aria era cosi rarefatta da essere perseguitata dagli incubi. Mi scolai altre dieci gocce e chiusi gli occhi. ‘Non sono il corpo, non sono la mente. Non sono il corpo, non sono la mente. Non sono il corpo, non sono la mente. Non sono il corpo, non sono la mente.’

Ormai ero abituata alle fauci secche e al velenoso sapore di aerosol che mi attendevano al risveglio. D’altronde le gocce erano necessarie, a meno che non volessi rimanere sveglia fino alle allucinazioni e a considerare il suicidio. Come un anno fa. Per Gufo ero un caso umano. ‘Nessuno impazzisce per una pastiglia’, disse senza guardarmi. Il maglione si sformava sulle ossa sottili e sporgenti. Nel frattempo il mio esofago era cosi contratto da permettermi a stento di mandar giù due bocconi di cibo solido al giorno; per il resto bevevo solo latte. Di nascosto, se non volevo farmi fracassare i timpani da Megera. Odiava il cibo. A stento sopportava frutta e verdura; quando ancora mangiavo in residenza faceva di tutto per non guardare me o il piatto, mentre la tv accesa su qualche porcheria che usava per distrarsi dalla Prigione mi rintontiva, facendomi perdere l’appetito. Era per questo che ora vado dai Nonni a pranzo. 

Trovai Gufo in cucina. Dalle labbra serrate e le sopracciglia basse intuii che non mi avrebbe dato corda. Ancora mezzo svestito, era già sul telefono. Buttai sù le solite cose e mi fiondai al Rifugio.

Che cosa accade?

  • Chi sarà mai Roberta (100%)
    100
  • A pranzo dai Nonni (0%)
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  • Cosa succederà al rifugio (0%)
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13 Commenti

  • Quando ho letto il titolo del racconto, non ho potuto non leggerlo, perché lo sciamanesimo mi affascina da sempre (erano per lo più guaritori). Sono arrivata a storia già iniziata, quindi non mi sbilancio però ho scelto il nemico che non dorme, che, per il momento è la scelta che va per la maggiore. A presto.

  • Ciao, difficile commentare quando qualcosa ti sfugge, non so cosa sia ma la lettura non è agevole, c’è sempre qualcosa su cui si va a inciampare, forse devo abituarmi al tuo stile molto fantasioso…
    Voto, a caso, rotture. Ciao alla prossima!?

  • Capitolo 3)

    Ciao Lulla!

    Ho trovato il capitolo particolarmente rilassante. Ben fatto! 🙂
    Per rispondere alla tua domanda sulla copertina: non può essere cambiata, solo gli amministratori del sito possono farlo, e ho notato che ultimamente lo stanno facendo un po’ per tutti gli utenti attivi. Quindi ritengo che tra qualche giorno ti possa riuscire di scoprire una copertina assegnata da loro.
    Per quanto riguarda i titoli, invece, potresti contattare il sito e chiedergli di cambiarli. Penso possano fare tutto in semplicità 🙂 Fammi sapere se poi sei riuscita!

    La storia è trascorsa rapidamente, e non trovo fosse necessario aggiungere la nota a conclusione. Si capisce che sono pensieri.
    Aspetto il prossimo 😉

  • Visto che è un fantasy, votiamo le piante magiche!

    Ciao! Vengo a questa storia dopo averla sentita letta da Pintore. Strana ed affascinante, i termini usati dalla protagonista per indicare luoghi e persone sono incisivi anche se non sempre si riesce a capire se parli del villaggio, della città o di qualche altro posto.

    Non riesco ancora a capire perché prima cercava la biblioteca e poi ha cambiato idea. Cosa si aspettava di trovare nella biblioteca che invece ha trovato in Roberta?

    Comunque ti seguo e vediamo dove ci porti 🙂

    Ciao 🙂

  • Capitolo 2)

    Penso non mi riuscirà di recuperare il capitolo in video prima del prossimo episodio, quindi lo faccio alla vecchia maniera.

    Questo capitolo si presenta decisamente più lineare rispetto al precedente, ho avuto l’impressione fosse leggermente più breve, ma magari è per il fatto di averlo letto solo con gli occhi. Non mi sento di avere nessun suggerimento a questo giro. Il cognome avresti potuto benissimo scriverlo, non trovo sia un termine offensivo, all’interno del contesto della storia. 😉

    Aspetto di capire qualcosa in più, e punto sull’arcano.
    Buona scrittura! 😉

  • Capitolo 1)

    Ciao Lulla!
    Credo di leggerti per la prima volta su The Incipit. Benvenuta! 🙂

    Come ti ha suggerito Fenderman, l’idea sembra interessante, tuttavia appare un po’ caotica e schematica in diversi passaggi. Trovo che anche i tempi siano un po’ confusi a un certo punto.
    Trovo che avresti potuto prenderti un po’ più di spazi per rendere più chiaro tutto il testo, separando alcune scene. C’è qualche virgola in meno. Con un pelo si revisione in più sono certo che saresti riuscita a migliorare il capitolo.
    Rimango comunque incuriosito, quindi ti seguo 😉

    Se la cosa può farti piacere, ho letto la tua storia su Youtube, insieme a quelle di altri autori e autrici. Spero possa tornarti utile. Se vorrai, continuerò anche con i prossimi episodi. Sul finale del video, ho speso due paroline sulla tua storia.
    Trovi la lettura qui:

    https://youtu.be/CckN6rTb19A

    Alla prossima!
    Buona scrittura.

    • Ciao G.G.! wow, Youtube..! mi sento importante adesso haha.
      Ti ringrazio per il commento 🙂
      in realtà avete sfondato un po’ una porta aperta, questa mia storia nasce difatto in un periodo ‘bollente’ e, direi, ci sta che faccia venire il mal di testa (in parte me ne compiaccio :D).
      Vedremo cosa uscirà dall’uovo di Pasqua 😉

      Bye

  • Ciao, benvenuta Lulla.
    Hai indubbiamente una bella mano, dipingi un quadro a tinte fosche, grigio e viola quanto basta per metterci in apprensione. Io mi sono un poco perso nella parte centrale (…megera… Il ventre gonfio…) Non ho capito bene chi fa o dice cosa…
    Mi piace però un incipit che è una specie di schiaffo, perché non si vede l’ora di vedere dove si andrà a parare.
    Missione compiuta dunque!
    Voto Roberta. Ciao.??

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