PERFETTI SCONOSCIUTI
Evelina quella mattina era uscita di casa sola per la solita passeggiata mattutina.
La giovane fanciulla camminava lungo il canale principale dell’isola di Torcello.
Percorreva serenamente, a passi lenti, la via lastricata.
Il riflesso del sole rendeva i suoi occhi verdi smeraldo ancora più luminosi.
Ella si affrettò ad attraversare un ponte di pietra senza parapetto.
Proseguì poi dalla parte opposta del canale e andò verso la laguna; alla sua sinistra vedeva in lontananza l’isola di Burano e davanti a sé Venezia con i suoi tetti rossi.
In lontananza scorgeva anche le gondole e le barche dei pescatori andare avanti e indietro, che attraversavano l’acqua torbida della laguna, provocando onde bluastre molto mosse e schiumose.
Evelina percorse il viale costeggiato dal mare.
Un leggero vento freddo le passava fra i capelli.
Il sole emanava una fievole luce pallida, nascosto tra le nuvole autunnali, grigie e tristi.
I gabbiani stridevano in lontananza.
La fanciulla passò un altro ponte che portava verso un campo d’erba alta quasi due metri, fatta di steli molto spessi e secchi, con sfumature verdi e giallastre: una delle poche terre di Torcello non ancora bonificate e perennemente incolte, in cui la vegetazione aveva preso il sopravvento.
Questo era uno dei luoghi dell’isola preferiti in assoluto dalla giovane ragazza.
Amava nascondersi fra i giunchi.
Adorava questo luogo abbandonato e dimenticato, perché almeno qui poteva sentirsi tranquilla e in pace con se stessa.
Quando trascorreva un po’ del suo tempo in questa terra si fermava e se ne stava in piedi immobile fra l’alta sterpaglia.
Chiudeva gli occhi e si rilassava.
Sentiva il movimento oscillatorio dell’erba mossa dalla leggere aria, percepiva così cantare ogni singolo stelo, cullato delicatamente dal vento.
Le sembrava davvero piacevole.
Quel giorno, quando si inoltrò dentro alla fitta vegetazione udì un canto dolce quanto una ninnananna.
Riusciva a sentire bene il suono e la melodia, ma non era abbastanza vicina per identificare le parole cantate.
Questa sconosciuta voce delicata attirò la sua attenzione.
La sua curiosità premeva di sapere da dove provenisse.
Allora chiuse gli occhi e si fece guidare dal suo udito.
Quando la voce divenne più forte e riuscì a percepire anche le parole, Evelina aprì gli occhi.
Fra gli alti e folti steli d’erba, la fanciulla intravide un cappellino di paglia su delle assi di legno.
Vicino ad esso c’era un ragazzo, un giovane uomo in camicia blu, dai capelli biondi chiari.
Stava pescando.
Inaspettatamente egli sentì una strana presenza alle sue spalle.
Smise di cantare e si voltò all’indietro.
Fu così che la vide.
Vide questa fanciulla, che lo stava spiando dietro i robusti steli d’erba.
Intimorito, le sue guance lentigginose si tinsero di rosa per la vergogna, voltò di scatto la testa e si mise a riguardare l’acqua scura della laguna.
Evelina invece si fece avanti e sbucò fuori dall’erba alta, giungendo proprio dietro di lui, a qualche centimetro dalla sua schiena.
Lo fissò per qualche istante.
Il ragazzo si irrigidì.
Fabian voleva che se ne andasse.
Evelina invece prese posto e si sedette accanto a lui.
Per la prima volta i loro occhi si incrociarono, guardandosi intensamente.
Il ragazzo notò che era una giovane ragazza.
Un fuoco si accese dentro di loro.
La fanciulla gli sorrise debolmente.
«Ciao, mi chiamo Evelina e tu chi sei?»
«Mi chiamo Fabian. Sono austriaco», disse timidamente balbettando.
Evelina fu sorpresa. Era uno di quelli austriaci che volevano conquistare tutti i territori di Venezia.
«Oh. Io sono veneziana.»
«Molto piacere.»
«Ti piace cantare?»
«Sì», pronunciò sottovoce.
«Che canzone stavi canticchiando prima? Non l’ho mai sentita», chiese curiosa Evelina.
Il fanciullo fece spallucce.
«Niente di speciale, una ninna nanna che mi cantava mia madre quando ero piccolo. Adesso non c’è più. È morta. Peste maledetta.»
La fanciulla si avvicinò di più a lui.
Gli mise una mano sulla spalla.
Fabian la lasciò fare.
«Mi dispiace molto.»
Una nota triste incupì il viso di lui.
«Mi manca molto, mi è rimasto solo mio padre, che però non sopporto molto, purtroppo.»
Evelina rise freddamente.
«Sai, ti capisco. Anche io ho un padre molto severo, fa il pescatore e il venditore ambulante. Gira ogni giorno per Venezia. Il tuo invece?»
«Fa parte dell’esercito. È un comandante. È qui per questioni politiche…credo…Io non voglio sapere nulla.»
«Già lo immagino.»
La ragazza sapeva esattamente cosa stavano tramando gli austriaci.
Suo padre era su tutte le furie per via del loro predominio sulla città.
«Ti piace Venezia?», domandò curiosa.
«Sì molto. È bellissima.»
Si scambiarono dei fugaci e innocenti sorrisi.
«Posso rimanere qui con te?» Domandò Evelina.
«Sì certo. Io provo a vedere se riesco a pescare qualcosa da mettere in tavola questa sera.»
Evelina si slacciò le scarpe logore e le mise in disparte.
Successivamente affondò i suoi piedi nell’acqua fredda della laguna, mentre guardava silenziosamente Fabian che stava provando a pigliare qualche pesce.
I due fanciulli riescono a fare amicizia?
- Forse potrebbero addirittura innamorarsi. (33%)
- No, si incontrano per caso e poi mai più si rivedranno (33%)
- Sì, da quel giorno diventano amici (33%)

22/02/2023 at 12:34
Ciao, alla fine le cose si sono messe apposto e i “cattivi” sono stati puniti!!! Eh sì, in qualche modo il Diavolo la spunta sempre!!!
21/02/2023 at 00:08
Però! Pensavo che ci fosse la fregatura finale, visti i voti; invece per i due giovani spasimanti sono riusciti a salvarsi. Peccato per la famiglia Diavoli, maledetti dalla strega, di cui mi sa che il futuro è segnato…
Mi è venuta però una domanda: ma la famiglia “Diavoli” esiste davvero?
Ciao 🙂
PS: Naturalmente alla prossima storia 🙂
14/02/2023 at 13:15
Ciao, una bella descrizione del “rapimento” magico, non c’è che dire!!! Sai, ai tempi del liceo il latino è stato sempre il mio tallone d’Achille!!!
Ho votato per la tragedia, perché se una persona è disposta a sacrificare sette anime innocenti senza tanti problemi, non può che andare a finire così, con il Diavolo non la passi mai liscia!!! Ci vediamo al gran finale.
14/02/2023 at 00:05
Non vedo un finale positivo in questa storia e non mi sembra che tu abbia intenzione di fare seguiti, quindi voto “bene ma non per tutti i personaggi”.
Non mi aspettavo una simile magia da parte della strega! O è molto potente o c’è qualcosa sotto…
Ciao 🙂
13/02/2023 at 23:19
Ciao 🙂
bel capitolo e molto intenso 🙂 consoci molto bene la lingua latina 🙂
ora succedera’ una tragedia , con Lucifero non si scherza mica 🙂
aspettiamo il gran finale 🙂
Ciao a presto 🙂
08/02/2023 at 13:05
Ciao. Ahi, ahi, la nostra Evelina, comunque vada a finire, si è ormai giocata l’anima!!! Come andrà a finire?
Ho votato per sì, ma non al 100%, vediamo se esiste una via di fuga!!! Alla prossima.
07/02/2023 at 23:34
Ciao Lauraruetta 🙂
Innanzitutto mi spiace averti trovato solo ora e poter intervenire solamente dall’ottavo capitolo in poi 🙂
complimenti scrivi benissimo , c’e ‘ solo qualche errore di battitura qua e la ma quello capita sempre
per una svista durante la rilettura in fase di pubblicazione.
La trama e’ sviluppata molto bene , in una citta’ magica di suo come venezia
Ho notato in te influenza letterarie come Shakespeare nei primi capitoli (Romeo and Juliet)
Manzoni nel capitolo al convento (La monaca di Monza)
e un po’ di Dante nel patto con Lucifero (Il limbo situato all’Inferno)
comunque ti seguo e ancora mille complimenti 🙂
ho scelto che terranno fede al patto con Lucifero ma qualcosa andra’ storto 🙂
Buon Proseguimento 🙂
a presto 🙂